venerdì 29 marzo 2024

Dieta in menopausa: consigli per rimanere in forma

 Durante la menopausa è importante curare la dieta senza escludere i nutrienti necessari. Alcuni aiutano anche ad alleviare i sintomi di questa fase d’età. Scopri l’alimentazione più adatta.

Una volta potevi reggere pranzi infiniti e dolci pieni di panna; ora smaltire quelle calorie sembra una sfida più difficile rispetto a prima. Questo perché il metabolismo dopo i 50 anni rallenta e l’organismo non funziona più come prima: gli androgeni aumentano e con loro anche il tessuto adiposo a livello addominale.

Ma una soluzione c’è: ricorrere ad una dieta mirata per la menopausa con la giusta integrazione di nutrienti.

Dieta e menopausa: cosa mangiare

Nella dieta dimagrante per la menopausa è consigliato adottare un’alimentazione mirata e ispirata a quella mediterranea, che sostenga i cambiamenti ormonali e riesca ad alleviare gli effetti della menopausa. Nello stesso tempo è opportuno che rispetti il proprio fabbisogno calorico senza compromettere il bilancio energetico della donna.


Tra i cibi che hanno un effetto benefico sull’attività ormonale e sul benessere della donna in generale inseriamo quelli più leggeri e rinfrescanti, ma comunque ricchi di nutrienti come:

  • Verdure, soprattutto quelle della famiglia delle Crucifere (broccoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles). Posseggono molti antiossidanti per combattere i radicali liberi e proteggere la struttura delle cellule.
  • Frutta come mele, arance, pere, ananas e mango contengono fibre, ma anche vitamine del gruppo B e C, importanti per il benessere della pelle e dei processi di divisione cellulare. Meglio, invece, fare maggiore attenzione alla frutta zuccherina e calorica, come uva, banane, fichi, castagne e avocado.
  • Farro, quinoa, cous cous e riso. Meglio se integrali, questi carboidrati permettono di tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue e di saziare con facilità e hanno anche un buon contenuto di proteine vegetali.
  • Pesce azzurro e grasso, come sgombro, aringa, anguilla e sardine. Questi alimenti sono perfetti per la dieta in menopausa perché sono ricchi di omega 3, che sostengono la salute ormonale e cerebrale e proteggono il sistema cardiovascolare.
  • Latticini tra cui yogurt, fiocchi di latte introducono la giusta dose di calcio, indispensabile per la salute delle ossa.
  • Si possono assumere anche carne (meglio se bianca) e uova se i livelli di colesterolo sono nella norma.

Inoltre, nella dieta per donne in menopausa non può mancare una categoria di cibi specifica: quella composta da alimenti ricchi di fitoestrogeni. Parliamo di cibi come:

  • La soia e i suoi derivati (come il latte di soia)
  • Il tofu
  • Noci e semi (mandorle, semi di lino, di zucca, di girasole)
  • Legumi (ceci, fagioli, lenticchie)
  • Cereali (grano, mais, orzo, avena, segale)
  • Piante come la salvia, il luppolo, il trifoglio rosso e l’erba medica. Le prime due sono impiegate anche nella formulazione di specifici integratori per la menopausa.

Frutta e verdura di stagione: la dispensa di marzo

 La frutta e la verdura di marzo danno il benvenuto alla primavera nel migliore dei modi, cioè offrendoci i nutrienti essenziali per affrontare il cambio di stagione come si deve!

La primavera è il risveglio della Natura per eccellenza: i germogli fanno capolino sui rami, gli uccellini ricominciano a farci compagnia con il loro canto e la frutta e la verdura si popola con novità del mese di marzo, con cui preparare ottimi piatti per dare il benvenuto alla bella stagione.

La primavera, si sa, porta con sé anche i pollini, le allergie e gli sbalzi di temperatura. Tuttavia, con un’alimentazione basata sulla verdura e sulla frutta di marzo, sarà più semplice affrontare il cambio di stagione e sentirsi pieni di forze!

Le proprietà della frutta e della verdura di marzo

La lista della frutta e della verdura di questa stagione è caratterizzata da tanti benefici che ci permettono di rimanere in salute e arrivare preparati alla primavera. Si riconoscono in questi alimenti le loro proprietà diuretiche e antiossidanti e il loro ruolo di alleati del sistema immunitario grazie alla presenza di vitamine e minerali essenziali alle nostre difese.

Integrare i nutrienti con l’arrivo della primavera


er fare una buona scorta di nutrienti che proteggono il nostro sistema immunitario e rinforzano le difese, ci si può affidare all’azione svolta dall’integratore per le difese naturali V / Defense. Questo possiede nella sua formulazione tutti gli ingredienti necessari ad affrontare il cambio stagionale e i possibili malanni ad esso collegati. Parliamo in particolare di:

  • folato, il quale riduce la stanchezza e aumenta le difese dell’organismo;
  • vitamina D, che stimola la risposta immunitaria, oltre a favorire l’assorbimento di calcio e fosforo;
  • vitamina C, che mantiene la normale funzione del sistema immunitario durante e dopo uno sforzo fisico e funge da antiossidante naturale;
  • vitamina B6, utile a dare energia e regolare il normale funzionamento del sistema nervoso;
  • zinco, che protegge le cellule dallo stress ossidativo, dando anche un contributo alla funzione immunitaria.

mercoledì 13 marzo 2024

Che cos'è l'ipotiroidismo congenito?

 L'ipotiroidismo congenito è una condizione grave senza cura definitiva. È fondamentale individuarlo precocemente per poter somministrare i farmaci e prevenire gravi conseguenze nello sviluppo del bambino.






L’ipotiroidismo congenito si verifica quando un bambino non ha la capacità di produrre quantità normali di ormone tiroideo alla nascita. A volte si tratta di una diminuzione nella produzione di questa sostanza e a volte non c’è affatto.

La parola congenito implica che la condizione è presente fin dal momento della nascita, quindi il bambino nasce con un’attività carente della ghiandola tiroidea già nel grembo materno. Le statistiche indicano che 1 bambino su 3000-4000 è affetto da questa condizione.

L’ipotiroidismo congenito è collegato a un ritardo mentale prevenibile. Questo perché l’ormone tiroideo svolge un ruolo molto importante nello sviluppo cerebrale dei bambini. Il trattamento deve quindi essere precoce per prevenire disabilità intellettive.

Informazioni sulla tiroide

La tiroide è un organo di vitale importanza per lo sviluppo e il funzionamento dell’organismo. Si trova nel collo, nella parte anteriore della trachea. Secerne ormoni per sostenere il metabolismo energetico delle cellule.

La tiroide ha la forma di una farfalla e svolge un ruolo ormonale. È responsabile della regolazione di processi quali, ad esempio, la combustione delle calorie. I suoi problemi più frequenti sono l’ingrossamento, che chiamiamo gozzo, l’ipertiroidismo, che è un eccesso nella produzione di ormoni, e l’ipotiroidismo, che è una carenza nel suo funzionamento.

Nel caso dell’ipotiroidismo congenito o neonatale, se non viene individuato e trattato in tempo, può causare disturbi neurologici irreversibili e problemi nella crescita. È una condizione che, nella maggior parte dei casi, richiederà un trattamento medico per tutta la vita.

I pediatri sono preparati a rilevare i sintomi dell’ipotiroidismo congenito, anche nei bambini più grandi.

Sintomi dell’ipotiroidismo congenito

Per riassumere i sintomi dell’ipotiroidismo congenito, abbiamo preparato questo elenco, che spiegheremo in dettaglio:

  • Ittero.
  • Stitichezza.
  • Tono muscolare debole.
  • Intorpidimento o letargia.
  • Cambiamenti nella voce quando il bambino piange.
  • Edemi dei tessuti molli.
  • Lingua gonfia con ritenzione di liquidi.
  • Uno dei sintomi che possono segnalare la presenza di ipotiroidismo congenito in un neonato è l’ittero, ovvero l’ingiallimento della pelle e delle mucose. Se questa condizione è presente, e soprattutto se è prolungata, è necessario consultare senza indugio il pediatra.

    Un altro segno che suggerisce la presenza della malattia è un pianto rauco o debole, che deriva dalla pressione esercitata dalla ghiandola ingrossata sulla zona delle corde vocali. Questo ostacola il movimento dell’aria attraverso la regione e quindi la formazione dei suoni. Le ricerche suggeriscono che, anche se il bambino viene curato in seguito, il linguaggio potrebbe essere compromesso in futuro.

    I bambini con ipotiroidismo congenito sono eccessivamente sonnolenti e letargici. Rispondono più lentamente agli stimoli perché il metabolismo cellulare funziona a un ritmo più lento. Ciò si traduce in un’alimentazione scorretta a causa della svogliatezza e dell’astenia.

    Il viso di questi piccoli pazienti spesso si gonfia, il che comporta anche un ingrossamento della lingua, che occupa più spazio nella cavità orale. La situazione si ripercuote anche sull’alimentazione, insieme alle alterazioni dell’apparato digerente, che spesso sono rappresentate dalla stitichezza.

    Il tono muscolare è molto ridotto in questi pazienti. I pediatri riconoscono spesso la mancanza di riflessi negli arti inferiori e l’arresto dello sviluppo posturale prima dei due anni di età.

    Alla nascita, i neonati di solito non presentano chiari segni clinici di ipotiroidismo congenito.

    Potrebbe interessarvi anche: Vivere con l’ipotiroidismo: 4 consigli per gestirlo

    Possibili cause

    In sintesi, le cause dell’ipotiroidismo congenito possono essere classificate come segue:

    • Origine materna: farmaci assunti dalla madre che hanno influenzato lo sviluppo fetale, mancanza di iodio nella dieta materna.
    • Problemi di sviluppo embrionale: la ghiandola non si forma nel bambino o non produce abbastanza ormoni stimolanti la tiroide. È importante ricordare che la ghiandola tiroidea è la prima a comparire durante lo sviluppo embrionale. Può essere identificata già al 16° o 17° giorno di gestazione.
    • Origine autoimmune: compaiono anticorpi che attaccano la ghiandola del bambino, anche nel grembo materno. Di solito si tratta di anticorpi prodotti dalla madre stessa, ma possono anche provenire dal sistema immunitario in via di sviluppo del feto.
    • L’ipotiroidismo congenito può essere correlato alla nascita pretermine. È noto che lo scarso sviluppo durante la gestazione o l’assenza della ghiandola tiroidea a causa di un difetto ereditario sono possibili origini.

      Inoltre, la localizzazione della ghiandola può essere anomala o posizionata in punti che ne impediscono la funzionalità. Ogni volta che l’organo è carente nella produzione di ormoni o gli ormoni non sono in grado di svolgere la loro funzione nei tessuti periferici, si verificano dei sintomi.

      Alcuni studi collegano l’insorgenza di questa malattia all’uso di alcuni farmaci assunti dalla madre durante la gravidanza. Un altro fattore di incidenza è la mancanza di iodio nella dieta materna.

    • Nella maggior parte dei casi non esiste una componente ereditaria. Pertanto, un caso del genere in famiglia non comporta un aumento del rischio di avere figli affetti dalla malattia.

    • Diagnosi

    • Data l’importanza dell’ipotiroidismo congenito come malattia dei neonati, in diversi Paesi è stato predisposto uno screening generale. Questo prevede la ricerca di alterazioni degli ormoni tiroidei in tutti i neonati durante i primi giorni di vita.

      Non viene effettuato uno screening solo per le malattie della tiroide, ma anche per altre condizioni. Il test viene comunemente chiamato “test del tallone” , in quanto il sangue viene prelevato dal tallone del neonato per essere inviato al laboratorio.

      Il test del tallone consente di individuare le seguenti malattie:

      • Fenilchetonuria.
      • Fibrosi cistica.
      • Acidemia glutarica di tipo I.
      • Ipotiroidismo congenito.
      • Deficit di biotinidasi.
      • Anemia falciforme
      • Deficit di acil-CoA deidrogenasi degli acidi grassi a media catena.
      • Deficit di 3-idrossi acil CoA deidrogenasi degli acidi grassi a lunga catena.

      Lo screening neonatale per l’ipotiroidismo è obbligatorio in molti Paesi, tra cui l’Italia.

      Il campione di sangue del tallone viene prelevato entro 24 ore dalla nascita per migliorare la qualità del sangue da ottenere dal bambino. I risultati di solito non richiedono più di 7 giorni.

    • Trattamenti per l’ipotiroidismo congenito

      Nella maggior parte dei casi, l’ipotiroidismo congenito deve essere trattato per tutta la vita. Ad oggi la medicina non dispone di una cura e la possibilità di prevenire il disturbo non va oltre l’attenzione alla dieta e il controllo dei farmaci assunti durante la gravidanza.

      Questa condizione viene trattata sostituendo l’ormone che non viene prodotto dall’organismo del bambino. Al bambino viene somministrato un farmaco per sostituire l’ormone tiroideo mancante, di solito la levotiroxina artificiale.

      In genere il medico ordina l’uso del farmaco fin dalle prime due settimane di vita. Questo assicura una crescita e uno sviluppo neurologico adeguati. È molto importante seguire tutte le istruzioni, perché da questo dipende il successo del trattamento e la qualità di vita del bambino.

    • Fonte