mercoledì 20 aprile 2016

Cioccolato fondente contro l'insonnia: funziona davvero?



L'idea da uno studio su Nature che approfondisce il ruolo svolto dal magnesio nelle cellule

Da qualche tempo circola una notizia assai appetitosa: la terapia contro l’insonnia potrebbe essere a base di cioccolato fondente. Il motivo? Si tratta di una fonte di magnesio, minerale che secondo uno studio pubblicato su Nature da un gruppo di ricercatori guidato da Gerben van Ooijen, esperto della Scuola di Scienze Biologiche dell’Università di Edimburgo, aiuta le cellule ad adattarsi all’alternarsi tra il giorno e la notte.

Lo studio in questione ha previsto di condurre esperimenti sulle cellule di tre organismi viventi molto diversi fra loro: l’uomo, le alghe e i funghi. In tutti e tre i casi è stato dimostrato che i livelli di magnesio oscillano coordinati con lo scorrere delle ore della giornata, ma non solo. Van Ooijen e collaboratori hanno infatti scoperto anche che le oscillazioni nei livelli di magnesio esercitano un impatto enorme sul metabolismo cellulare, influenzando la capacità delle cellule di convertire i nutrienti in energia e di bruciare queste energie. A sorprendere i ricercatori è stato soprattutto il ruolo giocato dai livelli di magnesio nello stabilire quando i nutrienti vengono convertiti in energia e con quale efficienza.

Gli scienziati ipotizzano che il fenomeno scoperto a livello cellulare possa influenzare anche il funzionamento dell’orologio circadiano dell’intero organismo, cioè di quell’insieme di fenomeni che sincronizzano con lo scorrere delle ore della giornata funzioni biologiche dell’organismo come la regolazione della temperatura, il rilascio di ormoni e il sonno. Come sottolinea però lo stesso van Ooijen “ora è fondamentale capire in che modo queste osservazioni fondamentalmente nuove si traducano a livelli di tessuti interi o di organismi”.

Prima di poter giustificare un consumo elevato di cioccolato con la necessità di dormire meglio sarà quindi necessario aspettare le prove dei suoi benefici, assenti in questo studio. Purtroppo altre ricerche sembrano suggerire proprio il contrario, o quantomeno sembrano invitare a limitarne il consumo nella seconda parte della giornata, quando potrebbe portare a insonnia. Per il momento i ricercatori di Edimburgo sembrano puntare più su un’altra possibilità: sfruttare il ruolo del magnesio per mettere a punto approcci di cronoterapia in cui i trattamenti medici vengano somministrati in precisi orari della giornata.



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