Uno studio australiano torna a puntare il dito contro l'eccesso di carne rossa sulle nostre tavole. Contribuisce al sovrappeso al pari dello zucchero
Proteine della carne come lo zucchero. È questa la conclusione a cui è arrivato uno studio condotto dall’Università di Adelaide, in Australia, che è stata pubblicata sulla rivista scientifica the Journal of Nutrition & Food Sciences. La ricerca dimostra perché la carne rossa abbia lo stesso peso dello zucchero, è proprio il caso di dirlo, sull’obesità nel mondo.
In Italia gli obesi sono ormai il 10% della popolazione, mentre oltre il 40 è in sovrappeso, con un costo sociale di 9 miliardi ogni anno. In totale sul pianeta ci sono 600 milioni di obesi e quasi 2 miliardi di persone in sovrappeso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ne parla come della principale minaccia alla salute umana.
Gli studi precedenti si erano concentrati sul contributo all’obesità dei grassi contenuti nella carne. In realtà secondo i ricercatori australiani, che hanno presentato il loro lavoro alla18esima edizione della Conferenza Internazionale sulla Nutrizione e le scienze alimentari di Zurigo, sono le proteine e non i grassi i responsabili.
Gli esperti in anatomia comparativa ed evoluzione umana hanno studiato la correlazione tra il consumo di carne e i tassi di obesità in 170 Paesi. «Nelle nostre analisi – spiega ilprofessor Henneberg, tra gli autori dello studio – abbiamo scoperto che l’assunzione di zucchero spiega il 50% dell’obesità, mentre la carne l’altro 50 per cento. Dopo le dovute correzioni e aggiustamenti delle differenze tra i vari Paesi, siamo arrivati alla conclusione che il consumo di calorie, l’inattività fisica, che sono fattori di rischio dell’obesità, lo zucchero contribuisce per il 13%, esattamente come la carne».
La ricerca sottolinea che i grassi e i carboidrati nelle diete attuali forniscono energia sufficiente per i nostri bisogni. Le proteine della carne vengono digerite dopo i grassi e i carboidrati: questo fa sì che l’energia che riceviamo da queste proteine sia inteso dal nostro corpo come un surplus, che viene quindi convertito e immagazzinato come grasso».
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