mercoledì 19 novembre 2014

Antibiotici, aumenta la resistenza dei batteri: allarme morti e costi

La resistenza agli antibiotici, soprattutto negli enterobatteri, continua ad aumentare in tutta Europa, con l'Italia in prima fila insieme alla Grecia, seguite da Cipro e Romania. In particolare, continua a crescere la resistenza ai fluorochinoloni e alle cefalosporine di 3a generazione da parte del batterio Escherichia coli e la resistenza alle cefalosporine di 3a generazione nella Klebsiella pneumoniae (responsabile di numerose e differenti infezioni che colpiscono i pazienti ricoverati in ospedale). A scattare la fotografia dell'andamento della resistenza agli antibiotici in Europa e', come ogni anno, il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC), in occasione della Giornata degli antibiotici, giunta alla sua sesta edizione. L'antibiotico-resistenza, si legge nel report, e' ormai un fenomeno in aumento ed e' ormai globale, dato che interessa sia paesi industrializzati che paesi in via di sviluppo, come evidenziato anche da un recente rapporto dell'Organizzazione mondiale della Sanita'. Il batterio della klebsiella, inoltre, risulta sempre piu' resistente anche ai carbapenemi, come dimostrano i dati relativi al nostro Paese dove nel 2008 meno dell'1% di tali batteri era resistente, mentre la tale percentuale e' arrivata al 15% nel 2010, al 29% nel 2012 e al 35% nel 2013. I carpabeni, ricordano gli esperti dell'Istituto superiore di sanita' (che fornisce all'ECDC i dati relativi all'Italia), sono antibiotici di ultima risorsa, dei veri salvavita per infezioni gia' resistenti alla maggior parte degli antibiotici disponibili.
La resistenza a tali farmaci, dunque, puo' accrescere la mortalita' di almeno il 30%, percentuale che sale in caso di pazienti particolarmente fragili. Questi batteri, resistenti a tutti o quasi gli antibiotici disponibili, sono presenti in tutte le aree geografiche del nostro paese e in tutti i tipi di strutture di degenza, sia ospedali per acuti che lungo degenti e residenze assistenziali per anziani. Il controllo della loro diffusione e' difficile, perche' molti pazienti sono portatori asintomatici e possono trasmettere i batteri ad altri pazienti. Un altro problema per il nostro Paese e' rappresentato dall'Acinetobacter multiresistente, cioe' resistente a fluorochinoloni, aminoglicosidi e carbapenemi, e dallo Stafilococco aureo resistente alla meticillina (MRSA), la cui percentuale di resistenza rimane sempre critica (intorno al 35%), mentre molti paesi Europei sono riusciti a riportare la resistenza a livelli piu' bassi.
La resistenza agli antibiotici, sottolineano dall'Iss, e' divenuta ormai un'emergenza di sanita' pubblica, che determina aumento della spesa sanitaria, allungamento dei tempi di degenza, fallimenti terapeutici e aumento della mortalita'. Una tendenza che, nel nostro Paese, puo' essere invertita solo da una combinazione di interventi efficaci i cui cardini sono la promozione dell'uso prudente di antibiotici anche nel territorio e di strategie efficaci di controllo per bloccare la diffusione di batteri multiresistenti nelle strutture di assistenza. Quest'anno l'ECDC, in occasione della Giornata degli antibiotici, ha lanciato una conversazione di 24 ore su Twitter (#AntibioticDay), che coinvolge anche Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda. La campagna ha come target primario l'automedicazione, tematica che era stata affrontata gia' nel 2008 dallaprima campagna di sensibilizzazione coordinata dall'Iss, in cui il motivo dominante era la necessita' di utilizzare antibiotici solo se prescritti dal medico e mai su consiglio di amici, parenti o farmacisti.

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