domenica 26 aprile 2015

I pop corn cotti al microonde fanno male alla salute



Il diacetile, un aroma naturale, utilizzato nella produzione dei pop corn potrebbe essere nocivo alla salute. A rivelarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista scientificaChemical Research in Toxicology, secondo la quale la sostanza in questione “presenta una struttura analoga a quelle di altre sostanze considerate responsabili della formazione delle placche cerebrali che conducono all’insorgere del morbo di Alzheimer“, come spiega Greenme.it:
E’ sufficiente provare ad approfondire la questione per rendersi conto della possibile presenza di additivi indesiderati all’interno delle confezioni di pop-corn, tra gli ingredienti o nel loro involucro, come purtroppo non di rado avviene nel caso di alcuni alimenti confezionati di produzione industriale.
Il diacetile (“dyacetil” nella denominazione inglese) è stato utilizzato per anni – e lo è ancora – come aromatizzante per conferire l’ “aroma al burro” a pop-corn confezionati destinati alla cottura al microonde e ad altri alimenti, come i biscotti. Il diacetile può essere derivato dalla fermentazione alcolica e può costituire un sottoprodotto della produzione di birre e vini.
A riaccendere i riflettori su tale sostanza è una recente ricerca condotta presso l’Università del Minnesota, pubblicata sulle pagine della rivista scientifica “Chemical Research in Toxicology”, tramite la quale è stato messo in luce come il diacetile presenti una struttura analoga a quelle di altre sostanze considerate responsabili della formazione delle placche cerebrali che conducono all’insorgere del morbo di Alzheimer.
La presenza di diacetile nell’alimento in questione e negli stablimenti in cui ne avviene la produzione ha purtroppo già causato l’insorgere di un ulteriore disturbo, denominato “bronchiolitis obliterans”, dal quale negli Stati Uniti sono stati colpiti sia consumatori abituali di popcorn sia numerosi addetti alla loro produzione. Alcuni stabilimenti statunitensi avrebbero dunque deciso di sostituire il diacetile con altri additivi aromatizzanti, sulla cui reale salubrità ci si interrogherebbe tuttora, tanto che la Food and Drug Administration li considererebbe “innocenti fino a prova contraria”.
Wayne Watson, un 59enne americano di Centennial, in Colorado, dopo aver contratto una bronchiolite obliterante, che è una malattia cronica e irreversibile, decise di far causa alla ditta produttrice e alla catena di negozi nella quale comprava il prodotto incriminato e nel 2012,leggiamo su Panorama, “un tribunale federale ha dato ragione a Watson, stabilendo un risarcimento milionario: ben 7 milioni di dollari (circa 5 milioni e 500 mila euro), che dovranno essere pagati proprio da produttori (all’80%) e dai venditori dei popcorn incriminati, ritenuti colpevoli di non aver informato adeguatamente i clienti dei rischi per la salute che correvano mangiando il mais“.

Banane: 10 straordinari benefici per la salute



Le banane sono tra i frutti più consumati nel mondo. Dal punto di vista nutrizionale sono una buona fonte di potassio, di magnesio e di vitamina B6. Il nostro organismo sfrutta queste sostanze per mantenersi in salute.
Non tutti sanno che le banane sono anche ricche di antiossidanti, che aiutano a proteggere il nostro organismo dall'azione dei radicali liberi. Le banane rafforzano il sistema nervoso, aiutano nella perdita di peso e contribuiscono alla produzione dei globuli bianchi grazie al loro contributo di vitamina B6.
Una banana di media grandezza (126 grammi circa) contiene 450 mg di potassio, 30 grammi di carboidrati, 3 grammi di fibre, 19 grammi di zuccheri e 1 grammo di proteine. Scegliamo il più possibile banane del commercio equo e solidale.
Ecco i maggiori benefici per la salute delle banane.
1) Aumentano il senso di sazietà
Una banana di medie dimensioni contiene 110 calorie e fornisce 30 grammi di carboidrati e 3 grammi di fibre. Le banane contengono fibre vegetali speciali che ci aiutano a mantenerci sazi più a lungo. Scegliendo una banana per la merenda non corriamo il rischio di orientarci verso i classici prodotti confezionati. Le banane vengono considerate uno spuntino utile per gli sportivi, da assumere 1 ora prima dell'allenamento.
2) Sono benefiche per il cuore
Le banane sono un toccasana per il cuore. Sono ricche di potassio, un minerale che contribuisce a mantenere regolare il battito cardiaco. Inoltre l'elevato contenuto di potassio delle banane e il loro ridotto apporto di sodio potrebbrto proteggere il sistema cardiovascolare dall'ipertensione, secondo gli esperti dell'FDA.
3) Riducono lo stress
Le banane possono essere utili per ritrovare il buonumore e ridurre lo sress grazie al loro importante contenuto di triptofano, una sostanza che il nostro corpo converte in serotonina. La serotonina è un neurotrasmettitore che ci aiuta a risollevare il nostro stato d'animo, secondo Laura Flores, nutrizionista di San Diego. Inoltre la vitamina B6 presente nelle banane aiuta a dormire meglio e il magnesio contribuisce a rilassare i muscoli.

4) Proteggono la vista
Anche le banane, come le carote, giocano un ruolo importante nel proteggere la vista. Infatti le banane contengono vitamina A, una sostanza essenziale per gli occhi, per mantenere la normale capacità visiva e per migliorare la visione notturna, secondo il National Institute of Health. La vitamina A aiuta a preservare le membrane oculari e la cornea. Le banane possono anche aiutare a prevenire la degenerazione maculare.
5) Rafforzano le ossa
Le banane non sono una delle maggiori fonti di calcio ma risultano comunque utili per mantenere le ossa forti. Secondo un articolo pubblicato sul Journal of Physiology and Biochemistry ("Dietary fructooligosaccharides and potential benefits on health"), le banane contengono sostanze che aiutano la digestione e migliorano la capacità dell'organismo di assorbire il calcio.
6) Prevengono l'ictus
Mangiare banane di frequente riduce il rischio di ictus in menopausa. Lo rende noto uno studiocondotto negli Stati Uniti presso l'Albert Einstein College di New York e pubblicato dall'American Heart Association. Lo studio ha coinvolto un gruppo di oltre 90 mila donne in menopausa di età compresa tra i 50 e i 79 anni per un periodo di 11 anni. Durante lo studio le donne non hanno assunto integratori di potassio, ma hanno assimilato questa sostanza soltanto dai cibi freschi. Oltre alle banane, quali sono gli alimenti ricchi di potassio? Ad esempio, buone quantità di potassio sono presenti in fagioli bianchi, spinaci, patate, albicocche secche, zucche e zucchine, uvetta e mandorle.
7) Proteggono lo stomaco
Mangiare banane regolarmente potrebbe proteggere lo stomaco dalle ulcere. Le sostanze nutritive presenti nelle banane sembrano creare una barriera protettiva nello stomaco contro l'azione eccessiva dei succhi gastrici rispetto alle pareti di questo organo. Inoltre le banane contengono composti che aiutano ad eliminare alcuni tipi di batteri considerati tra le cause delle ulcere gastriche.
8) Forniscono molta energia
Le banane vengono considerate un cibo perfetto per gli atleti. Uno studio condotto presso l'Appalachian State University ha evidenziato che mangiare mezza banana ogni 15 minuti durante un test di pedalata risultava efficace tanto quanto assumere uno sport drink. Le banane vengono consigliate agli atleti perché forniscono ai muscoli i carboidrati di cui hanno bisogno e perché il loro contenuto di antiossidanti aiuta nel recupero.
9) Sono una fonte di vitamina C
Quando pensiamo alla vitamina C ci vengono subito in mente arance e fragole, ma anche le banane sono una fonte di questa vitamina. Una normale porzione di banane contiene il 15% dell'apporto giornaliero consigliato per la vitamina C. La vitamina C combatte i radicali liberi e aiuta a prevenire l'infiammazione. Inoltre, contribuisce alla formazione del collagene e aiuta a mantenere in salute i vasi sanguigni.
10) Migliorano la concentrazione
Uno studio condotto in una scuola dell'Inghilterra, che ha coinvolto oltre 300 studenti, ha dimostrato che mangiare banane di frequente aiutava i ragazzi ad avere l'energia necessaria per studiare e per concentrarsi meglio. Elevati livelli di potassio avrebbero aiutato gli studenti a imparare, memorizzare meglio e ad avere una maggiore attenzione in classe. Agli studenti era stato richiesto di mangiare banane a colazione, come spuntino di metà mattina e per pranzo

Come pulire il fegato e la cistifellea in modo naturale



Il fegato lavora per mantenerci in salute e per assorbire tutti i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno per funzionare correttamente. Tuttavia, molte delle abitudini che abbiamo oggigiorno, la cattiva alimentazione e lo stile di vita sedentario fanno sì che il fegato si sovraccarichi di lavoro e inizi ad accumulare tossine e sostanze di scarto, provocando problemi di salute che possono peggiorare la qualità di vita in modo significativo.
La pulizia del fegato e della cistifellea è un processo di depurazione epatica profonda che consiste nell’eliminazione delle tossine dal fegato, delle secrezioni di bile che non sono state ancora espulse, dicalcoli biliari. Questa pulizia è molto facile da realizzare e dovete solo avere buona volontà per prenderla come abitudine salutare della vita quotidiana.

Come pulire il fegato e la cistifellea?

Per iniziare, dovete assumere a digiuno un cucchiaio di olio extra vergine di oliva mescolato con un cucchiaino di succo di limone. La combinazione di queste due sostanze stimola la cistifellea aiutando a eliminare tutti gli scarti in essa accumulati.
Tale trattamento va realizzato tutti i giorni a digiuno per un mese intero senza interruzioni. L’ideale è aspettare almeno 15 minuti prima di fare colazione, sebbene sarebbe meglio 40 o 60 minuti dopo.
Mentre si segue questo trattamento per pulire il fegato e la cistifellea, è molto importante ricordare che si possono presentare sintomi propri della disintossicazione come diarrea o feci abbondanti, gas, stanchezza, mancanza di appetito, nausea, cefalee, muco, cattivo odore corporeo, urina molto scura e dall’odore forte, eruzioni cutanee. Questi sintomi sono normali in questo processo, pertanto viricordiamo che questo implica l’eliminazione di tossine e scarti che si accumulano nel fegato in seguito ad una cattiva alimentazione, farmaci, caramelle, cibo da fast food, grassi, alcol o tabacco. Tuttavia, questi sintomi di solito compaiono solo nella prima settimana di depurazione e non tutte le persone li presentano.
Per contrastare i sintomi nel caso si manifestino, vi consigliamo di bere tra i 2 e i 4 bicchieri di acqua con limone al giorno. L’ideale sarebbe che l’acqua fosse tiepida dato che ciò aiuterà l’organismo nel processo di eliminazione di tossine da tutto il corpo.
  • Per preparare la limonata, dovete usare acqua di alta qualità, il succo di 2 limoni e, se volete, del miele per dolcificare.

Ulteriori consigli per pulire il fegato e la cistifellea




  • Per il processo di pulizia del fegato e della cistifellea, è molto importante accompagnare il trattamento con una buona alimentazione che includa un alto contenuto di frutta e verdura. Inoltre, bisogna evitare il consumo di alimenti che contengano grasso, cioccolato, latticini, caffè, alcol, burro e carne rossa poiché questi impediscono la corretta pulizia del fegato.
  • Un’altra opzione da considerare per accompagnare questa depurazione e pulizia del fegato e della cistifellea è bere un infuso di boldo, dente di leone e assenzio.
  • Il succo di mela puro è un altro modo eccellente per pulire il fegato e la cistifellea. Se scegliete di seguire questo tipo di pulizia, ricordatevi che dovete bere un litro di succo di mela a digiuno per 2 giorni. Se volete fare colazione dopo aver bevuto il succo, dovete aspettare almeno 3 ore e preferibilmente scegliere alimenti come mela, uva, papaya o una zuppa di verdure bollite.

Frullato efficace per pulire il fegato e la cistifellea

Questa bibita efficace combina le proprietà della mela e del dente di leone per realizzare una pulizia profonda del fegato e della cistifellea.Il dente di leone aiuta il fegato a produrre enzimi e la cistifellea a produrre bile. È un frullato depurativo delizioso che può essere bevuto a digiuno o a qualsiasi ora del giorno.
Altri benefici:
  • protegge e pulisce il fegato
  • è diuretico e aiuta a combattere la ritenzione idrica
  • aiuta a ridurre il gonfiore addominale e combatte il gonfiore durante il ciclo mestruale
  • fa bene alla pelle
Ingredienti
  • 1 manciata di foglie fresche di dente di leone
  • 4 mele
  • 2 spicchi d’aglio piccoli
  • 1 pezzo di zenzero fresco
  • 1 fetta piccola di cipolla
Come prepararlo?
  • Preparate tutti gli ingredienti, metteteli nel frullatore e gustatelo!

Sintomi del cancro del colon-retto



Negli ultimi anni abbiamo sentito parlare molto del cancro del colon-retto. I casi di cancro de colon-retto, inoltre, stanno aumentando tra le donne ed è, infatti, diventato il secondo tipo di cancro più diffuso. A cosa è dovuto? Per ora le cause sono imprecise ed è quindi fondamentale prevenirlo e fare attenzione ai sintomi.

1. Cos’è il cancro del colon-retto?

Questo tipo di cancro ha origine tanto nel colon come nel retto. Entrambi sono collegati e, anche se curati in modi diversi, i sintomi e le cause sono gli stessi. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, vediamo di cosa si occupano esattamente queste due parti del nostro corpo.
  • Quando mangiamo, il cibo viene digerito dallo stomaco e poi processato ed eliminato tramite l’intestino.
  • Il cibo attraversa prima l’intestino tenue, la parte più lunga dell’apparato digerente e che ha il compito di digerire ed estrarre i nutrienti dal cibo.
  • Dopodiché, i residui passano dall’intestino crasso al colon, che si occupa di assorbire l’acqua, sintetizzare alcuni tipi di vitamine e immagazzinare i residui che, poi, arrivano fino al retto. Quest’ultimo tramo ha una larghezza di 15 cm ed è qui dove ha origine il cancro del colon-retto.

2. Quali sono le origini del cancro del colon-retto?



Il cancro del colon-retto inizia con lo sviluppo di uno o più polipi nel rivestimento interno delle pareti del colon o del retto. Crescono all’interno e possono avere una forma piatta o ovale.
È proprio in questa fase che la prevenzione è d’importanza vitale. La maggior parte di questi polipi sono benigni, ma se non vengono rimossi in tempo, possono diventare maligni. Si conoscono con il nome di adenomi e notiamo sintomi della loro presenza solo quando raggiungono una certa grandezza ed entrano in contatto con le feci, il che provoca sanguinamento. È allora che ci rendiamo conto che qualcosa non va.
In molti paesi si sta tentando di programmare colonscopieperiodiche per prevenire il cancro del colon-retto. Se i polipi vengono individuati in tempo, quando sono di dimensioni ridotte, sparisce anche il rischio di ammalarsi di cancro. È comunque possibile porvi rimedio in tempo se agiamo appena notiamo qualcosa di strano. Per qualsiasi problema, quindi, indipendentemente da quanto insignificante, consultate un medico. Ne vale davvero la pena.

3. Sintomi del cancro del colon-retto


  • Sangue nelle feci: è il sintomo più evidente e che non bisogna mai ignorare. Sappiamo che non è mai piacevole, ma è importante osservare sempre il colore e la forma delle feci, soprattutto se notate qualche traccia di sangue. Il colore può variare dal rosso al nero e si deve al contatto tra le feci e i polipi presenti nel colon o nel retto che, con lo sfioramento, sanguinano.
  • Anemia: le donne sono più soggette a soffrire di anemia rispetto agli uomini. Di solito si deve a un ciclo mestruale abbondante, ma è importante conoscerne sempre la causa. Se vi viene diagnosticata l’anemia, chiedete al vostro medico di realizzare un’analisi anche sulle vostre feci per individuare eventuali tracce di sangue.
  • Cambi nel ritmo intestinale: soffrite spesso di periodi distitichezza che si alternano a settimane di diarrea? Allora dovete farlo presente al vostro medico. È importante conoscere la causa di questi cambiamenti nel vostro ritmo intestinale.
  • Forma delle feci: fate attenzione a qualsiasi cambiamento nella forma delle vostre feci, soprattutto se improvvisamente diventano più fine. Potrebbe essere dovuto alla presenza di polipi che restringono l’intestino e non permettono un’espulsione normale dei residui.
  • Strana sensazione di espulsione: quando andate in bagno, avete spesso la sensazione di non aver finito, che ci sia ancora qualcosa nell’intestino? Questo problema è conosciuto come tenesmo rettale ed è necessario consultare un medico.
  • Dolori addominali: avete la sensazione di essere troppo pieni appena finito di mangiare? Vi sentite stanchi e con l’addome appesantito? Non ignorate questi sintomi! Probabilmente è dovuto a cause minori, come la presenza di gas, ma se oltre a questo sintomo notate che, per esempio, le vostre feci sono diverse, consultate un medico. Non costa niente e sarete più tranquilli sapendo che non è nulla di serio.
  • Perdita di peso: quando si verifica un problema al colon, il nostro organismo non sintetizza più molti nutrienti in modo adeguato, il cibo non viene processato allo stesso modo… Tutto ciò comporta la perdita di qualche chilo. Vale la pena tenerlo in considerazione.

4. È possibile prevenire il cancro del colon-retto?


La cosa più importante nel caso del cancro del colon-retto (come per qualsiasi altro tipo di cancro) è fare attenzione ai sintomi e mantenere una buona qualità di vita. Per ora non esistono strategie per evitare al 100% questo tipo di malattie, ma è importante fare degli sforzi quotidiani per prenderci cura di noi al meglio.
Ecco alcuni consigli utili:
  • Se siete dei fumatori, che aspettate ad abbandonare il vizio del fumo? Smettete oggi stesso!
  • Adottate una dieta mediterranea ricca di frutta, verdura fresca eolio d’oliva.
  • Depurate il vostro intestino regolarmente. Perfetto, per esempio, se iniziate la mattina con un bicchiere di acqua tiepida e limone oppure un cucchiaio di olio d’oliva e qualche goccia di succo di limone, o anche un infuso di aloe vera.
  • Prendetevi cura della vostra flora intestinale consumando alimenti probiotici.
  • Anche gli infusi di zenzero e menta da bere di pomeriggio si prenderanno cura del vostro colon.
  • Un altro rimedio medicinale molto utile è bere due volte a settimana un litro d’acqua nel quale avete cotto due carciofi.
  • Gestite o evitate le situazioni che causano stress e ansia.
  • Fate un po’ d’esercizio fisico tutti i giorni. L’ideale sarebbe, per esempio, uscire tutti i giorni a passeggiare per circa un’ora.

venerdì 24 aprile 2015

Come disfarsi dell’alluce valgo con rimedi naturali



L’alluce valgo è un’affezione che provoca la deformazione delle articolazioni del dito grosso del piede e il suo sviluppo di solito è collegato a fattori genetici o ad un uso inadeguato delle calzature. Spesso l’alluce valgo compare a partire dai 30 anni, quasi sempre in entrambi i piedi, con sintomi che includono: gonfiore, infiammazione ed arrossamento della zona, dolore quando si cammina o comparsa di duroni sulla pelle vicina. Se riconoscete questi sintomi, l’ideale èconsultare un podologo per ricevere il trattamento adeguato per curarli, in quanto a volte è necessario un intervento chirurgico.

Oltre al trattamento medico, vi sono numerosi rimedi naturali che possono aiutare a ridurre il problema dell’alluce valgo, alleviarne il fastidio ed impedirne un’ulteriore comparsa.

Lavanda


L’olio di lavanda è un rimedio molto noto per il trattamento dell’alluce valgo, poiché le sue proprietà aiutano a ridurre il dolore e l’infiammazione della zona affetta. L’unica cosa da fare è mescolare i fiori secchi di lavanda con dell’olio d’oliva o di mandorle, riscaldare a fuoco lento a bagno maria e, infine, colare per ottenere l’olio di lavanda. Dovete conservare il liquido ottenuto in un contenitore di vetro a chiusura ermetica e l’ideale è ricorrere a questo rimedio naturale tutte le sere. Applicate l’olio sull’alluce valgo realizzando dei delicati massaggi.

Sali di Epsom

Per ridurre i fastidiosi dolori e l’infiammazione provocati dall’alluce valgo, uno dei rimedi più popolari ed efficaci da realizzare è un pediluvio con sale. In un recipiente d’acqua tiepida aggiungete due cucchiai di sali di Epsom e immergete i piedi per 20 minuti.

Ruta

La ruta possiede numerosi benefici per ridurre i dolori e l’infiammazione tipici delle malattie reumatiche come l’artrite e l’artrosi. Per ridurre i dolori dell’alluce valgo, si consiglia di fare un bagno di acqua tiepida e un po’ di ruta. Si prepara una specie di infuso e si immergono i piedi per 15 minuti.

Olio di lilium

I bulbi del lilium contengono un olio che si utilizza in diverse industrie per la produzione di rimedi da fare in casa per ridurre i dolori articolari. Potete acquistare l’olio di lilium oppure prepararlo in casa utilizzando alcune foglie della pianta, da immergere nel brandy per 5 minuti. Quando avrete pronto il rimedio, lo dovete applicare con leggeri massaggi sulla zona affetta. 

Trattamento a base di alloro


L’alloro possiede numerose proprietà che ci aiutano a combattere l’alluce valgo sia da fuori sia dall’interno. Questo trattamento deve essere realizzato per 2 mesi, anche se i risultati iniziano a vedersi durante i primi 10 giorni di applicazione. 
  • Per prima cosa, dovete preparare un infuso di alloro e lasciarlo in un thermos per tutta la notte. La mattina seguente, colatelo e bevetelo durante l’arco della giornata. Ripetete l’assunzione per tre giorni ed interrompete per una settimana.
  • Potete anche tritare finemente 5 foglie di alloro e metterle in 100 ml di alcol al 96%. Lasciate macerare per una settimana e poi applicatela direttamente sulla zona affetta, preferibilmente dopo aver immerso i piedi in acqua tiepida.
  • Massaggiate i piedi, applicate questo rimedio tutte le sere e coprite con dei calzini per ottenere migliori risultati.

Trattamento con iodio

  • Un rimedio molto popolare contro l’alluce valgo è la miscela di iodio con un’aspirina. Questo rimedio si applica direttamente sull’alluce valgo per impedirne la crescita ed alleviare il dolore delle articolazioni.
  • Un’altra opzione per godere dei benefici dello iodio è mescolare parti uguali di limone e iodio, da applicare direttamente sulla zona affetta e massaggiare. 

Ulteriori consigli per ridurre l’alluce valgo





  • Mantenere un peso corporeo equilibrato per evitare di peggiorare questo problema in seguito al sovrappeso.
  • Incrementare il consumo di calcio e vitamine A, D e C,  per rafforzare le ossa.
  • È molto importante indossare scarpe comode, dalla punta larga e materiali flessibili. Le scarpe troppo strette o molto alte possono peggiorare il problema.
  • Se l’alluce valgo provoca dolore, l’ideale è indossare delle calzature aperte che permettano al piede di stare più comodo.




9 erbe medicinali per calmare i nervi e ridurre l’ansia



Nella società di oggi è molto frequente “perdere le staffe” quando abbiamo a che fare con problemi, obblighi, stress, lavoro, pressione, responsabilità, stimoli costanti, ecc. Anche se la soluzione ideale sarebbe andare a vivere in un’isola deserta e smettere di lavorare, ciò non è possibile. Almeno, però, possiamo usare delle erbe per calmare i nervi e ridurre l’ansia. 

Piante dalle proprietà calmanti contro nervosismo e ansia

Ci sono diversi motivi per i quali possiamo essere molto nervosi o in ansia e ciò ha conseguenze negative sul nostro organismo. Forse avete cambiato lavoro, temete di essere licenziati, state per sposarvi, avete un primo appuntamento con qualcuno che vi piace molto, vi state mettendo in proprio o dovete affrontare un esame difficile. In tutti questi casi (e anche in altri) potete approfittare delle bontà di madre natura. Ecco quali sono le erbe per calmare i nervi e ridurre l’ansia:

Passiflora

Agisce direttamente sul sistema nervoso centrale e, allo stesso tempo, rilassa i muscoli. Grazie alla passiflora, tutti i dolori collegati ai nervi si attenuano, per esempio, il dolore cervicale (dovuto a una postura incorretta). Questa pianta è anche consigliata contro i mal di testa e idolori mestruali. La tintura madre di passiflora si trova in erboristeria e bisogna usarne qualche goccia disciolta in acqua, infuso o succo naturale d’arancia.

Ginseng

Secondo la medicina tradizionale cinese, il ginseng serve per equilibrare lo Yin e lo Yang nel nostro organismo. Non provoca nervosismo o eccitazione, come di solito si dice, ma piuttosto il contrario, perché stimola le persone depresse, tristi e che soffrono di fatica cronica. Produce però un effetto sedante nei pazienti stressati o ansiosi. Anche in questo caso, è consigliato l’uso del ginseng in forma di tintura madre (estratto puro conservato con alcol e acqua): diluite alcune gocce in un bicchiere d’acqua, di succo naturale o di tè.

Verbena

La verbena ha varie proprietà, tra le quali la capacità di rilassare il corpo e combattere l’insonnia e i problemi relativi allo stress, al nervosismo e all’ansia. Alcuni la usano per le sue proprietà digestive. Essa, infatti, elimina i gas intestinali poiché è un carminativo e, essendo anche uno spasmolitico, previene o riduce le coliche. Potete utilizzarne le foglie fresche come condimento per diversi piatti o per dare sapore a limonate e succhi. Se riuscite a procurarvi le foglie secche, potete usarle per preparare un tè (una manciata di foglie per una tazza di acqua bollente). Potete abbinare la verbena alla valeriana, alla camomilla o alla menta poleggio.

Iperico

Conosciuta anche come pianta di San Giovanni o scacciadiavoli, è ricca di nutrienti, come i flavonoidi. Tuttavia, il suo componente più importante è l’ipericina, grazie alla quale è possibile affievolire le azioni di un enzima conosciuto come dopamina. Come conseguenza, l’umore migliora. Inoltre, riduce la produzione di adrenalina, il che la rende ottima per combattere l’ansia, il nervosismo e la depressione. Potete trovare l’iperico in forma di olio essenziale, che viene usato per le terapie topiche e applicato con massaggi circolari. Ricordate di mescolarlo con olio di mandorla e di oliva. Un’ulteriore opzione è usarlo per l’aromaterapia, riscaldando qualche goccia di olio in un calorifero o in un diffusore. Alcune persone preparano il tè all’iperico con alcune foglie in una tazza di acqua bollente (non bevetene più di tre tazze al giorno).

Valeriana

È una delle erbe più diffuse per combattere il nervosismo e l’ansia. I fiori vengono utilizzati per ridurre lo stress perché hanno un effetto calmante. Serve per conciliare il sonno e favorisce un buon riposo. È consigliata anche per ridurre i dolori mestruali. Preparate un infuso con una manciata di radice essiccata di valeriana in un litro d’acqua bollente. Bevetene non più di tre tazze al giorno.

Basilico

In pochi conoscono i poteri calmanti di questa pianta aromatica, molto usata nella gastronomia per donare sapore ai piatti. Essendo ricca di proprietà digestive, un tè al basilico è ottimo da bere dopo mangiato, soprattutto dopo pranzi o cene abbondanti. Rilassa il sistema nervoso e aiuta a riposare meglio. È l’ideale contro ciò che spesso chiamiamo “tensione nervosa allo stomaco”.

Tiglio

Il tiglio è la pianta contro ansia, stress e nervosismo per eccellenza. Una tisana di tiglio (preparata con i fiori), è eccellente per aiutarci a dormire bene, per tranquillizzarci o per combattere l’insonnia. Se non vi piace molto il sapore del tiglio, potete preparare un tè con un cucchiaio di tiglio essiccato e un cucchiaio di una di queste erbe:camomilla, valeriana o verbena.

Biancospino

Gode di moltissime proprietà, ma senza dubbio bisogna sottolineare la capacità del biancospino di migliorare e prevenire le malattie cardiovascolari. Agisce riducendo la pressione arteriosa, essendo un ipotensivo, e migliora la circolazione sanguigna poiché permette al cuore di pulsare con più forza. Ha effetti sedanti sul sistema nervoso simpatico e viene somministrato a pazienti che soffrono leggermente di nervosismo e ansia. Può essere usato come tintura madre e diluito in succhi, acqua o tisane.

Melissa

Conosciuta anche come cedrina o cedronella, è una pianta molto ricca di polline ed è per questo che attrae le api, dal cui nome greco, appunto melissa, prende il nome. È un ottimo calmante usato in caso di stress, ansia o insonnia. Ha effetti spasmolitici ed è quindi consigliata a coloro che praticano molto sport o fanno grandi sforzi fisici. Come se tutto ciò non bastasse, la melissa viene anche usata per donare sollievo dai crampi allo stomaco.

giovedì 23 aprile 2015

85 grammi di orzo e avena al giorno per abbassare il colesterolo




Orzo e avena sono la fonte più importante di beta glucani, una fibra solubile che contribuisce a ridurre il colesterolo. Questo loro effetto benefico è anche stato riconosciuto dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’importante è consumarne minimo 3 grammi al giorno di queste fibre.Scrive la nutrizionista Carla Favaro sul Corriere della Sera:
Stando a uno studio pubblicato sul Journal of Food and Nutrition Research , 3 grammi di beta glucani sono, ad esempio, quelli contenuti, in media, in circa 85 grammi di fiocchi d’avena o di orzo perlato. Secondo una meta analisi dell’ American Journal of Clinical Nutrition , in cui sono stati analizzati 28 studi che prevedevano il confronto fra diete con almeno 3 grammi quotidiani di beta glucani e diete povere di beta glucani, i ricercatori hanno osservato che le prime comportavano una riduzione media del colesterolo LDL («cattivo») di 9.6 mg/dL (corrispondenti a circa il 7%), con un effetto maggiore nelle persone con livelli di colesterolo più elevato e nei diabetici. «I beta glucani, grazie alla loro viscosità, riducono l’assorbimento del colesterolo nell’intestino e non è escluso agiscano anche in altri modi» commenta Domenico Sommariva, vicepresidente della Sezione lombarda della Società italiana studio dell’arteriosclerosi“.
Marina Carcea, primo tecnologo del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, ha spiegato che eccedere questa dose non porta ulteriori benefici all’organismo e l’assunzione di questi due cereali è particolarmente indicata per chi soffre di diabete:
In questa ricerca si è anche visto che, una volta raggiunta la dose efficace, superandola non si ottengono ulteriori benefici, come se l’organismo reagisse alla riduzione dell’assorbimento di colesterolo aumentandone la produzione. Interessante anche l’effetto più marcato nei diabetici, forse dovuto a un’azione positiva sull’equilibrio del diabete oltre a quella sull’assorbimento del colesterolo“.

Caffè verde, l’alimento che combatte il diabete

Le proprietà del caffè verde, considerato 'miracoloso' per le sue proprietà

Molti si chiedono se il caffè verdesia davvero così “miracoloso”?Cerchiamo di rispondere a questa domanda tenendo conto delle proprietà di questo alimento. Non è altro che un normale caffè prima della tostatura: si utilizzano i chicchi ancora verdi, in modo che mantengano le proprie proprietà chimiche e nutritive. E l’estratto ricavato è quindi un’ottima fonte di antiossidanti: pare che ne contenga fino 4 volte in più del tè verde.
Inoltre il caffè verde accelera il metabolismo e riduce l’assorbimento degli zuccheri da parte dell’intestino:
Esistono anche altri studi, condotti su animali, in vitro e sull’uomo, che dimostrano come l’acido clorogenico sia efficace nel velocizzare il metabolismo, accelerando il naturale processo con cui il nostro organismo brucia i grassi. Inoltre, questa preziosa sostanza è in grado di diminuire l’assorbimento degli zuccheri da parte dell’intestino, rallentando così il rilascio di glucosio nel sangue con effetti positivi sulle persone che soffrono di diabete di tipo 2“.
Se da una parte c’è chi, come il Journal of Agricultural and Food Chemistry, sostiene che gli integratori a base di caffè verde non contribuiscano a bruciare i grassi, dall’altra sembrano certe leproprietà anti-diabete di questo alimento, in quanto riduce l’assorbimento di zuccheri da parte dell’organismo.
Ed ecco in cosa è migliore del caffè normale:
Il caffè verde batte il caffè tostato anche per un altro importante motivo:contiene una dose minore di caffeina, ma la rilascia nell’organismo in modo più graduale e costante. In questo modo si può godere dei benefici della caffeina (aumento dell’attenzione, vitalità, resistenza, ecc.) più a lungo e senza picchi dannosi. Da non sottovalutare, poi, il fatto che il ph del caffè verde è meno acido di quello torrefatto, quindi è meno lesivo per le mucose gastriche“.

I cibi che riducono il rischio di cancro al colon



Secondo uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine dobbiamo basare la nostra dieta su pesce, frutta e verdura se vogliamo ridurre il rischio di sviluppare cancro al colon. Questo tipo di cancro è la forma di tumore maligno più frequente dell’apparato gastrointestinale ed è una delle principali cause di morte per cancro: solo in Italia si registrano ogni anno circa 40 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Quasi tutti i tumori del colon retto si sviluppano a partire inizialmente benigna denominata polipo adenomatoso. Leggiamo sul Sole 24 Ore:
Un’alimentazione a base di frutta, verdura e pesce riduce il rischio di cancro al colon-retto del 43%. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Internal Medicine dai ricercatori della Loma Linda University di Loma Linda (Usa), secondo cui abolire la carne riduce significativamente il rischio di sviluppare la patologia.
La ricerca è stata condotta sulle abitudini alimentari e lo stato di salute di 77.659 partecipanti, monitorati per un periodo di 5 anni, dal 2002 e il 2007. Dall’analisi è emerso che, rispetto agli altri, i volontari che avevano seguito una dieta vegetariana correvano un rischio di sviluppare il cancro al colon-retto inferiore del 22%. In particolare, il rischio di tumore al colon era inferiore del 19%, mentre quello di cancro al retto era più basso del 29%.
L’efficacia di una dieta priva di carne è risultata ancora più evidente nelle persone che alla frutta e alla verdura associavano anche il pesce. Nei pesco-vegetariani, infatti, il pericolo di sviluppare la patologia risultava inferiore del 43%.
Infine, rispetto a chi consumava regolarmente la carne, è emerso che i latto-ovo vegetariani (le persone che consumano anche latticini e uova) avevano una probabilità di sviluppare il tumore al colon-retto più bassa del 18%, i vegani del 16% e i semi-vegetariani (coloro che assumono carne solo occasionalmente) dell’8%.

La bacca che inibisce il cancro



Dalle bacche di Prunus spinosa, usate nel Molise per produrre il liquore trignolino, una nuova terapia integrativa contro alcuni tumori, come colon, polmone e cervice uterina. E’ il frutto di una collaborazione tra l’Istituto superiore di Sanità, la Società italiana di medicina biointegrata (Simeb) e l’azienda Biogroup.
Lo studio – spiega all’Adnkronos Salute Franco Mastrodonato, presidente della Simeb – ha mostrato che l’estratto di prunus, addizionato con una particolare miscela di aminoacidi, sali minerali e vitamine, è in grado di eliminare le cellule tumorali nei test in vitro e di inibirne la proliferazione. Ora la nuova arma, dopo meticolosi test di tossicità, è stata brevettata e sarà in vendita da giugno in farmacia come integratore, da affiancare alla chemioterapia.
“La ricerca è partita due anni fa – afferma Stefania Meschini, ricercatrice dell’Istituto superiore di sanità che ha testato l’estratto di Prunus – ed è nata da una collaborazione con l’azienda Biogroup. Queste è una pianta italiana che, soprattutto in Molise, ha trovato un habitat particolarmente efficace per sviluppare al meglio le proprietà antiossidanti, contiene anche molti flavonoidi. Siamo partiti con la sperimentazione in laboratorio trattando le cellule cancerose di pazienti con cancro al colon, polmone e cervice uterina con l’estratto della pianta. Ma da solo non funzionava pur non essendo tossico. Quindi – prosegue – l’abbiamo addizionato a un particolare complesso a base di aminoacidi, minerali e vitamine, denominato Can. Questo ‘mix’ è stato in grado di ridurre la sopravvivenza delle cellule tumorali e di eliminare tra il 70% e il 78% delle cellule cancerose nell’arco di 24 ore”.
L’integratore, messo a punto dalla collaborazione tra l’Iss e l’azienda Biogroup, da giugno in vendita in farmacia nella formulazione in pasticche, verrà presentato ufficialmente il 27 giungo all’Expo di Milano. “Sono molte le piante ‘antitumorali’ che studiamo all’Iss e che possono aiutare le terapie oncologiche tradizionali – ricorda Meschini – è un settore che potrà offrire ancora molte possibilità, ma servono fondi per studi e ricerche. Senza lasciar fuori da questo discorso le aziende”.
Lo studio sul Prunus è stato illustrato al IV Congresso internazionale di Medicina biointegrata a Roma. “Le qualità di questa pianta sono note nel territorio del Molise – osserva Mastrodonato – dalle bacche, drupe in dialetto, si produce il liquore Trignolino. Quello che abbiamo fatto grazie a questa collaborazione con l’Iss e la Biogroup è stato trovare la giusta formulazione del complesso attivatore nutraceutico, poi brevettato, che ‘accende’ l’effetto antitumorale del Prunus. I test in vitro – prosegue Mastrodonato – su linee cellulari umane colpite da cancro a colon, polmone e cervice uterina ne hanno dimostrato l’efficacia. Abbiamo un’arma in più per medici e pazienti – conclude – da aggiungere alle terapie oncologiche tradizionali”.

Caramelle gommose, la gelatina ottenuta con le ossa degli animali



Si chiama 'colla di pesce' e non tutti sono a conoscenza di questo ingrediente


Oltre ad essere ricche di glucosio, zucchero e destrosio e aromi le caramelle gommose spesso contengono anche un ingredienti di cui non tutti sono a conoscenza, la gelatina E441, erroneamente chiamata anche “colla di pesce”, in quanto si tratta di un prodotto ottenuto da parti animali come ossa, legamenti e pelle. Leggiamo sul sito Retesi24:
Hanno forme e colori allegre e rassicuranti e mettono di buon umore solo a vederle. Le caramelle gommose sono la passione di tante bambine e tanti bambini, e non solo. Tuttavia, anche se non tutti lo sanno, questi particolari tipi di dolci non sono fatti di solo zucchero ma, incredibilmente, molto spesso anche di ingredienti di origine animale.
In alcune delle caramelle in commercio infatti si legge, tra gli elementi contenuti, la sigla E441 che sta ad indicare una gelatina animale chiamata “colla di pesce” che, a dispetto del nome è ricavata normalmente dalle ossa di maiali ed altri animali d’allevamento. Inoltre,un’inchiesta di Altroconsumo di qualche anno fa dimostrò la presenza, in alcuni dei 35 tipi di caramelle gommose prese in oggetto, la presenza di coloranti. In alcuni casi fino a cinque tipi di coloranti diversi nello stesso prodotto, sebbene in quantità mai superiori ai limiti di legge.
Ultimamente alcune aziende hanno deciso di fare scelte sostenibili, utilizzando coloranti naturali ed eliminando gli additivi. In alcuni casi producendo caramelle senza l’utilizzo di ingredienti di origine animale.
Il consiglio dunque è di leggere la lista degli ingredienti e valutare quali preferire.
Anche per produrre le caramelle Haribo viene utilizzata la gelatina di maiale, come riportato sul sito dell’azienda:
Per la produzione di caramelle gommose, dagli anni ’80 HARIBO utilizza in genere come sostanza di base la gelatina di maiale al posto della gomma arabica, utilizzata fino ad allora“.