martedì 14 ottobre 2014

Schizofrenia, incidenti, malattie: tutti i danni della cannabis

Se la cannabis non dà dipendenza allora non la danno nemmeno l’eroina e l’alcol»: è il commento del professor Wayne Hall, tra i massimi esperti dell’argomento e consulente per la World Health Organisation, che ha guidato uno studio ventennale sul consumo prolungato di marijuana.
Avvertenze ai consumatori
L’uso prolungato di cannabis impoverisce le capacità intellettuali, favorisce disturbi psichici (raddoppiando i rischi di diventare psicotici, soprattutto per gli adolescenti), riduce la capacità di guida e, per le donne incinte, aumenta i rischi che il bambino nasca sottopeso: è la conclusione di Wayne Hall che, nel presentare uno degli studi più imponenti sul consumo forte e prolungato di cannabis, avverte i consumatori con un’attenzione particolare verso i giovanissimi.
Tutte le controindicazioni
Per quanto lo spinello in questi ultimi anni sia stato in parte “sdoganato”, esistono molte verità riguardo al suo uso prolungato che i forti consumatori devono sapere, secondo gli autori dello studio. Innanzitutto questa droga, benché classificata come leggera, causa una forte dipendenza: un ragazzino su sei tra coloro che ne fanno uso continuativo diventerà dipendente da questo stupefacente, con tutti i rischi e le implicazioni sociali e di salute di una addiction. In secondo luogo, per chi è mentalmente borderline può rappresentare una sorta di roulette russa, capace di risvegliare disturbi psicotici gravi e aumentare i rischi di schizofrenia. Emerge poi dalla ricerca che mettersi alla guida dopo aver fumato marijuana raddoppia i rischi di incidente, anche se, avvertono gli stessi scienziati, le statistiche sono di difficile interpretazione perché spesso il consumo di marijuana è associato a quello di alcol. Infine se si è in dolce attesa la cannabis aumenta i rischi che il nascituro sia sottopeso. Nonostante alcune confessioni da parte di insospettabili personaggi pubblici che hanno ammesso di aver dato qualche tiro, e nonostante un uso da parte dei giovani sempre più assimilabile alla sigaretta, la “canna” causa danni importanti e gravi, tanto da essere paragonata all’eroina e all’alcol.
Una droga sottovalutata
Ma le sue conseguenze sono spesso sottostimate e culturalmente è sempre più accettata. Gli autori della ricerca insistono anche sulle conseguenze sulla salute dell’uso a lungo termine della marijuana: «Sebbene non porti come l’eroina a una morte per overdose, esistono una serie di conseguenze a lungo termine molto gravi se non fatali: lo spinello rientra infatti nel novero delle cause di bronchiti, tumori, crisi respiratorie e attacchi cardiaci» commenta Hall. In più capitoli gli esperti sottolineano le controindicazioni in caso di malattia mentale, avvertendo che questa sostanza può scatenare definitivamente la malattia mentale, soprattutto se esiste una familiarità e soprattutto nel caso di consumo negli anni dell’adolescenza. I ricercatori ribadiscono la necessità di una campagna di sensibilizzazione mirata sulla marijuana, che chiarisca una volta per tutte che non si tratta di una safe drug.

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