venerdì 27 novembre 2015

Ipertensione, latte e latticini fanno bene alla pressione





Latte, yogurt e formaggi sono efficaci nel controllo della pressione e utili a prevenire l'ipertensione, che rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio cardiovascolare a livello mondiale, Italia compresa. 

Chi mangia regolarmente latte, yogurt e formaggi, come parte di una dieta varia e bilanciata, ha una pressione più stabile nel tempo e corre meno rischi di diventare iperteso: lo afferma Assolatte citando la significativa conclusione a cui è giunto uno studio longitudinale condotto negli Stati Uniti per 17 anni su 2636 persone, e appena pubblicato sulle pagine del prestigioso "British Journal of Nutrition". Una buona notizia (in tutti i sensi) per i tanti italiani che soffrono di problemi legati alla pressione. Secondo i dati del Progetto Cuore condotto dall'Istituto Superiore di Sanità, in Italia l'ipertensione arteriosa colpisce in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne. Un altro 19% di uomini e un 14% di donne sono in una condizione di rischio.
 
L'analisi sul rapporto tra consumo dei prodotti lattiero-caseari e variazioni del profilo pressorio condotto nell'ambito del Framingham Offspring Study ha rilevato un minor incremento della pressione sistolica e di quella diastolica tra chi consumava almeno 3 porzioni a settimana di latte e latticini rispetto a coloro che si fermavano a meno di una porzione a settimana. Ai maggiori consumi di prodotti lattiero-caseari si è accompagnato anche un minor rischio di sviluppare ipertensione con l'avanzare dell'età.
 
Tra tutti i prodotti lattiero-caseari, i migliori "alleati" per tenere sotto controllo la pressione si sono rivelati il latte e lo yogurt parzialmente scremati o interamente scremati. In particolare, lo yogurt si è dimostrato efficace a ogni età: gli alto consumanti hanno evidenziato una riduzione costante nel tempo dell'incidenza di nuovi casi di ipertensione.
 
A determinare l'effetto positivo dei prodotti lattiero-caseari sulla pressione arteriosa è un cocktail di nutrienti. In primis i particolari peptidi bioattivi che si formano durante la "digestione" delle proteine del siero di latte e che si caratterizzano per la loro capacità di inibire l'enzima di conversione dell'angiotensina; si comportano quindi come i farmaci anti-ipertensivi rispetto ai quali hanno però un rischio minimo di provocare effetti collaterali. Su questo fronte le proteine dei prodotti lattiero-caseari sono superiori a quelle di origine vegetale quanto a capacità di controllo della pressione arteriosa e di prevenzione dell'ipertensione.
 
Altri componenti dei prodotti lattiero-caseari coinvolti in maniera positiva nel loro ruolo anti-ipertensivo, sono gli acidi grassi a media catena e alcuni importanti micronutrienti (come calcio, potassio e magnesio), a cui viene riconosciuto un ruolo importante nella regolazione della resistenza vascolare e nella promozione della vasodilatazione.
 
Le conclusioni a cui sono pervenuti gli scienziati americani nell'ambito del Framingham Offspring Study portano ulteriori conferme alle evidenze di numerose ricerche precedenti sugli effetti positivi dei prodotti lattiero-caseari sul controllo della pressione e sulla prevenzione dell'ipertensione, con effetti visibili sin dall'infanzia. In particolare, una meta-analisi su 9 studi prospettici condotti negli Stati Uniti e in Europa su 57256 persone e pubblicata su "Hypertension" ha concluso che consumare ogni giorno 200 g tra latte e derivati riduce di ben il 3% il rischio di ipertensione.
 
Il valore dei prodotti lattiero-caseari in chiave anti-ipertensione emerge anche dal loro ruolo all'interno della dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), sviluppata espressamente per combattere l'ipertensione. Questo regime alimentare, di grande successo negli Stati Uniti, si basa sulla diminuzione dell'intake di sale e sull'aumento dell'apporto dei due minerali anti-ipertensivi per eccellenza: il potassio, contenuto nei prodotti ortofrutticoli, e il calcio, fornito dai prodotti lattiero-caseari.
 
Al contrario, una dieta "povera" e carente di prodotti lattiero-caseari rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per il progressivo innalzamento, anno dopo anno, della pressione sanguigna ed espone a una maggiore possibilità di sviluppare l'ipertensione.

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