giovedì 10 settembre 2015

Cancro e telomeri, i problemi iniziano 13 anni prima della diagnosi



Per scoprirli non basta un solo esame del sangue: a contare è come i cromosomi si accorciano nel corso del tempo

Lo studio della lunghezza dei telomeri – le strutture che proteggono i cromosomi da un'inesorabile, dannoso, accorciamento – nelle cellule del sangue può aiutare a predire il rischio di cancro. Per avere indicazioni significative è però necessario misurarli più volte, partendo anche da 13 anni prima della comparsa del tumore. Ad essere associato a un aumento della probabilità di trovarsi di fronte a una diagnosi di tumore non è infatti l'accorciamento dei telomeri in quanto tale, ma lo schema dinamico con cui si accorciano.

A svelarlo è uno studio pubblicato su EBioMedicine da un gruppo di ricercatori della Northwestern University (Chicago) e dell'Harvard University (Boston) guidato da Lifang Hou, docente di medicina preventiva alla Feinberg School of Medicine della Northwestern University. I suoi risultati forniscono una possibile spiegazione del perché le ricerche condotte fino ad oggi abbiano fornito indizi contrastanti. Mentre infatti in alcuni casi lo sviluppo del tumore è stato associato ad un accorciamento delle estremità dei cromosomi, in altri l'associazione riscontrata è stata con telomeri più lunghi. In altri casi ancora non è stata rilevata nessuna associazione significativa tra la lunghezza di queste strutture e il rischio di cancro. Questo nuovo studio ha invece svelato che inizialmente nelle persone che riceveranno una diagnosi di cancro i telomeri si accorciano più rapidamente rispetto alla norma, tanto da far sembrare i cromosomi più vecchi di 15 anni rispetto a quelli delle persone che non riceveranno una diagnosi di cancro. In una seconda fase, però, il processo di invecchiamento del Dna si blocca, arrestandosi per 3-4 anni prima che si arrivi alla diagnosi di cancro.

“Questo schema di crescita dei telomeri potrebbe essere un biomarcatore utile per predire il cancro”, spiega Hou, sottolineando che potrebbe trattarsi di un indicatore diagnostico utile nel caso di un'ampia varietà di tumori diversi fra loro. Ma non solo. “Abbiamo scoperto che il cancro modifica l'accorciamento dei telomeri per proliferare nell'organismo”, aggiunge infatti l'esperto. Dato che le cellule tumorali si dividono più velocemente rispetto a quelle sane ci si potrebbe infatti aspettare che i loro telomeri si accorcino altrettanto velocemente, facendole quindi invecchiare prima. In realtà, però, non è questo ciò che accade, e scoprire in che modo i tumori riescano ad evitarlo potrebbe aprire la strada alla messa a punto di trattamenti mirati che colpendo questa caratteristica peculiare delle cellule tumorali le distruggano senza danneggiare quelle sane.


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