venerdì 30 gennaio 2015

Colesterolo alto dopo i 30 anni aumenta il rischio di disturbi cardiaci



Il grasso depositato nel sangue per decenni è pericoloso tanto quanto il fumo

Trentenni e quarantenni, attenzione al colesterolo. Alti livelli di grassi nel sangue a questa età possono aumentare il rischio futuro di malattie cardiovascolari. A sostenerlo è una ricerca dell'Istituto di ricerca clinica della Duke University negli Stati Uniti: alti livelli di colesterolo negli adulti da 35 a 55 anni possono aumentare il rischio di malattie cardiache in età più avanzata del 39% per ogni decennio.

Il team di ricercatori è giunto a queste conclusioni analizzando i dati relativi a 1478 adulti 55enni privi di disturbi cardiovascolari che avevano preso parte al Framingham Heart Study, uno studio epidemiologico condotto a partire dal 1948 sulla popolazione di una cittadina del Massachusetts. Hanno poi controllato per quanto tempo ciascun partecipante avesse avuto alti livelli di colesterolo fino ai 55 anni: sono stati osservati per i successivi vent'anni allo scopo di vedere come ilcolesterolo potesse incidere sul rischio di malattie cardiovascolari. Circa il 40 per cento dei soggetti esaminati aveva avuto almeno dieci anni di esposizione al colesterolo alto. Nei successivi quindici anni, il rischio di malattie al cuore era del 16,5%, maggiore di quasi quattro volte quello di persone con livelli normali di grassi nel sangue (4,4%).

“Non è mai troppo presto per i giovani adulti rivolgersi al proprio medico per difendere la salute del cuore, pensando in primo luogo all'alimentazione e all'attività fisica. Aspettare i 50 o i 60 anni è troppo tardi”, sostiene Ann Marie Navar-Boggan, l'autrice principale dello studio. Secondo la ricerca pubblicata sulla rivista Circulation, un alto livello di grassi depositati nei vasi sanguigni fa male tanto quanto centinaia di pacchetti di sigarette.  “Ci ha sorpreso notare che anche se il soggetto non fumasse, avesse peso e pressione sanguigna nella norma e non soffrisse di diabete, rischiava in ogni caso di avere problemi nel lungo periodo”, sottolinea Navar-Boggan. Sulla base di questi risultati, infine, molti partecipanti sarebbero stati esclusi dai trattamenti a base di statina – un farmaco che abbassa il livello di lipidi nel sangue – perché fuori dai criteri definiti dalle linee guida dell'American Heart Association e dell'American College of Cardiology. 

Gomma da masticare elimina fino cento milioni di batteri


Efficace come il filo interdentale. Ma il chewing-gum deve essere senza zuccheri

Un prezioso aiuto per la salute dei nostri denti arriverebbe dalle gomme da masticare. I chewing-gum uccidono ben cento milioni di batteri, tanti quanti ne elimina il filo interdentale. Ma con un'avvertenza: la gomma deve essere senza zucchero, altrimenti i batteri potrebbero addirittura proliferare. Sono questi i risultati di una ricerca condotta dal Centro medico universitario dell'università olandese di Groningen e pubblicata sulla rivista Plos One.

La gomma funzionerebbe, secondo gli autori della ricerca, come uno spazzino, raccogliendo germi da tutti gli angoli della bocca, a differenza del filo che agisce solo in determinate parti del cavo orale. Lavorerebbe, insomma, come una spugna, intrappolando oltre cento milioni di batteri,qualcosa come il 10 per cento circa dei microbi della saliva: quando si smette di masticare e si butta la gomma, quindi, ci si sbarazza di tutti questi germi.

Sono decisivi i primi trenta secondi di masticazione, quando il numero di batteri raccolti è più alto. Il calo può essere causato o dalla riduzione della concentrazione di batteri nella saliva mentre si mastica, oppure dall'azione dei dolcificanti come lo xylitolo, o degli aromi come la menta, che eliminano i microbi. In definitiva, la gomma avrebbe lo stesso effetto del filo interdentale o di uno spazzolino usato però senza dentifricio. Ma, sottolineano i ricercatori, il beneficio scomparirebbe con i chewing-gum che contengono zucchero. I batteri, infatti, con la fermentazione degli zuccheri, farebbero aumentare la placca e quindi il rischio di carie.

Tumori: esperti, pillola contraccettiva-glioma? Nessun allarmismo



 “Pillola e tumore al cervello: non
creiamo allarmismi”. Questo, in estrema sintesi, il commento di
Annibale Volpe, past president della Societa’ italiana della
contraccezione (Sic), alla notizia, rilanciata in questi giorni
dai media italiani, secondo la quale i contraccettivi ormonali
– in particolare il progestinico – provocherebbero il glioma,
un rarissimo tumore del cervello. “Anzitutto, come ammettono
gli stessi ricercatori danesi che hanno condotto lo studio, il
campione di circa 300 donne non e’ sufficientemente
rappresentativo – ha detto Volpe – e, in particolare, vengono
prese in considerazione solamente quelle donne che hanno
sviluppato il glioma. Chiariamo inoltre che questo tipo di
cancro colpisce una donna su 20mila, mentre quello all’ovaio –
sul quale l’effetto protettivo della pillola e’ peraltro
comprovato – una su 76″. Volpe ha ricordato: “secondo un
autorevole studio del British Royal College of General
Practitioners, pubblicato nel 2010 sul British Medical Journal
la contraccezione ormonale ridurrebbe in realta’ la
probabilita’ di tumore al cervello, incluso di tumore
all’ipofisi. In questo caso sono state studiate centinaia di
migliaia di donne – delle quali due terzi assumevano la pillola
– per oltre 35 anni: e’ chiaro che si tratti di dati
statisticamente piu’ rilevanti”. 

Fonte

Latte: 10 dubbi, 10 risposte



Latte e latticini, tanto demonizzati quanto incompresi. Il parere della ricerca scientifica e la disinformazione, che può essere pericolosa come l’abuso di certi alimenti


1. È vero che bere il latte in età adulta è innaturale?«L’essere umano è l’unico animale che continua a bere latte anche dopo lo svezzamento», si sente dire spesso per  sottolineare che non bisognerebbe assumere latte. Si tratta invece di «un esempio importante di una mutazione vantaggiosa che si è presentata nel corso dell’evoluzione umana recente è la capacità di utilizzare il lattosio da adulti» secondo quanto affermato dal genetista dott. Luca Cavalli Sforza. Questo processo ha favorito l’adattamento delle popolazioni di pelle chiara, specie quelle dei Paesi nordici dove l’esposizione ai raggi solari – così preziosa per la sintesi della vitamina D – è ridotta. La capacità di digerire il latte anche da adulti ha dunque favorito l’approvvigionamento di vitamina D e di calcio in molte nazioni.
2. È vero che il consumo di latte può favorire le malattie cardiovascolari?
Il latte è un grasso animale e in quanto tale, secondo i suoi detrattori, favorirebbe  le malattie cardiovascolari. Lo studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition e condotto dai ricercatori olandesi della Wageningen University, mostra invece come bere latte riduca sia il rischio di ipertensione che di attacco cardiaco. Da tutto ciò se ne deduce che non sono i grassi animali in sé a essere pericolosi, ma l’abuso – come d’altronde può accadere per tutti i tipi di alimento, animale o vegetale che sia.
3. Il latte fa bene o fa male alle ossa?
Un’altra convinzione molto diffusa è quella secondo la quale il latte acidifica il sangue ed è anche causa di osteoporosi. Va sottolineato che introdurre una sostanza acida o basica non cambia il pH del sangue, che deve rimanere stabile a 7,4. Se questo non accadesse infatti moriremmo entro pochi minuti. Il nostro organismo è dotato di un sistema di equilibrio in grado di “trattare” le sostanze, sia acide che basiche, in modo da neutralizzarne l’ eventuale nocività. Se così non fosse un alimento realmente acido come il pomodoro sarebbe un serio pericolo per la nostra vita.
Altro argomento di sostegno alla dannosità del latte è che acidificando il corpo, quest’ultimo è costretto a tamponare prelevando il calcio dalle ossa indebolendole.  Le cause dell’osteoporosi sono invece da imputare a fattori ormonali, metabolici e a una carenza di calcio nella dieta. Uno studio del 2013 pubblicato sulla rivista Nutrients e condotto dai ricercatori polacchi del Dipartimento di Nutrizione Umana dell’Università di Warmia e Masuria ha inoltre messo in evidenza come latte e osteoporosi possano invece essere amici. Secondo i ricercatori infatti «il consumo di prodotti lattiero-caseari durante l’infanzia e l’adolescenza può migliorare la densità minerale ossea e ridurre il rischio di osteoporosi nelle donne adulte».  A sostegno di questa tesi anche lo studio pubblicato su Calcified Tissue International, in cui i ricercatori italiani dell’Istituto Gaetano Pini di Milano hanno trovato che «l’osteoporosi e l’ipertensione sono associate nelle donne in post-menopausa, e una bassa assunzione di latte può aumentare il rischio di entrambe le malattie, in qualità di un possibile collegamento patogeno». Si sente spesso parlare inoltre di  “ceneri acide dell’osteoporosi”, rilasciate dal latte.  Se, come abbiamo visto,  gli alimenti non possono modificare il pH del sangue, i latticini non sono neanche acido-formanti. Da sottolineare poi che ogni cenere acida rilasciata dagli alimenti è espulsa per mezzo delle urine.
4. Troppo latte fa venire i calcoli renali?
Una ricerca condotta dall’Università di Parma e pubblicata sul New England Journal of Medicine ha evidenziato come i calcoli renali non siano collegati all’assunzione di latte e latticini da assumere in ogni caso anche in caso di calcoli. Dallo studio infatti è emerso che «circa la metà delle persone che soffrono di calcolosi renale si ritrova anche a espellere quantità eccessive di questo minerale attraverso l’urina», a causa di motivi genetici non del tutto chiariti, come spiega il dott. Loris Borghi, Direttore del centro di calcolosi e infezioni delle vie urinarie dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma.
5. Bere latte crudo è pericoloso?Il caso del latte crudo è esploso nel dicembre 2008 con la diffusione dei distributori di latte gestiti dai contadini in seguito alla quale si soo verificati casi di intossicazione da E. Coli O 157. La pericolosità del latte crudo deriva dalla potenziale contaminazione batterica che può avvenire durante la mungitura che può causare una serie di malattie fra cui antrace brucellosi, tubercolosi, salmonellosi e listeriosi. E poi campilobatteriosi, coliti entero-emorragiche e infezioni da stafilococchi e streptococchi. Prima di consumarlo è bene farlo bollire anche se con la pastorizzazione lo si priva di elementi nutritivi e organolettici.
6. La caseina del latte stimola lo sviluppo dei tumori, come dice il “China Study”?
Si è parlato molto del China Study, condotto dal nutrizionista Thomas Campbell che fece unaserie di test in laboratorio in cui somministrò caseina ai topi. Dall’osservazione degli effetti sembrava che la sostanza facesse aumentare il tumore nei topi già ammalati. Tuttavia, quello che non è chiaramente emerso è che la caseina faceva crescere il tumore nei topi solo se somministrata in dosi pari al 20% – che per un ratto è una dose altissima, e lo sarebbe anche per un essere umano. Al contrario, una somministrazione del 5% di caseina provocava l’arresto della crescita del tumore.  A mettere in dubbio la validità del China Study è anche un lavoro condotto dal dott. Andrea Ghiselli, medico nutrizionista e dirigente ricercatore dell’Inran: «Lo studio non ha corrispondenza con la realtà. È stato fatto 40 anni fa e poi smentito dall’attuale letteratura. Tutti gli orientamenti della comunità scientifica attuale sono contrari. Campbell ha condotto per esempio esperimenti in vitro, ha messo la caseina in provetta e ha visto che le cellule di un particolare tipo di tumore stavano meglio: ma certo, la caseina ha fornito loro del cibo, ma sarebbe successa la stessa cosa con qualsiasi altro tipo di nutriente». Infine, nel prestigioso rapporto del World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research, non si evidenzia per esempio alcun legame tra il consumo di prodotti lattiero-caseari e il cancro dell’ovaio.
7. Il latte fa ingrassare?
Il latte può causare aumento di peso, conferma uno studio condotto dalla Harvard Medical School e il Brigham and Women’s Hospital di Boston, precisando però che questo dipende dalla quantità che se ne assume – cosa che vale per qualsiasi tipo di cibo. Al contrario una ricerca canadese pubblicata su Medicine and Science in Sport and Exercise, e condotta dal prof. Stu Philips e colleghi, ha evidenziato che bere latte al posto dell’acqua durante un allenamento fa incrementare la massa magra e perdere quella grassa.  Infine uno studio prospettico pubblicato sull’International Journal of Obesity (Nature) e condotto su 3.440 partecipanti al “Framingham Heart Study”, ha mostrato come a fronte di un maggiore consumo di prodotti lattiero caseari, si aveva nel tempo un minore aumento di peso e del girovita.
8. Meglio il latte fresco o a lunga conservazione?
Qui, la risposta si rifà un po’ a quella sul latte crudo: dipende da cosa siamo disposti a perdere.  Nel processo di lunga conservazione o UHT, il latte viene trattato esponendolo per circa 3-8 secondi ad alta temperatura (135-145°C). Questo processo permette al latte di guadagnare in conservabilità: si va dai 4-5 giorni per il latte fresco a 4-5 o più mesi per quello UHT. Si guadagna dunque in conservabilità, ma si perde in qualità. A subire la sorte peggiore durante il processo sono le vitamine: così se ne va gran parte della vitamina A, circa il 50% di vitamina C, il 50% di acido folico e il 50% di vitamina B12. E poi il 30% di vitamina B1 e di vitamina B6.
9. Latte per tutta la vita o con moderazione? Qual è il consumo ideale?
Le linee guida scientifiche per una sana alimentazione raccomandano l’assunzione di latte e latticini per tutta la vita. Nello specifico, le linee guida sottolineano che una dieta equilibrata – oltre a una corretta assunzione di frutta e verdura – dovrebbe comprendere tre porzioni al giorno (375 ml) di latte o yogurt, oltre a tre porzioni da 100 g settimanali di formaggio. Con questo regime di assunzione si ottiene la copertura del 43% del fabbisogno di calcio nelle categorie più bisognose come i bambini, i ragazzi e le donne in menopausa). Allo stesso modo, si ottiene la copertura di oltre il 60% del fabbisogno di Calcio negli adulti.  Se con queste percentuali si teme per la propria linea, basti sapere che si arriva a coprire soltanto il 17% del fabbisogno calorico giornaliero di 2.000 Calorie. E, per quanto riguarda colesterolo e grassi, ci si attesta rispettivamente al 20% e al 30% della quota giornaliera consentita. E da anziani? Uno studio condotto dalla Harvard School of Public Health di Boston e pubblicato sulla rivista Hypertensionha indagato sulla correlazione tra prodotti lattiero-caseari, calcio e vitamina D con l’incidenza dell’ipertensione. Lo studio ha coinvolto circa 29mila donne di età compresa tra i 45 anni e oltre. Lo studio è durato dieci anni, e ha mostrato che l’assunzione di prodotti lattiero caseari a basso contenuto di grassi, l’assunzione di calcio e l’assunzione di vitamina D era inversamente associata al rischio di ipertensione, ossia più latticini, meno ipertensione.
10. Per chi è intollerante al lattosio è un bene eliminare il latte dalla dieta?
È nell’intestino tenue, che il lattosio viene idrolizzato in glucosio e galattosio in modo da essere assorbiti e utilizzati dall’organismo. Tutto ciò, di norma avviene grazie alla presenza dello specifico enzima chiamato “beta galattosidasi” o “lattasi”. Se vi è una ridotta, o peggio mancata sintesi della lattasi, accade che vi è una limitazione o impedimento dell’idrolisi del lattosio e, di conseguenza, la sua utilizzazione.
Alla base della cosiddetta “intolleranza al lattosio” vi è dunque l’impossibilità di digerire il lattosio. I sintomi più comuni sono gonfiore e dolore addominale, diarrea, flatulenza.
Sebbene in altri Paesi – specie in Oriente e Medio-Oriente – esistano soggetti geneticamente intolleranti al lattosio, in Europa la carenza di lattasi si manifesta soltanto in circa il 5% della popolazione. Ma, fattori genetici a parte, questa intolleranza si è scoperto essere dovuta principalmente o a stati patologici particolari o proprio a una disabitudine al latte.
Secondo diversi esperti, eliminare dalla propria dieta il latte, specie se crudo, sarebbe alla base di un’intolleranza al lattosio che non sia dovuta a patologie particolari. La pastorizzazione, la bollitura o anche lo scaldare il latte a temperature superiori ai 47°C distrugge la maggioranza degli enzimi necessari alla buona digestione del latte – tra cui il lattasi. Ecco pertanto che, prima di eliminare il latte dalla dieta, sarebbe bene analizzare a fondo quale possa essere il problema.
IN CONCLUSIONESe dunque le proprie convinzioni personali etiche, o gravi problemi di salute, non impongono di eliminare latte e latticini dalla dieta, analizzando i risultati di studi clinici e scientifici si evidenzia come la maggioranza sia a supporto di quanto da sempre ritenuto dalla saggezza popolare, che vede nell’uso equilibrato di questi alimenti una preziosa fonte di nutrienti e sostanze utili per la salute. Bere latte può portare a un bilancio positivo del calcio, indicando, tra l’altro, che è più quello che viene assorbito che non quello che viene espulso. Diversi altri studi hanno infine dimostrato che il fosfato in generale aumenta la ritenzione del calcio e migliora la salute delle ossa.

Bibite gassate, il rischio è pubertà precoce e cancro al seno



Un nuovo studio suggerisce che bere bibite gassate e zuccherate può essere causa di pubertà precoce e aumentato, anche se modesto, rischio di cancro del seno nelle ragazze

Gli scienziati della Harvard Medical School di Boston avvertono che dietro all’abbassamento dell’età dello sviluppo nelle ragazze, e un correlato aumento del rischio di tumore al seno, vi sarebbe l’abitudine di bere bevande gassate e zuccherate. I risultati di uno studio pubblicato suHuman Reproduction.
QUESTIONE DI RAZIONI– Secondo quanto emerso dallo studio, bere più di una lattina e mezza di bibita farebbe aumentare del 5%, per ogni anno in cui si anticipa la pubertà, il rischio di carcinoma mammario. Secondo la dott.ssa Karin Michels, che ha coordinato lo studio, questi risultati si aggiungono alla crescente preoccupazione circa l’abuso di bevande gassate zuccherate da parte di bambini e ragazzi.
«La preoccupazione principale è l’obesità infantile – sottolinea la prof.ssa Michels – ma il nostro studio suggerisce che la prima mestruazione (menarca) si è verificata precocemente, indipendentemente dall’indice di massa corporea, tra le ragazze con il più alto consumo di bevande dolcificate con zucchero aggiunto». «Questi risultati – prosegue Michels – sono importanti nel contesto di un precoce esordio della pubertà tra le ragazze, che è stato osservato nei Paesi sviluppati e per i quali la ragione è in gran parte sconosciuta. I nostri risultati suggeriscono che il consumo frequente di bevande zuccherate può essere associato con un precoce menarca. Una diminuzione di un anno di età per l’esordio del menarca si è stimato aumentare il rischio di cancro al seno del 5%… quindi, 2,7 mesi diminuzione dell’età del menarca probabilmente ha un impatto modesto sul rischio di cancro al seno».
QUESTIONE DI ORMONI – Tutto ciò sarebbe dovuto all’azione dello zucchero sull’insulina e la sua concentrazione nell’organismo. Un aumento di tale concentrazione porta a un aumento della presenza di ormoni sessuali, il che induce un precoce sviluppo o maturità. L’imputato, pertanto, più che le bibite in sé è lo zucchero. La soluzione, secondo la ricercatrice è quella di indurre i bambini a modificare i propri comportamenti alimentari, favorendo l’uso maggiore di acqua. Lungi dal demonizzare le bibite, gli esperti ricordano che è necessario equilibrio e un’assunzione moderata. In sostanza, ogni tanto si può. Ma solo ogni tanto.

giovedì 29 gennaio 2015

Scoprite gli alimenti potenzialmente cancerogeni



Vi sono alcuni alimenti che, secondo le ricerche, se assunti in modo abituale, possono scatenare diversi tipi di cancro. Alcuni di essi li assumiamo molto spesso, senza conoscere i rischi che rappresentano per la nostra salute.

Transgenici

Nel caso degli alimenti transgenici, o geneticamente modificati, vi sono già numerosi studi che ci parlano dei rischi che questi rappresentano per la nostra salute, i quali si manifesteranno di più nei prossimi anni, quando per molti sarà ormai troppo tardi.
Nel tentativo di dare vita ad una produzione agricola massificata, sono stati superati molti limiti etici. È stata data la priorità ad una grande produttività, piuttosto che ad una maggiore qualità. Gli alimenti transgenici, inoltre, sono relazionati ad altri problemi di salute come l’infertilità o le allergie.
Alcuni degli alimenti transgenici più conosciuti sono la soia ed il mais. Il problema è che non parliamo solo di questi alimenti, ma anche delle loro farine e gli altri derivati. Basti pensare al fatto che con lo zucchero o sciroppo di mais si prepara una grande quantità di dolci oppure tutti gli alimenti che presentano soia transgenica,  e che poi assumiamo del tutto ignari.
Consigliamo, quindi, di consumare alimenti biologici, sia se contengano soia o mais sia nel caso di carne, latte e uova. E ricordate di guardare sempre bene le etichette con gli ingredienti.


Zucchero bianco

Nonostante anticamente lo zucchero bianco fosse considerato una prelibatezza, i nutrizionisti si riferiscono sempre più ad esso come “veleno bianco”. Alcuni studi confermano che lo zucchero bianco alimenta il cancro, poiché non solo non apporta nessun beneficio al nostro organismo, ma lo priva del calcio necessario e lo acidifica. I tumori appaiono sempre in terreni acidificati causati dalla scorretta alimentazione, lo stress, le cattive abitudini di vita, l’eccesso di tossine, etc.
Lo zucchero bianco, inoltre, contribuisce alla proliferazione dei parassiti e alla tendenza di soffrire di problemi al pancreas e malattie cardiovascolari.
Per risolvere il problema, non basta eliminare del tutto lo zucchero bianco dalla nostra dieta, ma anche tutti quegli alimenti che lo contengono: bevande, merendine, cereali, cioccolatini, caramelle, etc.
Come alternative naturali vi sono le seguenti opzioni, molto più sane:
  • Stevia
  • Miele
  • Melassa
  • Zucchero integrale di canna
  • Panela
  • Sciroppo d’agave
  • Sciroppi di cereali

Idrati di carbonio raffinati

Per idrati di carbonio raffinati si intendono quegli alimenti sani, come i cereali integrali, ai quali è stata tolta la fibra, che è una parte indispensabile affinché l’alimento venga digerito in modo corretto. Sul mercato si trovano cereali e farine raffinate e processate, con cui si elaborano i seguenti alimenti:
  • Pasta
  • Pane
  • Merendine industriali
  • Biscotti
  • Base per pizza
Il consumo abituale di questi alimenti, che in molti casi è giornaliero, può provocare a lungo andare cancro al colon oppure cancro al seno; inoltre, provoca anche aumento di peso, acidità, cattiva digestione e stitichezza.
Viceversa, il consumo di alimenti integrali favorisce il transito intestinale e ci dà un maggior senso di sazietà, per cui è ideale includerli nei nostri menu se vogliamo prenderci cura di noi stessi e non ingrassare.


Consigli finali

Dopo aver analizzato i tre grandi gruppi di alimenti potenzialmente cancerogeni (se assunti in modo abituale), vi offriamo alcuni consigli finali che vi aiuteranno a mettere in pratica le giuste precauzioni:
  • Ogni volta che potete, scegliete alimenti biologici. Persino gli alimenti chiamati naturali senza garanzia spesso contengono ingredienti molto economici e di scarsa qualità che sono potenzialmente cancerogeni. Evitate soprattutto la soia, il mais e i loro derivati.
  • Eliminate dalla vostra alimentazione lo zucchero bianco e qualsiasi tipo di alimento zuccherato, sostituendolo con edulcoranti naturali.
  • Optate sempre per alimenti integrali e completi, con la loro fibra naturale. Attuando questo cambiamento, dovete anche aumentare il consumo di acqua fuori dai pasti, poiché all’inizio per il nostro corpo potrebbe essere difficile adattarsi e potremmo soffrire di stitichezza, mal di testa o altri disturbi. State tranquilli: scompariranno in poco tempo e vedrete in fretta un grande miglioramento.

3 rimedi alle erbe per combattere la caduta dei capelli




Tutti soffriamo della caduta dei capelli. Che sia per motivi di stress o per cambiamenti metabolici, ci sono volte in cui ci preoccupa vedere la nostra chioma un po’ meno folta. Che cosa possiamo fare? Una buona alimentazione è sempre fondamentale per non far mancare sali minerali come ferro o zinco. 

I migliori rimedi alle erbe per combattere la caduta dei capelli

A volte si soffre ad esempio di una carenza di ferro, causa frequente della tipica perdita dei capelli. Altre volte questa è dovuta a cambiamenti nel metabolismo o a malattie come l’ipotiroidismo, non dimenticando il fattore ereditario e addirittura il passare del tempo, che rappresentano ostacoli per continuare ad avere una chioma bella e folta. Bisogna prendere in considerazione tutto.
Tuttavia, possono realmente aiutare questi rimedi alle erbe? Ovviamente vanno considerati come dei trattamenti complementari, rimedi che possono aiutare, ma che non riusciranno a fare crescere i capelli in modo abbondante. La loro azione è di stimolare e di nutrire i follicoli dei capelli. Li trattano e li riparano, ecco qual è il loro beneficio e contributo. Vale la pena provarli. Prendete appunti.

1. Lozione al rosmarino e ortica


È semplicemente favolosa. Si tratta di un rimedio classico che veniva già utilizzato nell’antichità per attenuare ad esempio la calvizie negli uomini visto che la radice di ortica blocca innanzitutto la produzione dell’ormone DHT, responsabile della calvizie negli uomini. Come preparare questa lozione? È molto semplice: non dovete far altro che prendere una radice di ortica e due rametti di rosmarino da cuocere in due bicchieri d’acqua. Una volta ottenuto un infuso, lasciate freddare. In seguito, applicate la lozione sui capelli bagnati e massaggiate. Infine, sciacquate con acqua tiepida.

2. Rimedio a base di coda cavallina e geranio

Sorpresi da questa combinazione? È molto adatta e la sua efficacia risiede innanzitutto nel fatto che la coda cavallina contiene cisteina, selenio e silice, elementi che rafforzano i capelli e che ne favoriscono la crescita. Se viene poi unita al geranio, si nutrono ancora di più i follicoli in modo che ritornino a spuntare i capelli. Per prepararlo, non dovete far altro che prendere un litro d’acqua bollente e versarci 7 cucchiai di coda cavallina e 5 foglie di geranio. È molto facile. Lasciate riposare e poi applicate sui capelli umidi. Fate un massaggio energico e non sciacquate. Non usate neanche l’asciugacapelli. Lasciate asciugare all’aria. Fatelo tre volte a settimana e vedrete i risultati.

3. Lozione all’aceto di mele e tè alla salvia



Un terzo rimedio da provare! Si sa che l’aceto di mele contiene zolfo, un elemento essenziale per la salute dei capelli. Se viene abbinato alla salvia, si riesce a nutrire il cuoio capelluto in modo da stimolare la crescita capillare e da prendersene cura. Non dovete far altro che preparare un infuso di salvia con due bicchieri d’acqua per 3 cucchiai di questa pianta medicinale. Una volta arrivato a ebollizione, lasciate riposare e aggiungete mezzo bicchiere di aceto di mele. Di nuovo fate un massaggio con questa lozione sui capelli umidi e poi sciacquate con acqua tiepida per poi lavare i capelli con il solito shampoo. Tranquilli, non rimarrà l’odore dell’aceto; al contrario, i capelli saranno belli e lucenti.


sabato 24 gennaio 2015

Frutta che vi aiuterà a ringiovanire il viso



Mantenere un viso perfetto è la nostra sfida quotidiana, visto che con il passare degli anni il corpo e il volto perdono la loro tonicità, per cui è necessario prendersi cura della pelle se vogliamo mantenerla giovane. Tuttavia, non sono solo i segni del tempo a invecchiare il viso, influiscono anche fattori come una cattiva igiene, un uso eccessivo del make up, l’impiego di prodotti non adeguati (che danneggiano ed invecchiano la pelle), la comparsa delle rughe d’espressione, tutti i tipi di macchie, i pori aperti, ecc. Per questo motivo, è fondamentale prendercene cura, visto cheil viso è il biglietto da visita che offriamo al mondo. 

Frutta

La frutta contiene un’alta quantità di vitamine, antiossidanti e minerali, che non solo sono fondamentali per il corpo quando li assumiamo, ma apportano anche grandi benefici quando vengono utilizzati come maschere sulla pelle. Vi presentiamo i migliori frutti per questo proposito!

Banana

È ricca di potassio e magnesio e apporta numerose vitamine essenziali perché il corpo abbia uno sviluppo ottimale. Si tratta di un alimento molto efficace quando si pratica dello sport, visto che stimola il recupero del corpo quando ci sentiamo affaticati e stanchi, sia fisicamente che mentalmente.
Per quanto riguarda il consumo della banana per ringiovanire la pelle, tenete in considerazione che il suo punto forte è la quantità di vitamine che possiede, come le vitamine A, B ed E: ognuna di loro agisce come un antiossidante nel corpo.

Limone

Il limone aiuta nel processo di ristrutturazione della pelle perché contiene un’alta percentuale di vitamina C. Inoltre, visto che viene prodotto in diverse aree del mondo, è possibile trovarlo tutti i giorni dell’anno, e questo lo rende uno dei trattamenti preferiti, anche per la sua versatilità nei trattamenti.
Il limone non apporta soltanto vitamina C, ma può anche essere applicato direttamente sulla pelle per aiutare a eliminare punti neri, foruncoli, brufoletti o imperfezioni prodotte da una pelle grassa. Su tutte queste imperfezioni, questo agrume interviene in modo positivo. Non è però raccomandabile esporsi al sole durante il trattamento, perché questo potrebbe generare delle macchie causate dai raggi UV. La sua applicazione, inoltre, non deve essere eccessiva.

Arancia


L’arancia è uno degli agrumi che apporta più vitamina C al corpo, aiuta a mantenere un organismo sano e agisce sulla pelle mantenendola liscia. Apporta antiossidanti fondamentali per una cute più pulita e giovane.
L’arancia è diventata uno dei prodotti di bellezza più usati negli ultimi tempi nei trattamenti per ringiovanire il viso, visto che è conosciuta per il suo grande apporto di collagene, che aiuta a mantenere la pelle giovane. Per questo si tratta di un prodotto così importante nell’ambito della cosmetica, molto riconosciuto per ottenere una pelle più morbida.

Papaya

La papaya è uno dei frutti con la maggiore percentuale di antiossidanti, e il suo consumo ci aiuta notevolmente a migliorare la digestione ed eliminare le sostanze di cui non abbiamo più bisogno, ottenendo un corpo più sano.
Le sue proprietà sono dovute a una delle sostanze che contiene, la papaina, che elimina le impurità e le cellule morte del corpo, restaurando anche quelle danneggiate. Se applicata sulla pelle dà dei grandi benefici, aiutando a recuperare e eliminare i tessuti morti.

Mango

Si tratta di uno dei frutti preferiti, visto che apporta grandi quantità di vitamina A, che agisce direttamente sulla pelle aiutandola a recuperare la sua elasticità e a far scomparire le rughe. Per questo è un grande alleato della salute e di chi desidera che il suo viso recuperi qualche anno.

Non dimenticate!

Per mantenere una pelle sana è necessario anche il consumo diabbondanti quantità di acqua, visto che questa idrata la pelle e la pulisce dalle impurità. L’ideale è accompagnare questi trattamenti con una alimentazione equilibrata e l’utilizzo di creme solari, che ci aiutano a proteggere e migliorare l’aspetto del viso. Tutti i trattamenti di bellezza richiedono costanza se vogliamo ottenere dei cambiamenti, deve essere un processo ripetitivo e senza scuse, già che solo così raggiungeremo dei buoni risultati.

I benefici della birra che non immaginavate

Si tratta della bevanda alcolica più consumata in tutto il mondo, perfetta da bere con gli amici dopo il lavoro oppure per godersi il tramonto in riva al mare. Sapevate che la birra possiede numerosi benefici se assunta con moderazione?

Benefici della birra per la salute e l’estetica

Protegge la salute cardiovascolare

Il consumo moderato di birra presenta effetti antinfiammatori, aumentando in modo significativo i livelli di colesterolo buono ed aiutando a combattere alcune malattie cardiache. Un bel bicchiere di birra al giorno, quindi, fa bene al cuore.

Rende le ossa più forti


Diverse ricerche affermano che bere birra (oltre ad altre bevande dal basso contenuto alcolico) favorisce la buona salute delle ossa. Questo si deve al fatto che nella birra è presente il silicio, un minerale che aiuta a migliorare la densità delle ossa ed evita che le stesse perdano la propria densità. La birra, inoltre, offre fitoestrogeni naturali associati alla prevenzione dell’osteoporosi e che permettono di alleviare i sintomi della menopausa.

Protegge dalle malattie neurodegenerative

Gli studi hanno rivelato che le persone che sono solite bere birra in quantità moderate hanno minori possibilità di soffrire di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Ancora una volta, alla base di ciò vi è il silicio che è in grado di ridurre i metalli tossici che si accumulano nell’organismo e che causano patologie degenerative. A sua volta, migliora la memoria e la concentrazione.

Inibisce la comparsa del cancro

Tra i componenti principali della birra, possiamo trovare lo xanthohumol, un polifenolo presente nel luppolo. Si tratta di un antiossidante con alcuni composti che inibiscono e prevengono la comparsa di cellule cancerogene, come se fosse una specie di chemioterapia preventiva di alcuni tipi di cancro.

Rafforza il sistema immunitario

La birra è in grado di migliorare il sistema immunitario delle persone, evitando che queste vengano affette da malattie contagiose, come il raffreddore o l’herpes, o per lo meno in alcuni casi evita che i sintomi sia molto gravi o duraturi. Un antico rimedio fatto in casa originario della Germania consiste nel bere birra calda quando si è raffreddati, poiché decongestiona il naso e migliora la circolazione sanguigna. 

Possiede proprietà antinfiammatorie

La birra, a differenza di altre bevande alcoliche, presenta il luppolo come ingrediente principale. Questo composto possiede proprietà antinfiammatorie e persino antibatteriche, per cui aiuta a prevenire le malattie relazionate all’invecchiamento.

Migliora la salute dello stomaco

Se soffrite di problemi gastrici, la birra può essere il migliore rimedio naturale. Se consumata in dosi moderate, questa bevanda (così come il vino oppure il sidro) aumenta la quantità degli acidi gastrici permettendo di accelerare il processo di digestione. In questo modo, si ridurrà il rischio di soffrire di infezioni causate dal batterio Helicobacter Pylori, causa delle ulcere gastroduodenali.

Evita la stitichezza

L’ingestione di fibre, è dimostrato, aiuta a combattere la stitichezza e al tempo stesso permette di ridurre il colesterolo cattivo. Nel caso della birra, che è composta da orzo, parliamo di una bevanda che da sola può apportare la maggior parte di fibra solubile giornaliera necessaria. Possiamo dire che è una delle migliori bevande (dopo l’acqua) per nutrirci.

È un potente diuretico

Quando si inizia a bere birra, poco dopo viene lo stimolo di urinare. Questo dipende dal fatto che è composta per più del 90% da acqua, è povera di sodio (elimina la ritenzione idrica ed evita i problemi ai reni) e presenta una grande quantità di potassio.

Riduce il rischio di soffrire di cataratte

La birra è ottima per la salute degli occhi, in tutti i sensi, ma soprattutto per le persone con precedenti in famiglia di cataratte. Bere un bicchiere di questa bevanda al giorno è indicato per i diabetici, ad esempio, perché permette loro di mantenere in buone condizioni la loro vista e non soffrire di glaucoma (pressione oculare). In questo caso, si consiglia di assumere birra nera e non bionda.

Previene l’anemia

In particolar modo durante la menopausa, fase in cui le donne presentano deficit nutritivi. I flavonoidi della birra sono potenti antiossidanti che aumentano l’attività cellulare e che al tempo stesso migliorano i livelli di ferro.

Apporta molta energia

Dato che presenta elevate dosi di vitamina B, la  birra ci dà la sensazione di avere più forze per poter lavorare, studiare o svolgere qualsiasi tipo di attività; sempre se si beve un solo bicchiere, ovvio. La vitamina B, inoltre, permette di rafforzare il sistema nervoso e rigenera le cellule.

Migliora la pelle

La notizia curiosa è che nella città di New York è stata costruita una “SPA di birra”, nella quale è possibile godere di tutte le bontà di questa bevanda immergendosi in una vasca piena di birra nera. Questa moda è giunta anche in altri paesi come Germania, Austria o Repubblica Ceca, ma soprattutto per quanto riguarda le maschere facciali. Il successo di questa tecnica si deve alle vitamine della bevanda, le quali migliorano la salute dei pigmenti del derma, rendendo la pelle più flessibile, giovane e liscia.

Rende i capelli perfetti

Una delle stelle del cinema che afferma di utilizzare la birra per rendere i suoi capelli più belli è Catherine Zeta Jones. L’attrice ha dichiarato in più di un’intervista di ricorrere alla birra per donare brillantezza e lucentezza ai suoi capelli. Se temete per l’odore, state tranquille perché a poco a poco va via e potete sempre contrastarlo con profumi per capelliTutto questo si deve alla vitamina B e alle proteine presenti nella bevanda.

Fonte

mercoledì 21 gennaio 2015

Come combattere la ritenzione idrica



La ritenzione idrica è uno dei principali fattori di aumento di peso. Essa può essere causata da uno stile di vita sedentario oppure da altri motivi come gravidanza, menopausa, cirrosi, insufficienza cardiaca, denutrizione e altri ancora. In generale consiste in un gonfiore che si presenta in diverse parti del corpo, come caviglie, braccia, gambe, addome e polsi.
Nella fase della gravidanza è molto comune dato che le donne sono in un momento di cambiamenti ormonali e si manifesta soprattutto come gonfiore di piedi e caviglieSebbene non sia nulla di troppo preoccupante, se si presenta in maniera esagerata è meglio consultare un medico.

Consiglio per evitare la ritenzione idrica

Un trucco importante per evitare la ritenzione idrica è ridurre il consumo di sale, visto che questa sostanza fa sì che il corpo accumuli liquidi di cui non ha bisogno. Dall’altro lato, il consumo di acqua è vitale poiché pulisce le impurità dell’organismo aiutando a eliminarle con facilità.

Trucchi per prevenire e trattare la ritenzione idrica

Alimenti diuretici

È indispensabile ingerire alimenti diuretici perché questi permetteranno di depurare l’organismo e, ovviamente, aiuteranno a perdere peso. Molte volte quelli che si credono essere chili di troppo sono in realtà cause dell’infiammazione dovuta alla ritenzione idrica.
  • Anguria. Si consiglia soprattutto per la sua alta percentuale d’acqua.
  • Aceto di mele. Serve a bilanciare i livelli di potassio dato che molto spesso questi sono alterati dalla ritenzione idrica.
  • Tè verde. È un eccellente diuretico e antiossidante.
  • Arancia. Grazie alla vitamina C che contiene, favorisce il funzionamento dei reni e accelera il processo di eliminazione delle tossine nel corpo.
  • Carciofo. Viene utilizzato in infusi per perdere peso per via delle sue proprietà diuretiche.
  • Mirtilli. Aiutano a prevenire le malattie urinarie, aiutano a eliminare le tossine e sono uno dei migliori alimenti antiossidanti.
  • Dente di leone. Si tratta di una delle piante con più potere di eliminare l’acqua in eccesso nell’organismo.
  • Prezzemolo. Favorisce l’eliminazione di liquidi corporei e per questo è consigliato in infusi per prevenire l’obesità e le malattie cardiache.
  • Cipolla. Viene consigliata se si soffre di reumatismi, insufficienza renale o gotta.

Praticate attività fisica

Dovete praticare attività fisica con costanza. Potete camminare, correre, andare in bicicletta, nuotare e molto ancora. Fate ciò che più vi piace e ricordate che la ritenzione idrica può essere dovuta a una vita sedentaria, motivo per cui l’esercizio vi apporta benessere. Distrae la vostra mente e aiuta il buon funzionamento di ogni organo e processo del corpo.

Evitate gli alimenti col sodio

Come abbiamo già detto, il sale è un alleato della ritenzione idrica e per questo bisogna allontanarlo il più possibile dagli alimenti. Addirittura dovete tenere presente che esistono alcuni alimenti che si mangiano tutti i giorni e che contengono un alto livello di sodio, come gli insaccati, le conserve, l’alcol e tanti ancora.
Si consiglia, inoltre, di mangiare pochissimo sale perché può rendervi propensi a soffrire di calcoli renali, cancro allo stomaco e diminuzione delle papille gustative.

Mangiate alimenti ricchi di potassio

Questo elemento è indispensabile per mantenere un organismo equilibrato.Il potassio fa parte degli elettroliti incaricati di controllare la pressione sanguigna e di garantire l’eliminazione dei liquidi.
Questo componente si trova in alcuni frutti, in particolare kiwi, melone, arancia e banana ed è presente in verdure come carciofi, cavoli, barbabietole, patate e avocado.

Mangiate alimenti col magnesio

Anche il magnesio aiuta a eliminare l’eccesso di liquidi. Oltre a prevenire problemi cardiaci e a regolare l’insulina nell’organismo, il magnesio apporta al corpo una buona dose di calcio per la cura delle ossa, diminuisce le emicranie e riduce il rischio di diabete di tipo 2.

Alimenti consigliati

  • Crusca. Che sia di frumento o di avena, è ricca di magnesio.
  • Erbe essiccate. Specialmente il coriandolo, la menta e il prezzemolo. Ricordatevi che, oltre ad apportare magnesio, potete utilizzarle per dare più gusto alle pietanze.
  • Semi di lino. Sono antiossidanti, prevengono le malattie cardiache e danno un buon apporto di magnesio.
  • Semi di girasole. Contengono magnesio e vitamina E.
  • Latte. Che sia in polvere, pastorizzato, intero o condensato, possiede un alto contenuto di magnesio, oltre che di vitamine come A, D ed E.

Come ultima cosa…

Il riposo è indispensabile per prevenire la ritenzione idrica. Se i vostri piedi si gonfiano troppo, sollevate le gambe. Se notate che i cambiamenti che avete apportato nelle vostre abitudini alimentari e nella vostra routine quotidiana non hanno diminuito il problema, è meglio consultare un medico per prevenire una malattia più grave.