I biomarker legati alla velocita’
di formazione delle ossa possono aiutare a predire
l’aggressivita’ del tumore alla prostata resistente alla
castrazione, e anche l’eventuale sensibilita’ a un nuovo
farmaco. Lo afferma uno studio pubblicato dal Journal of the
National Cancer Institute. “Il tumore resistente alla
castrazione spesso da’ metastasi alle ossa – spiegano gli
autori della ricerca dell’Universita’ della California – questo
ci ha portato a pensare che i biomarker della formazione delle
ossa potessero essere predittivi”. Secondo lo studio piu’ alto
e’ il livello del sangue di questi biomarker minore e’
l’aspettativa di vita dei pazienti. Sempre l’alto livello pero’
potrebbe indicare una maggiore risposta all’Atrasentan, un
farmaco la cui sperimentazione e’ stata abbandonata proprio
perche’ efficace solo in un numero troppo basso di pazienti”.
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