mercoledì 7 maggio 2014

Diabete: piu' caffe' al giorno allontana quello di tipo 2

 Una tazza di caffe’ in piu’ al
giorno potrebbe ridurre il pericolo di ammalarsi di diabete.
L’associazione e’ stata scoperta da una nuova ricerca
pubblicata su ‘Diabetologia’, rivista ufficiale
dell’associazione europea per lo studio del diabete. Aumentando
l’assunzione di caffe’ si riduce il rischio di insorgenza di
diabete di tipo 2, secondo l’indagine condotta da Frank Hu e
Shilpa Bhupathiraju dell’Harvard University che indica anche il
quantitativo necessario da consumare quotidianamente per
scongiurare l’arrivo della malattia metabolica. La regola e’
incrementare l’assunzione di caffe’ in media a una tazza e
mezzo al giorno, approssimativamente trecentosessanta
millilitri. A questi dosaggi in quattro anni il rischio di
ammalarsi di diabete di tipo 2 cala drasticamente. I
consumatori forti – quelli che consumano da tre a piu’ tazze di
caffe’ al giorno – sono quelli risultati a rischio inferiore di
sviluppare diabete, un pericolo piu’ basso del 37 per cento
rispetto ai consumatori lievi con una o meno tazze al giorno.
Il consumo di te’ non e’ apparso correlato alla diminuzione di
pericolo di diabete di tipo 2. L’associazione e’ risultata
valida solo per i caffe’ non decaffeinati.

Fonte

Tumori: in Europa tassi mortalita' pancreas saliranno entro 2014

 I tassi di mortalita’ per il cancro
del pancreas aumenteranno in Europa nel 2014. Si tratta
dell’unica tipologia di tumore per la quale si prevede un
incremento dei decessi nell’anno corrente sia tra gli uomini
sia tra le donne. A sostenerlo e’ un nuovo studio italiano
(Universita’ di Milano) e svizzero (Universita’ di Losanna)
pubblicato sugli Annals of Oncology. La ricerca rivela che le
percentuali di morte causate da qualsiasi tipo di cancro sono
destinate a diminuire in tutta l’Europa nel 2014. Con alcune
variazioni tra sessi e paesi, tuttavia, il cancro al pancreas
e’ l’unico “killer” che vedra’ aumentare le sue vittime
quest’anno. “Le nostre previsioni per il 2014 confermano che i
tassi di mortalita’ per il cancro al pancreas continueranno ad
aumentare in generale”, ha spiegato Carlo La Vecchia della
facolta’ di Medicina dell’Universita’ di Milano. “Quest’anno
prevediamo che 41300 uomini e 41000 donne – ha continuato -
moriranno per tumore al pancreas, un tasso standardizzato di
decessi rispettivamente di 8,0 e 5,6 ogni centomila persone
della popolazione. Si tratta di un piccolo ma costante aumento
fin dall’inizio di questo secolo. Nel periodo 2000-2004 i tassi
di mortalita’ erano per 7,6 ogni centomila uomini e 5,0 ogni
centomila donne. Un incremento che e’ motivo di preoccupazione
perche’ la prognosi per questo tumore e’ desolante con meno del
cinque per cento dei pazienti che riceve la diagnosi che
sopravvive dopo cinque anni. Ad oggi non abbiamo alcun
trattamento promettente per il cancro al pancreas. La
prevenzione rimane, quindi, l’unica possibilita’, smettendo di
fumare, controllando il sovrappeso e il diabete. Nonostante
queste prevenzioni, in ogni caso, il tabacco e’ coinvolto in
meno di un terzo di tutti i casi di tumore al pancreas mentre
tutte le altre cause rappresentano un dieci per cento. Piu’
lavoro deve essere fatto per scoprire altre possibili cause”.
L’indagine ha analizzato anche i tassi di mortalita’ per altri
tumori. Per gli uomini, le percentuali per i tre principali
tumori – cancro del polmone, del colon-retto e della prostata -
diminuiranno dell’8, 4 e 10 per cento rispetto al 2009. Per le
donne, i tassi di mortalita’ del cancro alla mammella e al
colon-retto scenderanno del 9 e del 7 per cento mentre quelli
del cancro al polmone saliranno dell’8 per cento. I decessi tra
gli uomini sono il 63 per cento in piu’ rispetto alle donne ma
calano piu’ velocemente, principalmente a causa del diverso
approccio col fumo tra i sessi. Il crollo del cancro al
colon-retto e’ in gran parte dovuto a maggior screening,
diagnosi precoci e rimozioni degli adenomi.

Fonte

venerdì 2 maggio 2014

Emergenza sanitaria: super batteri resistenti ai farmaci pronti ad uccidere

Milano, 30 apr. (Adnkronos Salute) – I super batteri hanno invaso il pianeta e le conseguenze rischiano di essere “devastanti“. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione mondiale della sanità: “La minaccia che i germi resistenti ai farmaci rappresentano per la salute pubblica non è più una previsione per il futuro, ma un’emergenza reale già in atto in tutte le regioni del globo. Possono colpire chiunque, a ogni età, in ogni Paese“. E “senza un’azione urgente e coordinata da parte di ogni forza in campo – avverte Keiji Fukuda, vice direttore generale Oms per la sicurezza sanitaria – il mondo si troverà a fronteggiare un’era post-antibiotica in cui infezioni comuni, che sono state curabili per decenni, potranno tornare a uccidere“. In un nuovo Rapporto sull’antibiotico-resistenza, l’agenzia delle Nazioni Unite non usa mezzi termini e dichiara lo stato di emergenza: “E’ una delle più gravi minacce sanitarie, e lo è adesso“.
Gli antibiotici efficaci – ricorda Fukuda – sono stati uno dei pilastri che ci hanno permesso di vivere più a lungo e più sani, e di beneficiare della medicina moderna“. Ma oggi, “a meno che non si prendano azioni significative per aumentare gli sforzi nella prevenzione delle infezioni, e per cambiare il modo in cui produciamo, prescriviamo e usiamo gli antibiotici, il mondo perderà progressivamente quanto ha conquistato sul fronte della salute pubblica. E le implicazioni saranno devastanti“. Il nuovo report scatta la fotografia più completa disponibile finora sulla resistenza agli antibiotici, analizzando dati da 114 Paesi. Anche se il fenomeno sta riguardando molti agenti infettivi diversi, il rapporto si focalizza su 6 batteri responsabili di malattie gravi, e tuttavia comuni, come sepsi, diarrea, polmonite, infezioni urinarie e gonorrea. Le conclusioni suscitano “forte preoccupazione“, documentando resistenza agli antibiotici – e soprattutto a quelli usati come ‘ultima spiaggia’ – in tutte le regioni del pianeta.