lunedì 31 ottobre 2016

5 problemi che le banane risolvono meglio delle medicine




La banana è un frutto tropicale che unisce energia, minerali e vitamine, il che la rende adatta a tutti i tipi di diete, compresi quelle che mirano a perdere peso. Questo alimento è uno dei più consumati in tutto il mondo e anche uno dei più sani.
Spesso le persone cercano di evitare di mangiare le banane, soprattutto durante le diete dimagranti. Questo è dovuto alla cattiva reputazione della banana, che viene considerato come il secondo frutto più calorico dopo l’avocado. Tuttavia, una banana contiene solo 90 calorie ogni 100 grammi, quindi includerla in quantità appropriate non altera nessuna dieta e ci aiuterà a beneficiarne in molti modi diversi.

Quali sono le principali caratteristiche di banane?

Le banane sono una fonte significativa di zuccheri e vari minerali, come potassio, magnesio, ferro e alcuni beta-carotene. Sono note anche per il loro alto contenuto di vitamine, tra le quali quelle del gruppo B, l’acido folico, la vitamina C, la vitamina E e le fibre.
Oltre a tutto ciò, le banane sono ricche di carboidrati, che sono uno dei modi migliori per fornire energia di origine vegetale al nostro corpo. Grazie a tutte queste proprietà, le banane sono altamente raccomandate nel processo di nutrizione infantile.
Essendo ricche di potassio, le banane contribuiscono anche a rimuovere il liquido in eccesso del corpo, aiutandoci a mantenere l’organismo bilanciato e a trattare problemi come l’ipertensione o la gotta.

Ipertensione arteriosa

Quando una persona consuma sodio in eccesso, mentre la sua alimentazione è carente di potassio, è probabile che inizi a soffrire di ipertensione. Per questo è molto importante fornire potassio al nostro sangue, e le banane sono una ricca fonte di questo minerale. Si consiglia di mangiare una banana al giorno, la mattina. Grazie a questa buona abitudine, la pressione arteriosa potrà tornare ad un livello ottimale.

Depressione

Molte persone che soffrono di depressione assicurano di sentirsi meglio dopo aver mangiato una banana. I ricercatori hanno scoperto che questo avviene perché la banana contiene il triptofano, un amminoacido essenziale che deve essere presente nella nostra dieta, perché il nostro organismo da solo non riesce a sintetizzarlo in quantità adeguate. Quando questo entra nel corpo, si trasforma in serototina, conosciuta anche come l’ormone della felicità.
Basta semplciemente mangiare una banana per godere di questo beneficio. In pochi minuti ci sentiremo più rilassati e il nostro umore migliorerà.

Stress

Lo stress può alterare il nostro metabolismo e far sì che i livelli di potassio tendano a diminuire. Per bilanciarli, l’ideale è consumare banane che, come sappiamo, sono una delle maggiori fonti di potassio che possiamo trovare. In questo senso, i vantaggi della banana vanno oltre il rifornimento di potassio: come nel caso precedente, ci aiuteranno a sentirci meglio e a rassicurarci.

Stitichezza

Le banane sono tra i cibi più raccomandati per migliorare la digestione. Grazie al loro contenuto di pectina, una fibra alimentare che accelera la digestione e aiuta a eliminare le tossine dal corpo, la banana è l’ideale per trattare la stitichezza o il movimento intestinale troppo lento. Grazie alle loro proprietà probiotiche, inoltre, sono ottime per il nostro sistema digerente, diminuiscono le flatulenze e alleviano il gonfiore e la tensione.

Sindrome premestruale

Essendo ricche di vitamina B6, le banane hanno un effetto positivo sul livello di zucchero nel sangue. A loro volta, anche le vitamine del gruppo B contribuiscono a ridurre alcuni sintomi della sindrome premestruale che colpiscono migliaia di donne.
Il consumo quotidiano di banane può aiutare a ridurre il dolore causato dalla ritenzione di liquidi nell’addome, che si verifica più frequentemente in questa fase del ciclo mestruale. Il fatto che riescano a migliorare l’umore e a calmare i nervi, inoltre, può essere molto utile in questi giorni, in cui di solito siamo un po’ tese.

10 motivi per mangiare più mele




Lo sapevate che la mela è il frutto ideale per regolare l'appetito? Grazie al fosforo che contiene, inoltre, ci aiuta a conciliare il sonno e a migliorare la memoria.

In tutto il mondo esistono molte varietà di mela, frutto universalmente considerato come il più nutriente e sano.
Da sempre viene utilizzata come ingrediente base nella preparazione di piatti per diverse portate, dal momento che il suo sapore si adatta bene in insalata, dolci e dessert, con lo stufato di carne e in altre gustose ricette.
Al di là del sapore, le ricerche degli ultimi anni hanno dimostrato quante buone proprietà siano contenute in una mela. Da sempre ci dicono che mangiare una mela al giorno fa bene alla nostra salute, ma sappiamo precisamente perché?
Ecco 10 buoni motivi per aggiungere regolarmente le mele al carrello della nostra spesa.

1. Si prende cura del cervello

Nella buccia della mela si concentra un potente antiossidante conosciuto come quercetina. Pare che sia ancora più efficace della vitamina C nel proteggere le cellule del cervello contro il danno ossidativo provocato dall’azione dei radicali liberi.
Il consumo di una mela al giorno aiuta a mantenere attiva la memoria e a prevenire danni neurologici.

2. Previene il cancro

Come abbiamo detto, la mela contiene importanti livelli di quercetina e catechina, antiossidanti che inibiscono le molecole dei radicali liberi che sono all’origine della nascita delle cellule tumorali.
Le sostanze presenti nella buccia hanno un ruolo speciale nella prevenzione del cancro al fegato, del colon e del seno.

3. Mantiene pulite le arterie

La mela contiene pectina, una sostanza capace di ridurre i livelli di colesterolo cattivo che alla lunga va ad intasare le arterie.
I suoi antiossidanti, inoltre, proteggono il sistema cardiovascolare impedendo ai grassi di aderire alle pareti arteriose.

4. Minore rischio di ammalarsi di diabete

Chi mangia una mela al giorno ha meno probabilità di sviluppare il diabete rispetto a chi non lo fa.
La pectina aiuta a regolare il livello degli zuccheri nel sangue grazie alla sua capacità di trattenere gli zuccheri e i metalli pesanti come il mercurio e il piombo.

5. Riduce il rischio di ictus

Le sostanze antiossidanti e nutritive contenute nella mela aiutano a ridurre il rischio di ictus o altri accidenti cerebrovascolari. Queste sono le conclusioni di uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Wageningen nei Paesi Bassi, durante il quale è stato dimostrato che le persone che mangiano molte mele (insieme ad altra frutta bianca e alla verdura), hanno un minor rischio di incorrere nelle patologie cerebrovascolari.

6. Favorisce il buon funzionamento intestinale

Ogni mela può apportare fino a 5 grammi di fibra, preziosa per regolare il transito intestinale e prevenire malattie come la diverticolite e le emorroidi.
Può sembrare una contraddizione, ma agisce sia come antidiarroico naturale che come blando lassativo. Così, da un lato serve nei casi di gastroenterite e colite e, dall’altro, è ideale per far fronte alla stitichezza.

7. Aiuta a perdere peso

Non si può affermare con certezza che una mela sia un alimento “brucia grassi” perché finora nessuna prova scientifica lo ha dimostrato.
Quello che possiamo dire è che ha tutte le carte in regola per essere inclusa in una dieta dimagrante: stimola la digestione,  ha poche calorie e il suo elevato apporto di fibra dona una sensazione di sazietà che ci aiuta a non mangiare troppo.

8. Migliora la qualità del sonno

Ha un leggero effetto sedativo grazie al suo contenuto di fosforo. Mangiare una mela prima di andare a letto aiuta a prevenire i disturbi del sonno.
Il fosforo, inoltre, rafforza la memoria e previene i danni cerebrali.

9. Si prende cura della salute dei denti

La mela ha conquistato il soprannome di “spazzolino da denti naturale”, perché ha la capacità di pulire i denti e di ridurre nella bocca il numero di batteri responsabili della carie. Naturalmente, non assicura un’igiene completa e corretta, ma è utile nelle situazioni di emergenza in cui non abbiamo spazzolino e dentifricio a portata di mano.

10. È amica delle nostre ossa

Il calcio non è l’unico minerale di cui hanno bisogno le ossa per essere più forti e sane. La mela si prende cura anche del nostro sistema scheletrico grazie alla presenza del boro, un minerale che occupa un ruolo importante nel suo buon funzionamento.

Come utilizzare l’aglio per prevenire la perdita della vista





Sapevate che i composti solforati dell'aglio sono ideali per ridurre l'ipertensione e i livelli del colesterolo, a loro volta relazionati alla perdita della vista?  

La perdita della vista è uno dei problemi di salute che si verificano con il passare degli anni. Nonostante non colpisca tutti gli individui allo stesso modo, un’alta percentuale di persone ne soffre, come conseguenza della vecchiaia.    
Il problema è che alcuni ignorano questa situazione e cominciano a preoccuparsi solo quando le condizioni sono ormai gravi e spesso irreversibili.
Per questo motivo, medici e specialisti invitano a migliorare alcune abitudini di vita, soprattutto quelle che hanno a che vedere con l’alimentazione. 
Gli occhi hanno bisogno di acidi grassi essenziali, vitamine e minerali per funzionare in modo ottimale ed evitare futuri problemi.
Per questo motivo, conviene modificare le proprie abitudini alimentari ed aggiungere alla propria dieta alcuni alimenti che apportino benefici diretti alla vista.   
Assumendo ogni giorno l’aglio, ad esempio, si può prevenire, e addirittura bloccare, la degenerazione maculare.
Questo si deve ai suoi composti solforati e ai minerali essenziali che proteggono la membrana che riveste gli occhi.

Cos’è la degenerazione maculare?

La degenerazione maculare è una malattia degli occhi caratterizzata da una lenta degenerazione della vista centrale e acuta, cosa che rende difficile la visualizzazione dei piccoli dettagli e l’abilità di lettura.   
È più comune negli individui di età superiore ai 60 anni, ma può verificarsi anche in persone di età inferiore.
Si presenta quando la macula, una piccola parte della retina, collassa o subisce qualche lesione. Questo di solito fa parte del naturale processo di invecchiamento, ma può anche svilupparsi più rapidamente se si seguono cattive abitudini e in presenza di alcune malattie.
I pazienti affetti da questo problema soffrono di vista offuscata, macchie scure o distorsione della vista centrale e, a volte, anche della perdita permanente di quest’ultima.

In che modo l’aglio aiuta chi soffre di degenerazione maculare?

L’aglio è conosciuto come uno dei migliori alimenti per prendersi cura della vista, grazie al suo alto contenuto di nutrienti e alle sue proprietà.
I suoi composti solforati, così come il selenio e le vitamine, agiscono a favore dei pazienti che soffrono di degenerazione maculare, riducendo i sintomi di questo disturbo.
La sua potente azione antiossidante e antinfiammatoria protegge le cellule della vista e impedisce che queste vengano distrutte dai radicali liberi.
D’altro canto, è uno dei migliori alimenti per mantenere sotto controllo l’ipertensione e gli elevati livelli di colesterolo nel sangue, due condizione strettamente relazionata al danno oculare e alla perdita della vista.

La pressione arteriosa e la relazione con gli occhi

I pazienti che soffrono di pressione arteriosa alta hanno più possibilità di presentare problemi alla vista rispetto a coloro la cui pressione rientra nei valori ottimali.
Questo si deve alla restrizione del flusso sanguigno, il quale causa un impatto negativo sull’attività della retina.   
Il buon funzionamento di questa parte degli occhi dipende dai livelli di ossigeno, per cui un flusso limitato compromette la salute visiva.  
L’aglio favorisce l’adeguata circolazione del sangue e riduce la pressione sistolica a livelli stabili.

Il colesterolo e la salute visiva

L’eccesso di colesterolo nelle vie sanguigne non solo scatena reazioni pericolose a livello cardiovascolare, ma ha anche a che vedere con l’accumulo di depositi di grasso sotto la retina.   
Questa sostanza lipidica riduce la capacità visiva e, a lungo andare, può portare alla perdita della vista.
L’aglio contiene sostanza solfate e potenti antiossidanti che impediscono la sintesi del colesterolo LDL.

Come preparare l’aglio schiacciato per la cura della vista?

L’aglio schiacciato si prepara grazie ad uno schiacciapatate, con cui schiacciare gli alimenti su un setaccio in ferro munito di piccoli buchi. Possiede una piccola “leva” che serve a fare pressione sugli alimenti, in questo caso sull’aglio, per ottenere una pasta densa.
Ovviamente, se non possedete questo strumento, potete ricorrere ad altre opzioni, come tagliare l’aglio a fettine sottilissime o schiacciarlo in un mortaio.

Modalità d’assunzione

  • Per ottenere tutti i benefici di cui vi abbiamo parlato, vi consigliamo di assumere tutti  i giotni uno o due spicchi d’aglio.
  • Dovrà essere sempre crudo, poiché cotto perde fino al 90% delle sue proprietà. 
  • In alternativa, potete mischiare l’aglio con del succo di limone e olio d’oliva.
Con quale frequenza includete l’aglio nei vostri piatti? Adesso che sapete che è ottimo per la salute degli occhi, assumetelo tutti i giorni!

Boom di ricoveri per il pesce non conservato bene





"Non un allarme, ma un invito a prestare attenzione perché è innegabile che i casi di quella che in gergo medico viene definita 'sindrome da sgombroide' risultano in aumento a Milano". A spiegarlo è Simonetta Fracchia, direttore della Struttura complessa Igiene degli alimenti e nutrizione dell'Ats (Agenzia di tutela della salute) della Città metropolitana di Milano. I dati a cui l'esperta fa riferimento sono relativi in particolare al 2016. Se nel 2014, infatti, le intossicazioni da sindrome da sgombroide erano state in tutto 45 e nel 2015 erano salite a quota 47, "solo nei primi 9 mesi del 2016 sono già a quota 42".

     Un lieve aumento, ma l'invito dell'Ats è comunque alla prudenza. "Senza voler allarmare nessuno - dice Fracchia - bisogna però prestare attenzione al consumo di pesci sgombroidi come il tonno. E' importante il modo in cui vengono conservati. E bisogna essere consapevoli del fatto che il consumo di pesce crudo e sushi non è salute in senso assoluto. Il consiglio è di rivolgersi a esercizi pubblici di cui ci si fida e per i quali si ha la garanzia che vengono osservate le norme e le prassi igieniche per una corretta conservazione dei prodotti. Diffidando invece di locali e situazioni in cui già visivamente è chiaro che la buona conservazione del pesce non può essere garantita. Per esempio eviterei di consumare pesce crudo in baracchini", dove magari questi prodotti restano esposti per ore. A volte, poi, dietro la sindrome "c'è una concomitanza di fattori, per esempio il mix di tonno mal conservato e sesamo o altri ingredienti già di per sé allergizzanti", fa notare l'esperta. 

  Fonte

Salmonella in salsiccia italiana, parassiti nello sgombro



45 prodotti ritirati in Ue


Sono 45 i prodotti alimentari ritiratinell’ultima settimana dal mercato europeo per contaminazioni da salmonella, infestazioni da parassiti del pesce come l’Anisakis o ancora eccesso di mercurio. Per quanto riguarda il mercato italiano, l’unico prodotto ritirato è la verdesca a fette dalla Spagna, in cui è stato riscontrato un livello di mercurio superiore a quello consentito e che diventa così tossico per la salute. In Italia invece non ha passato il test la salsiccia cruda, che è stata respinta alla frontiera per presenza di salmonella.
Valeria Nardi sul sito del Fatto Alimentare scrive che delle 45 segnalazioni di prodotti destinati al ritiro dalle tavole diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi, sette provengono proprio dal Ministero della Salute italiano. Oltre all’eccesso di mercurio nella verdesca a fette spagnola, il sito spiega che ci sono altri prodotti a rischio:

"infestazione da parassiti     (Anisakis) in sgombro (Scomber scombrus) fresco dalla Francia; acido salicilico in carne di cavallo refrigerata dal Brasile.
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala: presenza di Salmonella typhimurium monofasica in ripieno di salsiccia cruda dall’Italia; migrazione di melamina da piatti di plastica da Taiwan, con materie prime dalla Cina; aflatossine in pistacchi provenienti dall’Iran; contenuto di azoto basico volatile totale troppo elevato in anelli di calamari giganti refrigerati dalla Spagna; Norovirus in ostriche vive dalla Spagna. Questa settimana non ci sono esportazioni italiane in altri Paesi che siano state ritirate dal mercato.

Fonte 

Il succo di mela è antitumorale






Studio Isa-Cnr scopre come agiscono i polifenoli sul colon

Che la mela sia un concentrato di antiossidanti utili alla salute è noto e da qualche tempo sappiamo che alcune molecole del frutto hanno anche proprietà antitumorali. Oggi, grazie a una nuova ricerca, conosciamo in che modo agiscono sulle cellule malate. A firmare la scoperta, su Scientific Reports, un gruppo di ricerca coordinato dall'Istituto di scienze dell'alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isa-Cnr) in collaborazione con il Dipartimento di chimica e biologia dell'Università di Salerno.
         
   Da diversi anni è riportato in letteratura che il succo di mela ha effetti di prevenzione sul cancro al colon retto, ma non è chiaro il meccanismo molecolare, ossia il modo in cui i polifenoli presenti nel succo operano in funzione antitumorale", spiega Angelo Facchiano, ricercatore Isa-Cnr e tra gli autori del lavoro. "Noi abbiamo studiato per la prima volta in modo specifico proprio quali molecole antiossidanti vanno ad agire e su quali specifiche proteine della cellula". I ricercatori hanno analizzato tre tipi di mela - Annurca, Red Delicious, Golden Delicious - per identificare e quantificare i principali composti antiossidanti: "I polifenoli della mela ostacolano in particolare la replicazione ed espressione del DNA nelle cellule cancerose del colon, in particolare questo impedisce loro di duplicarsi e far crescere la massa tumorale", prosegue Facchiano. "Inoltre, abbiamo scoperto che le proteine su cui i polifenoli potrebbero agire sono le stesse su cui agiscono alcuni farmaci antitumorali recentemente sviluppati.
L'ipotesi, su cui sarà necessario effettuare ulteriori studi, è quindi che alcuni composti presenti nelle mele abbiano un effetto preventivo agendo proprio sugli stessi meccanismi che vengono colpiti dai farmaci".
Sapere che un certo tipo di cellula è il bersaglio a cui mirare "è importante, ma non è sufficiente. Per avere una visione completa e mettere a punto eventuali terapie è necessario conoscere quali sono i meccanismi molecolari e quali proteine sono coinvolte", conclude il ricercatore dell'Isa.



sabato 22 ottobre 2016

Dieta longevità: segreti. E' la dieta mini-digiuno o digiuno intermittente




Dieta mini-digiuno o digiuno intermittente, ecco in cosa consiste la dieta della longevità


Dieta longevità: segreti. E' la dieta mini-digiuno o digiuno intermittente
 

Dieta longevità. è una delle più importanti scoperte scientifiche nel campo della alimentazione


Dieta mini-digiuno o digiuno intermittente: dieta della longevità. Ecco come
 

Digiuno intermittente o mini-digiuno o ancora digiuno occasionale (ma in modo strategico), è la dieta trendy. Vi aiutiamo a scoprirla e capire le varianti di questa dieta

Dieta mini-digiuno o digiuno intermittente, ecco in cosa consiste


Si alternano giorni in cui si mangia regolarmente a periodi in cui si limita l’apporto calorico in modo netto o non si consuma del tutto cibo. E' una dieta che trascende anche religione e cultura: il Ramadan la pratica (mangiando a cadenza oraria) senza dimenticare il “venerdì di magro”.


Dieta e orogrammazione del digiuno


Può variare molto e seguire abitudini, esigenze mediche o preferenze personali: la pianificazione è in questo caso molto individualizzata.


Programmazione del digiuno, le possibilità


Il sistema del 5 su 2 comporta una restrizione calorica di 2 giorni non consecutivi la settimana e un regime alimentare normale negli altri 5. Alcuni individui digiunano tutti i giorni nutrendosi solo durante una precisa finestra di tempo. L’attore Hugh Jackman ha fatto sapere che per dimagrire per il ruolo di “Wolverine” ha concentrato tutti i pasti della giornata in un intervallo di 8 ore.


Dieta del mini-digiuno


Cinque giorni di “magra” ogni 3-6 mesi, farebbe guadagnare 10 anni di vita, secondo la tesi di Valter Longo, direttore dell’Istituto di longevità dell’University of Southern California e del programma di ricerca “Oncologia & longevità” all’Istituto Firc di oncologia molecolare (Ifom) di Milano, che ha testato questo sistema prima sui lieviti , poi sui topi e infine sull’uomo.


I vantaggi della dieta che vi fa digiunare (ma non troppo)


Digiunare migliora la salute e prolunga l’aspettativa di vita per le sue ricadute sul funzionamento di cellule e ormoni. Astenersi dal cibo per 24 ore provoca nel cervello la formazione di nuovi neuroni e l'organismo si mette “sulla difensiva” adottando una serie di precauzioni “virtuose”. Quali: abbassare l’infiammazione, migliorare la risposta immunitaria e potenziare la capacità delle cellule di liberarsi dalle sostanze di scarto. Addirittura viene rallentata pure la crescita dei tumori. Ma qua andiamo coi piedi di piombo perché si parla di esperimenti sui topi, come viene spiegato in un articolo di Proceedings of the National Academy of Sciences, che racconta i vantaggi di questa prassi alimentare. Digiuno viene inteso con pasti leggeri.


DIGIUNO INTERMITTENTE? SI', MA PRIMA PASSARE DAL NUTRIZIONISTA


Digiuno intermittente va fatto ma prima con un consulto di un medico nutrizionista che, in caso di patologie esistenti (dal diabete alle malattie metaboliche), sappia evitare problemi e studiare un sistema compatibile anche con il vostro stile di vita.

Basilico e prezzemolo: le proprietà antibatteriche delle erbe aromatiche





Scoperte le proprietà antibatteriche del basilico e del prezzemolo. Gli oli essenziali del basilico e del prezzemolo sono antibiotici naturali


Basilico e prezzemolo hanno proprietà antibatteriche. Scoperta l’efficacia di questi antibiotici naturali


A rivelarlo la ricerca condotta dal professore Guido Flamini all’interno del Dipartimento di Farmacia dell'Ateneo di Pisa

''Gli oli essenziali di basilico e prezzemolo si sono dimostrati capaci di inibire la crescita dei microorganismi coltivati in vitro, con il basilico che ha mostrato un'attività leggermente maggiore ma non solo, nel caso di 18 ceppi di Vibrio su 41 abbiamo verificato la capacità degli oli di inibire o di provocare la disgregazione del biofilm''.

Basilico e prezzemolo: le proprietà antibatteriche delle erbe aromatiche: lo studio


Nell'ambito dello studio, il professore Flamini si è occupato in particolare delle analisi chimiche per caratterizzare la composizione dei due oli essenziali del basilico e del prezzemolo, identificando 26 composti (corrispondenti al 98.3% sul totale) in quello di prezzemolo e 48 (corrispondenti al 99.1% sul totale) in quello del basilico.
''Ovviamente le proprietà antibatteriche si riferiscono ad oli presenti nel basilico e prezzemolo che abbiano una composizione chimica come quella riportata nell'articolo - ha concluso Guido Flamini - per cercare di ottenere in futuro oli simili sarà necessario stabilire un protocollo colturale e, per le specie che lo permettono, partire da piante propagate vegetativamente''.

Fritti e cibi grassi, se li ami è colpa del DNA. Gene degli obesi




Obesità, i cibi fritti e grassi: passione per colpa del gene MC4R nel Dna. 

Fritti e cibi grassi, se li ami è colpa del DNA. Gene MC4R degli obesi


Obesità e scelte alimentari: ecco il gene che ci porta a mangiare cibi fritti e cibi grassi. O meglio, sembra che i cibi grassi siano una passione scritta nel nostro Dna. Chiamamola variante genetica per i cibi fritti. Chiamamolo Gene obeso. Chiamiamolo in tutti ii modi, ma il problema è serio. Perchè questo gene ci fa amare e mangiare gli alimenti che fanno più male. Lo dice una ricerca condotta dall’Università di Cambridge e pubblicata sulla rivista Nature Communications, secondo cui la mutazione di un gene renderebbe i cibi grassi irresistibili.

Gene e obesità: ecco la dinamica


I portatori di diverse varianti di un gene che codifica un recettore che si trova nei neuroni dell'ipotalamo (ed è coinvolto nella regolazione del comportamento alimentare), preferiscono gli alimenti ad alto contenuto di grassi. Di più: chi possiede nel codice genetico questa variante del recettore non amerebbe gli zuccheri.


Obesità, la ricerca del gene MC4R


I ricercatori hanno fatto un confronto tra le preferenze alimentari di 14 portatori di rare variazioni del gene MC4R (ossia quelle che provocano una minore funzionalità della via di segnalazione basata sull’ormone melanocortina) con quelle di soggetti magri e obesi di controllo.


Gene dell'obesità: l'esperimento del pollo al curry pieno di fritti e grassi


Nell'esperimento hanno preparato tre varianti di pollo al curry: con basso, medio e infine alto contenuto di grassi.  In tutte l’aspetto, la consistenza e il sapore del pollo al curry erano praticamente uguali. Ecco l'assaggio di ogni pietanza, poi i partecipanti potevano servirsi a proprio piacimento dai tre piatti. Il risultato? Quelli che avevano il gene MC4R difettoso mangiavano il piatto con il maggior contenuto di grassi in una quantità quasi doppia (siamo al 95% in più) rispetto alle persone di controllo magre e il 65% in più rispetto agli individui di controllo obesi.


Gene e obesità, parla il ricercatore


Sadaf Farooqi che ha guidato il team di ricerca spiega: "Il nostro lavoro dimostra che anche se controlliamo scrupolosamente l’apparenza e il sapore del cibo il nostro cervello riesce a individuare i nutrienti che vi sono contenuti”.


Obesità, difetto genetico dell'1% della popolazione


E siamo al difetto genetico che stando alle stime riguarda 1 persona obesa su 100, un problema mica da poco, se pensiamo che le persone in sovrappeso sono portate a preferire cibi grassi in modo inconscio, senza rendersene conto.


Diete genetiche per aiutare gli obesi
 

Rimedi? Forse le diete genetiche potrebbe essere una soluzione. Creare un regime alimentare specifico per ogni persona che tenga conto di questi fattori per contrastare obesità e sovrappeso. Una scelta non solo d'immagine, ma di salute: contro ipertensione e malattie cardiovascolari.

Tumori, ecco perché il succo di mela fa bene.

La scoperta del Cnr sui benefici del succo di mela contro i tumori: ecco le proprietà anticancerogene

Succo di mela antitumorale? Sì. Ecco perché la mela allontana i tumori


Studio dell’Isa-Cnr, svolto in collaborazione con l’Università di Salerno:Succo di mela è un antitumorale? sì.  Ecco per la prima volta una spiegazione delle proprietà anticancerogene dei composti di questo frutto. I risultati sono pubblicati su Scientific Reports.



Ecco perché il succo di mela è un antitumorale


Che la MELA sia un concentrato DI antiossidanti utili alla salute e' noto e da qualche tempo sappiamo che alcune molecole del frutto hanno anche proprieta' antitumorali. Oggi, grazie a una nuova ricerca, conosciamo in che modo agiscono sulle cellule malate. A firmare la scoperta, su Scientific Reports, e' stato un gruppo DI ricerca coordinato dall'Istituto DI scienze dell'alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isa-Cnr) in collaborazione con il Dipartimento DI chimica e biologia dell'Universita' DI Salerno. "Da diversi anni e' riportato in letteratura che il SUCCO DI MELA ha effetti DI prevenzione sul cancro al colon retto, ma non e' chiaro il meccanismo molecolare, ossia il modo in cui i polifenoli presenti nel SUCCO operano in funzione antitumorale - ha dichiarato Angelo Facchiano, ricercatore Isa-Cnr e tra gli autori del lavoro -. Noi abbiamo studiato per la prima volta in modo specifico proprio quali molecole antiossidanti vanno ad agire e su quali specifiche proteine della cellula".


SUCCO DI MELA HA PROPRIETÀ UTILI PER PREVENZIONE TUMORI


In particolare, i ricercatori hanno analizzato tre tipi DI MELA - Annurca, Red Delicious, Golden Delicious - per identificare e quantificare i principali composti antiossidanti: "I polifenoli della MELA ostacolano in particolare la replicazione ed espressione del DNA nelle cellule cancerose del colon, in particolare questo impedisce loro DI duplicarsi e far crescere la massa tumorale - ha proseguito Facchiano -. Inoltre, abbiamo scoperto che le proteine su cui i polifenoli potrebbero agire sono le stesse su cui agiscono alcuni farmaci antitumorali recentemente sviluppati. L'ipotesi, su cui sara' necessario effettuare ulteriori studi, e' quindi che alcuni composti presenti nelle mele abbiano un effetto preventivo agendo proprio sugli stessi meccanismi che vengono colpiti dai farmaci. Sapere che un certo tipo DI cellula e' il bersaglio a cui mirare "e' importante, ma non e' sufficiente. Per avere una visione completa e mettere a punto eventuali terapie e' necessario conoscere quali sono i meccanismi molecolari e quali proteine sono coinvolte - conclude il ricercatore dell'Isa-Cnr -. Oltre che DI tecniche DI chimica analitica, ci siamo avvalsi DI bioinformatica e simulazioni molecolari. E' stato possibile riprodurre al computer un gran numero DI 'esperimenti' per individuare quali interazioni avvengano tra i composti antiossidanti presenti nelle mele e le proteine dell'uomo: una metodologia che offre grandi potenzialita' e opportunita', tra cui quella DI limitare la necessita' DI esperimenti DI laboratorio che richiederebbero l'uso DI reagenti costosi e strumentazioni complesse".