Il rischio di ictus può essere considerevolmente ridotto grazie agli agrumi, ai kiwi, ai broccoli, papaia e alle fragole, insomma, grazie agli alimenti che contengono vitamina C. Lo conferma un nuovo studio francese
Il rischio di ictus può essere considerevolmente ridotto grazie agli agrumi, ai kiwi, ai broccoli, papaia e alle fragole, insomma, grazie agli alimenti che contengono vitamina C. A renderlo noto sarebbero stati i membri dell'Ospedale Universitario di Rennes in Francia, che attraverso una ricerca sarebbero giunti alla conclusione che assumere buone quantità di cibi che contengono vitamina C ridurrebbe appunto il rischio di ictus emorragico, e che al contrario, assumerne una quantità troppo bassa ne aumenterebbe invece il rischio
Già un ampio studio asvolto a livello europeo nel 2008 aveva confermato la correlazione tra la concentrazione di vitamina C e il rischio di ictus . A differenza del passato però, lo studio francese non si è concentrato solo sull'emorragia cerebrale, i medici d'oltralpe si sono occupati anche del rischio emorragico e dell'ictus ischemico. Più di 20.000 uomini e donne di età compresa tra 40 e i 79 anni sono stati seguiti per quasi dieci anni. La riduzione del rischio di ictus è aumentata del 42 % per quelli di loro che hanno assunto più vitamina C.
Per giungere a tale conclusione, gli esperti avrebbero preso in esame i dati relativi a un campione di 65 persone colpite o da un ictus emorragico intracerebrale oppure da una rottura dei vasi sanguigni all'interno del cervello. Tali dati sarebbero stati confrontati con quelli di 65 persone sane, e dalle analisi sarebbe emerso che nel 41% dei casi analizzati, i livelli di vitamina C sarebbero stati normali, mentre nel 45% sarebbero stati bassi, e nel 14% si sarebbe registrata una vera e propria carenza di vitamina C.
Per giungere a tale conclusione, gli esperti avrebbero preso in esame i dati relativi a un campione di 65 persone colpite o da un ictus emorragico intracerebrale oppure da una rottura dei vasi sanguigni all'interno del cervello. Tali dati sarebbero stati confrontati con quelli di 65 persone sane, e dalle analisi sarebbe emerso che nel 41% dei casi analizzati, i livelli di vitamina C sarebbero stati normali, mentre nel 45% sarebbero stati bassi, e nel 14% si sarebbe registrata una vera e propria carenza di vitamina C.
Nessun commento:
Posta un commento