Lo studio, pubblicato sul Journal of Nutritional Biochemistry e nato dalla collaborazione traUniversità Campus Bio-Medico di Roma, Università degli Studi di Teramo, Università degli Studi di Camerino e Karolinska Institutet di Stoccolma, ha per la prima volta evidenziato quali sono i meccanismi grazie ai quali quest’olio è in grado di agire preventivamente nei confronti del tumore abbassando il rischio di ammalarsi.
Ciò sarebbe possibile grazie alla sua capacità di stimolare il CNR1, un gene in grado di sopprimere le cellule tumorali.
Il discorso che ha fatto Mauro Maccarrone, uno degli autori principali della ricerca insieme aClaudio D’Addario, parte da questa scoperta ma diviene più ampio e noi non possiamo che condividerlo: “Il nostro studio rafforza la fiducia nel fatto che una dieta appropriata possa aiutare a prevenire i tumori, ma anche altre patologie diffuse, come i disturbi neurologici, l’obesità e il diabete. I risultati ottenuti dimostrano inoltre che i cambiamenti epigenetici, ovvero quelli derivanti da fattori ambientali e, dunque, dall’alimentazione, sono potenzialmente reversibili”.
E’ stato provato scientificamente, dunque, che il cibo è in grado di agire sui geni creando modificazioni molto importanti nel nostro corpo. Dovremmo tenerlo presente più spesso quando scegliamo cosa portare in tavola!
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