mercoledì 28 febbraio 2018

Il gozzo: quando la tiroide è ingrossata





Il termine gozzo indica genericamente un aumento di volume della tiroide, non indicativo di una specifica patologia, potendo verificarsi sia in caso di ipertiroidismo che di ipotiroidismo, e tenendo presente che la ghiandola può crescere anche in condizioni fisiologiche (quando è sottoposta a uno sforzo maggiore – es. in gravidanza).

All’interno di questa approssimazione è però opportuno distinguere e classificare varie tipologie di gozzo e le relative cause di insorgenza:

Gozzo semplice

L’aumento di volume e di peso della ghiandola tiroidea si può verificare come fenomeno di compensazione, quando essa non è in grado di produrre adeguate quantità di ormoni tiroidei. Il problema è comune nelle regioni a carenza iodica (si parla perciò di gozzo “endemico”), ma può insorgere anche a causa di una dieta povera di iodio o ricca di alimenti, detti “gozzigeni”, che ostacolano l’assimilazione dello iodio (es, cavoli, rape, spinaci). Il gozzo interessa maggiormente le donne, e può anche comparire in periodi di maggior lavoro della tiroide (es. pubertà o gravidanza).

Gozzo multinodulare

Rappresenta l’evoluzione naturale di un gozzo semplice. La cronica stimolazione della ghiandola a crescere determinata dalla carenza iodica o dalle sostanze gozzigene alla fine seleziona gruppi di cellule all’interno della tiroide che iniziano a svilupparsi in modo accelerato e formano noduli. Laddove i noduli producano alterazioni estetiche o fenomeni compressivi il gozzo multinodulare viene trattato chirurgicamente.

Gozzo uninodulare tossico (morbo di Plummer)

Piuttosto raro, è determinato dalla presenza di un tumore benigno all’interno della tiroide che cresce e produce ormoni tiroidei in modo autonomo. Non sempre porta a ipertiroidismo. Il problema è spesso asintomatico, rendendo difficile e casuale la diagnosi.

Gozzo multinodulare tossico

Si tratta di un gozzo multinodulare che presenta al suo interno uno o più noduli in grado di crescere e produrre ormoni tiroidei in modo autonomo e che a distanza di tempo può portare all’ipertiroidismo. In effetti si tratta della causa più frequente di ipertiroidismo nelle aree iodio-carenti. Sia il gozzo uninodulare che quello multinodulare tossico vengono trattati con la somministrazione di iodio radioattivo oppure chirurgicamente.

Gozzo diffuso tossico (morbo di Basedow)

Questa malattia autoimmune (ovvero dovuta dovuto a un’anomalia del sistema immunitario che in pratica “agisce” contro il soggetto) è la causa più frequente di ipertiroidismo nelle aree iodio-sufficienti: può svilupparsi a qualsiasi età ed è molto più frequente nelle donne rispetto agli uomini (circa 10 volte).
A causa dell’ipertiroidismo, tra i primi sintomi della malattia vi sono astenia, instabilità emotiva, ipersensibilità al caldo, insonnia, calo di peso e alterazioni della pelle, oltre all’aumento di dimensioni della tiroide e agli occhi sporgenti.
Tra le varie possibili cause della risposta immunitaria scorretta che determina la malattia: una gravidanza, terapie che alterano la risposta immunitaria o infezioni virali e batteriche. Il trattamento della patologia è rivolto principalmente al controllo dell’ipertiroidismo con terapia farmacologica tireostatica, radiometabolica oppure chirurgica.

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