mercoledì 26 settembre 2018

Arachidi, i benefici nutrizionali






All'interno di una dieta salutare la frutta secca si è guadagnata un posto di rilievo. E insieme a noci e mandorle, ad esempio, è annoverato un prodotto che non è propriamente frutta secca ma che, allo stesso modo, è alleato del benessere: le arachidi. Queste, sebbene siano note anche come noccioline americane o pistacchi di terra, appartengono in realtà a una famiglia di leguminose. Sono un prodotto diffuso in tutto il mondo e consumato in diverse forme, non solo come frutta secca, per l'appunto. Da questi grossi semi si ricavano infatti l'olio e il burro d'arachidi

Oltre al semplice snack, da sole o in un mix di frutta secca, le arachidi possono arricchire uno yogurt o impreziosire piatti esotici, come nel pollo alle arachidi. 
Oltre al semplice snack, da sole o in un mix di frutta secca, le arachidi possono arricchire uno yogurt o impreziosire piatti esotici, come nel pollo alle arachidi. 

Negli ultimi anni diverse ricerche scientifiche hanno indicato i benefici per la salute derivanti dal consumo di frutta secca, arachidi comprese, rispetto alla riduzione del rischio di alcune malattie croniche. Le arachidi sono infatti ricche di fibre, antiossidanti, fitosteroli e grassi “buoni”.

Il pieno di proteine e minerali

Un particolare decisivo, e che non va dunque trascurato, è il rilevante apporto calorico delle arachidi così come della frutta secca in generale. Pertanto questa va consumata con moderazione nell'arco della giornata. Come rileva l'Usda, United States Department of Agriculture, in 100 grammi di arachidi ci sono 567 calorie.

Ma le arachidi sono un'ottima fonte di proteine vegetali, più degli altri spezza-fame come mandorle, noci e nocciole. Un etto di arachidi contiene 25,8 gr di proteine (in misura variabile sono presenti tutti i venti amminoacidi), oltre a 49,24 gr di grassi, 16,13 gr di carboidrati e 8,5 gr di fibre. I grassi sono soprattutto mono- e polinsaturi, oltre a anche una piccola quantità di grassi saturi. Il colesterolo è inesistente.

Per quanto riguarda i micronutrienti le arachidi sono fonte eccellente di vitamine del gruppo B, in particolare folati, riboflavina (o vitamina B2), niacina (o vitamina B3), utili per il metabolismo e la crescita, e anche di vitamina E, un antiossidante. Tra i minerali ci sono il calcio (92 mg), il ferro (4,58 mg), il magnesio (168 mg), il fosforo (376 mg), e il potassio (705 mg).

Le arachidi contengono poi il resveratrolo, anch'esso dalle significative proprietà antiossidanti, e i fitosteroli, componenti naturali simili al colesterolo che ne contrastano l'assorbimento.

Frutta secca e cuore


Un recente studio ha messo in relazione il consumo di frutta secca, tra cui le arachidi, e il benessere cardiovascolare. Dei ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health hanno visto che il suo consumo quotidiano è associato a una riduzione del rischio di malattia cardiaca o arteriopatia coronarica. Lo studio, pubblicato su Journal of the American College of Cardiology, ha analizzato i dati di oltre 210 mila persone nell'arco di 32 anni. Tra gli altri risultati è emerso che il consumo di circa 28 arachidi almeno due volte a settimana era associato con un minor rischio delle due patologie del 13%. Con cinque o più porzioni questa percentuale saliva al 14%.

In precedenza, anche un altro studio prospettico pubblicato su Jama Internal Medicine, condotto su due gruppi rispettivamente di circa 72 mila e 135 mila individui, aveva sottolinato i benefici delle arachidi. Un team internazionale di ricercatori aveva concluso che il consumo regolare di arachidi era correlato a una riduzione della mortalità generale (del 21% e del 17% nei due gruppi) e per cause cardiovascolari rispetto a chi non ne mangiava.


Gli effetti del consumo di arachidi sono stati osservati anche in relazione al metabolismo. Ad esempio una ricerca statunitense del 2014 pubblicata su Nutrition Journal condotta su pazienti con diabete di tipo 2, ha visto che l'inserimento di 46 gr al giorno di arachidi e/o burro d'arachidi nella dieta si correlava a un miglioramento, in 24 settimane, della quantità di nutrienti con proprietà benefiche per il sistema cardiovascolare come il magnesio, la niacina e i grassi insaturi.

Carboidrati, consumo moderato allunga la vita



    Un consumo moderato di carboidrati potrebbe allungare la vita. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Lancet Public Health dagli scienziati statunitensi del Brigham and Women Hospital di Boston e dell’Università del Minnesota di Minneapolis, secondo cui chi segue un’alimentazione caratterizzata da un apporto medio di carboidrati potrebbe vivere fino a quattro anni più a lungo di chi segue una dieta low carb.

Per giungere a queste conclusioni, gli autori hanno monitorato il regime alimentare e le condizioni sanitarie di 15.428 cittadini americani di età compresa tra 45 e 64 anni, che avevano preso parte all’indagine “Atherosclerosis Risk in Communities Study” tra il 1987 e il 1989, per un periodo di 25 anni. L’analisi ha evidenziato che le diete povere di carboidrati – caratterizzate da un contenuto inferiore al 40% dell'energia totale - o troppo ricche di queste sostanze - apporto superiore al 70% - erano associate a un aumento della mortalità rispetto a quelle che ne prevedevano una quantità moderata - introito pari al 50-55% dell'energia. In particolare, i ricercatori hanno osservato che a partire dall’età di 50 anni l'aspettativa di vita media dei soggetti che consumavano dosi moderate di carboidrati era pari ad altri 33 anni, circa un anno in più rispetto a chi ne assumeva troppi (32 anni) e addirittura quattro anni in più rispetto a chi ne mangiava troppo pochi (29 anni).
Secondo gli esperti, i risultati dell’indagine suggeriscono pertanto che le diete low carb, che negli ultimi anni hanno acquisito molta notorietà, potrebbero accorciare la durata della vita. Ma se proprio si desidera ridurre l’apporto di carboidrati, gli autori consigliano di sostituirli con alimenti di origine vegetale. “Le diete low carb che sostituiscono i carboidrati con proteine o grassi stanno guadagnando popolarità diffusa come metodi per restare in salute o per perdere peso – osserva Sara B. Seidelmann, che ha diretto la ricerca -. Tuttavia, i nostri dati suggeriscono che le diete low carb a base di alimenti di origine animale, che sono diffuse in Nord America e in Europa, potrebbero essere associate a una durata della vita più breve e dovrebbero essere scoraggiate. Al contrario, scegliere di sostituire i carboidrati con grassi e proteine di origine vegetalepotrebbe effettivamente aiutare a invecchiare in modo sano nel lungo termine”.

Come pulire il colon e bruciare i grassi con farina di semi di lino e kefir



Avere un colon che funziona al 100% significa avere un sistema digestivo e una funzione intestinale efficienti. Questo previene disturbi quali diarrea o al contrario costipazione, aiuta il sistema immunitario e la perdita di peso. Anche l’intestino ha bisogno di essere liberato da depositi di scorie, parassiti e muco. Sembra che per pulire il colon efficacemente, possono essere utili due alimenti molto importanti per la salute: il kefir e i semi di lino.

Kefir e semi di lino: le proprietà

Il Kefir è una bevanda fermentata, in genere a base di latte, ricca di proteine, aminoacidi e fermenti lattici vivi utili a riequilibrare la flora intestinale e a distruggere i parassiti. Esiste la variante realizzata con acqua, altrettanto benefica, ma con un minore quantitativo di fermenti vivi.
semi di lino sono un alimento ricco di Omega 3, Omega 6, Omega 9, fibre, acidi grassi polinsaturi, sostanze fitochimiche e alfa linolenici. I semi di lino apportano numerosi benefici alla nostra salute: regolarizzano i processi intestinali, stimolano il sistema immunitario e attivano i processi di disintossicazione favorendo la depurazione generale dell’organismo.

Perché sono utili per pulire il colon?

Sono utili per pulire il colon perché facilitano il passaggio delle feci. Nel nostro caso utilizzeremo la farina di semi di lino, efficace per pulire l’intestino dai depositi fecali e dai parassiti, conservando pienamente la microflora intestinale, ma anche per ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.
La farina di semi di lino si ricava macinando i semi della pianta. Contiene una notevole quantità di proteine e calcio, pochi carboidrati e preziosi minerali. È utilizzata per molte cose, anche per realizzare dolci e alimenti salati.

Semi di lino e Kefir: la ricetta per pulire il colon

La ricetta che vi proponiamo è utile anche per normalizzare il peso e favorire lo smaltimento dei grassi. Serve per ripulire il colon, per favorire il metabolismo e contrastare le malattie del tratto gastrointestinale. Va consumata al posto della colazione per circa tre settimane.
Ecco cosa serve. Per la prima settimana:
  • 1 cucchiaio di farina di semi di lino
  • 100 ml di kefir
Per la seconda settimana:
  • 2 cucchiai di farina di semi di lino
  • 100 ml di kefir.
Per la terza settimana:
  • 3 cucchiai di farina di semi di lino
  • 150 ml di kefir.
Gli ingredienti devono essere mescolati insieme. La ricetta deve essere preparata fresca ogni mattina. Mai farne in più per i giorni dopo, perché i semi di lino potrebbero andare a male.
Consumate questa miscela al momento della colazione. Assicuratevi di bere almeno 8 bicchieri di acqua al giorno .
Se trovate difficoltà a ottenere o preparare il Kefir, potete utilizzare in alternativa dello yogurt al naturale.

Olio EVO: scoperta proteina “segreta” che protegge il cuore


Che l’olio EVO faccia bene al cuore è risaputo. È infatti un vero e proprio elisir di lunga vita, secondo gli esperti: ingrediente cardine della dieta mediterranea, contrasta l’invecchiamento precoce delle cellule, prevenendo i tumori.

Da oggi sappiamo anche che l’olio extravergine di oliva è un prezioso alleato contro infarti, ictus e aterosclerosi. Alcuni ricercatori hanno infatti scoperto l’azione di un’importante proteina, contenuta nell’olio, che favorisce la circolazione sanguigna.

Olio EVO salva-cuore: la ricerca

Il nuovo studio sui benefici dell’olio EVO è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications. Condotta dagli esperti canadesi del St. Machael’s Hospital di Toronto, la ricerca ha dimostrato perché l’extravergine di oliva aiuta la nostra salute cardiovascolare.
Il merito sarebbe di una proteina, chiamata ApoA-IV. La sua funzione? Regolare l’eccesso di “attività” delle piastrine. Come sappiamo, le piastrine sono cellule che servono a scongiurare le emorragie. Se si aggregano in maniera impropria, però, possono bloccare la circolazione del sangue. Provocando quindi anche infarti o ictus, ma anche aterosclerosi.
Ingerendo cibi contenenti grassi insaturi, spiegano i ricercatori, i livelli di ApoA-IV nel sangue aumentano. Grassi insaturi di cui proprio l’olio EVO è ricco.
Entrando nello specifico dello studio, i ricercatori hanno scoperto il meccanismo per cui ApoA-IV si lega a un recettore presente sulle piastrine. Questo legame impedisce alle piastrine di aggregarsi impropriamente.
Nuove analisi e ricerche su ApoA-IV potranno presto portare all’ideazione di nuove terapie per prevenire e proteggere la salute del nostro cuore e di tutto il sistema cardiovascolare.

Olio extra vergine di oliva: valori nutrizionali e proprietà

Abbiamo parlato della funzione importante dei grassi insaturi dell’olio EVO. Ma quanti ne contiene esattamente? Ecco tutti i valori nutrizionali di 100 grammi di olio extravergine di oliva:
  • Lipidi 99,9, di cui:
    – Saturi 14,46%
    – Monoinsaturi 72,95%
    – Polinsaturi 7,52%
    – Energia 899 kcal
    – Ferro 0,2 mg
    – Vitamina A 36 mg
    – Vitamina E 22,4 mg
Contiene inoltre tracce di zinco, rame e selenio. Tra gli acidi grassi essenziali contenuti nell’olio EVO troviamo gli omega-6, che aiutano a regolare il colesterolo LDL, e omega-3, utili per la salute dei vasi sanguigni e per la regolazione del battito cardiaco.
Sono inoltre presenti:
  • Squalene: antiossidanti e regolatorici del colesterolo
  • Carotenoidi: protettivi contro le malattie degenerative
  • Tocoferoli (Vitamina E): potenziano il sistema immunitario
  • Polifenoli: antiossidanti
Grazie a tutte queste sostanze nutritive, l’olio EVO ci aiuta contro l’invecchiamento precoce. Soprattutto, favorisce la lotta ai radicali liberi, responsabili di danni cellulari e al DNA, che a lungo andare innescano la genesi dei tumori.
Da non sottovalutare, infine, le funzioni organolettiche dell’olio extravergine di oliva, che ci aiutano anche a ridurre il rischio di ulcere.

Come consumarlo

Dalla Fondazione Veronesi, ci spiegano anche quando e come assumere olio EVO:
«Sicuramente per una dieta sana ed equilibrata non vanno superate le dosi di tre cucchiai al giorno. È importante ricordare infatti che l’olio non è un farmaco: un eccessivo consumo non fa abbassare il colesterolo ma, al contrario, lo innalza! Per quanto riguarda invece il modo in cui lo si utilizza, il consiglio è quello di preferirlo a crudo. Va però anche detto che l’extravergine non è dannoso nei cibi cucinati».