martedì 31 gennaio 2017

Paracetamolo ritirato dal mercato, ecco i lotti interessati



Il Paracetamolo, chiamato anche acetaminofene, è conosciuto sia per la sua azione analgesica che per quella antipiretica e viene somministrato ai pazienti in lieve stato di febbre, ma viene utilizzato anche nei casi di mal di denti e mal di testa. Anche in questo caso, come è accaduto per i lotti di un farmaco contro il diabete, il ritiro è a scopo cautelativo in quanto è stata riscontrata una non conformità nella preparazione del medicinale, ma l'Aifa (l'azienda italiana del farmaco) avvisa subito che non è stato riscontrato alcun effetto collaterale nei #Farmaci già venduti e somministrati ai pazienti. Si tratta quindi di una disposizione per permettere che vengano effettuate ulteriori analisi, ma non c'è alcun pericolo per chi ha già utilizzato il farmaco in questione.

I lotti ritirati dal mercato sono i seguenti

I lotti di Paracetamolo che sono stati ritirati dal mercato sono prodotti dalla EG Spa e comprendono le confezioni da 16 compresse da 1000mg -AIC 041467111 con numero 2850023A, con scadenza a Novembre del 2017, ed il numero A6001 con scadenza Giugno del 2019. Inoltre sono stati posti a ritiro anche i lotti numero 1760001F con scadenza Novembre del 2018 e K6046 con scadenza in Aprile del 2021, delle confezioni di Paracetamolo da 20 compresse da 500mg – AIC 041467034. Ovviamente i pazienti sono stati invitati a controllare nelle proprie case e, nel caso in cui riscontrassero di essere in possesso dei lotti sopraindicati, a riportare subito le confezioni nella farmacia dove è stato effettuato l'acquisto oppure a gettarle negli appositi contenitori per medicinali scaduti. L'Aifa si assicurerà che il prodotto in questione venga ritirato da tutte le farmacie entro e non oltre le quarantotto ore da quando è stata emanata la sentenza, questo per evitare di incorrere in probabili malesseri causati dall'assunzione continua e prolungata di un farmaco non conforme ai regolamenti vigenti. Ovviamente coloro che hanno già assunto in precedenza il farmaco, ed in piccole dosi, possono stare tranquilli, ma è meglio sbarazzarsi immediatamente dei lotti indicati.

Mangiare pesce è veramente salutare? Allarmante report degli scienziati belgi




Se lo domandano in molti. Mangiare spesso pesce è veramente salutare? Fino a qualche anno fa, il consumo abituale di pesce era consigliato dalla maggior parte di medici e nutrizionisti. Oggi, invece, bisogna fare attenzione perché le acque di gran parte del pianeta sono inquinate. Da un dossier stilato da alcuni ricercatori dell'Università di Gent, in Belgio, emerge che consumare spesso pesce comporta l'ingestione di oltre 11.000 pezzi di plastica l'anno. La colpa sarebbe dell'inquinamento, di cui non sono ancora noti tutti i suoi effetti negativi.

Possibili danni all'organismo umano

Lo studioso belga Colin Janssen ha dichiarato che le piccole particelle di plastica che si accumulano nell'organismo umano con il consumo di pesce rischiano di cagionare seri danni a lungo termine. Si tratta dunque di una problematica rilevante, o comunque da non trascurare. Nel corso di un'intervista rilasciata a Sky News, il dottor Janssen ha rivelato che le particelle di plastica restano nell'organismo umano per molto tempo e, attualmente, non si sa che fine facciano. Quella plastica, insomma, si ferma in un punto e non causa problemi oppure favorisce l'insorgenza di infezioni ed altri disturbi? 'Non lo sappiamo, ma dovremmo saperlo', ha aggiunto l'esperto. L'equipe belga ha citato le cozze, che inghiottono plastica per errore. Una parte dei frammenti viene espulsa dai mitili ma, mediamente, ogni cozza contiene una piccola parte di plastica.

Bisogna contrastare l'inquinamento delle acque

Janssen esorta le autorità mondiali ad adottare tempestivamente provvedimenti per arginare l'inquinamento delle acque perché, altrimenti, arriverà un giorno in cui consumare abitualmente pesce significherà assumere più di 780.000 pezzi di plastica l'anno. L'allarmante ricerca è stata commentata anche dal principe Carlo, secondo cui la plastica prodotta dall'uomo resterà sulla terra, in qualunque forma, per migliaia di anni.
La plastica che va a finire nell'organismo umano mediante il consumo della fauna acquatica è decisamente un problema serio. Greenpeace ha dichiarato recentemente che uccelli, tartarughe e pesci mangiano frammenti di plastica per errore o semplicemente perché credono che sia cibo. 


Gli alimenti che non bisogna mangiare a stomaco vuoto e appena svegli




Caffé, yogurt, spremuta d’arancia e brioche, per moltissime persone questa potrebbe essere la colazione perfetta.
Pochi sanno però che esistono dei cibi che, se consumati a stomaco vuoto, possono farci male alla salute e causarci dei problemi.

Pane al forno

Il lievito può causare l’irritazione delle pareti dello stomaco che di conseguenza provoca una maggiore produzione di gas.

Dolci

Lo zucchero provoca la produzione di insulina, la quale appesantisce il pancreas che non è ancora pronto a svolgere le normali funzioni in quanto ci si è appena svegliati. Questa abitudine potrebbe portare a patologie come il diabete.

Yogurt o prodotti con latte fermentato

Lo  yogurt o gli altri prodotti con latte fermentato, se vengono ingeriti quando si è a digiuno, vanno a scontrarsi con l’acido cloridrico che si trova nel nostro stomaco. L’acido cloridrico uccide i batteri lattici, pertanto è come se non ne assumessimo.

Pere

La fibra grezza contenuta in abbondanza nelle pere può irritare la mucosa gastrica.

Pomodori

I pomodori sono ricchi di acido tannico che ha la capacità di aumentare l’acidità dei succhi gastrici presenti nello stomaco vuoto.

Cetrioli e vegetali di colore verde

L’assunzione di verdure crude a stomaco vuoto, a causa degli acidi contenuti, può provocare diversi disagi, come per esempio la produzione eccessiva di gas e mal di stomaco.

Banane

Mangiare banane a stomaco vuoto fa si che il magnesio in esse contenuto venga assorbito troppo rapidamente dal nostro organismo. Questo comporta un carico eccessivo per il cuore.

Spezie

Le spezie, se vengono assunte a stomaco vuoto, possono irritare la mucosa gastrica e far aumentare la produzione di succhi gastrici. Questo può favorire lo sviluppo di patologie del tratto digestivo.

Bibite fredde e gassate

Le bibite gassate, se ingerite a stomaco vuoto, possono danneggiare la mucosa gastrica ed inoltre possono influire negativamente sulla circolazione sanguigna dello stomaco, che comporta una cattiva digestione.

Agrumi

Gli agrumi contengono in elevata quantità gli acidi della frutta che, se vengono assunti quando lo stomaco è vuoto, possono provocare acidità di stomaco e malessere.

Le super piastrine del sangue che inducono il cancro al suicidio







La ricerca scientifica ha scoperto un nuovo metodo per neutralizzare il Cancro e, anche se fino a questo momento è stato testato solo sugli animali, i risultati sono interessanti, tanto che lo studio relativo alla tecnica è stato pubblicato dall'autorevole rivista scientifica Nature Biomedical Engineering. Questa nuova tecnica in pratica consiste nell'utilizzare le piastrine per condurre un anticorpo monoclonale fino alle cellule tumorali, inducendole al suicidio. In particolare il metodo è interessante per eliminare le cellule tumorali che rimangono presenti nell'organismo dopo un intervento chirurgico per rimuoverle. Cellule che moltiplicandosi possono alimentare di nuovo la malattia.

Perché vengono utilizzate proprio le piastrine?

Successivamente all'esecuzione delle varie operazioni per asportare il tumore può accadere che alcune cellule malate, generalmente le più piccole, rimangono al "proprio posto" per poi, con il passare del tempo, far ricrescere la malattia. A questo sono dovuti i casi di recidiva a cui sono sottoposti coloro che si operano di tumore. Per scongiurare questo pericolo, secondo i ricercatori è utile chiamare in causa le piastrine, le quali sono le cellule più veloci ad intervenire dopo una qualsiasi ferita. Considerando questa preziosa caratteristica delle piastrine gli scienziati hanno ben pensato di "dotarle" con questo particolare anticorpo monoclonale che una volta entrato in contatto con le cellule tumorali le istiga al suicidio, eliminandole definitivamente.

Risultati positivi dopo le prove sugli animali

Come nella maggior parte delle nuove tecniche e delle cure, la nuova soluzione è stata effettuata su svariati animali, dando dei risultati sorprendentemente positivi, attirando l'attenzione della comunità scientifica. La speranza è quella che possa funzionare anche per gli esseri umani, riducendo notevolmente il rischio che il Cancro torni a ripresentarsi. Buona parte delle recidive emergono entro 5 anni dalla diagnosi, questo sarebbe dovuto proprio dal moltiplicarsi delle cellule malate rimaste nell'organismo. Se questa tecnica dovesse funzionare potrebbe dare un grosso contributo alla cura della malattia, la cui incidenza è notevolmente aumentata negli ultimi decenni.
Secondo i dati relativi al 2015 dell' Associazione Italiana Registri #tumori (AIRTUM) riportati sul sito dell' Associazione Italiana per la ricerca sul Cancro (AIRC) nel nostro paese vengono diagnosticati circa mille nuovi casi di Cancro al giorno. Le cure hanno fatto notevoli passi in avanti, attualmente il tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 63 % per le donne e del 57% per gli uomini. Numeri che potrebbero aumentare qualora gli studi in oggetto si concretizzassero in una nuova tecnica di cura.

Dieta: gli zuccheri sono il nemico della longevità







È risaputo che una dieta a base di zuccheri (che non si trovano soltanto in dolci e merendine) può predisporre al rischio di sviluppare patologie anche gravi, quali diabete e altri disordini metabolici. Tuttavia stando a una ricerca condotta dalla University College di Londra è emerso che una alimentazione a base di #zuccheri riduce la durata della vita.

Lo zucchero riduce l'aspettativa di vita: ecco spiegato perché

Gli sudiosi hanno monitorato gli effetti dello zucchero su una popolazione di moscerini. Tali moscerini che hanno il gene della longevità che è presente anche nella nostra specie, sono stati divisi in due gruppi: il primo gruppo nelle prime tre settimane di vita è stato alimentato con una dieta molto ricca di zuccheri, mentre il secondo ha seguito una alimentazione equilibrata.
Ebbene la differenza è stata netta. I moscerini del primo gruppo sono vissuti in media il 7% in meno rispetto a quelli del secondo. Ma le dolenti note non finiscono qui. La riduzione della vita nei moscerini del primo gruppo si è verificata nonostante per il resto della loro breve vita, che non supera i 90 giorni, venissero alimentati con una dieta sana ed equibrata. Ciò porterebbe a ritenere che i danni prodotti dagli zuccheri si accumulano nell'organismo nel tempo e non pare che siano reversibili.
Lo studio sebbene condotto sui moscerini, a detta dei ricercatori, ha delle ripercussioni sull'uomo in quanto il gene della longevità è presente anche nella nostra specie. La scoperta più importante che potrebbe spiegare gli effetti duraturi e deleteri delle sostanze zuccherine sul nostro organismo è avvenuta a livello molecolare: una dieta che abbonda di alimenti a base di zuccheri sarebbe in grado di riprogrammare alcuni geni che giocano un ruolo importante nell'aspettativa di vita. In particolare i ricercatori hanno osservato una significativa riduzione dell'attività di un gene chiamato FOXO, che svolge un ruolo fondamentale anche per quanto riguarda la longevità.

Le sigarette elettroniche sarebbero molto pericolose: ecco perché


Duro colpo alle sigarette elettroniche assestato da una ricerca americana. Anche le e-cig sarebbero molto pericolose per la #salute. I giovani dovrebbero assolutamente smettere di fumare le sigarette elettroniche perché contengono nicotina. Il ricercatore americano Viviek Murthy ha affermato che i ragazzi dovrebbero assolutamente stare alla larga dalle e-cig in quanto ogni apparecchio contenente nicotina rischia di arrecare seri danni. La ricerca gela le aziende che producono tali dispositivi e chi li usa. Negli ultimi anni, anche in Italia, è aumentato il numero delle persone che hanno abbandonato le classiche 'bionde' ed hanno iniziato ad apprezzare le sigarette elettroniche.

Il vapore delle sigarette elettroniche non è innocuo

Viviek Murthy ha affermato che negli ultimi anni, negli Usa, è triplicato il numero degli studenti delle scuole medie e superiori che fumano e-cig. E' raddoppiato, invece, il numero dei fumatori tra i 18 e i 24 anni. Questo considerevole aumento è dovuto al fatto che la maggior parte dei fumatori di sigarette elettroniche crede che tali apparecchi diffondano una minore quantità di sostanze pericolose. L'esperto americano riconosce che ciò è vero ma sottolinea 'come il vapore emesso dalle sigarette elettroniche non sia in realtà innocuo'. Le e-cig sono apparecchi che riscaldano un liquido contenente nicotina e aromi, quindi diffondono nell'aria sostanze pericolose. Gli esperti ricordano che tali apparecchi sono dei prodotti del tabacco, quindi non innocui.

Il rischio di dipendenza è elevato tra i giovani fumatori

Chi fuma una #sigaretta elettronica inala e diffonde nell'aria non solo una minima quantità di nicotina, ma anche altre sostanze nocive per l'apparato respiratorio come stagno, nichel e diacetile. Il boom delle e-cig è dovuto al fatto che molti, soprattutto i ragazzi, considerano tali apparecchi meno pericolosi delle sigarette tradizionali. Secondo il recente studio condotto negli Usa, fumare sigarette elettroniche in tenera età e in epoca adolescenziale è pericoloso perché lo sviluppo del cervello prosegue fino a 25 anni circa. Il rischio di dipendenza e lesioni irreversibili è elevato

Fonte

giovedì 5 gennaio 2017

Vaccinazione contro il meningococco B: farlo o non farlo?



L'Agenzia europea per i medicinali (EMA) ne ha autorizzato l'immissione in commercio nel 2013 e di fatto è disponibile in Italia dai primi mesi del 2014: è il vaccino contro il meningococco B, che si aggiunge ad altri due vaccini già disponibili contro altri gruppi di meningococco (il monovalente contro il gruppo C e il tetravalente contro i gruppi A, C, W135 e Y).

Spesso i genitori sono confusi di fronte a questa nuovo vaccino: è davvero sicuro ed efficace? Farlo o non farlo? Se sì, quando? Gli stessi pediatri, a volte, offrono risposte contrastanti. Cerchiamo allora di fare chiarezza sull'argomento.

1. A che cosa serve questo nuovo vaccino contro il meningococco B?
Il vaccino anti meningococco B rappresenta uno strumento per la prevenzione della meningiteprovocata da un tipo particolare di meningococco (o batterio Neisseria meningitidis), e cioè il meningococco del gruppo (o sierogruppo) B. Ricordiamo che esistono anche altri gruppi di meningococco responsabili della malattia (A, C, W135, Y), per i quali sono disponibili altri vaccini.

Che cos'è la meningite da meningococco
Si tratta di una grave malattia caratterizzata dall'infezione delle meningi, le membrane che avvolgono cervello e midollo spinale. Si manifesta in genere con sintomi come febbre, mal di testa, rigidità del collo, nausea, vomito. In alcuni casi (5-15%) può portare a polmonite, in altri (5-20%) a sepsi o setticemia, che comporta un danno diffuso a vari organi e può portare alla morte. La meningite da meningococco è per fortuna poco diffusa: secondo i dati del sistema di sorveglianza dell'Istituto superiore di sanità (ISS), nel 2013 ci sono stati in Italia 162 casi. “Però è anche una malattia gravissima" sottolinea Alberto Villani, responsabile del reparto di pediatria generale e malattie infettive dell'Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e vice presidente della Società italiana di pediatria. "Purtroppo, il 10-15% dei bambini colpiti muore e anche chi sopravvive può riportare conseguenze molto serie, come ritardo mentale o malattie del sistema nervoso".  Ed è anche una malattia spaventosa per la velocità dell'evoluzione: "Spesso è fulminante" aggiunge Rosario Cavallo, pediatra di famiglia e responsabile del gruppo di lavoro sulla prevenzione delle malattie infettive dell'Associazione culturale pediatri. “Nel giro di poche ore può cambiare radicalmente il destino di un bambino perfettamente sano".

2. Il vaccino contro il meningococco B è molto recente: come facciamo a sapere che è sicuro?
Il primo requisito fondamentale perché un vaccino sia messo in commercio è proprio la sicurezza e se l'Agenzia europea dei medicinali ha ritenuto opportuno autorizzarlo, significa che il vaccino aveva superato tutte le procedure di valutazione previste. Tra l'altro, nello scorso gennaio il vaccino è stato autorizzato anche negli Stati Uniti, dalla Food and Drug Administration.

Dunque c'è stata una sperimentazione e l'esito è stato positivo. Per forza di cose, però, la sperimentazione è stata condotta su un numero limitato di persone (8776 in tutto, con 5849 bambini di meno di due anni). "Proprio per questo, le autorità sanitarie hanno previsto un monitoraggio continuo degli effetti sulla popolazione vaccinata: a mano a mano che aumentano le persone che lo ricevono, infatti, potrebbero emergere eventuali effetti avversi  rari o estremamente rari" spiegano Silvia Declich e Maria Cristina Rota, del Reparto di epidemiologia delle malattie infettive dell'ISS. "Va detto però che, fino ad ora, non sono emerse particolari reazioni avverse degne di nota".

3. Ma il nuovo vaccino è davvero efficace?
"Gli studi condotti finora indicano una buona efficacia del vaccino, che dunque è in grado di proteggere dall'infezione in modo significativo" rispondono Declich e Rota.

In realtà, secondo quanto riportato in un documento dell'ISS dedicato proprio a questa vaccinazione e pubblicato nel giugno 2014, il vaccino protegge contro la grande maggioranza dei ceppi di meningococco B, ma non contro la totalità. La protezione viene comunque considerata elevata. "Del resto, diciamolo chiaramente: per nessuna malattia esiste il vaccino perfetto, che protegge da tutte le forme e i ceppi possibili" chiarisce Villani. "Però questa non è una buona ragione per evitare i vaccini: anche se la protezione massima possibile non è quella completa, è comunque meglio di niente".

4. Quali sono i principali effetti collaterali della somministrazione del vaccino?
Nei vari studi che sono stati condotti, la reazione avversa più rilevante è stata la febbre. Nei bambini vaccinati a 2, 4 e 6 mesi di età, la febbre è stata riportata dal 69%-79% dei vaccinati con il vaccino contro il MenB insieme ai vaccini di routine  (contro il 44%-59% nei gruppi che avevano ricevuto solo vaccini di routine). “Si tratta di una reazione che può giustamente spaventare i genitori" sottolineano Declich e Rota "ma che in genere si risolve rapidamente".

Altri eventi avversi possono essere dolore, gonfiore e indurimento in sede  di iniezione, oltre a irritabilità e malessere generale che si risolvono nel giro di pochi giorni.

Reazioni avverse più gravi sono decisamente molto rare: in particolare, sulla base degli studi effettuati, la scheda tecnica del farmaco riporta un rischio raro di convulsioni febbrili esindrome di Kawasaki. "Ora, per quanto riguarda le convulsioni, è chiaro che si tratta di una manifestazione molto sgradevole, che può spaventare. Però va detto che non comporta danni per il bambino" afferma Cavallo. “E rispetto alla sindrome di Kawasaki, occorre sottolineare che non è stato definitivamente dimostrato il collegamento causale con la vaccinazione". 

5. Riassumendo: quali sono i pro e i contro della vaccinazione?
Risponde con chiarezza Rosario Cavallo, responsabile del gruppo di lavoro sulla prevenzione delle malattie infettive dell'Associazione culturale pediatri. "Immaginiamo di 'pesare' vantaggi e svantaggi del vaccino. Su un piatto della bilancia c'è una buona capacità protettiva contro una malattia rara, ma terribile. Sull'altro piatto c'è la possibilità di effetti avversi magari fastidiosi ma senza conseguenze (tipicamente la febbre). Per quanto ne sappiamo, non ci sono danni permanenti attribuibili al vaccino".

6. Perché medici diversi possono dare indicazioni diverse su questa vaccinazione? Non ci sono indicazioni ufficiali?
Secondo alcuni esperti consultati, può darsi che - trattandosi di una nuova vaccinazione - alcuni operatori non siano ancora adeguatamente informati: per questo, consultando operatori differenti si possono ricevere indicazioni diverse. "A questo si aggiunge l'estrema frammentazione del quadro delle politiche vaccinali, che variano molto da regione a regione" commenta Cavallo. “Una situazione di grande confusione, che di certo non aiuta né i medici né le famiglie".

Per quanto riguarda le indicazioni ufficiali, la situazione è in evoluzione. Ovviamente, l'ultimo Piano nazionale per la prevenzione vaccinale del Ministero della salute, in vigore per il triennio 2012-2014, non menzionava il vaccino contro il meningococco B, perché non era ancora stato messo in commercio. Invece, il nuovo Piano nazionale vaccini 2016-2018 prevede anche questa vaccinazione, con tre dosi da somministrare entro il primo anno di vita, interacalate alle altre sedute di vaccinazione. Il Piano ha ricevuto il via libera dalle Regioni, ma è al momento al vaglio del Ministero dell'economia.

Se la nuova vaccinazione sarà confermata, entrerà anche nei LEA, i livelli essenziali di assistenza, e verrà dunque erogata gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale. Per il momento, però, solo poche regioni - Puglia, Basilicata, Sicilia, Veneto, Toscana - la offrono gratuitamente. Nel resto d'Italia, chi la desidera deve pagarla di tasca propria.

7. A chi rivolgersi se si desidera vaccinare il proprio bambino contro il meningococco B?
"Come per tutte le vaccinazioni pediatriche, bisogna rivolgersi al Centro vaccinale presso la propria Asl di riferimento" consigliano Silvia Declich e Maria Cristina Rota.

8. A quale età è opportuno vaccinare?
"Una volta deciso che si vuole vaccinare il proprio bambino, la cosa migliore è farlo il prima possibile, perché l'incidenza della malattia è più elevata nel primo anno di vita" spiegano Declich e Rota.

Vediamo qualche dato: nel periodo 2007-2012 ci sono stati 3,4 casi di meningite da meningococco B ogni 100.000 bambini sotto l'anno di età, e un caso ogni 100 mila sotto i cinque anni. Con l'aumentare dell'età, diminuisce l'incidenza, fino ad arrivare a un nuovo picco (un caso ogni 200.000 ragazzi) tra i 15 e i 19 anni.

Detto questo, per Alberto Villani non ci sono dubbi: "La posta in gioco è talmente alta - ricordiamoci che di meningite si muore - che la vaccinazione è opportuna sempre".

9. Quante dosi occorrono per la vaccinazione contro il meningococco B e come conciliarla con le altre vaccinazioni?
Il numero di dosi da somministrare dipende dal momento in cui si inizia la vaccinazione. In particolare, se si comincia:

Prima dei sei mesi (prima dose a due/tre mesi), occorrono tre dosi entro l'anno, più un richiamo entro i due anni;
Tra sei e 12 mesi, occorrono due dosi entro l'anno, più un richiamo nel secondo anno di vita;
Tra uno e due anni, occorrono due dosi più un richiamo entro i due anni;
Dopo i due anni, occorrono due dosi (non è ancora stato stabilito se in questo caso serva un richiamo).

Poiché nel primo anno di vita (quando il vaccino è più utile, perché maggiore è l'incidenza della malattia), sono previste altre vaccinazioni dal Piano nazionale di prevenzione (esavalente e pneumococco), questo può creare complicazioni organizzative. Come regolarsi?

L'unico modo per evitare sovrapposizioni se si decide di iniziare anche il meningococco B intorno ai due/tre mesi di vita, è mettere in calendario quasi una seduta di vaccinazione al mese: il nuovo calendario 2016-2018, per esempio, suggerisce questa sequenza: esavalente più pneumococco a tre mesi, MenB dopo 15 giorni (tre mesi e mezzo), nuovo MenB dopo un mese (quattro mesi e mezzo), esavalente più pneumococco dopo altri 15 giorni (cinque mesi), MenB dopo un altro mese (6 mesi).


MENINGITE: I SINTOMI E QUANDO ALLARMARSI




Meningite, scopriamo quali sono i sintomi della malattia e quando è il caso di allarmarsi. La meningite può colpire soggetti di qualsiasi età, dai neonati agli anziani. E’ necessario saperla riconoscere per intervenire in tempo.
Il Ministero della Salute fornisce indicazioni molto precise per quanto riguarda la meningite e i suoi sintomi. E’ importante sapere che esistono diverse tipologie di meningite e causa differenti per questa malattia.
La meningite, ad esempio, può avere cause infettive, cioè essere provocata da virus o da batteri, ma esiste anche la meningite non infettiva, che può presentarsi per via di farmaci o di neoplasie.

Cos’è la meningite

La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. Queste membrane sono chiamate meningi. Purtroppo in alcuni casi la meningite può avere complicazioni molto gravi e provocare la morte.

Meningite, le diverse tipologie

La meningite si suddivide in diverse tipologie a seconda della causa scatenante che può essere virale, batterica e non solo. Ecco le tipologie di meningite principali.
Meningite virale: la meningite virale, detta anche meningite asettica, è la forma più comune di meningite, di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell'arco di 7-10 giorni. Gli agenti virali i più comuni sono l'herpesvirus, l'enterovirus, il virus dell’influenza.
Meningite batterica: la meningite batterica è più rara e molto più grave rispetto alla meningite virale perché può provocare la morte. La meningite batterica è causata da diversi agenti dei quali il più temuto è il meningococco (Neisseria meningitidis). In Italia e in Europa troviamo casi di meningite batterica causati soprattutto da meningococco B e da meningococco C.
Meningite fungina: la meningite da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria e può rappresentare un pericolo per la vita.

Meningite, i sintomi

primi sintomi della meningite possono essere aspecifici:
  • Sonnolenza
  • Cefalea
  • Inappetenza
Dopo 2 o 3 giorni i sintomi peggiorano e compaiono:
  • Nausea
  • Vomito
  • Febbre 
  • Pallore
  • Fotosensibilità
Sono segni tipici della meningite:
  • Rigidità della nuca
  • Rigidità all’estensione della gamba
Sintomi nei neonati, oltre a quelli già citati che però possono essere meno evidenti:
  • Pianto continuo
  • Irritabilità
  • Sonnolenza
  • Scarso appetito
  • Ingrossamento della testa (soprattutto nel punto della fontanella)
Nella meningite fulminante (meningite molto grave):
  • I sintomi tipici della meningite peggiorano in poche ore
  • Compaiono macchie rossastre o violacee a causa di micro-emorragie dei vasi

  • Meningite, come si trasmette

    La meningite si trasmette da una persona all’altra per via respiratoria. Goccioline di saliva e secrezioni nasali che si disperdono con tosse, starnuti e mentre si parla possono diventare un veicolo di trasmissione della meningite. Bisogna trovarsi in ambienti affollati o a lungo e stretto contatto con una persona infetta. Entrare in contatto con agenti che possono causare la meningite, come il meningococco, non porta però necessariamente ad ammalarsi. Si può infatti diventare dei portatori sani: i microrganismi rimangono nel corpo ma la meningite non si sviluppa.

    Meningite, quando allarmarsi

    Secondo il Ministero della Salute la diagnosi precoce è fondamentale in caso di meningite. Soprattutto quando si tratta di meningite batterica si rischia di essere davvero in bilico tra la vita e la morte. Dunque appena si presenta un sintomo sospetto, ad esempio una febbre molto alta improvvisa, il consiglio è di rivolgersi al medico che potrà decidere per un ricovero in ospedale. Per verificare la presenza della meningite l’esame più importante è l’analisi del liquido spinale con puntura lombare. Attenzione soprattutto alla febbre alta, alla nausea e alla rigidità del collo e nell'estensione delle gambe.

    Meningite, come si cura

    E’ fondamentale agire subito. Nel caso della meningite batterica si interviene con gli antibiotici. Per la meningite virale, invece, gli antibiotici non sono adatti, ma in questo caso la malattia è meno grave, di solito si risolve nel giro di una settimana e sarà il medico ad indicare come intervenire nel modo più opportuno per supportare la guarigione del paziente.

    Meningite, prevenzione e vaccinazione

    Il Ministero della Salute indica la vaccinazione come forma di prevenzione della meningite. Da una regione all’altra però possono essere presenti delle variazioni. Di solito queste vaccinazioni sono gratuite e rientrano negli interventi di vaccinazione dei bambini piccoli (o degli adolescenti nel caso della vaccinazione quadrivalente).
    1. Vaccinazione contro Haemophilus Influenzae B
    2. Vaccinazione contro Streptococcus pneumoniae
    3. Vaccinazione contro Neisseria meningitidis C
    4. Vaccinazione contro Neisseria meningitidis B
    5. Vaccinazione quadrivalente contro il meningococco A-C-Y-W135

Gomme da masticare, arriva una brutta notizia per tutti noi !!!




Dalla mattina alla sera, ogni giorno, ne mangiamo almeno una. Ma ora c'è la scoperta: cosa fanno veramente ?!

È un duro colpo, non solo per chi deve pagare, ma anche (e soprattutto) per noi tutti che bene o male fino ad ora ci avevamo creduto. Sono confermate, infatti, le sanzioni per complessivi 180mila euro inflitte dall'Antitrust nel settembre 2013 alla Perfetti, accusata dell'ingannevolezza della pubblicità sui benefici per l'igiene dentale di chewing gum Vivident, Happydent, Daygum e Mentos. L'ha deciso il Tar del Lazio che ha respinto un ricorso proposto dalla società per contestare il provvedimento sanzionato. La pratica commerciale contestata (riferita al 20111-2012) è consistita nella diffusione di numerosi messaggi promozionali, per una campagna pubblicitaria realizzata, a giudizio dell'Autorità, "attribuendo ai prodotti reclamizzati benefici enfatizzati e non conformi alla discipline del settore. Tali da suggerire una sostanziale equivalenza tra l'uso costante delle gomme da masticare e una corretta igiene orale".
Il provvedimento evidenzia come alcuni “claim” salutistici utilizzati non avessero ricevuto puntuale avallo delle competenti autorità europee nei termini prospetatti dai messaggi. Il Tar ha ritenuto non meritevoli di accoglimento le censure rivolte contro il giudizio d'ingannevolezza "della pratica commerciale sanzionata".

  Intanto, in termini di salute, c'è un'incredibile novità. E non è da poco. C'è infatti un organo umano in più nel nostro corpo mai classificato fino ad ora. Si trova nel colon e ha un'importante funzione nel processo digestivo: il mesentere. Ritenuto finora "solamente" una piega del peritoneo, una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet Gastroenterology & Hepatology e intitolata 'Il mesentere: struttura, funzione e ruolo nella malattia' ha portato alla sua classificazione come organo a sé stante e ne ha studiato le caratteristiche. Ma allora a cosa serva il mesentere? Inserito, come detto, nel peritoneo, ha la funzione di tenere uniti intestino e addome. E il suo riconoscimento potrà essere importante anche per scopi sanitari. Difatti, come sottolinea il ricercatore irlandese Coffey, "approcciandoci al mesentere come a un organo, possiamo classificare le malattie digestive in base ad esso".

IL FARMACO CHE PROVOCA IL CANCRO? LIBERO IN ITALIA, ILLEGALE IN EUROPA. ECCO DI COSA SI TRATTA





Perché il governo italiano e il ministro Lorenzin non vietano un farmaco per diabetici già illegale in Francia e Germania? Perché le aziende che lo producono sono state multate per nove miliardi di dollari negli Stati Uniti e in Italia è ancora possibile trovare questo principio attivo nelle nostre farmacie?
Stiamo parlando del pioglitazone, elemento utilizzato nella cura dei pazienti affetti da diabete e commercializzato nel mondo dalla giapponeseTakeda Pharmaceutical e dalla statunitense Eli Lilly, all’interno di Actos, un farmaco che da anni provoca effetti collaterali gravissimi, ma di cui in Italia nessuno sembra accorgersi.
A lanciare l’allarme, per ultimo, è il medico Domenico De Felice, che sul Fatto Quotidiano accusa il ministro della Salute del governo Renzi di non aver preso le misure necessarie per prevenire la diffusione di questofarmaco così pericoloso. Eppure le gravi controindicazioni sono note da tempo.
Già nel 2007, l’Agenzia del Farmaco italiana metteva in guardia “sui rischi associati all’assunzione di rosiglitazone e pioglitazone”, farmaci che aumentano la sensibilità dei tessuti all’azione dell’insulina:
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“Negli anni successivi alla loro commercializzazione”, si legge sul Bif, Bollettino di informazione sui farmaci, “sono state segnalate nuove reazioni avverse associate all’assunzione di questi farmaci, quali edema maculare con diminuzione della vista, fratture distali e infarto del miocardio per quanto concerne il rosiglitazone, e cancro alla vescica per il pioglitazone. Queste segnalazioni hanno stimolato l’attenzione della comunità scientifica e hanno portato le agenzie regolatorie a rivalutare il rapporto rischio-beneficio di questi farmaci”.
Alla luce di tutte queste ricerche, il medico De Felice già nell’aprile dell’anno scorso ha lanciato un’accusa forte al ministro Lorenzin – ma che potrebbe essere estesa a tutti i suoi predecessori:“Signora Lorenzin vuole ascoltare, informarsi oggi e ritirare dalle farmacie italiane immediatamente un farmaco rischioso che tranquillamente può essere sostituito da altri? Signora Lorenzin lei è a capo di un ministero per curare o per far ammalare i cittadini italiani?”.
Tra l’altro, ricorda lo stesso De Felice, “la Società Italiana di Diabetologia (Sid), sponsorizzata con soldi pubblici dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), sin dal lontano 2008 ha praticato in Italia una costosa, inutile e a tutti gli effetti pericolosa sperimentazione clinica multicentrica denominata Tosca, a base soprattutto di Pioglitazone-Actos”. Una sperimentazione che fino ad oggi, secondo i calcoli del medico, sarebbe costata ben 200 milioni di euro.
Cosa aspetta il ministro Lorenzin a prendere provvedimenti? In attesa che si adoperi per trovare alternative sicure, ricordiamo che il diabete si combatte soprattutto attraverso l’alimentazione, con alimenti e frutti che aiutano a prevenirlo.