lunedì 28 dicembre 2015

Onicofagia, la brutta abitudine di rosicchiarsi le unghie



L’abitudine di rosicchiarsi le unghie ha un nome ben preciso: onicofagia. In generale si tratta di un comportamento inconscio, spesso sottovalutato. Tuttavia gli esperti vogliono evidenziare che molto si può nascondere dietro a questo gesto, e che può essere deleterio per la salute.
Tendenzialmente è presente durante l’infanzia e l’adolescenza, generata da tensioni interiori e inconsce che spingono la persona a portarsi la mano in bocca e a mangiare sia le unghie che le pellicine, facendo veri e propri danni alle dita. Nella maggior parte dei casi l’onicofagia scompare durante la crescita. Ma è riscontrabile anche in alcuni soggetti adulti.
L’onicofagia rientra fra i comportamenti compulsivi legati agli stati ansiogeni. La persona particolarmente ansiosa o stressata non riesce a fare a meno di rosicchiarsi le unghie, è un impulso a cui non sa resistere.
Occorre fare attenzione poiché le lacerazioni possono essere un potenziale canale di infezione, mentre a livello dei denti è possibile intaccare il loro smalto, creando terreno fertile per la carie.
Per molti mangiarsi le unghie è cosa da poco conto, rilegata solamente ad un fatto estetico, invece sarebbe opportuno indagare in maniera approfondita.
Qual è l’origine di questa cattiva abitudine?
Tendenzialmente è un comportamento di natura psicologica. Che rapporto abbiamo con l’ansia? Stiamo vivendo un periodo particolarmente stressante? C’è una situazione che crea tensione e non riusciamo a liberarcene? Ci sono dei cambiamenti che dobbiamo affrontare? Questi e molti altri sono gli interrogativi che dobbiamo porci e se non riusciamo da soli, facciamo riferimento al medico di famiglia, che saprà indicarci la soluzione migliore.
All’origine è possibile trovare: nervosismo, preoccupazione, rabbia, aggressività, autolesionismo (soprattutto nel periodo adolescenziale), noia (molte persone quando guardano distrattamente la tv si mangiano le unghie), timidezza, ansia, stress. Il bambino può imparare imitando l’adulto.

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