mercoledì 4 marzo 2015

Sintomi di un’ulcera gastrica



Un’alimentazione troppo acida, una dieta sbilanciata e fattori come stress e ansia possono causare ulcere gastriche. Si tratta di un problema abbastanza comune ai nostri giorni, dovuto a stili di vita spesso scorretti, e per questo vale la pena conoscerlo meglio.
  

Riconoscere i sintomi di un’ulcera gastrica

A volte tendiamo a sorvolare su molti segnali che il nostro corpo ci lancia. Gli impegni quotidiani, la pressione e i doveri familiari e lavorativi ci fanno chiudere un occhio su ciò che ci sta accadendo. Vi alimentate male e di fretta, lasciate che lo stress invada la vostra vita senza concedervi un momento di calma in cui essere voi stessi e godervi le vostre passioni. Il nostro organismo ha bisogno di un equilibrio emotivo e fisico, e dobbiamo sempre apportargli i migliori nutrienti. Sapevate, per esempio, che è sul nostro sistema digestivo che si ripercuote la maggior parte dellostress e dell’ansia? Si dice, infatti, che sia una sorta di “secondo cervello”: per questo soffriamo così spesso di problemi gastrointestinali, tra cui le ulcere. Si tratta di ferite lasciate dalla nostra quotidianità e che colpiscono il nostro corpo. 

1. Attenzione ai dolori addominali

In particolare alla sensazione di fastidio nell’addome e nelle zone dello sterno e dell’ombelico. Possono essere di minore o maggiore intensità.Sapete, per esempio, quando si sente di più questo dolore? Soprattutto a stomaco vuoto, tra un pasto e l’altro. Sentirete un dolore simile al bruciore. In alcuni casi un antiacido può risolvere il problema, ma può essere un sintomo dell’ulcera gastrica sentire l’infiammazione di notte o quando avete fame.

2. Piccoli sintomi che formano il quadro generale di un’ulcera gastrica

A volte è normale soffrire uno o due sintomi di quelli che vi presentiamo di seguito, ma con il tempo queste sensazioni lievi possono diventare persistenti, fino a diventare più gravi e presentarsi, molto spesso, tutte insieme. Tenetelo in considerazione, e osservate soprattutto se si tratta di un problema persistente:
  • Soffrire di flatulenze e rutti
  • Passare dei periodi in cui siamo inappettenti e perdiamo peso
  • Sentirci pieni dopo aver mangiato e avere difficoltà a bere liquidi (facciamo fatica, per esempio, a bere un bicchiere d’acqua intero)
  • Stanchezza ed esaurimento
  • Sensazione di nausea e di malessere la mattina

3. Sintomi di un’ulcera grave

È bene anche conoscere i casi in cui i sintomi ci avvertono che siamo di fronte ad un’ulcera grave. Ci sono infatti alcune situazioni che si considerano gravi e che, se si presentano, devono convincerci ad andare subito dal medico. Prendete nota:
  • Feci scure, con tracce di sangue
  • Avere voglia di vomitare tutto il giorno, una sensazione di oppressione persistente che, a volte, causa del vomito in cui compare un po’ di sangue.
Aspetti di questo tipo devono farci andare subito dal dottore.

Consigli alimentari per trattare l’ulcera gastrica


Prima di tutto, è bene conoscere tutti gli alimenti che possono farci male, in modo diretto o indiretto. Alcuni, come il sale, possono causare problemi come l’ipertensione e l’infiammazione che, in un modo o nell’altro, si ripercuotono sulla nostra ulcera. Oltre al trattamento prescritto dal medico, quindi, è bene che seguiate anche questi consigli.

Alimenti sconsigliati

  • Evitate il sale e lo zucchero.
  • Anche i dolci non vi fanno bene, come il cioccolato, le caramelle, ecc.
  • Sostituite la farina bianca con farina integrale.
  • Limitate o evitate di bere bibite zuccherate e succhi confezionati, visto che contengono poche vitamine e troppi zuccheri.
  • Limitate il consumo di caffè ed evitate l’alcol.
  • I latticini non sono raccomandati.
  • Evitate di mangiare le interiora, come fegato, reni, cuore, ecc.
  • Gli insaccati e gli alimenti sotto sale non vi faranno bene in caso di ulcera.

Alimenti raccomandati

Tra i migliori trovate le cosiddette verdure alcaline, come carciofi, spinaci, porro, zucchine, cavolo, sedano, indivia, funghi champignon, lattuga,zucca, cavolfiore e cavolo rosso. Non dimenticate nemmeno le migliori spezie, come l’origano.
Possono esservi d’aiuto anche gli infusi: menta, melissa, liquirizia, timo e genziana. Sono molto leggeri, digestivi, vi proteggono e hanno proprietà antinfiammatorie. Potete prenderli due volte al giorno dopo i pasti e tiepidi, non troppo caldi: vi aiuteranno a sentirvi meglio. Non abbiate timore di aggiungere un po’ di limone, perché, anche se si tratta di un agrume, agisce come protettore.


Come sopravvivere ad un infarto se si è soli




Il solo pensiero di essere colpiti da un infarto ci spaventa moltissimo, poiché sappiamo che nella maggior parte dei casi le conseguenze possono essere fatali. Tuttavia, ciò che dovrebbe preoccuparci di più non è l’essere preparati per casi come questi, ma preoccuparsi ancora di più quando siamo soli. 
Sapere reagire ai sintomi di un infarto può essere decisivo per salvarci la vita. In molti casi è difficile reagire quando siamo soli, ma se terrete in conto alcune raccomandazioni, potrete avere più possibilità di sopravvivere ed essere soccorsi in tempo. 

L’infarto e l’arresto cardiaco sono la stessa cosa?

Prima di darvi alcune raccomandazioni per sopravvivere ad un infarto quando vi trovate soli, è molto importante chiarire la differenza tra arresto cardiaco e infarto. Spesso le persone cadono nell’errore comune di pensare che entrambi i problemi siano la stessa cosa, ma non è così. Anche se un arresto cardiaco e un infarto del miocardio (termine scientificamente corretto) si producono per problemi di circolazione sanguigna e perché il cuore si blocca improvvisamente, le due cose si differenziano nelle modalità di comparsa.


Un  arresto cardiaco si produce quando la circolazione sanguigna del nostro corpo diminuisce, il che fa sì che le contrazioni del cuore siano irregolari o più deboli. Come conseguenza, tutte le parti del nostro corpo smettono di ricevere le giuste quantità di ossigeno e la persona perde conoscenza, poiché non arriva abbastanza ossigeno al cervello.
Un infarto o, per essere più corretti, un infarto del miocardio, invece, si produce quando il flusso sanguigno si blocca in un’area particolare delcuoregeneralmente in seguito ad un’ostruzione arteriosa. Come conseguenza, le cellule di questa parte del cuore muoiono poco a poco e, se non viene presa in tempo, questa alterazione della circolazione di sangue e ossigeno al cuore può causare gravi danni al muscolo cardiaco e ai tessuti. I sintomi comuni associati ad un infarto, e che ci permettono di reagire in tempo, sono dolore al petto, impossibilità nel respirare, palpitazioni,sudorazione eccessiva, nausea e fatica.

Ovviamente ci teniamo a specificare che non esistono soluzioni totalmente efficaci per sopravvivere ad un infarto se vi trovate da soli. Vogliamo però specificare che alcuni consigli possono essere molto utili e determinanti.

Come reagire ad un infarto?


  • La prima cosa da fare è chiamare un numero d’emergenza appena avvertite un malessere fisico o dolore nella zona cardiaca che può sembrarvi sospetto. Se vi hanno già diagnosticato qualsiasi tipo di malattia cardiaca, mettetevi in contatto con l’ospedale o il centro medico nel quale vi stavano seguendo. Se per caso state guidando mentre avvertite i sintomi, fermatevi immediatamente e chiamate subito un’ambulanza.
  • Non importa quanto siete vicini all’ospedale o al centro medico, non dovete per nessuna ragione provare a mettervi alla guida dell’auto, poiché in qualsiasi momento potreste perdere i sensi e causare danni fatali a voi stessi e anche agli altri.
  • Se siete già sotto trattamenti medici per controllare una malattia cardiaca, è possibile che possediate alcuni farmaci beta bloccanti. Se li avete, prendete una pastiglia mentre aspettate che arrivino i soccorsi. Se vi capita per la prima volta, prendete immediatamente un’aspirina e masticatela bene. Questa pastiglia aiuta a prevenire la formazione di coaguli, perciò vi aiuterà a migliorare la circolazione sanguigna e a rilassare le arterie. Vi sarà di grande aiuto per evitare che il problema si aggravi mentre arrivano i soccorsi.
  • Per quanto possibile, dovete rimanere calmi per evitare uno sforzo eccessivo del muscolo cardiaco che già è arrivato al limite.
  • Se riuscite, premete con forza la zona del petto dove si trova il cuore, per evitare che quest’ultimo smetta di pompare sangue. Questo procedimento è difficile da mettere in pratica quando ci colpisce un infarto ed è più efficace se fatto da qualcun altro.
Dopo aver letto come reagire e come comportarsi quando si verifica un infarto se vi trovate soli, molti di voi si domanderanno: Perché avete parlato della differenza tra arresto cardiaco e infarto? La risposta è semplice: molte persone avranno visto su internet delle informazioni per imparare a fare la rianimazione cardiopolmonare tramite tosse o RCP, da mettere in pratica nei momenti di necessità, quando si presentano i sintomi di un infarto.
Anche se questo procedimento non è sbagliato e ha aiutato molte persone a salvarsi la vita, ciò che dovete sapere è che si tratta di un metodo da realizzare in caso di arresto cardiaco. Solitamente, chi offre informazioni sulla rianimazione cardiopolmonare non spiega la differenza che esiste tra i due problemi e per questo molte persone non agiscono correttamente secondo il loro caso.

Cuore, il caffè protegge la salute delle coronarie




Da tre a cinque tazze al giorno, sostiene una ricerca coreana. Ignoto però a cosa attribuire il merito

Le arterie di chi beve caffè sono più sane. Un gruppo di ricercatori del Kangbuk Samsung Hospital di Seul in Corea del Sud, ha definito unacorrelazione tra un moderato consumo di caffè e una minore incidenza di aterosclerosi alle arterie coronariche. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Heart.

Nella ricerca sono stati coinvolti oltre 25mila individui sani di entrambi i sessi residenti nel Paese asiatico. Il team di scienziati ha monitorato il loro consumo di caffè e ha rilevato la presenza di calcio nei vasi sanguigni, un indicatore dell'esistenza di placche nelle arterie dovute al deposito di grassi. I ricercatori hanno concluso che chi beve da tre a cinque tazze di caffè al giorno è un po' più al riparo dal rischio di sviluppare occlusioni delle arterie rispetto a chi dal caffè si tiene alla larga. Ma non solo: questo 'credito' può essere vantato anche nei confronti di chi con il caffè esagera bevendone più di cinque tazze.

Nelle persone colpite da aterosclerosi le placche possono progredire fino a formare trombi che ostruiscono i vasi. Tra le possibili conseguenze, anche letali, ci sono l'angina pectoris o infarto del miocardio se sono interessate le arterie coronarie, e gli attacchi ischemici transitori o ictus se sono colpite le arterie cerebrali.

Ma a cosa si deve questo beneficio, forse alla caffeina? Secondo gli autori sono necessari ulteriori studi per scoprire l'origine degli effetti benefici del caffè sulla prevenzione di questo tipo di disturbi cardiovascolari. In ogni caso, il caffè segna un altro punto a suo favore nella disputa in cui alcuni lo vedono come un pericolo per la salute cardiovascolare. In passato diversi studi lo avevano messo sotto accusa perché, ad esempio, comportava un aumento del rischio di aritmie pericolose, mentre altri ne avevano esaltato i benefici. Tra questi, due studi longitudinali americani, il National Health and Nutrition Examination Survey e il Framingham Heart Study, che avevano messo in evidenza una riduzione dei disturbi cardiovascolari tra gli abituali consumatori di questa bevanda.