sabato 12 luglio 2014

Livello zuccheri non riduce rischio cardiovascolare

 La misura dello zucchero nel
sangue potrebbe non essere un parametro cosi’ efficace nel
predire il rischio di malattie cardiovascolari (Cvd). A dirlo,
uno studio che ha incluso circa 300mila adulti senza storia di
diabete o di Cvd, pubblicato sulla rivista JAMA. Gli scienziati
della University of Cambridge, Regno Unito, hanno infatti
scoperto che i valori di emoglobina glicata (HbA1c), una misura
del controllo dello zucchero nel sangue a lungo termine,
aggiunti ai convenzionali fattori di rischio per le Cvd (come
ad esempio colesterolo e fumo), sono associati solo a un
piccolo miglioramento nella previsione del rischio di malattie
cardiovascolare. Poiche’ alti livelli di glucosio sono stati
associati a una maggiore incidenza di Cvd, finora si riteneva
che le informazioni relative al controllo dei livelli di
zuccheri nel sangue potessero migliorare la capacita’ dei
medici di predire lo sviluppo di patologie cardiovascolari. I
risultati della ricerca hanno invece mostrato che considerare
anche la misura delli’HbA1c non migliorava significativamente
la previsione di Cvd.

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