martedì 31 marzo 2015

Scoperto il trattamento che rende il cioccolato più salutare



Per ottenere un cioccolato più salutare basta aggiungere un passaggio al processo di lavorazione del cacao. Se, poi, si modificano anche i parametri di tostatura il potere antiossidante del dolcetto più amato al mondo può aumentare ancora di più. A svelarlo è uno studio dell'Università del Ghana presentato al 249mo National Meeting & Exposition dell'American Chemical Society, i cui autori hanno scoperto che lasciar trascorrere qualche giorno tra la raccolta delle fave e la fermentazione dei semi aumenta i livelli diantiossidanti nel cacao pronto all'uso.

La nuova fase di stoccaggio è stata battezzata dai ricercatori “precondizionamento della polpa”. La sua durate ideale sembra essere 7 giorni. Gli autori dello studio hanno infatti testato stoccaggi di 3, 7 e 10 giorni, e a quanto è emerso è il procondizionamento da una settimana a permettere di mantenere il livello di antiossidanti maggiori dopo la tostatura. Secondo Emmanuel Ohene Afoakwa, autore dello studio, questa fase permettere alla polpa delle fave di modificare le caratteristiche dei semi, “ha aiutato i processi di fermentazione e ha aumentato la capacità antiossidante dei semi, così come il loro sapore”.

Afoakwa e colleghi hanno inoltre provato a tostare i semi per tempi diversi, scoprendo che anche sostituere la tostatura tradizionale (a 120-130 °C per 10-20 minuti) con una tostatura più lunga (45 minuti) a una temperatura inferiore (circa 117 °C) permette di migliorare i livelli di polifenoli e il potere antiossidante del cacao.

Il ricercatore ha annunciato che in futuro saranno condotte nuove ricerche per analizzare gli effetti della tostatura sul gusto dei semi sottoposti a precondizionamento e per verificare l'effetto di variazioni delle temperature, dei tempi di tostatura e di quelli di stoccaggio. In questo modo potrebbe essere trovato il metodo ideale per mantenere i livelli di antiossidanti il più elevati possibile e migliorare così le proprietà salutari di quei cioccolati che in genere hanno una sapore di cacao meno intenso.

Aceto balsamico: proprieta' nutrizionali e benefici per la salute



L'aceto balsamico è un condimento molto popolare sulle nostre tavole. E' un prodotto tipico italiano, eppure forse non ne conosciamo fino in fondo le caratteristiche nutrizionali e le proprietà benefiche per la salute.


In Italia abbiamo la fortuna di poter contare su un prodotto di alta qualità come l'aceto balsamico tradizionale, che viene prodotto in Emilia con mosti cotti di uve provenienti esclusivamente dallaprovincia di Modena e Reggio Emilia.
Dal 2001 l'aceto balsamico tradizionale è tutelato dalla Denominazione di Origine Protetta. Il mosto d'uva viene fermentato, acetificato e in seguito invecchiato per almeno 12 anni per ottenere il vero aceto balsamico tradizionale. L'aceto di altissima qualità può essere caratterizzato da un invecchiamento di ben 25 anni. Troviamo facilmente in vendita anche l'aceto balsamico di Modena "non tradizionale", a cui è riconosciuta l'IGP.
Nei secoli passati l'aceto balsamico ebbe origine dalla tradizione di aromatizzare gli acetiprodotti nelle case per renderli più gradevoli con alcuni ingredienti come rosmarino, rose, vaniglia e liquirizia. La produzione di aceto balsamico risale al Medioevo. All'estero l'aceto balsamico è un vero e proprio simbolo della cucina italiana, come l'olio extravergine. Impariamo a conoscerlo meglio.

Usi culinari dell'aceto balsamico

Tradizionalmente l'aceto balsamico viene utilizzato per condire l'insalata e le verdure crude, ma anche per preparare salse, intingoli e marinate. Viene servito come condimento per gli antipasti e talvolta utilizzato in gocce su formaggi tipici come il Parmigiano nelle degustazioni. Viene utilizzato anche per guarnire preparazioni dolci particolari a base di gelato o di frutta fresca, in base alla fantasia dello chef.

Proprietà nutrizionali dell'aceto balsamico

Una tazza di aceto balsamico (corrispondente a 255 grammi) apporta 224 calorie. Contiene un quantitativo totale di carboidrati pari a 43,4 grammi di cui 38,1 grammi sono costituiti esclusivamente da zuccheri. La stessa quantità di aceto contiene 1,2 grammi di proteine, e 195 grammi d'acqua.
L'aceto balsamico è ricco di sali minerali. Una tazza di aceto contiene 286 mg di potassio, 68,9 mg di calcio, 30,6 mg di magnesio e 48,6 mg di fosforo. Inoltre si possono trovare piccole tracce di ferro, zinco, rame e manganese.

Benefici dell'aceto balsamico

Nel Medioevo in Italia si riteneva che l'aceto balsamico potesse rappresentare una panacea per tutti i mali, dal comune mal di testa a disturbi più gravi. Tuttavia soli i nobili e i ricchi mercanti potevano permettersi di avere a disposizione l'aceto balsamico. Un motivo in più per cui per molto tempo questo tipo di aceto fu considerato un vero e proprio farmaco più che un alimento.
In passato l'aceto balsamico è stato utilizzato per le sue proprietà astringenti e disinfettanti oltre che come aroma alimentare e per la preparazione delle conserve. Le sue proprietà antibatteriche e antivirali venivano sfruttate per disinfettare le ferite. Veniva utilizzato anche per trattare le infezioni delle unghie e i problemi della pelle, come l'acne.

Azione antiossidante

L'aceto balsamico è ricco di antiossidanti grazie alla sua elevata concentrazione di polifenolipresenti nell'uva. Queste sostanze chimiche svolgono un ruolo importante nel rafforzare il sistema immunitario e nel combattere i radicali liberi. La concentrazione di bioflavonoidi promuove la longevità, rallenta i processi di invecchiamento e aiuta a vivere in salute.

Controllo del peso e digestione

L'aceto balsamico avrebbe la capacità di incrementare la quantità del tempo dedicato dal nostro organismo alla digestione degli alimenti. In questo modo si eviterà l'introduzione di cibi in eccesso perché il nostro corpo avrà la possibilità di raggiungere il senso di sazietà. L'aceto balsamico aiuta la digestione e a mantenere un corretto peso corporeo. E' un condimento meno calorico e meno grasso rispetto ad altre salse, come la maionese, e non contiene colesterolo.

Controllo dell'insulina e altri benefici

Pare che l'aceto balsamico abbia proprietà interessanti per quanto riguarda il miglioramento dellaregolazione degli zuccheri nel sangue. I polifenoli presenti nell'aceto aiutano gli enzimi a scomporre le proteine in amminoacidi, così da aiutare i processi metabolici. L'aceto balsamico riduce la pressione sanguigna e migliora la salute del cuore. Favorisce l'assorbimento di calcio e magnesio. Ha proprietà antidolorifiche, soprattutto in caso di emicrania.

Conclusioni

L'aceto balsamico dunque non è soltanto un condimento ma un alimento e un rimedio naturale da cui il nostro organismo potrà trarre beneficio. L'unica raccomandazione riguarda la scelta del vero aceto balsamico tradizionale. Diffidiamo dalle imitazioni e dai condimenti a base di aceto balsamico che ben poco hanno a che vedere con il vero aceto balsamico di Modena e Reggio Emilia. Un modo in più per supportare un prodotto tipico del Made in Italy.

La dieta che allunga la vita? Poche proteine e semi-digiuno 2 volte a settimana



Digiunare 2 giorni su 7 per vivere piu' a lungo - La nostra alimentazione quotidiana può aiutarci arallentare l'invecchiamento. Gli esperti hanno valutato gli effetti sugli esseri umani di una dieta basata sul semi-digiuno. Si tratta di riservare particolari alla settimana, seguendo regole ben precise.


Lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista scientifica Cell. La ricerca si è svolta sotto la guida di Luigi Fontana, professore ordinario di medicina e nutrizione all'Università di Brescia e presso la Washington University di Saint Louis, con la collaborazione di Linda Partrige, ricercatrice dell'University College di Londra.
Gli esperti non parlano di un digiuno completo, ma di un semi-digiuno. Propongono una dieta basata su 2 giorni non consecutivi di semi-digiuno settimanale. Il digiuno non deve essere completo. I ricercatori hanno chiesto ai volontari di mangiare per 2 due giorni alla settimana solo verdura cruda o cotta con un paio di cucchiai d'olio, per un totale di 500 calorie.
Un ulteriore consiglio riguarda la restrizione dell'apporto proteico giornaliero. Le proteine dovrebbero fornire solo il 10-12% delle calorie giornaliere. Le fonti di energia per l'organismo saranno rappresentate dai carboidrati. Inoltre gli esperti indicano di sostituire in gran parte le proteine animali con le proteine vegetali.
"Le proteine animali contengono alcuni tipi di aminoacidi che aumentano il danno prodotto dal metabolismo alle cellule. Quelle vegetali contengono fibre, che plasmano i trilioni di batteri che popolano il nostro sistema digestivo in modo da ridurre le infiammazioni" – ha dichiarato Fontana. Gli esperti consigliano di cenare presto, con un piatto di verdure, e di consumare i pasti nel giro di 8 ore, a partire dalla mattina, per rispettare i ritmi circadiani dell'organismo.
Il digiuno – o in questo caso il semi digiuno – è considerato benefico per l'organismoperché nei periodi di carenza di cibo il nostro corpo ha la possibilità di mettersi in pausa e di rallentare le proprie funzioni metaboliche e di conseguenza anche il danno che il metabolismo arreca alle cellule.
Questo schema dietetico è nato in laboratorio e pare venga ben tollerato dai volontari a cui è stato richiesto di seguirlo. Non tutti gli esperti di alimentazione sarebbero però concordi con i benefici del digiuno, sostenendo che il nostro organismo segue sempre ritmi costanti e dovrebbe farlo anche nell'alimentazione.


In ogni caso gli autori del nuovo studio sostengono che ridurre l'assunzione di cibo –evitando la malnutrizione – può contribuire a contrastare i processi di invecchiamento e le malattie associate ad esso negli esseri umani.



Secondo i ricercatori, i nuovi risultati ottenuti stanno aprendo la strada a interventi specifici dal punto di vista dietetico con l'obiettivo di riconquistare tutti i potenziali benefici della restrizione calorica nell'alimentazione seguendo uno schema facile da rispettare.

Alimentazione per prevenire le zampe di gallina



Le zampe di gallina sono le rughe che si formano nella zona inferiore e laterale degli occhi, come delle linee più o meno orizzontali che diventano più evidenti quando sorridiamo o socchiudiamo gli occhi.

Queste rughe sono strettamente collegate al nostro fegato  !!!  

Cibi amari

I cibi più salutari per il nostro fegato sono quelli dal sapore amaro. I cibi più consigliati sono:
  • I carciofi: possono essere bolliti o cotti al forno e con le foglie più dure potete preparare un infuso.
  • Il pompelmo: è un eccellente agrume da consumare a digiuno o prima di andare a dormire. Il pompelmo può essere usato da solo o con un po’ di miele per addolcirne il sapore.
  • L’assenzio maggiore: questa pianta è molto amara, ma allo stesso tempo è ottima per la nostra salute. Infatti, viene consigliata fin dall’antichità come rimedio digestivo. Può essere usata come spezia o in una tisana.
  • L’indivia: conosciuta anche come scarola, questa pianta ha un sapore amaro, ma rinfrescante. Può essere aggiunta alle insalate o essere usata come aperitivo, sfruttando le sue foglie rigide come fossero fette di pane.
  • Il crescione d’acqua: questa pianta ha un sapore piuttosto delicato ed è perfetta per essere aggiunta alle insalate o come ingrediente per il pesto.
  • Il dente di leone o cicoria selvatica: questa pianta selvatica può essere usata fresca nelle insalate o può essere comprata secca per realizzare delle tisane. È ottima sia per il fegato sia per i reni.
  • Curcuma: questa spezia ha molte proprietà medicinali. Infatti, la curcuma è un antinfiammatorio, un analgesico e un anticancerogeno naturale.
Dovete consumare almeno uno di questi alimenti ogni giorno e potete alternarli come preferite.

Cibi verdi

Un altro facile criterio per selezionare i cibi più salutari per il nostro fegato, e quindi per prevenire le zampe di gallina, è il colore: tutti i cibi di colore verde sono eccellenti.
Il colore verde è la conferma che l’alimento è ricco di clorofilla. La clorofilla è un nutriente dalle grandi proprietà depurative che assorbe ed elimina le sostanze tossiche dell’organismo.
Oltre ai cibi amari già citati, alcuni dei quali sono anche verdi, vi consigliamo i seguenti:

Olio e limone

Questi due alimenti dalle proprietà medicinali, nonostante non siano amari, fanno sì che il fegato e la cistifellea eliminino gradualmente i calcoli biliari, che la maggior parte delle persone ha senza saperlo. Per renderli efficaci, vanno ingeriti a digiuno in questo modo:
  1. Spremete ed ingerite un cucchiaio di succo di limone.
  2. Subito dopo prendete un cucchiaio di olio di oliva “prima spremitura a freddo”.
  3. Aspettate mezz’ora prima di fare colazione.
  4. Ripetete il tutto una volta al giorno tutti i giorni.

Cardo mariano

Il cardo mariano lo consigliamo perché è una pianta medicinale che aiuta a rigenerare il fegato. Le proprietà del cardo mariano derivano dalla silimarina, la cui proprietà principale è l’eccezionale capacità di stimolare la sintesi delle proteine. Questo stimolo favorisce la capacità del fegato di sostituire le cellule danneggiate con cellule nuove. Tuttavia, la silimarina non rigenera le cellule maligne.
Se non soffriamo di nessuna patologia del fegato, posiamo prendere una tisana di cardo mariano al giorno prima di dormire.

Succo di mela

Il succo di mela, sempre e quando sia naturale e se possibile fatto in casa, è molto salutare per il fegato dovuto all’alto contenuto di acido malicoIl miglior momento della giornata per bere il succo di mela è a metà mattinata o a metà pomeriggio.

Grassi “buoni”

Per nutrire la nostra pelle ed evitare la comparsa delle rughe, non dobbiamo dimenticarci di idratare e nutrire la nostra pelle dall’interno. Oltre a bere una quantità d’acqua sufficiente lontano dai pasti, dovete ingerire almeno uno di questi alimenti, ricchi di grassi “buoni”:
  • Oli vegetali “prima spremitura a freddo”: di sesamo, lino, oliva, cocco, ecc.
  • Frutti secchi e semi.
  • Avocado
  • Burro o burro chiarificato (ghi indiano)
  • Rosso dell’uovo

Semi dell’uva

Infine, un potente rimedio contro l’invecchiamento della pelle e la comparsa delle rughe sono i semi dell’uva, attualmente venduti in forma di estratto od olio. In alternativa, potete mangiare dell’uva senza togliere i semi e masticandoli bene prima di ingerirli.

venerdì 27 marzo 2015

Consigli per ridurre il reflusso gastrico





Qualche informazione sul reflusso gastrico

Il reflusso acido o reflusso gastroesofageo è la malattia che più di frequente colpisce il tratto digestivo. Lo abbiamo patito quasi tutti, in maniera più o meno grave. Si verifica quando l’acido dello stomaco (che serve per digerire gli alimenti) risale lungo l’esofago verso la gola. I sintomi del reflusso gastrico che ricorrono più spesso sono:
  • Acidità (sensazione di amaro, bruciore o pressione al petto o alla gola dopo aver mangiato).
  • Rigurgito degli alimenti (come succede quando si rigetta).
  • Nausee e sapore acido.
  • Difficoltà nell’ingerire gli alimenti.


Se si sofffre di reflusso gastrico almeno una volta a settimana, allora parliamo di reflusso gastroesofageo. Metà della popolazione degli Stati Uniti soffre di reflusso gastrico e quasi il 20% di reflusso gastroesofageo. Sebbene in questo paese le abitudini alimentari non siano delle più sane, parliamo di cifre simili anche in altri paesi come la Spagna o l’Italia.
Nell’ingerire gli alimenti, questi “viaggiano” lungo l’esofago, attraversano lo sfintere esofageo e finiscono nello stomaco. Lo sfintere funziona come una barriera o coperchio che si apre e si chiude ogni volta che passa del cibo, ha una lunghezza fino a 7 cm e ha la funzione di controllare cosa entra nello stomaco ed evitare che ciò che è già entrato non ripassi in senso inverso.
Al trattarsi di un muscolo, la sua forza e capacità di chiudersi completamente possono variare. Sono molte le cause del reflusso gastrico. Mangiare molto in fretta, i condimenti che accompagnano i nostri piatti, andare a dormire appena finita la cena, la pressione allo stomaco o l’attività fisica possono scatenare questo fastidio.
Nello stomaco esistono degli acidi molto potenti che hanno il compito di scomporre gli alimenti durante il processo di digestione. Se la “porta d’accesso” è socchiusa, questi acidi possono risalire fino all’esofago, causando quella sensazione di bruciore di stomaco. Pensate a cosa succede quando si rigurgita. Si sente un gusto acido in bocca e una sensazione di bruciore lungo la gola. Questo è dovuto agli acidi che rigettiamo insieme al cibo.

Il problema del reflusso gastrico è che se l’acido passa spesso lungo l’esofago può causare delle ulcere o delle infiammazioni croniche. In alcuni casi dà origine a esofagite e addirittura malattie polmonari. Gli acidi che arrivano fino alla bocca possono, inoltre, causare erosione dentale e alito pesante.
Bisogna inoltre sapere che, nonostante alcuni pazienti si facciano visitare da un medico perché sperimentano i sintomi citati, altri non sentono nulla. In questi casi la malattia può essere diagnosticata tramite un monitoraggio dei livelli di pH e tramite esami endoscopici.

Il reflusso gastrico durante tutta la vita

Dalla nascita soffriamo reflussi gastrici e ciò non è negativo. Se succede ogni tanto, quindi, non c’è da preoccuparsi. Circa l’85% dei neonati soffre di reflusso o rigurgito dopo l’allattamento è ciò è normale fino al primo anno di vita. Le donne in gravidanza di solito ne soffrono a causa della pressione del ventre sullo stomaco.
Nei soggetti affetti da obesità, il reflusso gastrico si deve alla pressione che il grasso in eccesso esercita sulla cavità addominale e all’alimentazione scorretta. Ciò accade sia durante l’infanzia o l’adolescenza, sia in età adulta.

Il reflusso gastrico, quindi, si manifesta durante tutta la nostra vita e infatti molte persone di più di 60 anni ne soffrono, in seguito alla debolezza del “coperchio” dell’esofago causata dall’età.

Come prevenire il reflusso gastrico

Mantenere una dieta sana

Gli alimenti che causano reflusso gastrico sono diversi in base al paziente. Tuttavia, in generale il reflusso gastrico si manifesta a causa del consumo eccessivo di caffè, menta, cioccolato, bevande alcoliche, salsa di pomodoro, alimenti con molto condimento o piccanti, latticini e alimenti raffinati. Per questo motivo è consigliabile consumare frutta e verdura, cereali integrali, frutta secca e acqua.

Migliorare le abitudini alimentari

Oltre a evitare gli alimenti della lista sovracitata, è necessario iniziare a ridurre le quantità, soprattutto a cena. Andare a dormire subito dopo cene abbondanti, infatti, peggiora molto la situazione.
È consigliabile consumare cene più leggere, con molta verdura e frutta come dessert. Bisogna inoltre evitare il consumo eccessivo di bevande alcoliche, il consumo di cibi da fast-food o alimenti elaborati più volte a settimana, così come di alimenti troppo freddi o troppo caldi. Mangiate lentamente e masticate bene il cibo.

Dormire abbastanza

Un’ora dopo il pranzo o la cena, cercate di riposare abbastanza per ricaricare le energie. Così, rilasserete i muscoli, compreso l’esofago, il che lo farà lavorare meglio e più efficacemente.

È consigliabile ridurre lo stress al minimo, perché in caso contrario il reflusso gastrico si manifesterà giornalmente, cioè diventerà la regola e non più l’eccezione, e potrebbe sfociare in molti problemi di salute, seri e a volte incurabili.

Sonno e ictus, dormire troppo fa male?



Il dubbio da un nuovo studio su Neurology. Ma qual è la causa e quale l'effetto?

Dormire troppo può far male alla salute. A dimostrarcelo sono studi comequello pubblicato qualche tempo fa sul Journal of Psychiatric Research secondo cui gli anziani che superano 9 ore di sonno in una giornata aumenta richiano di perdere più velocemente la memoria. Oggi nuove analisi condotte all'Università di Cambridge svelano l'esistenza di un'altra temibile associazione: quella con l'ictus. Secondo i risultati pubblicati sulle pagine di Neurology dai ricercatori del Dipartimento di Salute Pubblica e di Cure Primarie dell'ateneo britannico chi dorme di più ha infatti una maggiore probabilità di andare incontro a questo grave evento cerebrovascolare.

In realtà già in passato l'ictus era stato associato al sonno, ma il legame sembrava opposto. Uno studio del Chi-Mei Medical Center (Taiwan) pubblicato su Stroke aveva infatti correlato l'ictus ai disturbi del sonno. Queste nuove analisi hanno rilevato un aumento del rischio di ictus in chi dorme meno di 6 ore al giorno, ma l'associazione non è risultata statisticamente significativa. Sembra invece essere degno di nota l'aumento del rischio pari al 46% rilevato fra chi dorme più di 8 ore a giorno.

Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno monitorato per più di 9 anni lo stato di salute di circa 10 mila individui di età compresa tra i 42 e gli 81 anni. Il fenomeno è stato però confermato anche rianalizzando i dati raccolti nel corso di altri 11 studi che hanno analizzato l'associazione fra la durata del sonno e il rischio di ictus. In totale l'analisi pubblicata su Neurology ha quindi coinvolto 560 mila persone provenienti da 7 diverse nazioni. “E' chiaro sia di nostri partecipanti sia dalla disponibilità di dati internazionali che ci siano un legame tra il fatto di dormire più della media e una aumento del rischio di ictus”, commenta Yue Leng, primo nome dello studio, che però aggiunge: “Ciò che è molto meno chiaro è la direzione di questo legame, cioè se dormire di più sia un sintomo, un marcatore precoce o una causa dei problemi cardiovascolari”.

In passato la carenza di sonno è stata associata ad alterazioni del metabolismo e all'aumento dei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, tutti fattori che possono aumentare la pressione e, di conseguenza, il rischio di ictus. Che si finisca per dormire di più a causa di un'insonnia che mette a rischio la salute cardiovascolare? Solo ulteriori ricerche potranno aiutare a rispondere a questa domanda. Nel frattempo sembra che chi riesce a dormire tra 6 e 8 sentendosi riposato ore non abbia di che preoccuparsi. Negli altri casi forse è meglio parlare con il proprio medico per capire quali possono essere i motivi alla base dei propri problemi del sonno e cercare di porvi rimedio.

Più longevi con uno scopo nella vita: così si protegge il cuore



Gli effetti benefici a livello psicologico si tradurrebbero in vantaggi per la salute cardiovascolare. E ictus e infarti diminuirebbero di conseguenza

Avere uno scopo nella vita promuove il benessere psicologico a tal punto da allungarla. A dimostrarlo sono veri e propri studi scientifici secondo cuiquanto prima si trova uno scopo da perseguire tanto prima si potrà beneficiare dei suoi effetti protettivi in termini di salute. Oggi una nuova analisi presentata alla sessione scientifica dell'EPI/Lifestyle 2015, il convegno dell'American Heart Association svoltosi a Baltimora agli inizi del mese di marzo, aggiunge nuovi dettagli a questo fenomeno, svelando quali sono i suoi benefici a livello fisico.

I suoi autori – fra cui sono inclusi gli esperti del Mount Sinai Health System Randy Cohen e Alan Rozanski – hanno analizzato i dati raccolti in 10 studi condotti sul tema, concentrandosi sull'impatto del fatto di avere uno scopo nella vita sui tassi di decesso e sul rischio di avere a che fare con eventi cardiovascolari. Ne è emerso che sentire che la vita vale la pena di essere vissuta è associato a una riduzione del 23% dei decessi per qualsiasi causa e a una diminuzione del 19% del rischio di infartoictus o di avere bisogno di un bypass coronarico o di uno stent cardiaco.

“Studi precedenti – ha ricordato Rozanski – hanno associato alle malattie cardiache una serie di fattori di rischio psicologici, inclusi fattori negativi come l'ansia e la depressione e fattori positivi come l'ottimismo e il sostegno sociale”. Come ha spiegato Cohen, questo studio evidenzia l'esistenza di una forte correlazione tra il fatto di avere uno scopo nella vita e la protezione dal decesso o da un evento cardiovascolare. “Sviluppare e affinare il proprio scopo nella vita potrebbe proteggere la salute cardiovascolare e, potenzialmente, salvarci la vita”, ha aggiunto l'esperto, che si occupa di cardiologia preventiva al Mount Sinai St. Luke' s Hospital e al Mount Sinai Roosevelt di New York. “Ciascuno di noi dovrebbe porsi la domanda: 'Ho uno uno scopo nella vita'? Se la risposta è no – conclude Cohen – bisogna lavorare per raggiungere l'importante obiettivo di trovarne uno, per il proprio benessere personale”.

lunedì 23 marzo 2015

Vitamina E



La vitamina E fu scoperta nel 1922 da Evans e chiamata E perché successiva alla scoperta della D. I tipi di vitamina E sono 8, equamente suddivisi in tocoferoli (alfa, beta, gamma, delta) e tocotrienoli (alfa, beta, gamma, delta). Di questi, l’alfa tocoferolo è la forma più attiva e potente. Il tocoferolo è una vitamina liposolubile con potente azione antiossidante, presente in molti vegetali e oli.
L’assorbimento avviene a livello intestinale, grazie a micelle prodotte dagli acidi biliari (viene assorbito il 30-40% della vitamina e contenuta nei cibi). Successivamente la vitamina E passa nei chilomicroni, poi passa nella circolazione linfatica e quindi ematica, dove entra nella composizione delle lipoproteine LDL, VLDL e HDL.
Dosi consigliate: nei bambini da 1 a 3 anni, se ne consigliano 6mg/die; dai 4 agli 8 anni 7 mg/die, mentre dai 9ai 13 anni 11 mg/die. Negli adulti si consiglia di assumere 15 mg/die di vitamina E, così come per le donne in gravidanza, mentre in allattamento la dose consigliata sale a 19mg/die. Il tocoferolo viene eliminato tramite feci e urine.
Fonti principali di vitamina E per 100 grammi di prodotto: nell’olio germe di grano si trovano 149,5 mg di vitamina E, nell’olio di nocciola 47,2 mg, nell’olio di semi di girasole 41 mg, nell’olio di mandorle 39 mg, nel peperoncino 38 mg, nell’olio di mais 35 mg, nella paprika 30 mg, nelle mandorle 26 mg, nei semi di girasole 22 mg, nel curry 21 mg.
Funzioni: la vitamina E è un potente antiossidante, in grado di contrastare la perossidazione lipidica (*). Quest’ultimo processo coinvolge molte cellule del nostro organismo, danneggiandole; la vitamina E ha la funzione di mantenere le strutture indenni. Studi rivelano la capacità di bloccare la formazione di nitrosammine cancerogene. La vitamina E inibisce l’ossidazione delle LDL (responsabile dell’arteriosclerosi), protegge gli eritrociti dall’emolisi, protegge dalla degenerazione maculare e dalla cataratta e previene l’aggregazione piastrinica (proteggendo da fenomeni trombotici).
(*) perossidazione lipidica: processo secondo il quale le specie reattive del’ossigeno (radicali liberi, molecole private di un elettrone) ossidano lipidi contenenti acidi grassi insaturi. Questo danno si può propagare a catena fino a coinvolgere proteine nucleari e DNA , in quanto i lipidi privati di un elettrone cercheranno la stabilità rubandoli a altri composti.
Alcuni studi hanno evidenziato un beneficio in caso di diabete con la supplementazione di vitamina E. I radicali liberi, infatti sarebbero responsabili dell’effetto di insultino-resistenza, abbatterli permetterebbe una migliore risposta all’insulina da parte del glucosio. Inoltre la vitamina E regolerebbe l’espressione del gene del recettore insulinico.
Carenza di vitamina E: è piuttosto difficile sviluppare una carenza da vitamina E, in quanto i depositi corporei sono molti. I neonati prematuri senza adeguata supplementazione, invece, possono incorrere in anemia emolitica e edema declive, mentre l’adulto può sviluppare carenza in caso di malassorbimento, con il rischio di sviluppare neuropatia periferica, atassia e miopatia. Inoltre la carenza di vitamina E sembra essere correlata alla dermatite seborroica.

Alcol



La Commissione Europea stima che 55 milioni di adulti consumino in Europa alcolici secondo modalità a rischio e che 23 di questi siano alcol dipendenti. In Italia sono 9 milioni i consumatori a rischio di cui oltre 1 milioni giovani dagli 11 ai 24 anni e oltre 3 milioni di ultra65enni. Quattro milioni di italiani bevono ogni anno almeno una volta per ubriacarsi.
Si stima che in Italia siano oltre 1 milione gli alcolisti di cui solo 68.000 gli alcoldipendenti in carico ai servizi; l’1% ha un età inferiore ai 19 anni.

Cos’è e come agisce l’alcol

L’alcol è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e con la capacità di indurre dipendenza. Al contrario di quanto si ritiene comunemente, l’alcol non è un nutriente e il suo consumo non è utile all’organismo o alle sue funzioni. Causa invece danni diretti alle cellule di molti organi, soprattutto fegato e sistema nervoso centrale, e in particolare alle cellule del cervello.
L’alcol è assorbito per il 2% dallo stomaco e per il restante 80% dalla prima parte dell’intestino. L’alcol assorbito passa quindi nel sangue e dal sangue al fegato, che ha il compito di distruggerlo tramite un enzima chiamato alcol-deidrogenasi. Soltanto quando il fegato ha assolto del tutto a questa funzione la concentrazione dell’alcol nel sangue risulta azzerata. Il processo di smaltimento richiede tuttavia un tempo legato alle condizioni fisiologiche individuali: in media, la velocità con cui il fegato rimuove l’alcol dal sangue  è infatti di circa mezzo bicchiere di bevanda alcolica all’ora.
Questo sistema di smaltimento dell’alcol non è uguale in tutte le persone: varia in funzione del sesso, dell’età, dell’etnia e di caratteristiche personali; non è completamente efficiente prima dei 21 anni ed è inefficiente sino ai 16 anni. Dopo i 65 anni si perde gradualmente la capacità di smaltire l’alcol e, nel sesso femminile, è sempre la metà, a tutte le età, rispetto alle capacità maschili; per questa ragione alcune persone sono più vulnerabili agli effetti dell’alcol.

I danni dell’alcol

Il consumo di bevande alcoliche è responsabile o aumenta il rischio dell’insorgenza di numerose patologie: cirrosi epatica, pancreatite, tumori maligni e benigni (per esempio quello del seno), epilessia, disfunzioni sessuali, demenza, ansia, depressione.
L’alcol è inoltre responsabile di molti danni indiretti (i cosiddetti danni alcol-correlati), dovuti a comportamenti associati a stati di intossicazione acuta, come nel caso dei comportamenti sessuali a rischio, degli infortuni sul lavoro e degli episodi di violenza.
Un capitolo a parte meritano gli incidenti stradali provocati dalla guida in stato d’ebbrezza che hanno un peso preponderante nella mortalità giovanile. Si stima che in Europa è attribuibile all’uso dannoso di alcol il 25% dei decessi tra i ragazzi di 15-29 e il 10% dei decessi tra le ragazze di pari età.

Cosa si guadagna con il consumo moderato

Ridurre il consumo di alcol, o smettere completamente di bere, produce sempre benefici sullo stato di salute in qualunque momento della vita. Alcuni danni prodotti dall’alcol sono completamente reversibili se affrontati tempestivamente.
Per consumo moderato di alcol si intende una quantità inferiore ad un bicchiere di bevanda alcolica al giorno, pari in media a non più di 10 grammi di alcol. I possibili vantaggi del consumo così inteso sono riferibili ad una riduzione del rischio di mortalità cardiocoronarica, di diabete di tipo II e di calcolosi della colecisti; non sono vantaggi registrabili per tutti e di solito riferibili a soggetti di sesso maschile di età superiore ai 65 anni. Non esiste consenso scientifico e non sono verificati i vantaggi del bere moderato per le donne e per i giovani.
L’esposizione protratta a quantità superiori a quelle definite moderate e qualunque fenomeno di eccesso pur sporadico annullano di fatto eventuali possibili vantaggi; in molti casi, la riduzione o la cessazione del consumo di alcol sono associate a un rapido miglioramento delle condizioni fisiche e anche a una riduzione del rischio di mortalità prematura. Al netto degli effetti positivi e negativi gli svantaggi del bere prevalgono comunque sempre sui vantaggi per cui attuare scelte informate assume il significato di attenta valutazione dei contesti e delle situazioni in cui avviene il consumo.

Alimentazione corretta


Secondo l’OMS circa 1/3 delle malattie cardiovascolari e dei tumori possono essere evitati grazie a una equilibrata e sana alimentazione

Un’alimentazione varia ed equilibrata è alla base di una vita in salute.
Un’alimentazione inadeguata, infatti, oltre a incidere sul benessere psico-fisico, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose malattie croniche.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa 1/3 delle malattie cardiovascolari e dei tumori potrebbero essere evitati grazie a una equilibrata e sana alimentazione.

Di cosa abbiamo bisogno

L’organismo umano ha bisogno di tutti i tipi di nutrienti per funzionare correttamente. Alcuni sono essenziali a sopperire il bisogno di energia, altri ad alimentare il continuo ricambio di cellule e altri elementi del corpo, altri a rendere possibili i processi fisiologici, altri ancora hanno funzioni protettive.
Per questa ragione l'alimentazione deve essere quanto più possibile varia ed equilibrata.
  • Cereali
    Grano, mais, avena, orzo, farro e gli alimenti da loro derivati (pane, pasta, riso) apportano all’organismo  carboidrati, che rappresentano la fonte energetica principale dell’organismo, meglio se consumati integrali. Contengono inoltre vitamine del complesso B e minerali, oltre a piccole quantità di proteine.
  • Frutta e ortaggi
    Sono una fonte importantissima di fibre, un elemento essenziale nel processo digestivo.
    Frutta e ortaggi sono inoltre ricchi di vitamine e minerali, essenziali nel corretto funzionamento dei meccanismi fisiologici. Contengono, infine, antiossidanti che svolgono un’azione protettiva.
  • Carne, pesce, uova e legumi
    Questi alimenti hanno la funzione principale di fornire proteine, una classe di molecole biologiche che svolge una pluralità di funzioni. Partecipano alla “costruzione” delle diverse componenti del corpo, favoriscono le reazioni chimiche che avvengono nell’organismo, trasportano le sostanze nel sangue, sono componenti della risposta immunitaria: forniscono energia “di riserva”, aiutano l'assorbimento di alcune vitamine e di alcuni antiossidanti, sono elementi importanti nella costruzione di alcune molecole biologiche.
    Un insufficiente apporto di proteine può compromettere queste funzioni (per esempio si può perdere massa muscolare), ma un eccesso è altrettanto inappropriato: le proteine di troppo vengono infatti trasformate in depositi di grasso e le scorie di questa trasformazione diventano sostanze, che possono danneggiare fegato e reni.
    Le carni, in particolare quelle rosse, contengono grassi saturi e colesterolo. Pertanto vanno consumate con moderazione.
    Vanno consumati con maggior frequenza il pesce, che ha un effetto protettivo verso le malattie cardiovascolari (contiene i grassi omega-3) e i legumi, che rappresentano la fonte più ricca di proteine vegetali e sono inoltre ricchi di fibre.
  • Latte e derivati
    Sono alimenti ricchi di calcio, un minerale essenziale nella costruzione delle ossa. E' preferibile il consumo di latte scremato e di latticini a basso contenuto di grassi.
  • Acqua
    Circa il 70% dell’organismo umano è composto di acqua e la sua presenza, in quantità adeguate, è essenziale per il mantenimento della vita.
    L’acqua è, infatti, indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e delle reazioni biochimiche che avvengono nel corpo, svolge un ruolo essenziale nella digestione, nell’assorbimento, nel trasporto e nell’impiego dei nutrienti.
    È il mezzo principale attraverso cui vengono eliminate le sostanze di scarto dei processi biologici.
    Per questo, un giusto equilibrio del “bilancio idrico” è fondamentale per conservare un buono stato di salute nel breve, nel medio e nel lungo termine.

mercoledì 18 marzo 2015

7 usi e benefici dell’aglio per la salute



Fin dall’antichità, l’aglio è considerato uno dei condimenti migliori da usare in gastronomia in seguito al suo sapore particolare, che permette di insaporire molte ricette. La fama dell’aglio, inoltre, si deve anche alle sue proprietà medicinali che aiutano il nostro organismo in molti modi.

Perché l’aglio è buono per la nostra salute?

L’aglio è molto economico ed è quindi facile averne sempre un po’ in cucina. Vale la pena conoscerne tutte le proprietà salutari così che possiate usarlo non solo come condimento, ma ad includerlo più spesso nella vostra dieta.
L’aglio crudo ha proprietà antisettiche, antimicotiche, antibatteriche e depurative, grazie ad un suo componente conosciuto come allicina, che agisce contro migliaia di virus e batteri. L’aglio, inoltre, è un antiossidante, fortifica il sistema immunitario e migliora le nostre funzioni cardiovascolari. 

Antibiotico naturale


L’aglio è uno degli antibiotici naturali più potenti che esistano al mondo. È stato dimostrato che è altamente efficace contro molti microorganismi e, inoltre, ha proprietà antiparassitarie utili contro parassiti come la tenia (verme solitario). Stando a una ricerca della Wright State University, le proprietà antibiotiche dell’aglio sono tanto potenti quanto quelle della penicillina.

Migliora la circolazione

L’aglio aiuta a ridurre il colesterolo ed evita che aderisca alle pareti delle arterie. In questo modo, l’aglio migliora la circolazione e previene le ostruzioni delle arterie o l’arteriosclerosi, una delle principali cause d’infarti e ictus. L’aglio, inoltre, purifica il sangue e riduce l’ipertensione.

Reni e vescica

Mangiare dell’aglio crudo tutti i giorni aiuta a prevenire e a curare la maggior parte dei problemi dei reni e della vescica.

Anticancerogeno

Diversi studi concordano sul fatto che l’aglio abbia proprietà anticancerogene in grado di fermare la formazione di potenti carcinogeni come le nitrosammine, che possono formarsi durante il processo di digestione di alcuni alimenti. Questi studi, inoltre, hanno scoperto che consumare dell’aglio crudo ogni giorno dimezza il rischio di cancro allo stomaco e riduce di due terzi il rischio di cancro del colon-retto.

Fortifica il sistema immunitario

L’aglio, grazie alle sue proprietà antivirali e antibatteriche, fortifica il sistema immunitario e aumenta le difese del nostro corpo. Così, l’aglio previene molte infezioni respiratorie, come i raffreddori e l’influenza.

Pelle in salute

L’aglio e le sue proprietà antiossidanti aiutano a riparare i tessuti della pelle, il che ci aiuta a mantenerci giovani. Una maschera di bellezza all’aglio è l’ideale per rendere la pelle più morbida, per stimolare la rigenerazione cellulare e per prevenire l’invecchiamento precoce.

Ricco di vitamine

L’aglio è un alimento ricco di vitamine A, B1, B2 e C. Per questo motivo, l’aglio è ottimo per combattere l’anemia, controllare l’obesità, depurare il fegato, migliorare il sistema nervoso e stimolare la digestione.

Come usare l’aglio per trarne il massimo dei benefici

Come abbiamo accennato prima, l’ideale sarebbe consumare l’aglio crudo per approfittare al 100% di tutti i suoi benefici. Anche se siamo abituati a cuocere l’aglio, dobbiamo ricordare che così facendo esso perde fino al 90% delle sue proprietà. Un’alternativa è assumerlo tramite compresse, estratti o come passata, il che aiuta a preservare gran parte delle sue proprietà benefiche.
Tuttavia, gli esperti consigliano il consumo di aglio crudo, poiché è il modo più efficace di approfittare di tutti i suoi benefici e, inoltre, è molto più economico. A molti non piace usare l’aglio a crudo perché rende l’alito pesante e non è facile poi sbarazzarsene. Ciononostante, esistono diversi rimedi fatti in casa per combattere l’alito pesante e non dover smettere di usare l’aglio. Per esempio, potete masticare delle foglie di prezzemolo, menta fresca o sedano, che sono in grado di neutralizzare l’odore grazie all’alto contenuto di clorofilla. Dopo aver masticato queste foglie, l’ideale sarebbe concludere la pulizia della bocca con una soluzione di acqua e qualche goccia di limone.


venerdì 13 marzo 2015

Purificare i reni e alleviare dolori con il prezzemolo



Il prezzemolo, pianta della quale si possono utilizzare tutte le parti (foglie, semi e radici), viene comunemente usato per curare infezioni delle vie urinarie e la stitichezza, anche se in realtà la sua caratteristica principale è quella di essere un eccellente purificatore dei reni, poiché la sua azione scioglie i calcoli. Inoltre, si rivela molto utile anche nel trattamento delle vie respiratorie e dei polmoni, per alleviare asma e tosse.

Purifica i reni


L’assunzione del prezzemolo viene consigliata per le sue proprietà diuretiche, che stimolano l’eliminazione delle tossine e dei liquidi in eccesso attraverso l’urina; inoltre, aiuta ad espellere i calcoli renali sciogliendoli.

Come si prepara?

La preparazione è molto semplice: si riempie una pentola con un litro d’acqua e la si porta ad ebollizione. Poi si aggiunge una manciata di prezzemolo fresco e si lascia bollire per 10 minuti. Infine, si fa raffreddare, si filtra in una bottiglia di vetro e si conserva in frigorifero.
Per purificare i reni ed eliminare le tossine, è necessario bere un bicchiere di questo decotto ogni giorno per una settimana.

Ulteriori benefici del prezzemolo

Il prezzemolo costituisce un aiuto efficace contro i problemi di stomaco.
Oltre ad esercitare un’azione purificante sui reni, questa pianta possiede altre proprietà molto importanti per il corretto funzionamento del nostro organismo. Si impiega, infatti, anche per trattare disturbi gastrointestinali, come l’eccesso di gas. Una tisana a base di foglie di prezzemolo aiuta a placare il malessere intestinale e ad eliminare i gas in eccesso, che possono provocare dolori e coliche.
Queste tisane, tra l’altro, stimolano l’appetito in modo del tutto naturale. Il prezzemolo, inoltre, è un’ottima fonte di vitamina C e contiene minerali come ferro, calcio e potassio.
Si rivela molto utile anche in caso di dolori mestruali, poiché aumenta le contrazioni uterine. Proprio per questa ragione è altamente sconsigliato assumere succhi o tisane a base di prezzemolo durante la gravidanza: si corre infatti il rischio di subire un aborto.
Trattandosi di un disintossicante naturale, il prezzemolo aiuta a purificare non solo i reni, ma anche altri organi, come il fegato e le vie biliari, ripulendo così la cute da macchie o acne. Un altro trucco per mantenere morbida e pura la propria pelle consiste nel tritare alcuni rametti di prezzemolo ed estrarne il succo, che, con l’aggiunta di alcune gocce di limone, verrà applicato sul viso. Si lascia agire per 10 minuti e poi si risciacqua con acqua tiepida. In questo modo otterrete una cute pulita e splendente!

Ricorda…

Come potete vedere, il prezzemolo vanta innumerevoli proprietà benefiche per la nostra salute. Tuttavia, la sua funzione principale rimane sempre e comunque quella di purificare i reni sia dalle tossine che dai dolorosi calcoli renali.