venerdì 30 giugno 2023

Vacanze Sostenibili: qualche consiglio per un'estate Green

 

Sono arrivate le vacanze! Consigli e suggerimenti per viverle in maniera più ecologica e sostenibile, senza plastica e senza sprechi



Sono arrivate le Vacanze! Non so cosa tu abbia in programma per questa fantastica estate, ma sono sicura che una cosa in comune l’abbiamo: voler passare delle vacanze sostenibili, nel pieno rispetto dell’ambiente che ci circonda. Allora fai un po’ di spazio nelle tue valigie e aggiungi anche questi piccoli consigli!

Scelte consapevoli per un turismo responsabile

Le vacanze rappresentano un momento di relax e divertimento, ma sempre più persone si stanno rendendo conto dell'importanza di effettuare scelte sostenibili anche durante i loro viaggi. Il turismo sostenibile è diventato un argomento di grande rilevanza, poiché l'impatto delle nostre attività turistiche sull'ambiente e sulle comunità locali può essere significativo.

Ecco allora i primi passi per pianificare una vacanza sostenibile:

Scegliere una destinazione sostenibile

La scelta della destinazione è il primo passo per una vacanza sostenibile. Dovresti cercare luoghi che promuovono pratiche di turismo responsabile, come la protezione dell'ambiente, il sostegno alle comunità locali e la conservazione culturale. Cerca di evitare destinazioni affollate o che siano già state sottoposte a eccessivo sfruttamento turistico

Trasporti eco-friendly

I mezzi di trasporto rappresentano una parte significativa delle emissioni di gas serra causate dal turismo. Opta per viaggi in treno, bus o bicicletta (quando è possibile), per ridurre l'impatto ambientale. Se devi prendere l'aereo, considera l'opzione di compensare le emissioni di carbonio attraverso programmi appositi.

Soggiorni sostenibili

La scelta di strutture ricettive sostenibili può fare la differenza. Cerca hotel o alloggi che adottino pratiche eco-friendly, come l'utilizzo di energie rinnovabili, la riduzione degli sprechi e la gestione consapevole dell'acqua. In alternativa, valuta anche l'opzione di alloggiare in case vacanza o eco-villaggi gestiti in maniera sostenibile.

Attività ecosostenibili

Seleziona attività turistiche che rispettino l'ambiente circostante. Opta per escursioni a piedi o in bicicletta, visita parchi nazionali o riserve naturali, partecipa a progetti di volontariato ambientale o apprendi dalle comunità locali le pratiche di conservazione.

Riduzione dei rifiuti e consumo responsabile

Ricordati di ridurre al minimo i rifiuti durante il tuo viaggio. Utilizza borse riutilizzabili per la spesa, evita prodotti con la plastica (bottigliette, bicchieri, ecc.) e preferisci prodotti senza imballaggio. Se possibile, evita di acquistare souvenir realizzati con materiali dannosi per l'ambiente.

Consumare meglio in vacanza e mangiare bene

I mercati

Quale posto migliore in cui vivere il luogo se non i mercati rionali per scoprire i prodotti locali, chiacchierare con i produttori e gli abitanti?

Sono ovunque, molto spesso sulla piazza del paese o intorno alle strade. In Italia o all'estero, i mercati sono davvero un'opportunità per consumare meglio! Pertanto, puoi acquistare prodotti locali e stagionali a prezzi spesso molto ragionevoli.

Non solo puoi trovare prodotti biologici, artigianali ed a Km 0: i mercati rionali sono un’occasione unica per parlare con la comunità del luogo, scoprire tradizioni e culture e anche visitare zone di alto valore artistico e storico (alcuni mercati, anche qua in Italia, prendono vita in edifici davvero meravigliosi e ricchi di storia!).

I produttori

Un'altra possibilità per consumare meglio in vacanza e mangiare bene è quella di andare direttamente dai produttori! Li incontrerai inevitabilmente uscendo dalle strade principali, non appena vedrai "uova di fattoria", "frutta e verdura di stagione", "produttore di miele", "formaggio fresco" e cartelli di questo genere che ti invitano a svoltare 200 metri più avanti in un angolo verde, allora concediti una pausa e vai dai produttori.

Sarà sicuramente l’occasione per conoscere una persona appassionata, innamorata dei suoi prodotti e del suo territorio. Potrai farti raccontare storie e leggende e lasciarti consigliare su itinerari meno conosciuti per scoprire angoli nascosti da esplorare.

Negozi biologici

negozi biologici si sono moltiplicati in Italia (e in Europa) e si trovano sempre più facilmente. Vicini alle grandi città, ma anche in campagna, offrono la possibilità di un miglior consumo e di una migliore alimentazione. Un'ottima alternativa ai supermercati che ormai è sempre più facile evitare, almeno in parte (frutta e verdura, prodotti sfusi, prodotti freschi, ecc.).

Per i pranzi e le cene, preferisci negozi e ristoranti che offrono piatti con ingredienti biologici oppure opta per i chioschi che preparano piatti tipici e dal profumo sempre invitante. Nelle località di mare presta soprattutto attenzione al pesce: assicurati che sia di provenienza locale e informati sui metodi con cui è stato pescato.

Viaggio Sostenibile: si può fare?

Come equipaggiarsi

Piccoli accorgimenti faranno di te un fantastico viaggiatore sostenibile, rispettoso dell’ambiente e di persone, flora e fauna che lo abitano. Oltre ai consigli sopra elencati ho pronti per te altri suggerimenti che possono aiutarti durante le vacanze.

Escursionismo a basso impatto: alcuni consigli

Hai deciso di passare le tue vacanze estive facendo escursioni. Fantastico! Camminare nella natura, nel fresco delle montagne è bellissimo e aiuta il benessere di corpo e mente. Hai pensato a cosa portare con te per mangiare e bere? Ecco quello che ti consiglio di mettere nello zaino:

  • Una borraccia termica in acciaio inossidabile: una soluzione plastic free che ti permette di riutilizzare il tuo contenitore tutte le volte che vorrai, senza inquinare e creare rifiuti inutili
  • Pranzo al sacco: preparati il tuo piatto preferito e portalo con te scegliendo una lunchbox in acciaio inox, facile da pulire e disponibile in diversi modelli, persino con il coperchio in bambù che può rivelarsi utile anche come tagliere
  • Posate sostenibili: se decidi che il tuo pasto sarà una gustosa pasta fredda, o una fresca insalata con verdura di stagione, avrai bisogno di posate. Puoi provare le posate in bambù che si possono riutilizzare, si asciugano in fretta e sono facili da pulire

Cerca di lasciare meno tracce del tuo passaggio sui sentieri: non abbandonare rifiuti, non strappare specie vegetali, fiori e arbusti e non disturbare gli animali selvatici, in modo particolare i cuccioli. Visto? Non è difficile, con una piccola attenzione alla volta il tuo viaggio può essere super sostenibile.

Prossima meta: mare!

Sicuramente anche al mare portarsi una borraccia in acciaio, un portavivande dello stesso materiale e posate riutilizzabili è un buon metodo per passare le tue vacanze in modo sostenibile. Posso però suggerirti altri accorgimenti:

  • Non alterare l’habitat costiero o marino: se sulla spiaggia ci sono passerelle in legno usa quelle per raggiungere il bagnasciuga, eviterai di disturbare animali che nidificano in spiaggia, come tartarughe e il fratino. Inoltre, lascia al loro posto sabbia, conchiglie e sassi perché portandoli a casa altereresti l’equilibrio dell’ecosistema. E le stelle marine, i pesci, le meduse e gli altri abitanti marini? Non portali fuori dall’acqua, mi raccomando!
  • Usa creme solari naturali con formule biodegradabili: in questo modo potrai evitare di trasformarti in un pomodoro e contemporaneamente salvaguardare l’ambiente marino, soprattutto i suoi coralli, non introducendo sostanze chimiche dannose

Detergenti in viaggio: i cosmetici solidi

Nel bagaglio a mano per il tuo viaggio in aereo, nello zaino per la tua vacanza on the road e in qualunque situazione ce ne sia bisogno: i cosmetici solidi sono l’alternativa perfetta per prenderti cura di corpo, capelli, igiene intima e igiene orale in modo sostenibile.

Perché l’alternativa solida è più eco-friendly? Innanzitutto, per la loro preparazione la quantità di acqua impiegata è notevolmente minore rispetto ai simili liquidi. Inoltre, i pack dei cosmetici solidi sono in cartone, metallo, materiale riciclato, spesso plastic free e sempre nel pieno rispetto dell’ambiente. Bagnoschiuma, oli, creme, shampoo, balsami, detergenti intimi in formato solido da poter riporre in un contenitore apposito di metallo o sughero. Alcuni brand realizzano anche mini formati, perfetti da portare in viaggio.

Non dimenticare il dentifricio! I formati solido, in polvere, in pasta e quello in pastiglie sono fantastici e super sostenibili, e ricorda di mettere in valigia anche un bello spazzolino naturale in bambù, in materiale rinnovabile o in legno.

Consumare meglio in viaggio: ultimi consigli per le tue vacanze sostenibili

Un altro modo per essere un viaggiatore responsabile è quello di acquistare souvenir realizzati da artigiani locali. Non solo aiuterai la comunità del paese dove ti trovi, ma avrai un oggetto originale e con un significato speciale: ideale per un regalo!

E a proposito di supportare la comunità locale, non esitare a spendere qualcosa in più in negozi di quartiere, caffetterie tradizionali, gelaterie artigianali, ristoranti e luoghi in cui i lavoratori del posto si guadagnano da vivere. Vuoi evitare di acquistare oggetti fisici? Ti propongo un’alternativa anche a questo: puoi investire su attività culturali, festival di città o quartiere, visite a musei (in alcune città ce ne sono anche di particolari e davvero suggestivi, fatti suggerire dagli autoctoni) e sullo scoprire luoghi e paesaggi tipici del posto.

I suggerimenti sono tanti e tanti ancora ce ne sarebbero! Posso riassumerti i passi per essere un viaggiatore sostenibile così:

  • Frequenta i mercati rionali, i negozi biologici e i ristoranti a km 0 quando possibile
  • Rispetta i costumi, la tradizione e la cultura locali
  • Rispetta l’ambiente in cui ti trovi (mare, montagna, campagna, ecc)
  • Scegli per alloggiare un agriturismo, un b&b o comunque una struttura che non danneggi il paesaggio e l’ambiente in cui si trova
  • Per spostarti approfitta dei mezzi di trasporto locali, di una bicicletta oppure opta per una bella camminata
  • Se vuoi comprare un souvenir, prendilo da un artigiano e supporta la comunità locale

Cosa mettere in valigia? I 10 prodotti sostenibili che non possono mancare

  1. Involucri biodegradabili per avvolgere i tuoi snack bio preferiti
  2. Una cannuccia in bambù o metallo (basta cannucce di plastica!)
  3. Sacchetti riutilizzabili
  4. Un portavivande per il tuo pranzo al sacco da gustare dove vuoi
  5. Posate per mangiare pietanze preparate con amore o per evitare le posate usa e getta servite con i pasti da asporto
  6. Cosmetici naturali e solidi per la cura di corpo e capelli
  7. Dentifricio in polvere, in pasta o in compresse per la tua igiene orale anche in viaggio
  8. Uno spazzolino naturale in bambù, in legno o realizzato con materiali rinnovabili
  9. Una crema solare naturale ed ecosostenibile
  10. E infine…il Graal: la borraccia in acciaio inossidabile!

Un passo alla volta è possibile fare scelte sostenibili anche in vacanza, optando per prodotti bio e naturali, biodegradabili e compostabilisenza plastica e zero waste. Ormai da troppo tempo sentiamo dire che il pianeta è solo uno e dobbiamo prendercene cura: è vero, e anche tu puoi fare la differenza un passo alla volta, persino mentre ti diverti!

Cos’altro dire? Buone Vacanze!

Fonte

Il Mais: Un cereale versatile e prezioso

 

Il Mais è un cereale dal quale si possono ricavare diverse sostanze e prodotti come l'olio, la farina, i semi e molti altri, utili e preziosi per l'organismo.



Piccola storia del Mais

Al terzo posto nella coltivazione mondiale di cereali, dopo il frumento e il riso, vi è il mais, una Graminacea di origine americana.

L'interesse che questa pianta suscita ai nostri giorni va al di là dei suoi impieghi alimentari, che sono, peraltro, molto preziosi.

Le moderne biotecnologie, infatti, riescono a estrarre dal mais le sostanze più diverse, fra cui: l'alcol per l'alimentazione dei motori a scoppio (energia rinnovabile e che residua come sottoprodotto un ottimo alimento per il bestiame); il bourbon o whisky americanol'isoglucosiouno zucchero che si pone in seria concorrenza con lo zucchero di barbabietola e di canna; un materiale biodegradabile che, in alcuni casi, può sostituire i contenitori di plastica e forse, in futuro, molti altri prodotti.

Quando Cristoforo Colombo vide per la prima volta queste strane piantagioni, probabilmente nell'isola di Cuba, non poteva immaginare il successo e l'importanza che questo vegetale avrebbe avuto per l'umanità nei secoli a venire. A quel tempo il mais veniva coltivato anche nell'America meridionale (attuali Cile e Argentina) e nell'America settentrionale (a sud della regione dei Grandi Laghi), ma dopo le esplorazioni che inaugurarono l'era moderna fu introdotto in Spagna e da qui in molti paesi europei con clima adatto alla sua coltivazione. In Italia questo nuovo grano straniero fu chiamato "turco" (granoturco, probabilmente perché fino ad allora le cose nuove e diverse venivano dai paesi orientali) per differenziarlo da quello nostrano (frumento, segale, orzo ecc.).

Come accadde con altri cereali in diversi luoghi, il mais fu la fonte primaria di energia che permise lo sviluppo di alcune antiche civiltà (Aztechi, Maya, Incas). Questo prodotto, infatti, oltre alle sue indubbie qualità nutrizionaliaveva il pregio di poter essere essiccatotrasportato e conservato per lunghi periodi di tempo e, non a caso, presso gli Aztechi tale pianta era oggetto di culto in vari mesi dell'anno, che corrispondevano alle diverse fasi della sua coltivazione.

Anche se non ve ne è l'assoluta certezza, si ritiene che il mais derivi da una Graminacea selvatica, Euchlaena mexicaria, che attualmente cresce in Messico, Guatemala e Honduras e in altre zone dell'America del Sud: il suo nome è teosinte, una parola derivante dall'azteco teocentli, che significa "spiga divina del mais". Il mais visto per la prima volta da Cristoforo Colombo, quindi, era con ogni probabilità una pianta già da tempo domesticata dall'uomo attraverso numerose ibridazioni, allo scopo di aumentarne la produttività e di evitare che la pannocchia perdesse spontaneamente i semi, onde permettere un abbondante e tempestivo raccolto. Le varietà attuali si raccolgono in estate o in autunno.

Varietà di mais

Il nome scientifico attuale è Zea mays, derivato da Francisco Antonio Zea, botanico colombiano vissuto fra il XVIII e il XIX secolo, e da mahiz, il nome con cui questo cereale veniva chiamato ad Haiti.

Il mais più antico sembra risalire, secondo i reperti archeologici, a 7000 anni fa e già nel periodo precolombiano questo seme fu sottoposto a incroci che diedero origine a varietà blu, rosse, bianche, gialle, zuccherine (adatte alle insalate), dentate, indurate, farinose, da scoppio (pop corn) ecc. Attualmente, le varietà più coltivate sono quelle che hanno prerogative particolari e destinazioni "specializzate", come l'amilacea (con cariosside tenera e ricca di amido, utilizzata come alimento per il bestiame e per la produzione di amido), l'indurata (con cariosside dura alla macinazione e a frattura vitrea, ottima per farine da polenta), la dentata (con cariosside lunga e appiattita che ricorda i denti del cavallo, utilizzata per l'alimentazione zootecnica e umana), la rostrata (con granelli piccoli ed endosperma corneo, utile per la preparazione del pop corn), l'opaca (ricca di lisina, un aminoacido essenziale nell'alimentazione umana e animale) ecc.

Anche nel mais, come nel frumento e negli altri cereali, la parte più corticale della cariosside è composta da importanti strutture (vedi Tabella):

  • lo strato tegumentale, ricco di cellulose altamente polimerizzate a effetto properistaltico nell'intestino dell'uomo, ma ben digerite dai ruminanti;
  • lo strato aleuronico, che viene perso con la raffinazione ed è presente solo nella farina integrale, contenente fino al 25% di proteine;
    • il germe, con un 35-40% di olio ad alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi (acido oleico 25-45%) e polinsaturi (in particolare, il linoleico 50-60%); acidi grassi saturi complessivamente intorno al 14%, soprattutto acido palmitico; vitamine, soprattutto E e del gruppo B; proteine (20%);
    • l'endosperma, la parte farinosa del chicco, contenente amidi per circa il 90% e proteine per il 10%.
  • Caratteristiche antinutrizionali

    La farina di mais contiene antienzimi, in particolare antitripsina e antichimotripsina che rallentano la digestione delle proteine.

    Come nel frumento, anche nel mais è presente l'acido fitico, un composto che compromette in parte l'assorbimento di importanti minerali come il ferro, lo zinco, il magnesio ecc.; a differenza del frumento, però, nel mais è scarsamente rappresentata la fitasi, un enzima che inattiva l'acido fitico.

    Il mais ha scarsa capacità di concentrare il cadmio.

    E stata dimostrata una riduzione nella secrezione dell'ormone della crescita nell'uomo alimentato con mais.

    Il noto effetto "pellagroso" del mais è dovuto alla carenza di acido nicotinico, o vitamina PP, che viene accentuata dal basso contenuto di triptofano in una delle proteine del mais, la zeina. Poiché il triptofano è una delle sorgenti di vitamina PP a livello del metabolismo dei nutrienti, la contemporanea carenza di questa vitamina e del suddetto aminoacido, essenziale nell'alimentazione, determina una malattia carenziale tipica delle popolazioni che si nutrono prevalentemente di mais, come avveniva nel XVIII e XIX secolo nell'Italia settentrionale.

    Tuttavia, vi sono due osservazioni da fare:

    1. la farina integrale di mais ha un contenuto di 2 mg di vitamina PP, contro lo 0,9 della farina raffinata (semola di mais) (tabella);

    2. se il mais viene trattato delicatamente con alcali (per esempio, con calce o cenere di vegetali, come si fa presso le popolazioni dell'America centrale per la preparazione di tortillas e tacos), la trigonellina, un alcaloide che è abbondante nel mais, si trasforma in acido nicotinico evitando la pellagra. Ciò dimostra l'importanza che rivestono, nella prevenzione di molte patologie, anzitutto il tipo di lavorazione cui vengono sottoposti i prodotti della terra (in questo caso il grado di raffinazione delle farine) e, in seguito, i processi di trattamento dei cibi (tecniche di preparazione, cottura ecc.).
    3. Aspetti terapeutici

      Il mais è tradizionalmente reputato un cereale in grado di moderare delicatamente l'attività tiroidea: in quest'ottica andrebbe prescritto innanzitutto a coloro che ne sentono il bisogno, nonché in caso di ipereccitabilità nervosapalpitazioni cardiacheinsonniaansiaideazione veloce con sfumature nevrotichetremori e tendenza al dimagrimento.

      La crema di mais, comunque, è utile a tutti, ma soprattutto a chi ha lo stomaco debolenell'infanziaadolescenza e vecchiaianelle convalescenze e nei deperimenti organiciBollita nel latte, è un nutrimento completo che può far ingrassare le persone eccessivamente magre.

      Con la polenta si possono confezionare cataplasmi decongestionanti e risolventi per foruncoli e ascessi.

      semi tostati e macinati possono costituire la base di un gradevole caffè delicatamente lassativorinfrescante intestinale e antiemorroidario, da assumere liscio oppure con latte e miele per qualche settimana. Questa bevanda può risultare benefica per i soggetti con tendenza alla stipsi, alla colite e alle infiammazioni a carico delle vene emorroidarie.

      L'olio di mais (è preferibile quello estratto mediante pressione a freddo e senza solventi, il più integro a livello vitaminico ed enzimatico) è un agente ipocolesterolemizzante particolarmente utile nei soggetti predisposti all'aterosclerosi e ai disturbi da circolazione del sangue rallentataDose media: 2-3 cucchiai/die a stomaco vuoto.

      Va rilevato che nella polenta integrale e nei semi di mais interi cotti in acqua o al vapore è presente il germe con il suo olio, nella composizione armonica, completa e intatta del chicco naturale.

      In fitoterapia si usano gli stimmi (detti barbe) della pianta, raccolti prima della maturazione della pannocchia (ovvero all'inizio o a metà dell'estate a seconda delle varietà). Probabilmente anche grazie alla ricchezza in sali di potassioil loro infuso al 3-4% (3-4 grammi per 100 cc di acqua) o la breve decozione ci offrono uno dei più efficaci e innocui diuretici vegetali, utilizzabile con profitto da chi soffre di edemi, ritenzione di liquidi, oliguria, cistiti ricorrenti, renella urica o fosfatica, ipertrofia prostatica, ipertensione e, perché no, cellulite. Dosi: 1-3 tazze/die alle ore preferite.

  • Fonte

Hobby Creativi per Bambini (Fai-Da-Te): Naturali, Sostenibili e Zero Spreco

 

Idee creative per te e il tuo bambino. Pasta autoindurente, colori per pittura e plastilina da realizzare divertendosi in modo naturale e zero waste



Se stai cercando idee per poter occupare i tuoi bambini in modo creativo, naturale e con zero sprechi, sei nel posto giusto!

I bambini sono sempre in cerca di stimoli e di qualcosa che tenga impegnate la loro mente e le loro mani. Sono curiosi e si divertono a creare loro stessi i giochi da poter sfruttare nell’arco della giornata. Dai classici indumenti di cartone (scommetto che anche tu, ogni Natale, con la confezione del tuo pandoro o panettone preferito continui a creare elmi medievali!) al tradizionale, ma sempre di moda, telefono con corda e bicchieri di carta (o lattine) i giochi sono tanti!

In queste righe, ti propongo però 3 semplici ricette per hobby creativi 100% naturali, composti esclusivamente da ingredienti alimentari. Inutile dirlo, sarà il doppio più divertente se ti fai aiutare nella creazione dai bambini ai quali sono destinati!

La Pasta Autoindurente

Piccoli e grandi scultori. Che siano oggetti per uso quotidiano, graziose sculture o creazioni astratte gli impasti autoindurenti sono uno degli hobby creativi migliori per tenere i bambini occupati. Crea, lascia asciugare e decora: che la fantasia si scateni!

Cosa ti serve?

Ingredienti:

  • 1 bicchiere di fecola di patate o amido di mais
  • 2 bicchieri di bicarbonato di sodio
  • 1/2 bicchiere di acqua del rubinetto

Attrezzi del mestiere:

  • Casseruola
  • Cucchiaio di legno

Come procedere?

In una casseruola, prima mescola tutti gli ingredienti freddi. Dovresti ottenere una pasta abbastanza liquida. Quindi scalda a fuoco basso, mescolando bene con un cucchiaio di legno come per una besciamella.

A questo punto, la palla di impasto si formerà da sola. Una volta che si staccherà dai bordi, puoi toglierla dal fuoco e lasciarla raffreddare per qualche minuto. Sarai quindi in grado di modellare un bel pezzo di pasta tra le mani.

E ora non resta che far divertire i tuoi bambini!

Un impasto che puoi usare per creare piccoli oggetti da appendere, parti da poter assemblare per creare una casetta (chissà che non inizi un amore per l’architettura!), personaggi e via dicendo. Facile da modellare, non si sbriciola e può essere steso con un matterello o ritagliato con un tagliabiscotti.

Nota: più spesse sono le creazioni, più a lungo dovrà asciugarsi. Quindi conta circa 12 ore minimo per 5 mm di spessore e fino a diversi giorni per piccole sculture più grandi.

Consiglio: durante la sessione di gioco potete lasciare l'impasto in padella, coperto da un coperchio di vetro. Ciò eviterà che si asciughi troppo rapidamente.

Pasta da modellare: la Plastilina!

Squilli di trombe e rulli di tamburi per la vera star degli hobby creativi: la Plastilina! Una versione naturale, resistente e soddisfacente da maneggiare come i suoi “colleghi” sintetici.

Cosa ti serve?

Ingredienti:

  • 1 bicchiere di farina
  • 1/2 bicchiere di sale
  • 1/2 bicchiere di bicarbonato di sodio
  • 1 cucchiaino di olio vegetale di mandorle dolci
  • 1 bicchiere di acqua calda
  • Colorante alimentare naturale
  • Facoltativo: estratto di vaniglia per dare un buon odore

Attrezzi del mestiere:

  • Casseruola
  • Cucchiaio di legno

Come procedere?

Per prima cosa mescola insieme tutti gli ingredienti secchi. Poi, versa il tutto in una casseruola e aggiungi l'acqua poco alla volta, sempre mescolando. Porta a ebollizione a fuoco medio e mescola finché la pastella non si addensa. Infine, quando l'impasto si stacca dai bordi, togli dal fuoco e impasta a mano fino a formare una bella palla.

A questo punto puoi aggiungere qualche goccia di vaniglia se vuoi ottenere un odore vicino a quello del negozio, ma ovviamente non è obbligatorio. Separa l'impasto a pezzi, quindi aggiungi i coloranti desiderati e impasta ogni pallina un'ultima volta. La tua pasta da modellare è pronta per l'uso!

Non esitate ad avere una mano un po' pesante sulle tinture se vuoi ottenere colori belli accesi. Altrimenti, la tua pasta da modellare avrà sfumature pastello, che comunque non sono male.

Nota: conservalo per un massimo di 3 settimane in un contenitore di vetro ermetico sul fondo del frigorifero. Se i cristalli di sale arrivano in superficie, impasta qualche secondo prima di utilizzarlo.

Consiglio: durante l'utilizzo, se l'impasto inizia ad attaccarsi alle dita, non esitare a spolverarlo di farina e ad impastare bene.

Ecco fatto, ora tu e i tuoi bambini avete qualche passatempo creativo per divertirvi in modo naturale e sicuro per voi e per l’ambiente!

Su le maniche, mani pronte e che la creatività sia dalla vostra parte!

Fonte

Salvia, nel suo nome il suo pregio

 

Le proprietà carminative, antispasmodiche, antisettiche e astringenti e della salvia sono indagate dalla scienza, che ricerca il legame tra i singoli composti attivi e l’indicazione terapeutica.




La salvia è una pianta aromatica conosciuta fin dall'antichità per le sue proprietà. L'uso tradizionale la raccomanda come rimedio perinfiammazioni della bocca, pancia gonfia, piccole ferite, eccessiva sudorazione, disturbi della menopausa. Ed è anche un'alleata per la bellezza di denti e capelli.

La salvia, il suo nome deriva da salvus

Sicuramente della salvia hai sentito parlare e, probabilmente, ne hai apprezzato l'odore aromatico in cucina in tanti piatti. La Salvia officinalis è una pianta perenne, molto diffusa nei nostri giardini e fa parte della tradizione mediterranea da... sempre. Veniva usata nelle antiche medicine egiziane, greche e romane con diversi scopi: per la fertilità, per ridurre il flusso mestruale e fermare l'emorragia delle ferite, per ridurre le vampate di calore in menopausa, per la pulizia di ulcere e piaghe, in caso di tosse e mal di gola, per potenziare la memoria. Di qui il suo nome, che deriva dal latino salvus, che significa appunto salvo.

Attraverso la cultura greca, il potere della salvia giunge fino in India, dove entra a fare parte dei rimedi utilizzati nelle medicine tradizionali ayurvediche.

Il suo uso medicinale è documentato in numerosi testi di farmacognosia, una branca della farmacologia che si occupa di prodotti di origine naturale, impiegati come medicamenti o nella preparazione di medicamenti 

Proprietà della salvia

La salvia è nota per molte proprietà: carminative, antispasmodiche, antisettiche, astringenti e antisudorifere, che riducono cioè la sudorazione eccessiva. Recentemente, l'attenzione è stata posta sul legame tra specifici composti bioattivi presenti nella salvia e particolari effetti sulla salute.

Oltre alla salvia fresca o essiccata per la preparazione di infusi e tisane o da utilizzare in cucina, in commercio si trovano diversi prodotti ricavati da questa pianta: olio essenziale, ottenuto dalla distillazione in corrente di vapore delle foglie di salvia, l'idrolato di salvia, acqua aromatica che trova impiego soprattutto in cosmesi. Per macerazione delle foglie in olio vegetale, è possibile ottenere anche l'oleolito di salvia.

La salvia contiene molti composti biologicamente attivi che possono essere suddivisi in monoterpeni, diterpeni, triterpeni e componenti fenolici.

Composizione bioattiva della salvia

componenti fenolici sono molto abbondanti nella salvia e possono essere divisi in due gruppi: acidi fenolici, tra cui acido caffeico, vanillico, ferulico e rosmarinico, e flavonoidi, tra cui luteolina, apigenina e quercetina. I monoterpeni più comuni includono: α e β-tujone, 1,8-cineolo e canfora.

La composizione bioattiva dei derivati della salvia dipende sia dalla tecnica di estrazione, che dalla parte della pianta utilizzata, che dal tipo di salvia, infatti, ne esistono molte specie diverse, ma anche dal luogo e dal momento della raccolta.

Per esempio, gli estratti di foglie di salvia hanno il più alto contenuto di polifenoli, mentre le parti del fiore contengono una percentuale più piccola di tujone rispetto alle foglie.

Salvia, antibatterica e antinfiammatoria

Gli studi sperimentali sulle foglie di salvia, anche se non numerosi, non contraddicono gli usi tradizionali di questa pianta.  

L'uso tradizionale e di lunga data in Europa, ha consentito di attribuire alla salvia l'indicazione per il sollievo di disturbi come bruciore di stomaco e gonfiore, per alleviare l'eccessiva sudorazione, per il trattamento sintomatico di infiammazioni nella bocca o nella gola e lievi infiammazioni della pelle.

Gli effetti antibatterici e antinfiammatori della Salvia officinalis L. e di alcuni dei suoi componenti sono stati confermati in molti studi, che supportano l'uso tradizionale in questo senso.

In particolare, l'olio essenziale di salvia è efficace contro diversi batteri, specie di funghi e contro le infiammazioni della bocca.

Olio essenziale di salvia officinale

L'olio essenziale di salvia officinale, dato il contenuto di tuione, va utilizzato con grande cautela, in particolare per uso interno: infatti, pur vantando numerose proprietà, può avere un effetto neurotossico e abortivo e pertanto non è adatto alle donne incinte, ai bambini e alle persone che soffrono di epilessia o ipertensione.

Le foglie e le sommità fiorite della salvia officinale contengono dal 4,5 al 6,3% circa di olio essenziale composto da tuione (dal 40 al 60%), canfora (dal 5 al 22%), cineolo (dal 5 al 14%), cariofillene (circa il 10%) e limonene (circa il 6%). L'utilizzo di quest'olio è consentito previa diluizione, deve comunque essere limitato nel tempo e l'uso interno è raccomandato solo sotto controllo medico. Bisogna inoltre tenere presente che, come molti oli essenziali, può presentare un rischio di allergie nei soggetti predisposti.

Come abbiamo visto, la salvia ha proprietà antivirali, antibatteriche e antimicotiche, che vengono sfruttate per curare, tra l'altro, l'herpes labiale e le infezioni da Candida albicans. L'olio di salvia svolge inoltre un'azione espettorante e mucolitica e viene utilizzato diluito per effettuare massaggi sulla parte superiore della schiena in caso di influenza e disturbi delle vie respiratorie, come sinusite e bronchite.

Idrolato di salvia

L'idrolato di salvia, o acqua di salvia, è il prodotto secondario che si ottiene dalla distillazione in corrente di vapore delle foglie di salvia. Viene utilizzato in cosmesi per combattere i problemi della pelle grassa, per restringere i pori dilatati e per eliminare le impurità della pelle. È un ingrediente che spesso viene inserito nella formulazione di deodoranti e creme deodoranti per mani e piedi grazie alla sua azione antibatterica e alla capacità di regolare la traspirazione. Negli shampoo e nelle lozioni per capelli, trova impiego per combattere la forfora, per detergere i capelli grassi e per rendere più luminosi i capelli scuri.

Oleolito di salvia

L'oleolito di salvia ha proprietà cicatrizzanti, normalizzanti e purificanti. Come anche l'idrolato, si usa nei prodotti per il cuoio capelluto, dove svolge un'azione stimolante e per la cura della pelle grassa, perché astringente e riequilibrante. È un ottimo ingrediente per preparazioni di deodoranti e detergenti.

Salvia e bellezza

Le foglie fresche o essiccate della salvia officinale vengono tradizionalmente utilizzate per la pulizia dei denti per merito delle loro proprietà sbiancanti e disinfettanti: molti dentifrici in commercio contengono estratti ricavati dalla salvia officinale.

Grazie anche all'azione sulla microcircolazione, la salvia si utilizza per produrre lozioni, shampoo e maschere contro la caduta dei capelli. Tradizionalmente, l'infuso di quest'erba è usato per favorire i riflessi scuri sui capelli.

Come abbiamo visto, le pelli grasse possono trarre beneficio dalla salvia. Se anche tu hai la pelle grassa, provala in questa facile ricetta per prepararti un bagno con effetto astringente e seboregolatore.

Ingredienti:

  • 4 litri d'acqua
  • 250 g di foglie di salvia essiccate

Porta a bollore l'acqua e aggiungi le foglie di salvia essiccate e tritate. Lascia in infusione per dieci minuti, dopodiché filtra e aggiungi l'infuso all'acqua della vasca. Ora lascia agire sulla tua pelle e goditi un momento di relax.

Avvertenze

L'olio essenziale di Salvia officinalis L. contiene componenti come tujone e canfora, che hanno effetti tossici ad alte dosi. Quindi è bene consultare un medico per evitare di correre il rischio di superare l'assunzione giornaliera massima raccomandata di tujone. L'uso delle foglie di salvia non è raccomandato durante la gravidanza e l'allattamentoné per i bambini e gli adolescenti. L'olio essenziale e gli estratti alcolici sono controindicati durante la gravidanza e l'allattamento.

 

Fonte

Pelle al sole e abbronzatura perfetta: che fototipo sei?

 

Scopri di più sui fototipi della pelle e su come ottenere una pelle “baciata dal sole” grazie a prodotti solari e integratori naturali.




L'estate è la stagione dell’abbronzatura per eccellenza! Tuttavia, è fondamentale prendersi cura della propria pelle durante l'esposizione al sole per evitare danni e scottature. Da dove iniziare quindi? Sicuramente prima di capire quali sono i prodotti più adatti noi, è importante capire quale fototipo siamo e fare un ciclo di integratori naturali, per preparare la pelle all’esposizione.

Primi giorni al sole: ecco come procedere

Dopo la stagione invernale, la nostra pelle necessita di un supporto naturale per “risvegliarsi” e riattivarsi, non solo per avere un’abbronzatura più duratura ma anche per evitare danni causati dal sole, aumentare le difese della cute e contrastare i radicali liberi.

Gli integratori per l’abbronzatura e gli attivatori di melanina vanno assunti almeno un mese prima dell’esposizione al sole. Per chi ha una pelle molto delicata e particolarmente chiara, questa tipologia di integratore va assunta anche 2-3 mesi prima e in alcuni casi da sarebbe assumere anche tutto l’anno.

Integratori solari per un'abbronzatura sana

Sono tantissimi gli integratori solari disponibili sul mercato che possono aiutare a preparare la pelle per l'esposizione al sole, formulati con ingredienti di origine vegetale, specifici per stimolare la produzione naturale di melanina e combattere l’invecchiamento cutaneo. Quali sono i migliori?

Betacarotene

Conosciuto come l’integratore migliore per l’abbronzatura, il betacarotene è un colorante vegetale contenuto in alimenti come carote, paprika, peperoncino e tanto altro ancora. Il betacarotene viene venduto anche sotto forma di integratori solari in compresse poiché apporta durante tutto l’anno notevoli benefici alla pelle. Oltre alle proprietà abbronzanti di cui parleremo tra poco, il betacarotene sembrerebbe particolarmente utile per i fumatori e per coloro che hanno pelli mature: la sua azione antiossidante permette infatti di rallentare i processi di invecchiamento delle cute, sia che essi siano provocati da fattori esterni come appunto il fumo e l’inquinamento ambientale sia che essi siano dovuti ai fisiologici cambiamenti del corpo.

L’assunzione di betacarotene aiuta perciò a contrastare la comparsa delle rughe ma non solo. Esso procura risultati visibili anche in caso di pelle acneica e secca e in caso di problematiche cutanee come arrossamenti ed eritemi di vario genere. Favorisce oltretutto la crescita sana delle ossasostiene la vista e si pensa che protegga anche dall’insorgere di malattie a carico del cuore e del sistema sanguigno.

Essendo inoltre il precursore della vitamina A, il betacarotene è anche un valido sostegno per le donne in gravidanza: se assunto infatti correttamente coadiuva, specialmente negli ultimi mesi della gestazione, allo sviluppo e al buon funzionamento delle cellule e dei tessuti del bambino.

Ma torniamo ora al punto centrale della questione, ovvero a come è possibile facilitare e migliorare l’abbronzatura grazie alle virtù di questa sostanza. Il betacarotene - se assunto durante il mese precedente all’esposizione solare – predispone la pelle a ricevere i raggi del sole senza incorrere in rischi e pericoli per la salute. Esso aiuta infatti a prevenire le scottature solari e ad imbrunire la pelle in modo più veloce, omogeneo e senza chiazze.

Controindicazioni

Per quanto riguarda invece le controindicazioni, si sconsiglia l’assunzione di questo integratore in concomitanza con terapie farmacologiche anti-colesterolo e di chiedere in ogni caso il parere di un esperto.

Melanina vegetale

Chi vuole un'abbronzatura veloce senza ricorrere al betacarotene deve indirizzarsi verso prodotti che favoriscano la secrezione della melanina. Questa sostanza viene prodotta naturalmente dall’organismo e permette sia di accelerare la tintarella che di difendere la pelle dai raggi ultravioletti. Chi utilizza integratori o creme solari alla melanina vegetale avrà perciò anche il vantaggio di una maggiore protezione nei confronti dei raggi UV. Gli integratori che stimolano la melanina sono quindi ideali per chi ha la pelle molto chiara e sensibile.

La pelle dei bambini è particolarmente povera di questa sostanza e potrebbe rivelarsi perciò utile incoraggiarne la produzione attraverso l’alimentazione. Per stimolare la melanina, i cibi più utili in questo caso sono quelli ricchi di vitamina A e vitamina ; oltre alle carote (e al loro succo), ricordiamo quindi la zucca, le albicocche, le patate dolci, le bietole, gli spinaci, il cavolo nero, i peperoni rossi, il guava, il kiwi, le arance, le fragole, i mirtilli ed il broccolo.

Controindicazioni

Gli integratori di melanina, a differenza di quelli al betacarotene, hanno inoltre il vantaggio di non provocare il classico inestetismo della pelle giallastra (causato però soltanto dal sovradosaggio) e sono composti per lo più da vitamine e minerali (soprattutto selenio), si trovano facilmente in vendita online (ad esempio su Greenweez.it). Prima di assumere qualsiasi integratore solare, è importante consultare un medico o un dietologo per determinare la giusta dose e assicurarsi che sia sicuro per te.

Dopo aver fatto un’introduzione sugli integratori naturali e l’importanza di assumerli, possiamo passare ad individuare il fototipo della nostra pelle.

Il fototipo della pelle: significato

Sotto il sole ti puoi scottare oppure abbronzare e dipende tutto dal fototipo: una classificazione scientifica che interessa la nostra pelle. In dermatologia il fototipo di una persona indica la reazione dell’epidermide quando è esposta alla radiazione ultravioletta e determina il tipo di abbronzatura che si può raggiungere. Aver consapevolezza del proprio fototipo rappresenta la base necessaria per prendersi cura della propria pelle e comportarsi correttamente durante l’esposizione dei raggi UV. La sua individuazione è abbastanza intuitiva e passa attraverso una serie di elementi quali il colore degli occhi, dei capelli, e della pelle.

Tipologie di fototipo

La dermatologia ha individuato sei tipologie di fototipo, distinguendo in base alla reazione che la cute manifesta nei confronti dei raggi UV: questa capacità di risposta ed autoprotezione è dovuta alla quantità di melanina presente nell’epidermide.

La melanina è un pigmento fotoprotettivo, responsabile della colorazione della pelle umana. Questo polimero complesso, sintetizzato da un enzima chiamato tirosinasi, ha sede, oltre che nella cute, anche in altre parti del corpo: capelli, retina, midollo e ghiandola surrenale.

La sua funzione principale è di tipo protettivo: essa assorbe e respinge le radiazioni solari attraverso la formazione di uno schermo che funge da filtro. Però, la sua efficacia, nel contrasto dell’azione nociva dei raggi UV, non è assoluta, ma più o meno efficace a seconda della quantità presente.

I fattori che influiscono sulla sua distribuzione all’interno della cute sono diversi e legati all’etnia, all’età, alla regione corporea e, in misura minore, anche alle proprie abitudini e al proprio stile di vita. Ora vediamo nello specifico le sei tipologie di fototipo.

  • Fototipo 1: è caratteristico delle persone che abitano le regioni nordiche. Si riconoscono per i capelli biondi o rossi, la carnagione molto chiara, gli occhi chiari e la presenza di lentiggini ed efelidi. Si scottano molto facilmente e non si abbronzano nemmeno dopo diverse esposizioni al sole. Queste persone dovrebbero evitare l’esposizione a tutti i raggi UV.
  • Fototipo 2: appartiene alle persone dalla pelle chiara e dal capello biondo o castano chiaro. Queste persone si arrossano spesso dopo l’esposizione al sole e rimediano, frequentemente, scottature ed eritemi. Ottengono una leggera abbronzatura solo dopo alcune esposizioni.
  • Fototipo 3: è il più diffuso in Italia. Riguarda soggetti dalla carnagione leggermente scura. Solitamente hanno capelli castani, occhi chiari o scuri. Si scottano difficilmente e si abbronzano abbastanza dopo qualche esposizione.
  • Fototipo 4: queste persone presentano un colorito olivastro, capelli scuri ed occhi neri. Raramente sono soggetti a scottature. Si abbronzano con facilità ed intensità, mantenendo il colore a lungo.
  • Fototipo 5: riguarda persone naturalmente abbronzate che presentano una pelle protetta per natura dall’esposizione solare. Hanno capelli neri e occhi scuri. Le persone del fototipo 5 non si scottano quasi mai.
  • Fototipo 6: caratterizza le persone con carnagione scurissima: capelli neri, pelle nera e occhi scuri. Abbondantemente protette dalle radiazioni solari, le persone di fototipo 6 non si scottano mai.

Esiste anche un altro tipo di fototipo, denominato 0. Si associa all’albinismo, la malattia caratterizzata dal difetto dell’enzima tirosinasi, enzima coinvolto nella sintesi della melanina. I soggetti affetti da questa patologia si riconoscono per la pelle completamente bianca, i capelli bianchi e gli occhi rossi. Questo fototipo non può mai esporsi alle radiazioni solari poiché il soggetto è assolutamente privo di difesa contro l’azione dei raggi UV.

Merita un’ultima attenzione il fototipo dei bambini. A prescindere dalla tipologia, che può essere anche una delle più alte come la 5 o la 6, la pelle dei bambini rimane la più sensibile e quindi necessità sempre di una protezione superiore a quella che il fototipo di appartenenza suggerisce.

Per capire il proprio tipo di pelle, esistono diversi test che, a partire da semplici domande, possono calcolare il fototipo di appartenenza. Tuttavia, per essere certi di individuare quello giusto, è sempre meglio consultarsi con un dermatologo.

Solari naturali: amici per la pelle

Una pelle splendida e abbronzata è il desiderio di tutti, ma è importante proteggerla nella maniera più giusta, per evitare danni cutanei come scottature, macchie cutanee e rughe profonde.

L’individuazione del proprio fototipo è il primo passo per capire qual è il fattore di protezione solare che deve avere la nostra crema protettiva. Tutti i prodotti solari in commercio indicano un numero che rappresenta il fattore di protezione. Vediamo, dunque, qual è quello consigliato per ciascun fototipo.

  • fattore 50+ protezione molto alta (per fototipo 1)
  • fattore da 50 a 30 protezione alta (per fototipo 2, 3)
  • fattore da 25 a 15 protezione media (per fototipo 3, 4, 5)
  • fattore da 10 a 6 protezione bassa (per fototipo 5, 6)

Questo accorgimento è necessario ma non ancora sufficiente. Per una protezione efficace e sicura non ci si può affidare ad una crema qualunque, ma la cura, l’amore verso la nostra pelle ci obbliga a guardare verso un'unica direzione: i solari ecobio.

Perché scegliere un solare ecobio?

Differentemente dalle creme di largo consumo, in quelle ecobio il fattore di protezione è rappresentato dai filtri fisici e non da quelli chimici. Una scelta che rende questi prodotti sicuri e adatti a pelli molto delicate. I filtri fisici non assorbono i raggi, ma li riflettono ed evitano il surriscaldamento dell’epidermide.

Questi composti sono ricchi di oli protettivi, come l’olio di mandorle dolci, di cocco, di lino, di argan e di jojoba, tutte sostanze di provenienza biologica che presentano elevate proprietà emollienti e riparatrici sul tessuto epidermico sottoposto all'azione aggressiva dei raggi ultravioletti.

In questo modo, i solari ecobio rivelano la loro efficacia sia in funzione protettiva che estetica: idratano, nutrono la pelle, favoriscono un’abbronzatura dal colore naturale ma, al tempo stesso, proteggono l’epidermide da scottature ed eritemi e prevengono l’invecchiamento precoce.

Pelle abbronzata e Pianeta felice

Scegliendo un prodotto solare ecobio, anche l’ecosistema trae giovamento! Proteggere la propria pelle con protezioni solari naturali significa anche salvaguardare il mare in cui ci si tuffa per un bagno ristoratore, perché i filtri utilizzati nelle formule ecobio non sono chimici e quindi non danneggiano l’habitat marino. Di conseguenza, la dispersione nel mare di queste creme bio naturali è del tutto innocua e non rappresenta una minaccia per pesci, molluschi e coralli.

Infine, manca un ultimo appunto: l’efficacia di una crema dipende anche dal suo corretto utilizzo. Spalmarla una sola volta non è sufficiente e durante l’esposizione solare è sempre bene ripetere l’applicazione più volte, soprattutto dopo essersi bagnati.

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