sabato 10 settembre 2016

Bicarbonato e Limone: Depurativo, Digestivo e Alcalinizzante




Bere giornalmente una bevanda a base di bicarbonato e limone può rivelarsi una buona abitudine per garantire al proprio corpo tutti i benefici derivanti dall’unione di questi due ingredienti. È nota ai più l’azione digestiva che un bicchiere di acqua, limone e bicarbonato ha sul nostro organismo. Ma c’è di più. Entrando in contatto tra loro, questi ingredienti danno origine ad una bevanda ricca di vitamine, dal potere saziante, in grado anche di migliorare l’assorbimento dei nutrienti da parte delle cellule del corpo e favorire la perdita di peso.
Tutti questi benefici vengono garantiti dalle caratteristiche intrinseche di limone e bicarbonato, il primo ricco di vitamina C, quindi di antiossidanti, il secondo neutralizzatore di acidi per eccellenza. Per godere appieno delle proprietà di questa bevanda, è bene berla al mattino e preferibilmente a stomaco vuoto per un periodo di non oltre due settimane, trascorse le quali si consiglia di interromperne l’assunzione.

Bicarbonato e Limone: Proprietà e Benefici

Bicarbonato e limone sono due ingredienti naturali che possono svolgere un ruolo importante nel preservare la salute del nostro organismo. Per capire meglio come agiscono sul nostro stato fisico, scopriamone da vicino le proprietà ed i benefici di entrambi.
1. Succo di Limone
Il limone è tra i frutti che presentano maggiore quantità di vitamina C. Esso contiene anche sali minerali tra cui il potassio, fondamentale per abbassare la pressione in caso di ipertensione. Il potassio migliora inoltre la funzionalità cerebrale e combatte i momenti di stanchezza. Gli antiossidanti del succo di limone svolgono anche una funzione antinfiammatoria, sia per quanto riguarda le articolazioni che i tessuti molli come le gengive; migliorano la risposta del sistema immunitario e svolgono in generale una funzione depurativa.
2. Bicarbonato di sodio
Il comune bicarbonato che teniamo nella nostra cucina (e molto utile per fare le pulizie di casa) aiuta il corpo in caso di raffreddore e influenza in quanto combatte i virus, rappresentando quindi un alleato delle nostre difese immunitarie. Lo abbiamo definito precedentemente un neutralizzatore di acidi, in quanto è in grado di ridurre l’acidità di stomaco e di riportare il ph del sangue a livelli ottimali. Al pari del limone decongestiona le gengive infiammate e, se associato all’acqua, diventa una bevanda per sportivi in grado di contrastare la formazione di acido lattico.

Perché Bere Acqua Bicarbonato e Limone fa Bene?

Bere acqua, limone e bicarbonato può rivelarsi un vero toccasana per mantenere il corpo in salute. Le caratteristiche e le proprietà dei due alimenti appena viste creano infatti un mix in grado di rispondere a diverse sintomatologie. Analizziamo alcune peculiarità di una bevanda a base di bicarbonato e limone.

1. E’ alcalinizzante

Limone e bicarbonato sono generalmente considerati alimenti acidi e basici; sono anche classificati come elementi alcalini, il che significa che nel momento in cui vengono introdotti nel corpo, in seguito ad una reazione chimica, diventano prevalentemente basici (o appunto alcalini). Questo è un fattore molto importante in quanto una bevanda a base di acqua, limone e bicarbonato è uno dei metodi più immediati per combattere l’acidosi, condizione fisica per cui il ph del sangue è troppo acido, impedendo la corretta circolazione e il nutrimento delle cellule.

2. Allevia il bruciore di stomaco

I benefici dell’unione di bicarbonato e limone riguardano anche la digestione. La sensazione di bruciore o dolore allo stomaco può infatti derivare da una cattiva digestione e dalla produzione eccessiva di succhi gastrici che vanno ad infiammare le pareti dello stomaco. Dato il potere alcalinizzante di limone e bicarbonato, è consigliabile assumerli entrambi al mattino a digiuno per evitare acidità di stomaco nel corso della giornata (altrimenti un’ora dopo i pasti).

3. Depura il fegato

Una miscela di acqua, limone e bicarbonato ha effetti benefici anche sul fegato. Questo organo è responsabile della digestione e della depurazione del sangue e del corpo dalle tossine. Per tale motivo una bevanda con questi ingredienti è anche depurativa, poiché aiuta il corretto funzionamento del fegato e stimola la produzione di bile.

4. E’ digestivo

Il potere digestivo di bicarbonato e limone è dato naturalmente dalla funzione di antiacido che esercita all’interno dello stomaco e dalla produzione di bile, un acido indispensabile per il processo digestivo. Bicarbonato e limone riescono quindi a bilanciare e controllare in modo ottimale l’azione degli succhi gastrici favorendo la digestione.

5. Regola l’intestino e previene la stitichezza

Si è soliti pensare che il limone abbia delle proprietà astringenti e quindi sia utile in caso di dissenteria. In realtà, il limone ha proprietà antibatteriche che ristabiliscono l’equilibrio intestinale. Inoltre, è un valido aiuto anche in casi di stipsi grazie all’azione emolliente che svolge, favorendo l’evacuazione e dunque l’eliminazione di scorie e tossine dal corpo.

6. Aiuta a perdere peso

Sembra che bere una soluzione di acqua, limone e bicarbonato possa aiutare nella perdita di peso. Il bicarbonato permette alle cellule di bruciare più grassi durante l’attività fisica, mentre il limone, grazie alla presenza di pectina (in particolare nella buccia), avrebbe un potere saziante e rallenterebbe l’assorbimento degli zuccheri (allontanando quindi il senso di fame).

Bicarbonato e Limone Contro il Cancro

Ci sono diversi studi che sembrano avere appurato l’efficacia di bicarbonato e limone contro il cancro. Questa bevanda sembra essere in grado di contrastare la formazione e diffusione di metastasi nel corpo. In particolare, secondo le ricerche del Dott. Warburg, la proliferazione delle cellule cancerogene è favorita da ambienti acidi e da zuccheri.
Di conseguenza, l’alcalinizzazione che si ottiene successivamente all’assunzione di limone e bicarbonato contribuirebbe a creare un ambiente inospitale per il tumore. In base ad altri studi, lo stesso mix di ingredienti avrebbe dato dei risultati estremamente favorevoli nel trattamento del cancro al seno, inibendo le metastasi nei topi affetti da questa forma di tumore. Per alcuni, il cancro viene considerato una specie di fungo che infesta l’organismo e sia il limone che il bicarbonato svolgerebbero un’azione antimicrobica e antibatterica in grado di eliminarlo.
Benché quanto finora descritto è frutto di ricerche e studi scientifici, la questione rimane ancora del tutto aperta, in quanto sono molti gli studiosi e i medici secondo cui il bicarbonato e limone non avrebbero alcun effetto nella battaglia contro il cancro, per la quale comunque vi è ancora molta strada da fare.

Bicarbonato e Limone: Come si Prepara

Al di là delle considerazioni sul cancro, bere acqua, limone e bicarbonato è un gesto di attenzione nei confronti di noi stessi. Vediamo come preparare questa bevanda per godere al meglio delle sue proprietà.
Ingredienti: mezzo cucchiaino di bicarbonato, 2 cucchiaini di succo di limone e un bicchiere (circa 230 g) di acqua. Il procedimento consiste semplicemente nell’unire gli ingredienti e mescolarli. È preferibile adoperare acqua tiepida o a temperatura ambiente. Il nostro drink va consumato al mattino a digiuno e fino a quattro volte durante l’arco della giornata; è inoltre possibile aggiungere altri ingredienti, come le spezie (la curcuma ad esempio) per potenziarne alcune proprietà.

Bicarbonato e Limone: Controindicazioni ed Effetti Collaterali

Come tutti gli alimenti anche bicarbonato e limone se assunti in dosi eccessive possono portare degli effetti collaterali e causare malessere. In particolare, una quantità elevata di limone può causare mal di pancia, diarrea e irritare le pareti dello stomaco soprattutto in coloro che già soffrono di ulcera o gastrite. Il bicarbonato invece, contenendo sodio, va consumato in piccole quantità principalmente da tutti i soggetti che hanno problemi di ipertensione. Infine, il bicarbonato e limone, va assunto con cautela se si soffre o si è sofferto di patologie a carico dei reni e dell’apparato digestivo.

martedì 6 settembre 2016

Cinque giorni di ‘quasi digiuno’ al mese: si perde peso, si guadagna longevità




Riducendo da un terzo a metà le calorie diminuiscono anche i fattori di rischio per diabete, malattie cardiovascolari e tumori

Per cinque giorni al mese si mangia il minimo indispensabile, arrivando a dimezzare l’apporto calorico abituale. Nei restanti 25 giorni, invece, si torna a gustare i piatti preferiti, purché sani ed evitando grandi abbuffate. E’ la dieta del ‘quasi digiuno’, elaborata dai nutrizionisti del USC Longevity Insitute che da anni sta testando gli effetti di una restrizione calorica, anche quando non prolungata nel tempo, insieme ad altri importanti centri di ricerca americani. Giù ai chili di troppo e alle infiammazioni, su alle difese immunitarie e alla longevità: sono questi i benefici di un taglio netto delle calorie (dal 34 al 54 per cento) per pochi giorni al mese dimostrati su lieviti e animali in numerosi studi.
Il passo dal laboratorio all’uomo è stato fatto: dal primo studio pilota condotto su 19 individui sani che hanno rispettato i cinque giorni di semi-digiuno mensili per tre mesi di fila, i ricercatori hanno osservato una diminuzione dei fattori di rischio e biomarcatori correlati a invecchiamento, diabete, malattie cardiovascolari e tumori. «Un digiuno assoluto è difficile da seguire e può anche essere rischioso, così abbiamo sviluppato una dieta complessa che abbia però gli stessi effetti sull’organismo», spiega Valter Longo, direttore dell’istituto di Los Angeles e del Laboratorio di Longevità e Cancro all’Istituto IFOM di Milano. Lo scienziato ha sperimentato su di sé sia il digiuno assoluto che la dieta del semi digiuno, e quest’ultima «è di gran lunga più facile da seguire e molto più sicura».
Cosa è consentito mangiare nei cinque giorni di restrizione, quindi? Ci si può aiutare con minestre di verdure o tisane, l’importante è ‘tagliare’ le calorie. Per il primo giorno il piano prevede il 10 per cento di proteine, il 56 per cento di grassi e il 34 per cento di carboidrati, per un totale di 1.090 calorie. Dal secondo al quinto giorno, si può assumere il 9 per cento di proteine, il 44 per cento di grassi e il 47 per cento di carboidrati, per un totale di 725 calorie. Difficile fare i conti? Sì, e infatti a chi vorrebbe provarla gli esperti sconsigliano di fare di testa propria, ma bensì è necessario rivolgersi a un medico specializzato, anche per minimizzare i rischi.
Dai risultati raccolti, la dieta del semi digiuno induce un calo dei livelli di ormone IGF-I, che promuove i processi di invecchiamento ed è stato associato alla vulnerabilità ad ammalarsi di cancro, e di biomarcatori e fattori di rischio noti per il diabete e i disturbi cardiovascolari, tra cui il glucosio e la proteina C reattiva. Il team californiano ha appena completato un più ampio studio clinico randomizzato con oltre 70 pazienti. «Se i risultati si confermassero positivi quanto quelli già ottenuti, penso che la dieta del quasi digiuno possa rappresentare la prima strategia sicura ed efficace per promuovere cambiamenti positivi in termini di longevità e salute». Stando alle ipotesi, i cinque giorni di quasi digiuno dovrebbero essere ripetuti ciclicamente, ogni 3-6 mesi. Con frequenza maggiore per le persone obese o a rischio elevato, fino a una volta ogni 2 settimane.

Pancia piatta in un mese? Si può, eliminando i cibi che fermentano




Molte persone che soffrono di colon irritabile traggono beneficio dalla dieta che mette al bando i Fodmap: lo dimostra uno studio italiano

Gonfiore addominale addio: la “parola magica” per tornare ad avere la pancia piatta è “Fodmap”. Si tratta di un acronimo inglese che sta per “Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi e Polioli Fermentabili”, una lunga formula scientifica che indica tutti quegli alimenti che possono fermentare causando problemi intestinali. Se si riduce al minimo la loro assunzione, attraverso una dieta personalizzata ed elaborata dalle mani esperte di un medico, è possibile ottenere buoni risultati già nel giro di un mese. Lo dimostra uno studio italiano coordinato dal gastroenterologo Enrico Stefano Corazziari dell’Università Sapienza di Roma, che verrà presentato al congresso dell’Associazione per la neurogastroenterologia e la motilità gastrointestinale, in programma dal 24 al settembre a Roma.
«La fermentazione dei cibi, in certe persone predisposte – avverte Corazziari – può determinare un accumulo di gas che, insieme a un concomitante maggior afflusso di acqua, causano una distensione del lume intestinale. Questo, complice l’ipersensibilità che caratterizza tali soggetti, causa distensione e dolore addominale. Le nuove conoscenze scientifiche ci permettono di lasciarci alle spalle il detto “siamo quello che mangiamo”, oramai superato, per fare posto a un nuovo concetto: noi siamo il cibo che assorbiamo e soffriamo per quello che non assorbiamo e che la flora fermenta».
primi risultati dello studio dimostrano che, dopo un mese di dieta priva di Fodmap, i giorni di pancia gonfia calano del 40%: il valore aumenta nel tempo, soprattutto nella percezione del paziente. Il gonfiore addominale si dimezza e, dopo 16 mesi, può calare fino al 66%. Inoltre, il dolore addominale si riduce del 40% già dopo un mese e la sua percezione è più che dimezzata dopo 16 mesi (-56,6%, contro il -10% della dieta dei controlli).
Ma in quali alimenti si trovano i Fodmap? La lista è davvero infinita, ed è per questo che la dieta non può essere fai-da-te ma deve essere necessariamente calibrata da uno specialista. Bisogna fare attenzione ai cibi contenenti oligosaccaridi, come i legumi, alcune verdure (come carciofi, broccoli, aglio), frutti (come cachi e anguria) e cereali (frumento e segale), alcuni elementi come fruttosio (come mela, pere, pesche, mango), lattosio (latte e formaggi morbidi e freschi), e infine polioli, contenuti in frutta (come ciliegie, susine), verdura (come cavolfiori, funghi) e dolcificanti (mannitolo, sorbitolo e xilitolo).
Eliminare o pesare tutti questi alimenti è davvero complicato, e per questo serve la consulenza di un esperto. Esistono però dei piccoli accorgimenti che possono aiutare e sono alla portata di tutti. Vediamone alcuni.
Cosa mangiare:
  • scegliere tra i cereali, il farro e i prodotti senza glutine;
  • preferire i formaggi duri e stagionati e il latte privo di lattosio, di soia o di riso;
  • mettere nel piatto sempre la frutta e in particolare la banana, il mirtillo, il pompelmo, il kiwi, il mandarino, il limone, l’arancia, l’uva, il lampone, la fragola;
  • spazio alla verdura, e in particolare a sedano, peperoni, melanzane, lattuga, fagiolini e zucca;
  • mangiare il pomodoro, ricco di licopene;
  • come dolcificanti preferire saccarosio, glucosio, sciroppo d’acero e dolcificanti che non terminano in “olo”.
Cosa evitare o limitare, invece, perché ad alto potere fermentante:
  • frumento e segale (pane, pasta, couscous, crackers, biscotti);
  • mele, pere, albicocche, ciliegie, pesche, mango, anguria, cachi, susine, prugna;
  • miele, fruttosio e sciroppo di mais, sorbitolo, mannitolo, xilitolo;
  • latte e formaggi morbidi e freschi (come la ricotta);
  • carciofi, asparagi, barbabietole, cavoletti di Bruxelles, broccoli, cavolo, cavolfiore, finocchio, aglio, scalogno, funghi, piselli;
  • ceci, lenticchie, fagioli, fave.