lunedì 23 marzo 2015

Vitamina E



La vitamina E fu scoperta nel 1922 da Evans e chiamata E perché successiva alla scoperta della D. I tipi di vitamina E sono 8, equamente suddivisi in tocoferoli (alfa, beta, gamma, delta) e tocotrienoli (alfa, beta, gamma, delta). Di questi, l’alfa tocoferolo è la forma più attiva e potente. Il tocoferolo è una vitamina liposolubile con potente azione antiossidante, presente in molti vegetali e oli.
L’assorbimento avviene a livello intestinale, grazie a micelle prodotte dagli acidi biliari (viene assorbito il 30-40% della vitamina e contenuta nei cibi). Successivamente la vitamina E passa nei chilomicroni, poi passa nella circolazione linfatica e quindi ematica, dove entra nella composizione delle lipoproteine LDL, VLDL e HDL.
Dosi consigliate: nei bambini da 1 a 3 anni, se ne consigliano 6mg/die; dai 4 agli 8 anni 7 mg/die, mentre dai 9ai 13 anni 11 mg/die. Negli adulti si consiglia di assumere 15 mg/die di vitamina E, così come per le donne in gravidanza, mentre in allattamento la dose consigliata sale a 19mg/die. Il tocoferolo viene eliminato tramite feci e urine.
Fonti principali di vitamina E per 100 grammi di prodotto: nell’olio germe di grano si trovano 149,5 mg di vitamina E, nell’olio di nocciola 47,2 mg, nell’olio di semi di girasole 41 mg, nell’olio di mandorle 39 mg, nel peperoncino 38 mg, nell’olio di mais 35 mg, nella paprika 30 mg, nelle mandorle 26 mg, nei semi di girasole 22 mg, nel curry 21 mg.
Funzioni: la vitamina E è un potente antiossidante, in grado di contrastare la perossidazione lipidica (*). Quest’ultimo processo coinvolge molte cellule del nostro organismo, danneggiandole; la vitamina E ha la funzione di mantenere le strutture indenni. Studi rivelano la capacità di bloccare la formazione di nitrosammine cancerogene. La vitamina E inibisce l’ossidazione delle LDL (responsabile dell’arteriosclerosi), protegge gli eritrociti dall’emolisi, protegge dalla degenerazione maculare e dalla cataratta e previene l’aggregazione piastrinica (proteggendo da fenomeni trombotici).
(*) perossidazione lipidica: processo secondo il quale le specie reattive del’ossigeno (radicali liberi, molecole private di un elettrone) ossidano lipidi contenenti acidi grassi insaturi. Questo danno si può propagare a catena fino a coinvolgere proteine nucleari e DNA , in quanto i lipidi privati di un elettrone cercheranno la stabilità rubandoli a altri composti.
Alcuni studi hanno evidenziato un beneficio in caso di diabete con la supplementazione di vitamina E. I radicali liberi, infatti sarebbero responsabili dell’effetto di insultino-resistenza, abbatterli permetterebbe una migliore risposta all’insulina da parte del glucosio. Inoltre la vitamina E regolerebbe l’espressione del gene del recettore insulinico.
Carenza di vitamina E: è piuttosto difficile sviluppare una carenza da vitamina E, in quanto i depositi corporei sono molti. I neonati prematuri senza adeguata supplementazione, invece, possono incorrere in anemia emolitica e edema declive, mentre l’adulto può sviluppare carenza in caso di malassorbimento, con il rischio di sviluppare neuropatia periferica, atassia e miopatia. Inoltre la carenza di vitamina E sembra essere correlata alla dermatite seborroica.

Nessun commento:

Posta un commento