domenica 31 agosto 2014

Né pasta, né pane: è il riso a combattere l’insonnia

La differenza la fa l’indice glicemico. Studio pubblicato su Plos One

Se non si riesce a prendere sonno o il riposo notturno risulta essere poco tranquillo un rimedio – semplice da attuare e adatto a tutti – potrebbe risiedere nel consumare un piatto di riso a cena: provare non costa nulla. A sostenere gli effetti benefici del riso sulla qualità del sonno è un gruppo di ricercatori giapponesi della Kanazawa Medical University che, in un articolo pubblicato su Plos One, spiegano che a fare la differenza sarebbe l’indice glicemico di questo alimento, ovvero il valore che indica quanto velocemente i carboidrati vengono scomposti in zucchero all’interno dell’organismo.

Lo studio è stato condotto esaminando alimentazione e qualità del sonno di quasi duemila uomini e donne giapponesi tra i 20 e i 60 anni di età. In particolare sono stati paragonati i consumi di riso, pasta e pane, tutti alimenti ad alto contenuto di amido, e sono stati valutati i loro effetti sulla qualità del sonno: ed è così emerso che mentre coloro che mangiano più spesso riso tendono ad avere una buona qualità del sonno, lo stesso non accade nei soggetti che mangiano pane o pasta – in particolare l'assunzione di pane non è risultata associata a una buona qualità di sonno e il consumo di pasta è risultato, al contrario, connesso a una qualità di sonno scarsa. La differenza, spiegano i ricercatori, potrebbe risiedere nel diverso indice glicemico di questi tre cibi, più alto nel riso e più basso in pasta e pane: il consumo di un alimento dall'alto indice glicemico sembrerebbe infatti aumentare nell’organismo i livelli di una proteina, il triptofano, nota per stimolare l’attività della serotonina, uno dei neurotrasmettitori responsabili della sensazione di benessere e in grado di indurre il sonno. 

Un’alimentazione ad alto indice glicemico e un alto consumo di riso sono risultati significativamente associati con un buon sonno nella popolazione giapponese, sia negli uomini che nelle donne – scrivono gli autori dello studio -. Le diverse associazioni di questi tre alimenti ricchi di amido con la qualità del sonno potrebbero essere attribuite quindi al diverso indice glicemico di ogni alimento”.

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