venerdì 11 luglio 2014

I GENI CI AIUTERANNO A COMBATTERE I TUMORI

Uno studio pubblicato su Plos One dimostra che una terapia mirata può colpire le cellule del cancro senza intaccare i tessuti sani. Potrebbe funzionare anche per Alzheimer, sclerosi multipla e insufficienza cardiaca.


Una terapia genica anticancro. La novità, individuata da un gruppo di ricerca dell'Università di Washington, che ha pubblicato i risultati del suo studio su Plos One, consiste in un virus reso inoffensivo e utilizzato come navetta per trasportare un gene killer dei tumori: una volta iniettato, ha raggiunto con successo soltanto le cellule malate. L'esperimento è stato condotto su un gruppo di topi e mostra per la prima volta che la terapia genica può colpire in modo mirato solo cellule specifiche del cancro, in questo caso quelle dei vasi sanguigni del tumore, senza intaccare i tessuti sani.
UNA SEZIONE DI DNA PER SUPERARE IL FEGATO. "Nella maggior parte dei casi la terapia genica comporta il prelievo di cellule, la loro modifica e la loro re-iniezione nell'organismo", ha spiegato uno degli autori, David Curiel. "Questo limita queste terapie alle malattie che interessano il sangue o il midollo osseo, tessuti dei quali possono essere prelevati campioni, trattati e restituiti al paziente, ma dopo 30 anni di ricerche ancora non possiamo iniettare in un paziente un virus-vettore per inviare un gene esclusivamente nella parte da curare". Di solito, infatti, i virus usati come navette si bloccano una volta arrivati nel fegato si bloccano. In questo caso l'ostacolo è stato superato utilizzando come carico una sezione di Dna chiamata Robo4 che si attiva solo nelle cellule che rivestono i vasi sanguigni che alimentano i tumori. 

IL TEST SUI TOPI. Gli esperimenti, condotti su topi con il tumore del rene e dell'ovaio, hanno dimostrato che iniettando nel sangue un virus-vettore con il carico di geni, questo arriva solo nei vasi sanguigni tumorali, evitando gli altri tessuti e gli organi sani. Lo scopo non è uccidere i vasi tumorali, ma trasformarli in fabbriche per la produzione di molecole che alterano il microambiente tumorale in modo da non nutrire più il tumore. La strategia, sottolinea l'esperto, potrebbe essere applicata a quasi tutti i tipi di cancro più comuni. E potrebbe funzionare anche per altre malattie come morbo di Alzheimer, sclerosi multipla e insufficienza cardiaca. 

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