giovedì 21 agosto 2014

Lipidi, si apre una nuova strada per la cura della leucemia?


I ricercatori del San Raffaele individuano una nuova classe di target per combattere il tumore del sangue

Aiutare le “cellule soldato” del sistema immunitario, i linfociti T, a riconoscere le cellule tumorali e a ucciderle. In aiuto di questa strategia “militare” contro la leucemia, uno dei più temibili tumori del sangue soprattutto in età infantile, potrebbero essere arruolati anche i grassi. I lipidi, in uno studio condotto dai ricercatori dell'Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, si sono dimostrati in grado di “marcare” le cellule malate in modo da esporle all'azione antitumorale. Lo studio, pubblicato sulJournal of Experimental Medicine, apre quindi una nuova strada al trattamento delle leucemie.

La chemioterapia e il trapianto di midollo osseo sono, al momento, le armi a disposizione per combattere i tumori del sangue. Nonostante questi trattamenti, è possibile che le cellule leucemiche non rispondano alla terapia ed inizino a diffondersi nuovamente. I ricercatori milanesi, in collaborazione con i colleghi dell’Università di Basilea, hanno dimostrato che oltre agli antigeni proteici, bersagli noti per le molecole anticancro, anche i lipidi rappresentano una classe di antigeni potenziale per le terapie. In particolare i ricercatori hanno dimostrato nelle sperimentazione di laboratorio che i grassi se associati ai recettori chiamato CD1c,proteine presenti in un’alta percentuale di leucemie rappresentando un target per l'azione dei linfociti T, globuli bianchi che custodiscono le istruzioni per la neutralizzazione di cellule malate, proprio come quelle tumorali, cellule impazzite che tendono a replicarsi in modo alterato rispetto al programma originale.

“I risultati dimostrano che questo tipo di riconoscimento immunologico – spiega Paolo Dellabona, direttore della Divisione di Immunologia Trapianti e Malattie Infettive del San Raffaele di Milano che insieme a Giulia Casorati, responsabile dell’Unità Immunologia Sperimentale ha coordinato lo studio finanziato da Airc - è in grado di controllare la progressione leucemica negli animali di laboratorio. Si può ipotizzare che ciò avvenga anche nell'uomo. Il nostro studio apre la strada a possibili trattamenti che, insieme all’attuale immunoterapia delle leucemie, potrebbero contribuire alla miglior prevenzione delle ricadute in pazienti sottoposti a trapianto di midollo”.

Nessun commento:

Posta un commento