venerdì 7 novembre 2014

Tumori e cellulari, l'associazione Apple fa causa al ministero della Salute: "Il governo deve informare sui rischi"

Secondo l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), restare incollati al telefono cellulare per 1.640 ore - più o meno l'uso medio che se ne fa nell'arco di dieci anni - aumenta del 40% il rischio di tumore al cervello. Parte da questo dato la causa al Tar del Lazio - prima del genere in Italia - intentata dall'Associazione per la lotta all'elettrosmog (Apple) contro il Ministero della Salute per ottenere una campagna di informazione nazionale sul rischio.
L'associazione per la prevenzione e la lotta al'elettrosmog è assistita dagli avvocati torinesi Renato Ambrosio e Stefano Bertone, che oggi hanno presentato il ricorso in conferenza stampa. "Non vogliamo parlare dei cellulari come nuovo amianto, o come nuovo sangue infetto, ma solo che ci sia un uso corretto del cellulare, soprattutto per chi non può farne a meno".
"Il ministero ha ricevuto numerose intimazioni ma, a parte una risibile paginetta su internet, si è sempre rifiutato di provvedere", aggiunge la presidente dell'Associazione, Laura Masiero.
A far causa, oltre all'associazione, anche Innocente Marcolini, ex dirigente di una azienda bresciana che ha vinto in Cassazione una causa contro l'Inail, la prima al mondo a stabilire un nesso di causa ed effetto tra l'eccessivo uso del cellulare e l'insorgenza di tumori al cervello. L'uomo si è costituito anche in questo giudizio, spiega, "perché si sappia che esiste un legame tra l'uso dei cellulari e il tumore al cervello. Molte persone non sanno quale rischio corrono parlando al cellulare senza auricolare, oppure tenendolo infilato nella tasca dei pantaloni".

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