Purtroppo, per i nostri lettori, questa notizia non rappresenta una novità: nuove evidenze scientifiche avrebbero dimostrato la correlazione tra alcuni tipi di radiazioni prodotte dai dispositivi wireless (come smartphone e router) e diversi disturbi al nostro organismo. E il cancro è il più grave tra questi.
Igor Yakymenko, dottore presso l’Istituto di Oncologia e Radiobiologia di Kiev, in Ucraina, insieme al suo team ha raccolto i risultati di circa 100 ricerche scientifiche volte a studiare gli effetti delle radiazioni da radiofrequenza a bassa intensità sulle cellule degli esseri viventi: “Questi dati”, ha spiegato l’autore dello studio “sono un chiaro segno del rischio reale che questo tipo di radiazioni pone alla salute umana”.
Tecnicamente, le radiazioni produrrebbero un fenomeno, nominato “stress ossidativo”, che darebbe luogo alla produzione di radicali liberi. I disturbi collegati a questo fenomeno sono diversi: dal mal di testa, all’affaticamento, ma anche forme di irritazione cutanea. Gli effetti più gravi sarebbero l’insorgenza di malattie degenerative come il cancro. Tale stress ossidativo sarebbe stato individuato dai ricercatori in 93 studi sui 100 esaminati. L’articolo di Yakymenko e dei suoi colleghi, sottolinea come i radicali liberi vengano prodotti inseguito alle aggressioni ambientali subite dall’organismo, fra cui rientrerebbero proprio le radiazioni da dispositivi wireless.“In conclusione”, spiegano gli scienziati, “le nostre analisi dimostrano che le radiazioni a bassa intensità sono degli agenti ossidativi significativi per le cellule viventi, con un elevato potenziale patogeno”.
Il New York Daily ha ripreso la ricerca e ha sottolineato alcuni aspetti particolarmente significativi, come la correlazione tra l’insorgere dei disturbi e i tempi di utilizzo dei cellulari. E fa qualche esempio: se si telefona per 20 minuti con il cellulare ogni giorno per cinque anni, il rischio di vedersi diagnosticare un determinato tipo di tumore al cervello verrebbe addirittura triplicato; usarlo invece per un’ora al giorno, per quattro anni, moltiplicherebbe questa possibilità tra le 3 e le 5 volte rispetto alla media.
I dati della ricerca riguardano soprattutto “gli adulti che hanno utilizzato telefoni cellulari per 10 anni al massimo. La situazione potrebbe essere drammaticamente diversa per i bambini che usano questi dispositivi nella propria infanzia, quando cioè la loro biologia è molto più sensibile a fattori di rischio”.
Il consiglio di Yakymenko è ovviamente quello di utilizzare questi dispositivi e impianti senza mai eccedere, prendendo tutte le precauzioni possibili: spegnere il wifi di casa quando non viene utilizzato, per esempio; oppure utilizzare le cuffie quando si parla al cellulare per lunghi periodi.
Quello dei ricercatori ucraini è solo l’ultimo di una serie di studi scientifici sulla pericolosità delle radiazioni emesse dai dispositivi mobili. Ricorderete, ad esempio, l’elenco di 12 studi prodotti dagli scienziati che collegano l’utilizzo dei cellulari al cancro. L’uso di questi dispositivi è stato inoltre collegato anche ad altre patologie, come la disfunzione erettile.
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