lunedì 9 febbraio 2015

Alimentazione e cancro


Da diversi anni numerose ricerche oncologiche si sono susseguite, tra conferme e smentite, per cercare di dare una risposta a questa domanda. Stando alle attuali conoscenze una percentuale compresa tra il 30 ed il 50% dei tumori potrebbe essere "evitata" grazie ad una dieta corretta. La relazione tra alimentazione e cancerogenesi è stata scoperta anche attraverso lo studio dell'incidenza di alcuni tipi di cancro in relazione all'area geografica di appartenenza. Si è così scoperto che certi tumori sono più frequenti in alcuni Paesi rispetto ad altri.
  Ulteriori ricerche hanno inoltre dimostrato che la diffusione di tali forme tumorali tende a livellarsi ai valori usuali di una determinata area geografica quando una persona si trasferisce stabilmente in tale parte del mondo adottando le abitudini alimentari tipiche del contesto socieconomico locale.
Tali differenze spesso sono notevoli. Secondo i dati OMS datati 1996 il cancro dello stomaco in Giappone è 25 volte più frequente che in Uganda, quello del colon negli Stati Uniti è 10 volte più diffuso che in Nigeria mentre il cancro del fegato in Mozambico è 100 volte più frequente che in Inghilterra.
Ed ancora: i nigeriani che vivono in Africa hanno meno tumori del colon, del retto e del fegato di quelli emigrati negli Stati Uniti; tra i giapponesi emigrati nelle Hawai, dove lo stile di vita è di tipo occidentale, la frequenza dei tumori è diversa rispetto a quella che si registra nella madre-patria.
Analogo discorso può essere fatto per il cancro alla mammella: mentre l'incidenza di questo tipo di tumore è elevata nei Paesi Industrializzati occidentali, nell'area asiatica il rischio è notevolmente inferiore ed aumenta sensibilmente non appena le donne orientali migrano verso tali Paesi.
L'incidenza più bassa per il cancro alla prostata è stata registrata a Singapore (13%) ed Hong Kong (15%) mentre il più alto valore appartiene alla Svezia (31%). Si è visto inoltre che un soggetto svedese che ha già il doppio di probabilità rispetto ad uno di Hong Kong di essere portatore di tumore prostatico, ha una probabilità otto volte maggiore di morire di cancro alla prostata.
In Italia notevoli differenze sono state registrate tra l'area di Forlì-Ravenna e Firenze rispetto al resto della Penisola. In questa zonal'incidenza del tumore allo stomaco è quattro volte superiore rispetto al centro sud. Tale differenza sarebbe legata anche ad una dieta ricca di salumi ed insaccati, troppo spesso eccessivamente ricchi di nitriti e nitrati.
In ogni caso nessun alimento in particolare è stato individuato come protettivo o causale; l'unica relazione certa sembra essere quella tra l'eccessivo consumo di grassi e tumore della mammella nella donna e carcinoma del colon sia nel maschio che nella femmina; l'abuso di alcol è invece un importante fattore predisponente per lo sviluppo della cirrosi epatica e vari tipi di tumori.

Tumori
Fattori di rischio nella dieta
Abuso di vinobirra e soprattutto superalcolici;
carenza di vitamina CFerro, Zinco; Nitriti e nitrati
Nitrati e soprattutto i nitriti contenuti in insaccati, cibi essiccati ed affumicati; vedi l'articolo dedicato: nitriti e nitrati
Eccesso di proteine della carne, di oli vegetali (soprattutto quelli tropicali) e grassi trans o idrogenati; supplementi di calcio e/o carenza di fibre nella dieta
FegatoAbuso di alcolici e consumo di alimenti contaminati
Eccesso di alcool

Principali tumori dieta correlati:
Colon
Mammella
Pancreas
Fegato
Prostata
Utero
Stomaco
Importanza dello stile di vita

Un'alimentazione scorretta è soltanto uno dei tanti fattori implicati nello sviluppo di un tumore. La dieta rientra infatti nella grande famiglia dei fattori di rischio modificabili in quanto correlati allo stile di vita della persona.
Non si tratta quindi di mangiare soltanto in modo corretto ma anche di svolgere regolare attività fisica evitando il più possibile alcol, droghe, eccessiva esposizione solare e abuso di farmaci.
Le verdure, per esempio, possono esercitare un'azione protettiva nei confronti del tumore del polmone ma tale beneficio può essere insufficiente se la persona che le consuma regolarmente è un accanito fumatore.
L'obesità , nella quale è possibile riconoscere una componente di natura alimentare (dieta) ed una comportamentale (sedentarietà), è un importante fattore di rischio per molti tipi di tumore come quello alla mammella, al colon-retto, alla prostata, alla cervice, all'ovaio e all'esofago.


Esiste una dieta efficace per prevenire i tumori?

Così come non esiste un singolo alimento implicato nella genesi delle forme tumorali allo stesso modo non esiste un cibo "magico" in grado di proteggere l'organismo da queste malattie. Il ruolo protettivo di alcune categorie di alimenti è comunque ormai certo.
Una dieta ricca di alimenti vegetali, per esempio, riduce il rischio di molti tumori:
fitoestrogeni, sostanze naturali contenute nei semi di molti vegetali (soia, lino e in misura minore i cereali integrali, i legumi, la frutta, le noci, le mandorle), sembrano avere un'azione protettiva nei confronti del tumore alla mammella;
soia, aglio, cipollascalognopomodori e derivati, così come gli alimenti o integratori che contengono zinco, beta-carotene, vitamina C e calcio, aiutano a prevenire il cancro alla prostata (vedi anche: il licopene).
Il 25%  dei casi di cancro al colon-retto, il 15% di cancro alla mammella ed il 10% di cancro alla prostata, pancreas ed endometrio potrebbe essere evitato aderendo alle indicazioni della dieta mediterranea [ Trichopoulou et al, 2000 ]

ALCUNI CONSIGLI:
evitare eccessi calorici e svolgere regolare attività fisica in modo da mantenere il peso forma e non appesantirsi troppo (non più di 5 chili)
ridurre l'apporto percentuale di grassi, limitando in modo particolare il consumo di quelli idrogenati (trans) e di quelli saturi
integrare la dieta giornaliera con alimenti ricchi di vitamine (agrumi, vegetali ad alto contenuto in caroteneortaggi) e fibre vegetali; si consiglia pertanto di includere nella dieta almeno 4 porzioni al giorno di verdure o di frutta (pari a 600-800 grammi) approfittando delle varietà che offrono le stagioni
limitare l'assunzione di bevande alcoliche e zuccherate
limitare l'apporto di sale al di sotto degli 8 g/die preferendo le erbe aromatiche
ridurre significativamente il consumo dei cibi conservati, soprattutto mediante salatura o affumicatura;
evitare  cibi fritti,  preparati  ad   elevate   temperature (vedi: oli migliori per friggere) o a fuoco vivo (grigliatura).
E' preferibile sostituire almeno tre volete alla settimana la carne con il pesce ed altrettante volte la carne con i legumi

COTTURA ALLA GRIGLIA

-innanzitutto scegliere carne di buona qualità e di provenienza garantita, in questo modo scongiuriamo almeno in parte i pericoli che ai residui tossici di cottura si associano anche residui di ormoni o altre sostanze cancerogene utilizzate nell'allevamento del bestiame.
-evitare i tagli di carne più grassa poiché è proprio il grasso a subire le alterazioni più dannose con il calore
-per lo stesso motivo limitare l'ungitura delle pietanze durante la cottura
-evitare di consumare alimenti chiaramente carbonizzati o almeno raschiare via le parti abbrustolite
-bere molta acqua ed evitare l'associazione con alcolici per facilitare l'eliminazione delle tossine
-associare nella propria dieta carne ed alimenti ricchi di fibre e antiossidanti come le verdure, che, per sfruttare a pieno il loro potere antiossidante, vanno consumate preferibilmente crude (ad eccezione del pomodoro)
-evitare di salare eccessivamente le pietanze

INSACCATI, NITRITI E NITRATI

nitriti (E249 E250) : è bene evitare o perlomeno limitare il loro consumo;
nitrati (E251 E252) : vanno consumati con moderazione in quanto meno pericolosi dei precedenti ma non del tutto sicuri
nitrati (E251 E252) in associazione a acido ascorbico (vit C) e citrico: abbastanza sicuri, grazie alle proprietà benefiche esercitate dalla vitamina C (azione antibatterica, azione inibitoria sulla trasformazione dei nitrati in nitriti).
evitare di riscaldare i cibi contenenti nitrati, poiché il calore ne facilita la trasformazione in nitriti

PROBIOTICI E PREBIOTICI: attività anticancerogena/antimutagena

I dati fino ad ora disponibili riguardano la riduzione del cancro al colon.
Una possibile spiegazione è data dalla capacità dei lattobacilli di sopprimere la crescita di specie batteriche, che convertono i procancerogeni in cancerogeni, riducendo così la concentrazione di sostanze cancerogene nell'intestino.
Inoltre, i lattobacilli possono sequestrare a livello intestinale composti potenzialmente mutageni evitando così che questi vengano assorbiti.
Oltre al fruttosio, i principali prodotti che si formano dal processo di fermentazione, ad opera della microflora intestinale, dei FOS (un tipo particolare di prebiotici), sono acidi grassi a catena corta come acido acetico, propionico e butirrico (che sembrano avere azione preventiva nell'eziologia del cancro al colon).

<p style="display: none;"><cite><a href="http://www.my-personaltrainer.it/dieta/dieta-cancro1.html">Dieta per prevenire i tumori</a></cite> da http://www.my-personaltrainer.it/dieta/dieta-cancro1.html</p>




<p style="display: none;"><cite><a href="http://www.my-personaltrainer.it/dieta/dieta-cancro.html">Alimentazione e cancro: esiste una dieta contro il cancro?</a></cite> da http://www.my-personaltrainer.it/dieta/dieta-cancro.html</p>

<p style="display: none;"><cite><a href="http://www.my-personaltrainer.it/dieta/dieta-cancro.html">Alimentazione e cancro: esiste una dieta contro il cancro?</a></cite> da http://www.my-personaltrainer.it/dieta/dieta-cancro.html</p>



<p style="display: none;"><cite><a href="http://www.my-personaltrainer.it/dieta/dieta-cancro.html">Alimentazione e cancro: esiste una dieta contro il cancro?</a></cite> da http://www.my-personaltrainer.it/dieta/dieta-cancro.html</p>


Nessun commento:

Posta un commento