martedì 22 dicembre 2015

Cancro, comportamenti e fattori ambientali alla base del 70-90% dei casi



Solo il 10-30% dei tumori sarebbe dovuto a fattori casuali

La sfortuna non c'entra: il 70-90% dei casi di cancro dipende da fattori ambientali e dall'adozione di stili di vita errati. Ad affermarlo, in uno studio pubblicato sulla rivista Nature, sono i ricercatori della Stony Brook University di New York (Usa), coordinati da Yusuf A. Hannun, che dichiara: “Il nostro approccio fornisce un nuovo quadro di riferimento, che prende in esame fattori intrinseci ed estrinseci per quantificare i rischi di sviluppare il cancro nel corso della vita”.

Gli autori hanno smentito i risultati ottenuti da una ricerca precedente, condotta dagli esperti della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora (Usa) e pubblicata a gennaio su Science, secondo cui 2 tumori su 3 sarebbero provocati da fattori casuali. Sarebbero, quindi, dovuti alla “sfortuna”. In particolare, l'analisi aveva evidenziato che la maggior parte dei casi di cancro sarebbe il risultato di mutazioni accidentali avvenute durante la divisione delle cellule staminali.

Secondo gli studiosi newyorkesi, invece, il vizio del fumo, i comportamenti scorretti e l'esposizione a sostanze tossiche e radiazioni sarebbero i maggiori responsabili dell'insorgenza delle neoplasie. Per dimostrarlo, hanno esaminato l'influenza dei fattori interni ed esterni sullo sviluppo del cancro, utilizzando quattro approcci analitici differenti. In particolare, sono ricorsi a modelli computerizzati, dati anagrafici, analisi delle mutazioni cellulari ed esami genetici. 

Al termine dell'indagine, gli scienziati sono arrivati alla conclusione che, in realtà, la “sfortuna” sarebbe responsabile solo del 10-30% dei casi. Una percentuale compresa tra il 70 e il 90%, invece, sarebbe dovuta a cause esterne, come l'esposizione a sostanze nocive e gli stili di vita non salutari. 

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