domenica 31 agosto 2014

10 fonti vegetali di calcio

Fonti di calcio. Quali alimenti vegetali preferire? Siamo tutti a conoscenza del fatto che per il buon funzionamento del nostro organismo e per mantenere forti le nostre ossa e i nostri denti sia necessario introdurre nella propria dieta quantità adeguate di calcio.
Mentre, comunemente, l’apporto di calcio veniva associato all’assunzione di latte e latticini, al giorno d’oggi si sta assistendo ad un’inversione di tendenza relativamente a tale questione, da parte di coloro che sostengono come il calcio proveniente da latte e latticini non sia facilmente assorbibile da parte del nostro organismo e che la digestione di tali alimenti richieda a propria volta una sottrazione di calcioe di altri minerali alcalini dalle nostre ossa, a causa di una eccessiva acidificazione dell’organismo provocata dagli stessi.
casi di osteoporosi sarebbero molto più numerosi in quelle popolazioni che assumono elevate quantità di calcio tramite i latticini, proprio a causa del fenomeno sopraindicato, come dimostrato dal più ampio studio sull’argomento, pubblicato nel 1983 tra le pagine dell’American Journal of Clinical Nutrition.Fortunatamente, latte e latticini non sono le uniche fonti dalle quali attingere il calcio. Esistono infatti diversi alimenti di origine vegetale ricchi di tale minerale, a cui soprattutto coloro che hanno deciso di escludere dalla propria alimentazione i prodotti caseari, o di ridurne l’assunzione, dovrebbero fare riferimento. Secondo quanto indicato dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, l’apporto quotidiano di calcio per individui adulti dai 19 ai 50 anni è solitamente stimato attorno ai 1000 mg al giorno, che diventano 1200 mg dai 51 anni in poi.
Vi presentiamo un elenco delle alternative vegetali ai prodotti caseari in merito all’assunzione di questo prezioso minerale.

1) Semi di sesamo

semi di sesamo sono tra gli alimenti vegetali più ricchi di calcio. Una porzione da 100 gr di semi di sesamo crudi contiene infatti 1000 mg di calcio. La crema di sesamo o burro di sesamo, denominata anche Thain, può contenere fino a 400 mg di calcio per ogni porzione da 100 grammi.

2) Semi di Chia



I semi di Chia (Salvia hispanica) sono ricchi di calcio oltre che di acidi grassi omega-3 ed omega-6. Una porzione da 100 grammi di semi di Chia può contenere oltre 600 milligrammi di calcio.

3) Cavolo verde e spinaci

Spinaci e cavolo verde sono tra i vegetali a foglia verde che presentano il maggior contenuto di calcio. Una porzione da 100 gr di spinaci contiene 56 mg di calcio. Una porzione da 100 gr di cavolo verde contiene 139 mg di calcio.

4) Semi di lino

semi di lino presentano un elevato contenuto sia di calcio che di acidi grassi essenziali omega-3. Per quanto concerne il calcio, una porzione da 100 gr di semi di lino ne contiene 256 mg. Per quanto riguarda gli omega-3, essi ne contengono 17 gr ogni 100gr. I semi di lino possono essere consumati crudi, precedentemente tritati, o una volta germogliati.

5) Quinoa

La quinoa è una pianta erbacea di origine andina particolarmente ricca di calcio. Una porzione da 100 gr di chicchi di quinoa cotta può contenere tra i 60 e i 100 mg di calcio. La quinoa inoltre presenta un contenuto elevato di potassio, zinco e proteine.

6) Melassa

La melassa è un liquido che si ricava durante il processo di lavorazione dello zucchero estratto dalla canna o dalla barbabietola. Dalla prima lavorazione si ottiene melassa chiara, dalla seconda melassa scura. Quest’ultima presenta un contenuto di calcio elevatissimo: fino a 172 mg per cucchiaio.

7) Arance

Un bicchiere di succo d’arancia fresco ed appena spremuto può offrire un apporto di calcio pari a circa 70 milligrammi. L’elevato contenuto di vitamina C presente nelle arance potrà essere d’aiuto all’organismo nell’assorbimento sia del calcio che del ferro, altro minerale essenziale per il suo funzionamento.

8) Legumi

Altra fonte vegetale di calcio sono i legumi, che andrebbero consumati anche per via del loro apporto di proteine e di ferro. I fagioli bianchi contengono circa 170 mg di calcio per 100 gr, le lenticchie ne contengono circa 50 mg ogni 100 gr, mentre i fagiolini ne contengono circa 70 mg per porzione (100 gr).

9) Broccoli

I broccoli contengono circa 47 mg di calcio per ogni porzione da 100 gr. Contengono inoltre vitamina A, vitamina K, fibre vegetali benefiche per l’intestino e vitamina C, che contribuirà ad agevolare l’assorbimento del calcio da parte dell’organismo.

10) Mandorle e fichi secchi

Anche la frutta secca o essiccata presenta un contenuto di calcio non di certo trascurabile. Ci riferiamo particolarmente alle mandorle, che ne contengono ben 266 mg ogni 100 gr, ed ai fichi secchi. Consumarne cinque al giorno garantisce un apporto quotidiano di calcio pari a 135 mg.

Acido folico: gli alimenti che ne contengono di piu'

L'acido folico, conosciuto anche come folato, folacina o vitamina B9, è una sostanza fondamentale per la nostra salute, con particolare riferimento all'età fertile, alla gravidanza e allo sviluppo del nascituro. 
Esso rappresenta l'unica forma attiva dei folati alimentari assorbita dall'organismo. Si tratta di una vitamina idrosolubile del gruppo B. Quali sono le maggiori fonti nutritivedi acido folico e perché è così importante?

Le fonti alimentari di acido folico

L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) indica che i folati sono contenuti sia negli alimenti di origine vegetale che in quelli di origine animale. Tra questi ultimi, troviamo il fegato e le frattaglie, che hanno un contenuto piuttosto elevato di acido folico, pari a circa 500 mcg per 100 g di alimento.
Per incrementare l'assunzione di folati, l'ISS consiglia di aumentare il consumo abituale dialimenti di origine vegetale: frutta, verdura, legumi, cereali integrali e frutta secca e suggerisce di arricchire l'alimentazione di folati scegliendo tra i seguenti alimenti per la propria alimentazione quotidiana e settimanale:
1) Verdura: asparagi, broccoli, carciofi, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, cereali da colazione. Hanno un alto contenuto di folati: 300-100 mcg/100g.
2) Frutta: agrumi (arance, clementine, mandarini), agretti, avocado, bieta, legumi (fagioli, ceci, lenticchie, piselli, kiwi, indivia, lattuga frutta secca (noci, mandorle, nocciole), pane e pasta integrali, rucola, pomodorini ciliegino, spinaci. Hanno un buon contenuto di folati (99-30 mcg/100g).
3) Uova: tra gli alimenti di origine animale, le uova hanno un buon contenuto di folati (50 mcg/100g). Il consumo massimo consigliato dall'ISS è di 2-3 volte alla settimana.
Secondo quanto sottolineato dal Policlinico Gemelli, va considerato però che la cottura distrugge circa il 90% delle vitamine contenute negli alimenti e, nonostante l'alimentazione di tipo mediterraneo sia naturalmente ricca di folati, spesso è necessario ricorrere ad integratori di acido folico e ad alimenti fortificati.
Consulta qui le tabelle dell'Inran sull'assunzione di acido folico e sugli alimenti ricchi di folati.

L'importanza dell'acido folico

L'acido folico è necessario sia ai bambini che agli adulti per produrre i globuli rossi e prevenire alcune forme di anemia. L'assunzione di acido folico in gravidanza è considerata essenziale per prevenire malformazioni neonatali, con particolare riferimento al sistema nervoso centrale e alledisfunzioni del tubo neurale, in aggiunta a malformazioni cardiache e del cranio.
Le dosi giornaliere raccomandate di acido folico si aggirano tra i 50 e i 200 mcg in base all'età e aumentano in gravidanza. L'acido folico è essenziale per il funzionamento del sistema nervoso e per il midollo osseo. Contribuisce alla trasformazione delle proteine in energia e, come ricorda la guida "Io mangio vegetariano" di Nicla Vozzella, viene attivato dalla vitamina B12. È fondamentale che l'embrione abbia a disposizione un adeguato apporto di questi composti, fin dai primi giorni di vita, periodo in cui inizia la formazione degli organi.

Alimenti fortificati

Esistono in commercio alimenti fortificati con acido folico. Significa che questi cibi presentano un contenuto di folati naturali e di acido folico sintetico. Si tratta di vari prodotti, tra cui possiamo trovare cerali da colazione, biscotti, fette biscottate e succhi di frutta. Secondo l'ISS questi alimenti fortificati, nella dose di 1 o 2 porzioni al giorno, possono contribuire all'incremento dell'assunzione di acido folico.

Integratori di acido folico

L'assunzione di integratori di acido folico può essere consigliata dal medico durante la gravidanza, per tutelare la salute della mamma e del bambino, oltre che in altri periodi dela vita. La dose giornaliera raccomandata durante la gravidanza - e da alcuni esperti anche nel corso di tutta l'età fertile - è di 400 mcg di acido folico al giorno. In caso di carenze, il medico potrà prescrivere l'integratore più adatto. Un corretto apporto di acido folico in gravidanza aiuta a prevenire difetti congeniti, prematurità, autismo, labbro leporino e ritardo del linguaggio.
L'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), comprendendo l'importanza della prevenzione delle malformazioni neurologiche, ha inserito l'acido folico a 400 mcg, nell'elenco dei farmaci a rimborsabilità totale (Classe A).

Il parere degli esperti

I più importanti esperti del mondo medico, ostetrico e ginecologico sottolineano l'importanza dell'assunzione di acido folico e di una corretta prevenzione. Maria Pia Pisoni, rappresentante dell'ASBIN (Associazione Spina Bifida e Idrocefalo Niguarda) e specialista in Ostetricia e Ginecologia con Alta Specialità nelle patologie dei difetti del tubo neurale materno-fetale presso l'Ospedale Niguarda Ca'Granda ha dichiarato:
"Basterebbe assumere l'acido folico a 400 mcg, tra l'altro farmaco di fascia A, per un periodo più lungo rispetto ai soli mesi iniziali della gravidanza, per contrastare i difetti del tubo neurale nei nascituri: si potrebbe incentivare l'assunzione di tale vitamina nel periodo in cui la donna inizia ad essere sessualmente attiva, senza utilizzare una contraccezione sicura, e promuovere campagne informative anche nei corsi di educazione sessuale delle scuole".
"In Italia si verificano ogni anno poco meno di 600 casi di DTN (Disfunzione del Tubo Neurale). E' un dato molto elevato se si considera la "semplicità" della prevenzione: è sufficiente prescrivere alla donna nel periodo fertile 400 mcg di acido folico al giorno per ridurre del 72% il rischio di difetti del tubo neurale. Anche altre malformazioni come cardiopatie e labbro leporino potrebbero essere prevenute. Inoltre alcuni studi suggeriscono anche una riduzione del rischio di prematurità, di basso peso neonatale, di autismo e di ritardo del linguaggio" - sostiene Pierpaolo Mastroiacovo, pediatra, epidemiologo e direttore del Centro Collaborativo OMS ICBD,

Eufrasia: l’erba degli occhi. Proprietà e come si utilizza

Quando si va al mare, in piscina o più semplicemente si hanno gli occhi particolarmente sensibili a fenomeni atmosferici come sole e vento, si può soffrire di lacrimazioni, arrossamenti, gonfiori, ecc. Ecco allora che una pianta in particolare può venirci in aiuto: l’eufrasia.
Non a caso questa pianta è conosciuta come “l’erba degli occhi” per le sue proprietà lenitive e antinfiammatorie. Anche secondo la teoria delle segnature di Paracelso l'eufrasia è particolarmente indicata per la salute degli occhi, come suggerisce il suo aspetto esteriore che ricorda quello di un’iride.
Oltre alle proprietà antinfiammatorieche la rendono un rimedio naturale efficace per combattere i più comuni disturbi degli occhi, l’eufrasia ha anchedoti antiallergiche. Perfetta quindi in quelle situazioni in cui gonfiori e arrossamenti oculari sono da imputare ad una allergia.
Infine si può usare questa pianta per decongestionare occhi e palpebre in caso di congiuntiviti infettive o orzaiolo.
COME SI UTILIZZA
Per utilizzare l’eufrasia ci sono diverse possibilità: si può preparare un decotto con un cucchiaio di erba secca (si trova in erboristeria) per ogni tazza d’acqua. Prepararlo è semplicissimo: portate ad ebollizione l'acqua con all'interno l'erba e lasciate bollire per 10/15 minuti, poi filtrate, lasciate raffreddare e infine applicate l'infuso con una garza sugli occhi per circa venti minuti oppure per un tempo minore ripetendo però l'applicazione 2/3 volte al giorno. L’eufrasia si sposa molto bene con la camomilla quindi potete preparare il vostro impacco per gli occhi anche mischiano le due piante insieme.
In alternativa c’è la tintura madre di eufrasia, bastano 4/5 gocce per 150 ml d’acqua tiepida da utilizzare ugualmente con una garza applicandola sugli occhi per circa 15/20 minuti.
In farmacia e erboristeria vendono anche dei pratici colliri monodose a base di eufrasia da utilizzare al bisogno, considerate però che anche il decotto una volta freddo può servire per dei lavaggi oculari.

Allergia addio: arrivano le arachidi ipoallergeniche

Se sei tra le milioni di persone affette da allergie alle arachidi, ci sono buone notizie per te. I ricercatori della North Carolina A & T State University hanno trovato un modo per trattare le arachidi e ridurre i loro allergeni, con un range che va dal 98 al 100 per cento, senza modificazione genetica.
Il processo, spiega il Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti, consiste nel pretrattamento delle arachidi sgusciate e senza pelle con un enzima alimentare, che riduce le proteine allergeniche. Il trattamento è efficace non solo con le arachidi  intere, ma anche con quelle in pezzi o macinate in farina. E non cambia la forma dell'arachide ne' il suo valore nutritivo.
"Questa ricerca è importante anche perché le arachidi possono essere una preziosa aggiunta a una dieta sana", aggiunge il dottor Jan Singleton, della NIFA's Division of Food Safety. Le arachidi sono ricche di vitamina E, riboflavina, ferro, magnesio e rame.
L'Università ha appena firmato le licenze di brevetto e un accordo in esclusiva con la società di tecnologia alimentare Xemerge, con sede a Toronto, per avviare il processo e portare le arachidi ipoallergeniche sugli scaffali dei negozi nel futuro prossimo.
"Si tratta di uno dei prodotti tecnologicamente piu' avanzati nel campo dell'industria alimentare che abbia mai visto - ha detto Johnny Rodrigues, dirigente della Xemerge - e' un composto non organicamente modificato, non cambia le caratteristiche ed il sapore delle noccioline, ne mantiene la funzionalita' ed i valori nutritivi, ed abbiamo dati provenienti da sperimentazioni cliniche".
Fonte 

Né pasta, né pane: è il riso a combattere l’insonnia

La differenza la fa l’indice glicemico. Studio pubblicato su Plos One

Se non si riesce a prendere sonno o il riposo notturno risulta essere poco tranquillo un rimedio – semplice da attuare e adatto a tutti – potrebbe risiedere nel consumare un piatto di riso a cena: provare non costa nulla. A sostenere gli effetti benefici del riso sulla qualità del sonno è un gruppo di ricercatori giapponesi della Kanazawa Medical University che, in un articolo pubblicato su Plos One, spiegano che a fare la differenza sarebbe l’indice glicemico di questo alimento, ovvero il valore che indica quanto velocemente i carboidrati vengono scomposti in zucchero all’interno dell’organismo.

Lo studio è stato condotto esaminando alimentazione e qualità del sonno di quasi duemila uomini e donne giapponesi tra i 20 e i 60 anni di età. In particolare sono stati paragonati i consumi di riso, pasta e pane, tutti alimenti ad alto contenuto di amido, e sono stati valutati i loro effetti sulla qualità del sonno: ed è così emerso che mentre coloro che mangiano più spesso riso tendono ad avere una buona qualità del sonno, lo stesso non accade nei soggetti che mangiano pane o pasta – in particolare l'assunzione di pane non è risultata associata a una buona qualità di sonno e il consumo di pasta è risultato, al contrario, connesso a una qualità di sonno scarsa. La differenza, spiegano i ricercatori, potrebbe risiedere nel diverso indice glicemico di questi tre cibi, più alto nel riso e più basso in pasta e pane: il consumo di un alimento dall'alto indice glicemico sembrerebbe infatti aumentare nell’organismo i livelli di una proteina, il triptofano, nota per stimolare l’attività della serotonina, uno dei neurotrasmettitori responsabili della sensazione di benessere e in grado di indurre il sonno. 

Un’alimentazione ad alto indice glicemico e un alto consumo di riso sono risultati significativamente associati con un buon sonno nella popolazione giapponese, sia negli uomini che nelle donne – scrivono gli autori dello studio -. Le diverse associazioni di questi tre alimenti ricchi di amido con la qualità del sonno potrebbero essere attribuite quindi al diverso indice glicemico di ogni alimento”.

Prostata: chi mangia pomodori è più protetto dal tumore

Nascoste nel pomodoro proprietà benefiche in grado di preservare dallo sviluppo del cancro alla prostata: è quanto emerge da una ricerca condotta dalle Università di Bristol, Cambridge e Oxford e pubblicata su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, secondo cui gli uomini che consumano abitualmente questo ortaggio corrono un rischio più basso del 20% di ammalarsi di questa neoplasia. Che venga consumato crudo, cotto o sotto forma di succo poco importa: a fare la differenza è infatti il licopene, un potente antiossidante capace di proteggere l'organismo dai danni cellulari che, a differenza di molte sostanze contenute in frutta e verdura, conserva una buona biodisponibilità anche dopo la cottura

I ricercatori sono giunti ai loro risultati monitorando dieta e stile di vita di 20 mila uomini britannici di età compresa tra i 50 e i 69 anni: hanno così rilevato che coloro che consumano 10 o più porzioni di pomodoro a settimana hanno il 18% di probabilità in meno di ammalarsi di cancro alla prostata rispetto a coloro che ne consumano quantità inferiori. "I nostri risultati – spiega Vanessa Er dell’Università di Bristol - suggeriscono che i pomodori possono essere importanti nella prevenzione del cancro alla prostata. Tuttavia, ulteriori studi devono essere condotti per confermare i nostri risultati”. Gli studiosi hanno anche esaminato i benefici per la salute umana derivanti dal consumo di frutta e verdura fresche, rilevando che gli uomini che ne consumano 5 o più porzioni al giorno hanno un rischio di sviluppare il cancro alla prostata inferiore del 24% rispetto a coloro che sono soliti mangiarne due porzioni o meno.

Dallo studio è emerso che oltre al licopene anche il selenio (presente in pasta e pane) e il calcio (presente soprattutto in latte e derivati) risultano protettivi contro il cancro alla prostata. Piuttosto però che focalizzarsi sul consumo di uno solo di questi nutrienti, per contrastare l'insorgenza di questa neoplasia è bene affidarsi, concludono gli studiosi, a "una dieta sana ed equilibrata che comprenda molta frutta e verdura fresca, senza dimenticare di fare esercizio fisico in modo regolare". 

Intervento chirurgico per perdere peso riduce rischio demenza

Gli interventi chirurgici per
perdere peso potrebbero ridurre il rischio di ammalarsi di
Alzheimer. Almeno questo e’ quanto emerso da uno studio della
University of San Paolo, in Brasile, pubblicato sul Journal of
Clinical Endocrinology and Metabolism. Precedenti ricerche
hanno trovato che l’obesita’ aumenta il rischio di sviluppare
la malattia del 35 cento. Ora i ricercatori hanno scoperto che
la chirurgia bariatrica ha innescato nelle donne obese dei
cambiamenti nel cervello collegati all’inversione dei sintomi
dell’Alzheimer. Tramite scansioni del cervello, gli scienziati
hanno scoperto che, prima delle operazioni, le donne obese
hanno una maggiore attivita’ in una parte del cervello – il
giro cingolato posteriore – che e’ collegata allo sviluppo
della demenza. Sei mesi dopo l’intervento chirurgico, i livelli
di attivita’ nella stessa parte del cervello erano invece
simili a quelli delle donne magre. Dopo l’intervento test
neuropsicologici indipendenti hanno trovato miglioramenti nelle
capacita’ organizzative e di pianificazione. “Quando abbiamo
studiato le donne obese prima della chirurgia bariatrica,
abbiamo scoperto che alcune aree del loro cervello
metabolizzano gli zuccheri ad un tasso superiore rispetto a
quello delle donne di peso normale”, ha spiegato Cintia
Cercato, coautrice dello studio. “In particolare, l’obesita’ ha
alterato l’attivita’ in una parte del cervello legata allo
sviluppo della malattia di Alzheimer, il giro del cingolo
posteriore. Dal momento che la chirurgia bariatrica – ha
continuato – ha invertito questa attivita’, sospettiamo che la
procedura possa contribuire a una riduzione del rischio di
sviluppare l’Alzheimer e altre forme di demenza”.

Fonte

sabato 30 agosto 2014

Salute in cucina: 5 spezie e piante aromatiche dai poteri curativi

Cannella, curcuma & Co. sono sapori decisi e gradevoli, ma hanno anche proprietà benefiche non sempre note. Scopriamole insieme

Pensate che le spezie e le piante aromatiche vengano utilizzate in cucina solo per dare maggiore sapore al cibo? Sicuramente aprono un ventaglio di aromi spesso inediti al nostro palato, ma il vero potere delle spezie è curativo. Ecco 5 regine del sapore che non dovrebbero mai mancare nella dispensa.
CANNELLA
Èuna spezia molto diffusa ed utilizzata sia in Oriente che Occidente. Ne esistono di due varietà, ma solo la cannella regina (Cinnamomum zeylanicun) possiede proprietà curative: è riconosciuta come è un antisettico naturale in grado di combattere ed eliminare funghi, virus e batteri – non a caso viene spesso utilizzata in dentifrici o colluttori  - e recentemente si è scoperto che è capace di moderare la glicemia. La cannella regola la percentuale di zuccheri nel sangue ed è consigliata a diabetici e iperglicemici, possiede proprietà anti infiammatorieed è utile per lenire rigidità muscolare e dolori mestruali, ottima per digerire e prevenire la fermentazione addominale.
AGLIO
È uno dei più antichi medicinali alimentari considerato indispensabile per una infinità di ottime ragioni: non solo possiede proprietà antibiotiche, ma aiuta a ridurre il livello di colesterolo e trigliceridi, fluidifica e depura il sangue, ma è anche un potentissimo antibatterico naturaleche aiuta ad abbassare la pressione sanguigna. E’ uno degli antiossidanti più efficaci esistenti sia in natura, depura l’organismo dai metalli pesanti ed aiuta a combattere le carie, dona alla pelle un aspetto sano e irrobustisce il cuoio capelluto grazie alla presenza di acido fitinico. Non dimenticate che la maggior parte dei benefici dell’aglio derivano dall’allicina, un principio attivo che viene rilasciato solo quando si schiacciano o tritano gli spicchi.
ZENZERO
L
enisce dolori addominali e nausee, rafforza il sistema immunitario, previene e cura le malattie da raffreddamento sciogliendo il muco dalle vie respiratorie. Oltre a rendere il cibo più digeribile è una ricca fonte di antiossidanti che aiutano a distruggere i radicali liberi e migliora la circolazione.  E’ un ottimo antinausea, particolarmente consigliato in gravidanza e protegge e stimola la secrezione gastrica, per questo è consigliato per chi soffre di bruciori di stomaco. Nella medicina tradizionale orientale viene utilizzato  nei trattamento dell’osteoartrite, come stimolante del cuore e per facilitare l’espulsione di scorie dall’organismo.
PEPERONCINONella medicina cinese e ayurvedica è considerato un ottimo rimedio contro la depressione, l’inappetenza ed i cali metabolici grazie alla sua azione rigenerante sul sangue. A livello terapeutico  favorisce la secrezione di succhi gastrici e facilita la digestione, è un ottimocardioprotettivo e possiede proprietà di vasodilatatore, perché consente ai capillari di rimanere elastici migliorando l’ossigenazione del sangue. Queste proprietà si devono agli acidi grassi insaturi presenti nel seme, che rinforzano i vasi sanguigni: non eliminateli! Grazie alle sueproprietà antifiammatorie, il peperoncino è spesso indicato in caso di tosse o raucedine, ma non dimentichiamoci che è ricchissimo di vitamina C  e vitamina E che  potenziano le difese contro il cancro. Non solo: è considerato un potente afrodisiaco, mentre secondo studi recenti svolge un’azione antistaminica e potrebbe essere usato per curare allergia ed asma.
CURCUMAPossiede un aroma delicato e volatile, ma il suo colore rimane inalterato nel tempo e per questo viene largamente utilizzato come colorante. È particolarmente impiegata nella medicina ayurvedica e tradizionale cinese per le sue potenti proprietà antinfiammatorie e depurative. La curcuma è epatoprotettorestimola le vie bolari e fluidifica il sangue.  Recenti studi hanno evidenziato le proprietà antitumorali della curcumina, principio attivo che conferisce alla spezia anche un’azione antinfiammatoria e analgesica. È anche un ottimo antiossidante e a livello topico svolge un’azione cicatrizzante, non a caso in India viene utilizzata per curare scottature, ferite e punture d’insetti.

I 10 segreti dell’origano e le sue proprietà benefiche

Forse non tutti sanno che non si tratta solo di una pianta aromatica, ma di un contributo prezioso al nostro benessere

L’origano è una pianta è erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, che cresce spontanea fino ad un’altitudine di 2000 metri. L’etimologia del suo nome deriva da due parole greche: oros – ovvero montagna – e ganos, gioia e splendore. Ecco dieci segreti e curosità relative a questa pianta simbolo della cucina italiana:
I FIORI
Probabilmente il suo nome deriva dall’aspetto estetico dei fiori colorati e commestibili della pianta, che noi tutti siamo abituati a conoscere nelle sue foglie e sommità secca e polverizzata, dopo essere state raccolte in estate durante la fioritura.
LA SIMBOLOGIA
Fondamentale nella cucina mediterranea veniva coltivato ed apprezzato fin dagli Egizi non solo per scopi culinari, ma anche officinali, mentre nell’antica Grecia si ornavano gli sposi con ghirlande fatte di origano, considerato simbolo di fertilità e prosperità. Nel Rinascimento invece si mormorava che se messo su un davanzale fosse simbolo del risveglio della passione di una donna per il proprio amante.
ANTIBATTERICO
Dal punto di vista medicinale è conosciuto come antibatterico perché riesce a distruggere batteri nocivi, parassiti e virus.
ANALGESICO
Sono diverse le proprietà contenute in questa pianta mediterranea:  analgesiche, espettoranti e toniche. Aiuta nella digestione ed attenua dolori intestinali e meteorismo.
ANTINFIAMMATORIO
Recentemente è stata indivituato nell’origano il betacariofillene, una sostanza che sembra sia in grado di contrastare alcuni stati infiammatori.
ANTISETTICO
Dal punto di vista dei costituenti essenziali è molto simile al timo. Le virtù di questa pianta provengono dai suoi fenoli: il timolo e il carvacloro. Il primo è un antisettico, antispasmodico e vermifugo che si usa nella preparazione dei prodotti per uso interno ed esterno. Il carvacloro invece è un antisettico, molto utilizzato in profumeria.
VITAMINICO
Gli oli essenziali di questa pianta sono grassi, proteine e numerosi sali minerali come calcio, ferro, magnesio, sodio, zinco, potassio, vitamine come la tiamina e carboidrati.
CALAMANTE
Non dimenticatevi che potete utilizzarlo nei decotti come calmante per la tosse per le sue proprietà espettoranti, diuretiche e digestive grazie alla presenza di oli essenziali nelle sue sommità.
FLUIDIFICANTE
È anche un eccitante della circolazione periferica, da utilizzare quando il metabolismo è lento e la ritenzione idrica colpisce mani e piedi.
INSETTICIDA
Non è amato dalle formiche
. Cospargetelo su davanzali e balconi con frequenza come rimedio naturale per tenerle lontane.

mercoledì 27 agosto 2014

Il fumo piega la schiena


Il fumo ”piega la schiena”, provocando danni gravi al Dna dei dischi intervertebrali, quella sorta di cuscinetti che si trovano tra le nostre vertebre. Danni che potrebbero essere ancora più gravi per chi inizia a fumare da adolescente.
Questo il risultato di uno studio su topi esposti al fumo di sigaretta condotto da Enrico Pola e Luigi Nasto dell’Università Cattolica di Roma, con la University of Pittsburgh, e pubblicato su The Spine Journal.
La degenerazione dei dischi è responsabile di molte patologie della colonna, come lombalgie e cervicalgie croniche, legate prevalentemente all’invecchiamento.
Tra le cause che accelerano simili patologie, da oggi c’è anche il fumo.


Il fumo ”piega la schiena”, provocando danni gravi al Dna dei dischi intervertebrali, quella sorta di cuscinetti che si trovano tra le nostre vertebre. Danni che potrebbero essere ancora più gravi per chi inizia a fumare da adolescente.
Questo il risultato di uno studio su topi esposti al fumo di sigaretta condotto da Enrico Pola e Luigi Nasto dell’Università Cattolica di Roma, con la University of Pittsburgh, e pubblicato su The Spine Journal.
La degenerazione dei dischi è responsabile di molte patologie della colonna, come lombalgie e cervicalgie croniche, legate prevalentemente all’invecchiamento.
Tra le cause che accelerano simili patologie, da oggi c’è anche il fumo.

martedì 26 agosto 2014

7 cibi bianchi che sarebbe meglio eliminare dalla dieta

Ormai sappiamo quanto è importante mangiare sano per stare in salute dato che gli alimenti che assumiamo vanno a nutrire tutte le cellule del nostro corpo e permettono ai complessi meccanismi del nostro organismo di funzionare al meglio tenendo lontane le malattie.
Spesso, però, assumiamo alimenti che possono andare a interferire con l’equilibrio del nostro corpo in quanto privi di nutrienti importanti, ricchi di calorie e magari addizionati con ingredienti non proprio naturali. Vediamo quali sono gli alimenti di uso comune che sarebbe meglio eliminare(o quanto meno ridurre) dalla propria dieta.
FARINA 00
E’ vero, i prodotti realizzati con la super raffinata farina 00 sono bianchi, morbidi e buoni però di contro sono privi di fibre, sali minerali, aminoacidi e vitamine che invece sono naturalmente presenti nella farina integrale. Le farine raffinate tendono a far alzare velocemente la glicemia (con conseguente picco a ribasso successivo) a differenza di quanto avviene invece con le farine integrali che riescono a tenere sotto controllo meglio il glucosio e di conseguenza l'insulina nel nostro organismo donandoci un grado di energia e vitalità più stabile.
RISO RAFFINATO
Lo stesso discorso vale anche per il riso raffinato, ovvero quello bianco che si trova comunemente in commercio nelle sue tante varietà. Questo prodotto ha esattamente gli stessi svantaggi della farina 00 con cui si ricavano pane, pasta, dolci, ecc. Meglio scegliere il riso integrale, privato solo della parte esterna non commestibile, ricco in fibre, sali minerali e vitamine. Un alimento completo e sano adatto a tutti. Se inizialmente il vostro intestino fa fatica a digerire il riso nella versione integrale o il vostro palato non riesce ad abituarsi, potete fare una tappa intermedia acquistando il riso semintegrale (si trova nei negozi bio) che comunque garantisce un 50% in meno di raffinazione.
ZUCCHERO BIANCO
Lo zucchero bianco è per noi una vera e propria droga da cui è bene disintossicarci riducendola al minimo. Se proprio non potete farne a meno scegliete almeno lo zucchero integrale di canna(attenzione non quello grezzo ugualmente raffinato), ma vale comunque la stessa avvertenza: non bisogna abusare! Si tratta infatti sempre di zucchero e, ormai è risaputo, questa sostanza può portare a sviluppare malattie metaboliche anche molto serie oltre che più in generale indebolire il nostro organismo facendoci ammalare più facilmente e spesso. Esistono anche dei dolcificanti naturali che si possono utilizzare per evitare il tradizionale zucchero tra questi il malto d’orzo o di riso, la stevia, il succo d’acero, il succo di mela o lo zucchero di cocco.
DOLCIFICANTI ARTIFICIALI SBIANCATI
I dolcificanti artificiali sbiancati non offrono nulla in più dello zucchero e, secondo una recente ricerca, creano comunque grossi problemi a livello metabolico e possono portare ugualmente alla comparsa di diabete. Tra i più diffusi ci sono sicuramente l’aspartame e la saccarina che sono dolcificanti di sintesi, artificiali. Credo che questo sia già abbastanza per evitarli: perché dovremmo consumare dolcificanti creati in laboratorio quando abbiamo la possibilità di utilizzare dolcificanti naturali? Sia sulla saccarina che in particolare sull’aspartame, considerato sicuro dall’Ue, si discute ancora molto e un servizio di Report ha messo in luce la potenziale pericolosità di quest’ultimo.  Molto diffuso è poi l’acesulfame K, edulcorante artificiale considerato sicuro ma che, se assunto in dosi elevate, può portare ad effetti collaterali come emicrania, nausea, disturbi neurologici e altro.
SALE
In Italia si utilizza troppo sale, sostanza che può diventare pericolosa soprattutto se è raffinata. Innanzitutto è bene evitare il comune sale da cucina e scegliere invece il sale marino integrale o il sale rosa dell’Himalaya (non raffinati) e poi seguire il consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non superando i 5 grammi di questa sostanza al giorno per ridurre il rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari. Si possono trovare escamotage per ridurre il consumo di sale almeno a casa propria, uno tra tutti è quello di utilizzare più spesso spezie ed erbe aromatiche che doneranno naturalmente sapore ai vostri piatti preferiti oppure prepararvi in casa del gomasio con semi di sesamo tostati e una piccola percentuale di sale.
MARGARINA
Per molto tempo si è pensato che la margarina fosse un prodotto migliore del burro in quanto più leggero e sano. Inizialmente però questo prodotto era composto da grassi idrogenati e quindi è stato subito additato come non sano, oggi si trovano quasi tutte le margarine con su la scritta “senza grassi idrogenati”, lo stesso però non si tratta di un prodotto naturale. La margarina, infatti, viene realizzata con oli vegetali ed acqua a cui vengono aggiunti alcuni additivi e il risultato finale può presentare un elevato contenuto di grassi saturi. I grassi utilizzati per realizzare la margarina generalmente sono di origine vegetale ma spesso si tratta del tanto discusso olio di palma di dubbi effetti sulla salute e che, come sappiamo, crea deforestazione e squilibri ambientali nelle zone in cui si produce. Visto che si tratta di un prodotto realizzato con processi industriali vi consigliamo di utilizzarlo il meno possibile privilegiando invece per le vostre preparazioni oli vegetali e spremuti a freddo come l'olio extravergine d'oliva, di girasole, ecc.
LATTE VACCINO
Sul latte vaccino ultimamente si discute molto. E’ ancora da considerare un alimento benefico da inserire in una dieta equilibrata? Aumenta il numero dei medici e nutrizionisti che consigliano di diminuire il consumo di latte e in alcuni casi di eliminarlo del tutto anche perché aumentano intolleranze ed allergie a questo alimento. Recentemente anche Harvard, nella sua piramide alimentare, ha spostato il latte tra gli alimenti che vanno mangiati con parsimonia. Tutto ciò per diversi motivi: secondo i più attenti agli aspetti naturali, nessun mammifero dopo lo svezzamento continua a bere latte e per giunta di un’altra specie; la caseina sarebbe per noi una proteina indigeribile; il calcio presente in questa bevanda sarebbe in realtà poco utile e anzi controproducente in quanto essendo il latte un alimento acidificante l’organismo per tamponare la situazione che si viene a creare ha bisogno di tirare fuori minerali basificanti (tra cui il calcio stesso) proprio dalle ossa; i fattori di crescita e gli ormoni presenti nel latte sono adatti al vitello che si deve sviluppare non all’essere umano e possono permettere ai tumori di crescere più rapidamente, ecc. La questione latte è tutt'altro che conclusa anche perchè vi sono ancora molte resistenze a riguardo.