"L'HIV è un problema che non mi riguarda". Questo sembrerebbe essere, in sintesi, l'esito dell'indagine condotta da GfK Eurisko per indagare le conoscenze degli italiani sull’HIV, sugli strumenti di prevenzione, sulla percezione del rischio di contagio e sulla rappresentazione della persona con HIV nella società odierna. Realizzata intervistando oltre mille persone, dall'indagine è infatti emerso che 8 italiani su 10 non si sentono a rischio di contrarre l’HIV perché confidano nelle proprie abitudini e nei propri comportamenti. Diversi gli spunti messi in evidenza dai risultati dell'indagine.
La diagnosi precoce e la prevenzione - Quanto alla diagnosi precoce, solo la metà degli intervistati (46%) indica il test dell’HIV come possibile strumento. Eppure, come spiega Andrea Antinori, direttore Malattie infettive al Lazzaro Spallanzani di Roma, "non va mai sottovalutata l’importanza della diagnosi precoce dell’infezione. E’ infatti dimostrata la correlazione tra l’inizio delle terapie e l’incremento della durata della vita e la riduzione di comorbilità, perciò è importante favorire una diagnosi precoce, oltre che garantire l’accesso alle terapie antiretrovirali innovative". Riguardo ai metodi preventivi, il 90% degli intervistati ritiene che avere rapporti sessuali protetti sia il metodo più efficace per non contrarre l’infezione, mentre circa il 17% ritiene che il modo migliore per prevenire l’infezione sia non avere contatti con le persone sieropositive.
Tossicodipendenti e omosessuali: lo stereotipo è duro a morire - Se da un lato non si sentono a rischio personale, il 60% degli italiani pensa che la contrazione del virus dell’HIV riguardi prevalentemente i tossicodipendenti, le persone con relazioni promiscue e gli omosessuali: "Questi risultati dimostrano quanto oggi la percezione del malato di HIV sia ancora legata a stereotipi e false credenze dovute probabilmente a carenza di informazioni - afferma Isabella Cecchini, Direttore del Dipartimento di ricerche sulla salute di GfK Eurisko -. Questi dati confermano che nonostante siano passati trent’anni si tende ancora a considerare l’HIV come un problema che non ci tocca direttamente, e per paure - basate molto spesso su una conoscenza stereotipata della malattia e del paziente - si tende a rimuovere il rischio personale".
Le barriere sociali - Quanto alla rappresentazione della persona con HIV nella società odierna, dai dati raccolti dall'indagine emerge che 2 italiani su 3 hanno affermato che si sentirebbero a disagio e con non poche preoccupazioni a frequentare una persona con HIV, mentre un italiano su 3 si sente sicuro a rapportarsi con i malati di HIV, e il 60% di chi dichiara questo conosce personalmente un paziente.
Troppa carenza di informazione - Le informazioni e le notizie che rcircolano sull'HIV e su tutto ciò che ruota intorno allamalattia sono attualmente scarse. Così la pensa la maggior parte degli intervistati, che si ritengono "insoddisfatti": 9 italiani su 10 hanno sentito parlare di HIV, ma non di recente, e il 75% ritiene che il tema sia poco trattato e vorrebbe che fosse più affrontato soprattutto nelle scuole (79%), sui mass media (66%), ma anche dal medico (54%).
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