La resistenza a tali farmaci, dunque, puo' accrescere la mortalita' di almeno il 30%, percentuale che sale in caso di pazienti particolarmente fragili. Questi batteri, resistenti a tutti o quasi gli antibiotici disponibili, sono presenti in tutte le aree geografiche del nostro paese e in tutti i tipi di strutture di degenza, sia ospedali per acuti che lungo degenti e residenze assistenziali per anziani. Il controllo della loro diffusione e' difficile, perche' molti pazienti sono portatori asintomatici e possono trasmettere i batteri ad altri pazienti. Un altro problema per il nostro Paese e' rappresentato dall'Acinetobacter multiresistente, cioe' resistente a fluorochinoloni, aminoglicosidi e carbapenemi, e dallo Stafilococco aureo resistente alla meticillina (MRSA), la cui percentuale di resistenza rimane sempre critica (intorno al 35%), mentre molti paesi Europei sono riusciti a riportare la resistenza a livelli piu' bassi.
La resistenza agli antibiotici, sottolineano dall'Iss, e' divenuta ormai un'emergenza di sanita' pubblica, che determina aumento della spesa sanitaria, allungamento dei tempi di degenza, fallimenti terapeutici e aumento della mortalita'. Una tendenza che, nel nostro Paese, puo' essere invertita solo da una combinazione di interventi efficaci i cui cardini sono la promozione dell'uso prudente di antibiotici anche nel territorio e di strategie efficaci di controllo per bloccare la diffusione di batteri multiresistenti nelle strutture di assistenza. Quest'anno l'ECDC, in occasione della Giornata degli antibiotici, ha lanciato una conversazione di 24 ore su Twitter (#AntibioticDay), che coinvolge anche Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda. La campagna ha come target primario l'automedicazione, tematica che era stata affrontata gia' nel 2008 dallaprima campagna di sensibilizzazione coordinata dall'Iss, in cui il motivo dominante era la necessita' di utilizzare antibiotici solo se prescritti dal medico e mai su consiglio di amici, parenti o farmacisti.
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