lunedì 20 giugno 2016

ECCO PERCHÉ GLI ANTIBIOTICI NON FUNZIONANO PIÙ BENE E COME PREVENIRE LE MALATTIE




Ogni anno in Italia muoiono 7 mila persone perché gli antibiotici non riescono a sconfiggere le malattie, in Europa i morti sono 25 mila.


Il dato è di quelli allarmanti, ma è passato piuttosto inosservato. I batteri sono sempre più resistenti agli antibiotici e questi non riescono più, in alcuni casi, a sconfiggere malattie che fino a qualche anno fa, debellavano senza problemi. Una complicazione che ogni anno costa la vita a 25 mila persone in Europa, delle quali 7 mila nella sola Italia. I motivi sono da ricercare nell'uso non corretto degli antibiotici e nel fatto che ne abusiamo. Ma il problema riguarda anche le nostre tavole, dove ci finiscono alimenti contaminati.

Il problema dell'antibioticoresistenza

Secondo la Simit, "Società di Malattie Infettive e Tropicali", negli ospedali ogni anno avvengono tra i 5.000 ed i 7.000 decessi dovuti non alla patologia oggetto del ricovero, ma all'infezione contratta durante il ricovero ospedaliero di batteri che non rispondono agli antibiotici. Tra questi stafilococco aureo, pseudomonas, Klebsiella pneumoniae, enterobatteri. Microorganismi che talvolta contaminano persino le macchine per la respirazione artificiali, i cateteri e altri presidi ospedalieri. Talvolta vengono veicolati anche dalle mani sporche degli operatori sanitari, che secondo una recente denuncia dell'Oms, spesso non si lavano le mani correttamente.

Sotto accusa anche gli alimenti

Secondo un rapporto del Ministero della Salute, la trasmissione di batteri resistenti agli antibiotici potrebbe derivare dalla loro presenza nelle carni, ed in particolare nel pollame che maneggiamo prima della cottura. Analisi effettuati su campioni di pollame, passati al setaccio da un team di veterinari per conto del Ministero, hanno dimostrato come i batteri contenuti nelle carni si mostrino "resistenti" agli antibiotici che normalmente dovrebbero eliminarli in oltre l'80% dei casi. Nel caso del batterio "Campylobacter jejuni", questo ha dimostrato antibioticoresistenza nel 90% dei casi rispetto all'antibiotico più comunemente utilizzato per contrastarlo. In alcuni casi, i batteri hanno mostrato anche "resistenza multipla" a più classi di antibiotici.

Abitudini alimentari rischiose

Consapevoli che il pollame che acquistiamo contiene in molti casi batteri resistenti anche agli antibiotici, è necessario maneggiarli stando attenti ad una serie di precauzioni, curando al massimo l'igiene delle mani, dei taglieri e dei coltelli che entrano in contatto con le parti di pollo crudo. Anche la conservazione in frigorifero è da evitare, in quanto eventuali batteri potrebbero entrare in contatto con altri cibi.


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