giovedì 29 dicembre 2022

Se hai i piedi sempre freddi, potresti avere una di queste 5 condizioni


 Non è un luogo comune: le donne tendono ad avere i piedi freddi più frequentemente rispetto agli uomini. Ma che sia più frequente non vuol certamente dire che le uniche a soffrirne siano le donne.




Nella maggior parte dei casi, la sensazione di avere i piedi freddi non ha alcuna importanza e non comporta alcun rischio, soprattutto quando succede in inverno. Ma se accompagnata da altri sintomi, potrebbe essere un segnale di un problema di salute.

Ti elenchiamo quali sono le malattie che potrebbero nascondersi dietro i piedi freddi e le precauzioni e le cure da adottare.

Cattiva circolazione

I piedi sono le estremità più lontane dal cuore. Per questo motivo, il sangue ha più difficoltà a raggiungerli e ciò influenza il fatto che abbiano una temperatura minore rispetto al resto del corpo.

In presenza di un problema che ostacola la corretta circolazione sanguigna, la sensazione di piedi freddi può accentuarsi e provocare anche altri sintomi.

Arteriopatia periferica delle gambe

L’accumulo di placca provoca un restringimento e indurimento delle arterie, che a sua volta provoca una riduzione del flusso sanguigno verso mani e piedi.

Le persone con alti livelli di colesterolo, ipertensione, o che soffrono di qualche cardiopatia o diabete, sono più propense a soffrire di questa condizione. Altri sintomi sono stanchezza, dolori muscolari ai piedi e alle gambe anche in stato di riposo.

Fenomeno di Raynaud

Si tratta di un disturbo dei vasi sanguigni che colpisce le dita delle mani e dei piedi. Le persone che hanno questa malattia soffrono una reazione eccessiva al freddo e allo stress emotivo: i vasi si restringono momentaneamente e non arriva abbastanza sangue a queste parti del corpo.

Quando ciò accade la pelle di queste aree del corpo diventa bianca o bluastra, le dita diventano fredde e intorpidite. Questa reazione può durare da 10-15 minuti fino a più di un’ora. Quando il flusso sanguigno si stabilizza la pelle diventa rossa e si avvertono palpitazioni, formicolio o dolore.

Neuropatia periferica

Se senti i piedi freddi, ma al tatto sono caldi, probabilmente si tratta di una neuropatia periferica. Questa malattia di origine neurologica è più frequente tra le persone che soffrono di diabete.

Avere alti livelli di zucchero nel sangue per periodi di tempo lunghi può danneggiare i nervi periferici, che inviano informazioni del cervello e del midollo spinale al resto del corpo.

Tuttavia, la neuropatia può essere anche ereditaria e, in altri casi, può essere causata da una carenza di vitamine del gruppo B, malattie autoimmuni o intossicazioni da metalli pesanti.

Anemia

Una carenza di ferro (che provoca anemia) può avere un impatto sulla regolazione della temperatura del corpo.

Se il freddo ai piedi è associato ad altri sintomi come pelle e mucose pallide, stanchezza, debolezza e vertigini senza causa apparente e difficoltà nel respirare, consulta un medico.

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Cosa fai a Capodanno? Consigli sull’ansia del 31 dicembre e su come affrontare la fatidica domanda

 Non si sfugge. Cosa fai a Capodanno è la domanda più temuta di tutte le feste. Ma perché genera così tanta ansia? Cosa ci aspettiamo? Ne abbiamo parlato con la psicologa Carolina Traverso.


La domanda è nell'aria almeno dal 20 dicembre. Qualcuno ci gira intorno con discrezione, altri invece non perdono tempo e vanno diritti al punto, senza remore.

"Cosa fai a Capodanno?"

Niente, non si sfugge, puntuale come il ciclo a ferragosto e come lo zio che dopo il primo giro di Tombola grida ‘Ambo', nel gruppo degli amici su Whatsapp c'è sempre qualcuno che pone la fatidica domanda. Ma la vera domanda è perché? Perché Capodanno si porta dietro questo carico di ansia di fare qualcosa e pure di farlo in grande? "È una delle feste più antiche e globali che ci siano ed è praticamente impossibile che passi inosservata, anche per chi non la ama o dichiara di esserle indifferente – spiega la psicologa e psicoterapeuta Carolina Traverso – Per molti non è semplicemente una scusa per vestirsi in modo speciale e far festa con gli amici, ma è un simbolo legato al finire e al ricominciare". 


L'ansia di Capodanno

L'ansia del Capodanno si autoalimenta e a causarla è proprio la domanda stessa "‘Cosa fai a Capodanno?', è praticamente impossibile da schivare – continua Traverso – Anche se i motivi per cui si pone sono diversi: qualcuno lo chiede con genuino interesse, altri, specialmente le persone con cui abbiamo poca intimità, magari soltanto per avviare o mantenere una conversazione". E questo genera la necessità di dare una risposta interessante, che accenda l'attenzione e la curiosità del nostro interlocutore. "L'ansia di fare e di raccontare qualcosa è anche l’esito del peso che diamo al giudizio degli altri e a quanto ci immaginiamo che trascorrere un capodanno “da raccontare” ci garantisca in qualche modo la loro stima o ammirazione".


Capodanno: un'altra performance da raccontare attraverso i nostri profili social?

In una società come la nostra dove ogni cosa si può trasformare in una performance da valutare a suon di like e commenti, il Capodanno diventa l'acme, l'evento culminante. "L’ansia di raccontare qualcosa del nostro Capodanno attraverso i social è molto legata al bisogno di ammirazione e consenso e, di solito, se è presente in questo periodo dell’anno è presente, in realtà, tutto l’anno. – specifica la psicologa – C’è chi, infatti, vive i social prevalentemente come modo per condividere o cercare contenuti che corrispondono ai propri interessi e valori personali e chi, invece, li vive più come strumento di esibizione e ricerca di consenso, ma ovviamente una forma non esclude l’altra". Interrogarci sul perché sentiamo la necessità di postare può essere utile a farci capire qualcosa di più di noi "E potrebbe forse evitarci di postare quella storia di troppo di cui potremmo pentirci il giorno dopo, o farci decidere che il nostro bisogno di connessione verrebbe meglio nutrito entrando in relazione con chi è con noi in carne ed ossa in quel momento, invece che postando su un social". O ancora potrebbe farci propendere per una riflessione silenziosa: "Quando non ci preoccupiamo di ciò che potrebbero pensare gli altri e di quanti like o cuori potremmo ricevere, siamo di solito più onesti con noi stessi. Per chi ha l’abitudine di scrivere bilanci e buoni propositi, potrebbe essere interessante provare a scrivere entrambe le versioni: la privata e la pubblica. E, poi, osservare le differenze".


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