lunedì 23 novembre 2015

L'OMS E LA RELAZIONE TRA CANCRO E IL CONSUMO DI CARNE ROSSA



Il 26 ottobre 2015 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha emesso un comunicato ufficiale che da alcune parti è stato definito (esageratamente) un allarme, con tanto di commenti a caldo, reazioni frettolose e alzate di barriere preventive. Analizziamo insieme il contenuto di questo testo riguardo al consumo di carne rossa e all'insorgenza dei tumori.

L'istituzione che in Italia chiamiamo OMS (da Organizzazione Mondiale della Sanità) è un'agenzia delle Nazioni Unite che dal 1948 lavora per mantenere al miglior livello possibile la salute e il benessere generale della popolazione mondiale.
Questa ricerca, vigila e si esprime in materia di malattie e sugli stili di vita che smuovono l'ago della bilancia della mortalità in negativo.
L'IARC (International Agency on Research of Cancer) è il ramo specializzato nella ricerca e nel monitoraggio riguardo ai tumori che recentemente ha emesso il famoso comunicato sulla cancerogenicità della carne rossa e quella lavorata (insaccati, creme, carne in scatola, burger, eccetera).
L'OMS è quindi un organo internazionale, che deve trovare la massima collaborazione in tutte le nazione facenti parte dell'ONU.

Contenuto del comunicato dell'Oms sul consumo di carne

Al di là di tutti i prevedibili allarmismi e fraintendimenti, cosa ha comunicato l'OMS? Ha reso noto che, dopo numerosi studi, la carne rossa e la carne lavorata rientrano nei famigerati "Gruppo 1" e "Gruppo 2", ovvero l'elenco delle sostanze che aumentano il rischio di insorgenza del cancro (nello specifico al colon retto, con sospetti verso il cancro allo stomaco).
La carne lavorata è nel Gruppo 1, quello delle sostanze cancerogene per l'uomo, mentre la carne rossa è nel Gruppo 2, quello delle sostanze che creano un alto rischio di insorgenza di cancro.
Tramite una pubblicazione sul autorevole settimanale medico The Lancet, l'OMS è stata assai precisa nei dati: sono sufficienti 50 grammi al giorno di carne rossa o carne lavorata per aumentare del 18% l'insorgenza tumorale. Molti sono insorti ritenendo esagerato comparare la carne rossa alle sigarette e all'amianto, ma questo paragone è un'errata lettura dei dati e un'interpretazione esagerata del comunicato: tutte le sostanze che fanno parte della Gruppo 1 aumentano l'insorgenza di cancro ma non tutte lo fanno con la stessa forza, pertanto è corretto porre la carne rossa nella stessa categoria del tabacco ma ciò non significa paragonare le due sostanze: esse non sono ugualmente pericolose.
Questo effetto delle carni rosse, che - è bene ricordare - include carne bovina, ovina, suina, caprina, equina, era già stato sottolineato da numerosi altri studi, che mai però fino ad adesso erano stati sostenuti e ripresi da un'istituzione internazionale del livello dell'OMS.

Cibo e nutrizione come prevenzione di tutte le malattie


Reazioni e ripercussioni

Le reazioni dell'opinione pubblica, di alcune categorie di lavoratori e di certe lobby non si sono fatte attendere. Più di un governo ha chiesto delucidazioni in materia pretendendo di leggere il testo degli studi ma l'OMS ha comunicato che tale testo sarà disponibile da metà del 2016, nonostante i risultati comunicati siano ufficiali.
Altri governi, già da tempo si erano resi conto della relazione tra consumo di carne rossa e insorgenza di cancro, ma anche del terribile impatto ambientale causato dall'allevamento animale a scopo alimentare, tanto che in Paesi come l'Olanda gruppi di scienziati si stanno mobilitando per convincere molti governi a ridurre al minimo il settore zootecnico (prima causa di inquinamento da metano al mondo) e di conseguenza il consumo di carne (tra le prime quattro cause di tumore al colon).
La lobby dei produttori di carne è, come noto, molto potente e già in passato, a cavallo tra gli anni 70 e 80, le sue pressioni misero a tacere molte ricerche autorevoli non garantendogli il supporto dell'OMS.
Adesso sembra che i tempi siano maturi per iniziare un cambiamento sociale globale, rinunciando ad un sistema alimentare pericoloso e controproducente perché aumenta il rischio di insorgenza di malattie gravi ed esaspera l'inquinamento atmosferico e il consumo di acqua, generando quindi alla fine più costi in termini di salute e ambiente che meri guadagni economici.
Essendo l'Italia membro dell'ONU, un comunicato simile la indurrebbe teoricamente a rimuovere la carne rossa e la carne lavorata da scuole, ospedali, mense pubbliche, eccetera.
Alcune persone hanno cercato di gettare acqua sul fuoco per evitare allarmismi sviando però l'attenzione dal tema centrale del comunicato dell'OMS: c'è chi si è fatto in quattro per garantire che le carni rosse italiane non hanno nessuna delle sostanze nocive riscontrabili nelle carni provenienti dall'estero dove i controlli sono minori e più blandi; ciò è vero in parte, nel senso che se è vero che le carni italiane subiscono controlli tra i più severi al mondo, ciò non toglie che sono tutte le carni rosse ad aumentare l'insorgenza di certe forme tumorali, a prescindere dalle sostanze utilizzate per conservare, insaporire o lavorare la carne, che possono eventualmente aumentare il potere di per sé già presente carne.

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