martedì 2 ottobre 2018

Noci, gli aspetti nutrizionali salutari


Molti pasti possono essere resi più appetitosi e soprattutto più salutari con l'aggiunta delle noci, un alimento ricco di tante sostanze nutrienti. Le noci hanno i pregi e i difetti della frutta secca, difetti che si farebbero sentire se il loro consumo fosse eccessivo e prolungato nel tempo: sono infatti ricche di grassi buoni e antiossidanti ma anche di calorie. Per questo bisogna mangiarle sì regolarmente ma a una quantità contenuta, ad esempio insieme ai cereali per la colazione, nelle insalate o in primi piatti come i risotti.

Omega 3 e fosforo

Grassi e calorie vanno a braccetto. La principale fonte di energia delle noci, per quasi il 90%, arriva infatti dai grassi che però sono costituiti prevalentemente da acidi grassi polinsaturi, salutari all'interno di una dieta equilibrata e ben bilanciata. Tra questi è importante menzionare l'acido alfa-linolenico, un acido grasso omega 3, essenziale e quindi da assumere con la dieta, dalle proprietà anti-infiammatorie.

Da 100 grammi di noci derivano 689 Kcal. I grassi sono 68,1 gr, le proteine 14,3 gr e i carboidrati 5,1 gr. Le noci sono anche ricche di fibre, 6,2 grammi, quasi totalmente fibre insolubili. 

Tra i micronutrienti ci sono diversi minerali, a cominciare dal calcio (83 milligrammi), dal ferro (2,1 mg) e dal selenio (3,1 mg). Ma sono il magnesio e, soprattutto, il potassio e il fosforo i minerali più rilevanti rispettivamente con 131 mg, 368 mg e 380 mg. Il fosforo è una componente essenziale delle ossa e delle membrane cellulari e gioca un ruolo rilevante per il metabolismo energetico. Infine, tra le vitamine, sono presenti principalmente niacina e tiamina, due vitamine del gruppo B, e la vitamina E, dall'azione antiossidante.

Per la salute del cuore

Le noci rinetrano nel gruppo di alimenti che più di tutti hanno attirato l'attenzione dei ricercatori per la prevenzione oncologica. In alcuni studi animali si è osservato il ruolo giocato dalle sostanze contenute nelle noci nella prevenzione del tumore al seno, al colon e alla prostata. Si è visto ad esempio che il prodotto in cui è convertito l'acido ellagico, ovvero l'urolitina, ha effetti anti-infiammatori e effetti anti-tumorali.

In altri lavori di ricerca l'apporto di noci è stato correlato al miglioramento del profilo lipidico e della funzione endoteliale e, in ultima istanza, alla riduzione del rischio cardiovascolare. Incorporarle nella dieta è certamente un modo per migliorarne la qualità, come ricorda una meta-analisi pubblicata sulla rivista Nutrients nel 2017. In diversi studi, a fronte di un consumo da circa 21 a circa 91 grammi di noci nel breve e nel lungo termine, è stato osservato un decremento dei fattori di rischio di malattia cardiovascolare sia grazie a un miglior profilo lipidico che per la riduzione dei processi infiammatori. Una funzione endoteliale più efficiente è stata associata all'alta concentrazione di antiossidanti presenti nelle noci.

Migliorare la qualità della dieta significa anche promuovere la perdita di peso nei soggetti obesi o in sovrappeso, come ha suggerito una ricerca recente pubblicata su Nutrition Journal. Nell'arco di sei mesi sono stati osservati gli effetti di una dieta ipocalorica combinata all'esercizio fisico. Metà dei partecipanti hanno seguito una dieta con molta frutta e verdura e povera di grassi, l'altra arricchita con noci (da meno di 30 gr a poco più di 40 gr al giorno, fonte del 15% delle calorie quotidiane). In entrambi i gruppi è stata riscontrata una simile perdita dipeso, ma nel secondo gruppo si è vista anche una riduzione della pressione arteriosa sistolica e dei livelli di colesterolo, totale e cattivo, due fattori associati con il rischio cardiovascolare.

Tra le ipotesi sulle ragioni dei possibili benefici del consumo di noci ce n'è una che riguarda l'impatto sul microbioma del tratto gastrointestinale. Secondo una ricerca del 2018 pubblicata su Journal of Nutrition con le noci aumenterebbe il numero di batteri che producono un metabolita benefico per la salute del colon (il butirrato).

Assonnati duranti il giorno? Triplica il rischio Alzheimer



Le persone che si sentono assonnate durante il giorno corrono un rischio tre volte maggiore di sviluppare l’Alzheimer. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Sleep dagli scienziati della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health e del National Institute on Aging di Baltimora (Usa), secondo cui la sonnolenza diurna sarebbe legata a un maggior accumulo di placche beta-amiloidi nel cervello.

La ricerca ha esaminato i dati raccolti dal “Baltimore longitudinal study of aging (Blsa)”, uno studio a lungo termine iniziato nel 1958 dal National Institute on Aging, che ha monitorato per anni lo stato di salute di migliaia di volontari. In particolare, gli autori hanno seguito un sottogruppo di 123 partecipanti che tra il 1991 e il 2000 ha risposto a un questionario riguardante la qualità del sonno e la tendenza a essere assonnati durante le ore diurne. Negli anni successivi i soggetti sono stati sottoposti a diverse analisi di neuroimaging, compresa la tomografia a emissione di positroni (Pet), per verificare se nel loro encefalo si trovassero depositi di proteine beta-amiloidi, che danneggiano progressivamente il tessuto neuronale e costituiscono un elemento caratteristico della malattia di Alzheimer.

Al termine dell’analisi, è emerso che le persone che soffrivano di sonnolenza diurna avevano probabilità tre volte maggiori di presentare accumuli di proteine beta-amiloidi nel cervello. Dopo aver escluso fattori capaci d’influenzare la tendenza a essere assonnati durante il giorno, come l’età, il sesso, il livello d’istruzione e l’indice di massa corporea, gli studiosi hanno osservato che il rischio di avere placche di beta-amiloidi era ancora più elevato di 2,75 volte tra i partecipanti con sonnolenza diurna rispetto agli altri.

Secondo gli esperti, attualmente l’origine di questo fenomeno non sarebbe chiara. È possibile, spiegano gli autori, che i disturbi del sonno producano la formazione di placche beta-amiloidi attraverso un meccanismo sconosciuto e che, nel contempo, causino sonnolenza diurna. Ma non è possibile escludere, aggiungono gli studiosi, che sia proprio l’accumulo di queste proteine tossiche a provocare disturbi del sonno e sonnolenza diurna. In ogni caso, la scoperta si aggiunge a una serie di evidenze che collegano la demenza ai disturbi del sonno.
“Non esiste ancora una cura per la malattia di Alzheimer, per cui dobbiamo fare del nostro meglio per prevenirla – afferma Adam P. Spira, che ha diretto l’indagine -.  Ma anche se venisse individuata una cura, le strategie di prevenzione dovrebbero essere sempre messe al primo posto. Migliorare la qualità del sonno potrebbe essere un modo per prevenire o forse rallentare lo sviluppo di questa malattia”.

E220, E221, E222, E223, E226, E228…




E220, E221, E222, E223, E226, E228… Sono additivi conservanti conosciuti come SOLFITI, anidride solforosa. E fanno malissimo… Cosa sono, in quali alimenti si trovano e quanti realmente ne mangiamo.

Tutti abbiamo sentito parlare dei solfiti e dell’ anidride solforosa contenuta nel vino. Le sigle degli additivi alimentari conservanti E220 e228 molto meno. Eppure sono contenuti in alimenti come bevande, succhi di frutta, pesce,frutta seccaTutti abbiamo sentito parlare dei solfiti e dell’ anidride solforosa contenuta nel vino. Le sigle degli additivi alimentari conservanti E220  E221 E222 E223  E226 E227 E228 molto meno. Eppure sono contenuti in alimenti come bevande, succhi di frutta, pesce,frutta secca . Scopriamo quanti solfiti ingeriamo e che danni possono provocare e come evitare di assumerne troppi !
I solfiti: conservante utilizzato fin dall’ antichità …
I Romani e gli antichi Egizi, già utilizzavano il biossido di zolfo per ripulire dai batteri i tini dove veniva fatto fermentare il vino. Tuttavia il loro utilizzo divenne massiccio solo nel secolo scorso in concomitanza con le nuove esigenze alimentari dettate dallo sviluppo industriale.
Che cosa sono i solfiti  e l’ anidride solforosa. Da non confondere con i solfati.
L’ anidride solforosa ora è indicata con la sigla E220. L’ anidride solforosa è un gas incolore ma altamente irritante che si produce dalla combustione dello zolfo nell’ aria. Avete presente i vulcani? Durante le eruzioni ne emette in quantità notevoli ! Decisamente un clima inospitale per la vita.
All’ interno del nostro sangue l’ anidride solforosa, si comporta allo stesso modo: è un veleno in grado di inattivare la vitamina B1 e B12.  A dosaggi bassi può causare  faringite , perdita dell’ odorato, del gusto, acidità urinaria e stanchezza. I sintomi più conosciuti sono quelli legati al mal di tesa post sbornia e disturbi nervosi.
I solfati invece ,sono i prodotti della combustione del petrolio e sono i maggiori responsabili delle piogge acide !
Come vengono utilizzati i conservanti a base di anidride solforosa.
L’ utilizzo dei solfiti come additivi alimentari è legato alla loro proprietà antimicrobiche, antifungine , antiossidanti ed inibitrici dell’ imbrunimento enzimatico ( Avete presene le patate o le mele che si ossidano senza pelle  ?) Altri impieghi prevedono il loro utilizzo come sbiancanti per lo zucchero negli zuccherifici, come conservante per il mosto in enologia e come antimicrobico nelle bevande , bibite succhi di frutta ed insaccati. Vengono utilizzati anche in alcune lavorazioni degli ortaggi sfruttando la loro capacità antiossidante. (imbrunimento chimico)
Come riconoscere i conservanti A base di anidride solforosa.
Come visto l’ anidride solforosa è un gas . La sigla identificativa è E220.  Gli altri solfiti non sono gassosi ma sono Sali. Non cambia nulla : i Sali liberano anidride solforosa !
  • E220   Anidride Solforosa
  • E221   Sodio Solfito
  • E222   Sodio Solfito Acido
  • E223   Sodio disolfito
  • E224   Potassio Disolfito
  • E226   Calcio Solfito
  • E227   Calcio Bisolfito Acido
  • E228   Solfito Acido di Potassio
Le conseguenze sulla nostra salute e di limiti di legge imposti per l’ utilizzo dei solfiti.
I danni da solfiti si dividono in quattro categorie
1 Alterazioni vitaminiche:  l’ anidride solforosa ed i solfiti distruggono la tiamina e la cianocobalamina (vitamine del gruppo B  : B1 e B12 )
2 Appesantisce il nostro sistema detossificante:  questi additivi vengono eliminati per via urinaria dopo essere stati detossificati ad opera del fegato tramite un ‘enzima chiamato solfito ossidasi. Se la dose di solfiti è superiore alla nostra capacità di eliminarli, compaiono mal di testa .
3 Reazioni allergiche ed allergie Un pericolo in agguato è rappresentato da possibili allergie e reazioni asmatiche con manifestazioni respiratorie anche gravi. Riniti, eczemi, orticaria e dissenteria possono essere causati dai solfiti . in queste malattie una delle componenti più ostiche è proprio l’ identificazione della causa. Immaginate l’ efficacia di un trattamento se non viene rimossa la causa che ha scatenato la malattia!
4 Interazione con farmaci cortisonici. Da non sottovalutare anche l’ interazione con farmaci, in particolar modo i cortisonici che aumentano la sensibilità individuale ai solfati.
Quanti solfiti possiamo ingerire e quanti realmente ne assumiamo?
Il limite di legge imposto per l’ assunzione di solfiti e di 0,7 g. per kg di peso corporeo . l’ organizzazione Mondiale per la Sanità ha stabilito questo limite di sicurezza. Per interpretare correttamente questo valore è necessario poter calcolare in linea di massima quanti solfiti possiamo ingerire.
In quali alimenti troviamo i Conservanti  E220 e similari?
Potenzialmente i solfiti sono presenti in quasi tutti gli alimenti conservati e perfino in molti freschi.
Nei prodotti preconfezionati devono essere indicati in etichetta o con il codice identificativo o con il nome chimico.  Sfortunatamente in molti casi non è obbligatorio segnalare né la loro presenza ne la loro quantità. Un esempio: il pesce fresco (tipicamente nei gamberetti , gamberi e surimi )
E’ presente anche nei cereali come l’ orzo perlato, purè di patate, ortaggi sottolio ,sottaceto e salamoia ( con sale ). Nelle bibite a base di frutta , nei funghi secchi e nella frutta essiccata , nella frutta candita .
Nei prodotti a base  di  carne, essendo maggiormente soggetti a fenomeni putrefattivi  i quantitativi di conservanti sono ancora maggiori e possono contenere anche 450 mg al kg.
Il vino li contiene.  I limiti legali imposti dalla comunità europea sul contenuto finale di anidride solforosa nel vino consentono fina  a 160 mg/litro per i vini rossi e di 210 mg/litro per i vini bianchi. Mediamente più è scarsa la qualità del vino e maggiormente se ne rende necessaria l’ aggiunta in quantità superiori.
Per legge non è obbligatorio indicare la loro presenza se il quantitativo è inferiore a 10 mg al kg o lt. In soggetti allergici anche quantitativi modesti possono scatenare serie conseguenze !
Quanti solfiti mangiamo?
Come avrete ben compreso è molto difficile stabilirlo. In molti casi la loro presenza non è indicata e data la loro alta diffusione è molto facile che questi quantitativi si accumulino oltrepassando molto facilmente il valore consigliato dalla OMS.
Ma mancora più interessante è una ricerca condotta nel 2000 che ha stabilito che il quantitativo di solfiti tollerato dall’ organismo è ben inferiore a quello ufficiale OMS èd è pari a 0.7 mg al Kg di peso . Facciamo un esempio semplicissimo.  Se peso 70 Kg  il tasso limite tollerabile è di 0.7 mg per kg , quindi  in totale solo 49 mg.
Una cenetta con un po’ di insaccati, 2 bicchieri di vino bianco con un po’ di frutta secca e siamo già oltre i limiti consigliati. Senza contare il resto dei conservanti …
Quantità massime di solfiti maggiormente presenti negli alimenti ammesse secondo la regolamentazione della comunità europea
ALIMENTI                                    DOSE MASSIMA mg o ml / kg di solfiti
  • Aceto                                                                     170
  • Amidi                                                                      50
  • Crostacei                                                               150
  • Stoccafisso o baccala                                              200
  • Senape                                                             250/500
  • Surrogati carne pesce o crostacei                            200
  • Concentrati di frutta                                              250
  • Albicocche pesche uvetta prugne e fichi secchi        2000
  • Banane essiccate                                                 1000
  • Mele e pere secche                                                600
  • Preparati per purè                                                 400
  • Pomodori secchi                                                    200
  • Vini  rossi                                                             210
  • Vini bianchi                                                          160
  • Vini tedeschi Spatlese e Aulese                              300
  • Vini bordeaux                                                      300
  • Vini francesi Barzac, Cadillac…                              400
  • Succo d’uva concentrato                                      200
  • Succo di limone                                                   350
  • Conclusioni
    Spero di aver fatto un po’ di chiarezza. I solfiti sono solo uno dei moltissimi additivi nocive per il nostro organismo. Se fosse l’ unico , probabilmente questo articolo non avrebbe ragione di essere. Sfortunatamente non è così ed assieme ai solfiti ingeriamo moltissime altre sostanze tossiche che si accumulano nel nostro organismo. Sapere in quali alimenti è maggiormente concentrato può essere di aiuto a limitarne l’ assunzione.
    Fonte